Non so nemmeno io dove voglio andare a parare con questa cosa dello scrivere. So solo che da quando ti ho conosciuto scrivo. A lavoro (a volte), a casa (quando dovrei studiare), di notte (quando dovrei dormire).

Oggi è particolarmente difficile, perchè ieri sera sono stata male anche se non te ne sei accorto. Ma non è colpa tua, sono sempre stata brava io a nascondermi. Ed è difficile sfogarsi oggi, con la donna delle pulizie che sta facendo il suo dovere. Almeno lei.

Ho fatto i conti, sono 3 anni che ci conosciamo. E nella lettera che ti ho scritto stanotte (che non troverò mai il coraggio di mostrarti, s'intende) non sono riuscita a ricordare da quanto tempo tu mi abbia fatto perdere la testa. Sono quasi certa che un po' ti volessi bene quando ancora eravamo soltanto due nickname online.  

Quante cose sono cambiate, vero? Balle. Io sono la stessa ragazza grassa, sognatrice, con le mie passioni e mille altri difetti. Ma com'è che ultimamente passo più tempo a piangere che a dormire? E nonostante questo non riesco a fartene una colpa, perchè tu non mi hai mai fatto intendere che tra di noi potesse esserci qualcosa. Mai. Sono solo le fantasie stupide di una ragazzina troppo cresciuta, che un certo giorno ha deciso di esserti amica, senza avere la minima idea a cosa sarebbe andata incontro. Risate, divertimento, sostegno. Ma anche lacrime, e stanchezza.

Sono tanto stanca, sai. Fisicamente, mentalmente e moralmente. Perchè sono arrivata ad un punto in cui o continuo a mandare giù o mi sfogo. E se mi sfogassi ti perderei come amico. Perchè come non c'è nessuna possibilità che tu mi ricambi, non c'è neanche la possibilità che tu riesca a superare questa cosa. Ti conosco ormai. Hai messo a rischio la tua sanità mentale per molto meno.

Cos'è cambiato nell'ultimo periodo? Per te nulla, per me tutto. La nostra amicizia ha ormai una data di scadenza che si sta avvicinando inesorabilmente. Perchè quando la incontrerai e finirete con il mettervi insieme non reggerò il colpo. Non potrò scriverti come faccio di solito. Non potrò mandarti messaggi zeppi di cuori. Non sarò la prima persona che interpellerai quando avrai bisogno di sfogarti.

Tutto questo te l'ho detto una sera, quando avevo capito che le cose per te si stavano facendo serie. Hai negato. Hai detto che non sarebbe cambiato nulla. Non è vero. Cambieranno. Mi sono odiata tanto per quel momento di debolezza. Ne ho avuti tre da quando ti conosco, e non so ancora come ho fatto a non lasciarmi andare. Sarebbe stata la cosa più semplice (e giusta forse), ma ti avrei perso.

Oggi ho visto cosa lei ti ha risposto, ed è stata una pugnalata. Neanche quando me ne hai parlato dal vivo ha fatto così male. Perchè anche se non te ne sei accorto ho passato il tempo a mordermi la lingua, e a piantarmi le unghie nei palmi mentre mi parlavi di lei. 

Non riesco a decidere cosa sia cambiato esattamente oggi. Ma so che non riesco a smettere di piangere, e che fa male. Tanto male.

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