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Autore: JudeGiuli    02/02/2017    1 recensioni
Shindou è il coinquilino di un geniale detective: Kidou Yuuto, con il quale si ritroverà a lavorare su un caso dalle insolite dinamiche riguardante la morte di Fudou Akio. Quest'ultimo era un'agente della polizia che lavorando in incognito è però rimasto vittima di una sparatoria tra gang; o perlomeno così sembrerebbe.
La storia non presenta fulcri su alcuna coppia, se non vaghi accenni o comunque rapporti il quale filone non rappresenta quello principale (Shindou/Kidou)
Buona lettura!
Tratto dalla storia: "Circa due anni fa decisi di trasferirmi a Tokyo: niente di personale contro il mio piccolo paesino, ma per potermi garantire una buona università ed un lavoro professionale non era certo l’ideale. Per coronare l’obiettivo avrei – ovviamente – avuto bisogno di un’abitazione vicina il più possibile all’università di giurisprudenza, ad un ragionevole prezzo. Per quest’ultimo motivo decisi di trasferirmi nell’appartamento di un certo Kidou Yuuto – l’immobile era tenuto in ottime condizioni e dividere la casa con qualcuno non sarebbe stato poi così impossibile –; un detective privato abbastanza rinomato ad inazuma-cho."
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jude/Yuuto, Nathan/Ichirouta, Shawn/Shirou, Shindou Takuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Vi è mai capitato di provare una forte incertezza?
Quella sensazione per cui, nonostante la lampante ovvietà dei fatti, vi ritrovate a cercare una soluzione nella soluzione ingranando un procedimento di pensieri che non porta a nulla, ma il quale lascia un amaro in bocca come se vi fosse sfuggito qualcosa di importante, all’apparenza futile, che una mente come la sua non avrebbe potuto tralasciare se non con intenzionalità.

 

Veritas post vanitates

 

Circa due anni fa decisi di trasferirmi a Tokyo: niente di personale contro il mio piccolo paesino, ma per potermi garantire una buona università ed un lavoro professionale non era certo l’ideale. Per coronare l’obiettivo avrei – ovviamente – avuto bisogno di un’abitazione vicina il più possibile all’università di giurisprudenza, ad un ragionevole prezzo. Per quest’ultimo motivo decisi di trasferirmi nell’appartamento di un certo Kidou Yuuto – l’immobile era tenuto in ottime condizioni e dividere la casa con qualcuno non sarebbe stato poi così impossibile –; un detective privato abbastanza rinomato ad inazuma-cho. La prima cosa che mi colpì di lui fu l’eleganza, e non parlo semplicemente del tipo di vestiario, ma del portamento carismatico che gli apparteneva: aveva una gestualità ed un modo di muoversi e di porsi che non ti permetteva di staccargli gli occhi di dosso, era lento, preciso ed il suo tocco era delicato quanto era basso il suo tono di voce; la postura era rigida ed il capo era sempre rivolto verso l’alto in un accenno di superiorità. Avevo quindi già realizzato che non era una persona comune, ma quando lo vidi all’opera rimasi ancora più scioccato, ma non intendo rovinare la storia.

“Scusa il ritardo, il professore di diritto mi ha trattenuto più del previsto”
“Il pranzo è in frigo”
“Oh grazie, hai preparato qualcosa tu?”
“No, ho ordinato tailandese”
Feci una smorfia: quasi dimenticavo di accennare ai gusti stravaganti del mio coinquilino in quanto amante dei cibi da asporto. Per fortuna ero troppo affamato per soffermarmi sul mio disgusto.
“So che odi il tailandese” mi sedetti a tavola e roteai gli occhi a quella sua affermazione, mentre masticavo un’abbondante porzione di cibo.
“Ah, Fudou è morto comunque” sputai. Vidi Kidou voltarsi verso di me, ancora seduto sulla sua comoda poltrona, mentre aggrottava le sopracciglia alla situazione penosa in cui avevo ridotto il tavolo.
“Poi pulisci tu”
“È orribile”
“Infatti: potevi almeno degnarti di centrare il piatto”
“Spero tu stia scherzando! Come puoi dirmi una cosa del genere in questo modo?”
“In un modo o nell’altro avrei dovuto dirtela, era inutile tergiversare.”
“Oh mio dio” portai le mani sul mio volto, coprendolo e cercando di trattenere le lacrime, senza però poter impedire il tono incrinato della voce: Fudou era un nostro amico, più di Kidou in realtà, a volte perfino un rivale in lavoro, ma eravamo in buoni contatti  perciò rimasi abbastanza scosso.
“Come lo hai saputo? Che cosa è successo? Come è successo?”
“Shirou dice che è rimasto coinvolto in una sparatoria tra gang. Mi ha messo al corrente di tutto: vuole che indaghi sulla sua morte, non è convinto si tratti di un semplice incidente, e nemmeno io sinceramente” prese il giornale seduto sul tavolino di fronte a sé e nascose il viso dietro quello. Un altro significativo dettaglio è che non ero mai riuscito a vedere i suoi occhi, indossava sempre un paio di occhiali scuri, ma non ho mai avuto il coraggio di chiedergli qualcosa in merito.
“Bene, bene.” presi un grosso respiro e mi alzai, poggiando le mani sul tavolo “Come dobbiamo procedere?”
“Dobbiamo?” inarcò un sopracciglio e scostò leggermente il giornale: suppongo mi stesse guardando di sbieco.
“Certamente. Mi è già capitato di assisterti altre volte e proprio per Fudou non intendo mettermi da parte.”
Rimase in silenzio ed immobile per qualche minuto, prima di alzarsi ed andare a prendere una teiera, riempiendola d’acqua e posandola sui fornelli. “Abbiamo un duro lavoro che ci aspetta, allora” aspettò e dopo versò l’acqua calda in due tazzine, mettendo in ognuna due bustine di tè “Sarà meglio ricaricarci prima di andare in quella che deve essere la scena del delitto”. Mi porse una delle due, prendendo al contempo la propria ed andando in un’altra stanza.
“Pulisci quel macello.”

 

Riuscire a tenere lo stesso passo di Kidou era molto difficile: i suoi ragionamenti erano sempre molto complessi, ma lui riusciva sempre ad elaborarli in poche frazioni di secondo, come se avesse una visuale dall’alto dell’accaduto. Purtroppo per me non era lo stesso. Non che mi ritenessi poco intelligente - modestamente parlando ero il più bravo del mio corso -, ma posso dire con certezza che lui fosse su tutt’un altro livello. Per questo una volta arrivati al pub dove era avvenuta la suddetta sparatoria tra gang, non rimasi tanto sorpreso da come il mio coinquilino si mise a vagare là dentro in cerca di prove, maneggiando gli oggetti lì presenti come se non ci fosse alcun poliziotto che lo stesse guardando ed inseguendo in cerca di motivazioni. Spiegazioni che ovviamente toccò a me dargli.
“Non è pazzo” cercai di articolare con difficoltà mostrando sia i miei, sia i suoi documenti e l’autorizzazione che nel frattempo gli avevo sfilato dal giubbotto. Non credo non se ne fosse accorto, più che altro me lo aveva lasciato fare.
“Siamo autorizzati, lui è il detective Kidou Yuuto ed io sono il suo…” fece una smorfia e pensò velocemente una definizione che più si addicesse al suo ruolo là dentro.

Porta oggetti ed animale da compagnia.
Socchiuse gli occhi seccatamente: “Assistente” disse infine. Sì, definitivamente il suo assistente.
Dopo aver superato l’ostacolo della polizia raggiunsi Kidou che nel frattempo era impegnato ad osservare un’asse del pavimento insistentemente, piegato sulle proprie ginocchia. Restammo così per un paio di minuti, finché non decisi che quell’attesa stava diventando snervante e priva di senso: sapevo che non amava essere interrotto durante il suo lavoro, ma quella era solo una stupida asse.
“Kidou…”
“Non una parola, sto lavorando Shindou”
“Stai fissando il pavimento da minuti ormai”
“Ho i miei motivi”
“Cioè?” mi piegai anche io ed osservai il più a lungo possibile l’oggetto della sua attenzione, ma dopo ancora qualche minuto di attesa continuai a non ottenere alcun risultato.
“Okay Kidou, è chiaro che io non ci arrivo”
“Mh” si limitò a borbottare lui, inarcando un sopracciglio in risposta, come a sottolineare il fatto che ai suoi occhi la cosa doveva apparire davvero molto strana.
“Perciò ti sarei grato se tu mi aiutassi. Sono lento, ma credo di riuscire a seguire i tuoi ragionamenti, se me li esplichi”
“Va bene” rispose lui dopo qualche secondo, alzandosi con la sua solita flemma ed aggiustandosi il cappotto sulle spalle e gli occhiali sul volto. “Guarda in mezzo alle assi”
In mezzo? Non avevo controllato là effettivamente, ed una volta fatto notai che effettivamente sembrava esserci qualcosa…
“Polvere da sparo” esclamai infine, voltandomi verso di lui con entrambe le sopracciglia inarcate: continuava a non avere senso. Era ovvio che ci fosse polvere da sparo, erano o non erano nell’ambientazione finale di una sparatoria?
“Infume”
“eh?”
“Polvere da sparo infume Shindou. Quella usata per i proiettili delle pistole”
Ma dai?
Feci per interromperlo, ma lui alzò una mano come a farmi segno di lasciarlo finire e così feci “Hai notato che fuori dal locale c’era altra polvere da sparo?”
“Certamente”
“Hai visto di che tipo era?”
Stetti qualche attimo a riflettere: non essendo ferrato nell’argomento non riuscivo a distinguere i due tipi, ma forse ero riuscito a capire dove voleva andare a parare.
“Il foro di proiettile nel corpo di Fudou… non è quello di una pistola, vero?” Kidou sorrise alla mia affermazione e replicò con un “proprio così”, prima di portarmi fuori dall’edificio e mostrarmi l’altra prova prima citata: “è polvere da sparo nera, usata per le armi da avancarica: non propriamente maneggevoli e preferite dalle gang”.
Si voltò verso il locale, guardandolo attraverso la finestra “e considerando la distanza, posso dire quasi con assoluta certezza che si tratti di un archibugio”
Sul mio viso comparve un’improvvisa espressione di realizzazione e nella mia mente tutto si fece più chiaro, arrivando finalmente a definire la tela di indizi che aveva costruito il detective accanto a me.
“L’armeria di Tobitaka: è l’unica che vende questo tipo di fucili” gli sorrisi orgoglioso e lui ne accennò uno di risposta.
“Esatto”




 

Angolo dell’autrice:
E dopo tempo immemore, eccomi ritornata con una nuova
Storia! Anche questa a capitoli, ma per vostra e mia
fortuna la ho già quasi finita, perciò pubblicherò man mano
un nuovo capitolo ad intervalli regolari ancora da decidere:
dipenderà dal voi in sostanza. Se noterò un riscontro
positivo ovviamente sarò più veloce! Dovete infatti sapere
che questa storia non era nata per essere pubblicata,
quindi la lunghezza dei capitoli potrà talvolta risultare
irregolare. Anche la coppia è non convenzionale, ma vi è
ben poco aspetto romantico ed inoltre si tratta di un
esperimento, come la scelta di scrivere un giallo.
Spero vivamente che vi piaccia e di ricevere vostre
recensioni, positive o negative che siano, che mi aiutino
a migliorare il mio operato!
Ringrazio anche Paola per l’aiuto ed il sostegno che sta
apportando a questa opera.

  
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