“The
past_the present_and the future”
Primo Capitolo
Un
bellissimo giorno di
primavera.
Ero
nella mia stanza del
collegio. Guardavo fuori dalla finestra quando improvvisamente sentii
bussare
alla porta con una certa forza. Mi allarmai e con il cuore in gola
chiesi:
<<
Chi è? >>
<<
Karl sono la signora
Maria, apri che ti devo parlare. >>
Andai
a mettermi i pantaloni
e gli aprii subito la porta.
Quando
la vidi mi disse:
<<
Ho una bellissima
notizia abbiamo trovato due persone che vorrebbero prenderti con loro e
adottarti. >>
Inizialmente
rimasi un po’
scioccato per la notizia e mi sedetti sullo sgabello, poi continuai a
chiederle:
<<
Voglio sapere la
verità sui miei genitori, che fine hanno fatto
perché sono qui e ora cercate di
mandarmi via?! >>
Avevo
una grande confusione
in testa…
Lei
mi rispose:
<<
Noi avevamo preso la
decisione di non dirti nulla perché eri troppo piccolo e non
avresti capito
nulla, ma ora è il momento di dirtelo. >>
<<
Dirmi cosa?!
>> chiesi allarmato…
<<
Ecco… vedi, i tuoi
genitori veri sono morti in un incidente stradale avevi solo tre anni e
poiché
non avevi nessuno ti hanno mandato qui… >>.
A
quella notizia scoppiai a
piangere e scappai dalla mia stanza. Maria cercò di
fermarmi, ma fu inutile.
Andai
dal mio amico Mark per
cercare un po’di conforto. Vedendomi arrivare in quel modo,
sconvolto, mi
disse:
<<
Che succede? Come mai
piangi?! >>
Piangendo
e singhiozzando gli
dissi:
<<
Mi hanno detto la
verità??? >>
<<
Ma quale verità? Di
cosa stai parlando?? >> Mi chiese allarmato Mark.
<<
I miei genitori sono
morti in un incidente stradale quando avevo tre anni e nessuno mai mi
aveva
detto nulla… >>
<<
Cosa?? >>
dimmi che non è vero… >>
<<
Non sai quanto
vorrei che fosse così.. >>
<<
Mi dispiace >> rispose
<< ma
non ci pensare più. >>
<<
Mark non è tutto,
c’è anche un’altra notizia…
>> gli dissi.
Preoccupato
mi chiese:
<<
Cos’altro c’è?
>>
<<
Ehm… sai, la signora
Maria mi ha detto che hanno trovato delle persone che sono disposte ad
adottarmi e portarmi con loro… >>
<<
Cosa?? >> Mi
chiese improvvisamente tra le lacrime…
<<
Sì… forse, anzi
sicuramente, andrò via. >>
<<
No, no no. Non puoi
lasciarmi qui da solo ti prego. >>
<<
Mi dispiace Mark…>>
e uscii dalla sua stanza richiudendomi la porta alle spalle.
Per
tutta la notte non
riuscii a chiudere occhio. Mi giravo e rigiravo sotto le lenzuola
pensando a
come avrei potuto lasciare Mark. Non trovai il coraggio di farlo in
nessuna
parte del mio cuore e piangevo a dirotto.
Intanto
la notte finalmente
finì e per le
Non
era da lui.
Preoccupato
chiesi subito a
Maria:
<<
Scusi per caso ha
visto Mark? >>
<<
No, perché? >>
mi rispose meravigliata la signora.
<<
Così. Grazie, scusi.
>> risposi.
Intanto
la mattinata passò e Mark
non si fece vedere da nessuna parte. Decisi di andare a cercarlo.
D’altronde
era il mio
migliore amico, come un fratello per me, non potevo starmene con le
mani in
mano.
Salii
rapidamente le scale ed
entrai nella mia stanza. Mi era parso di sentire dei rumori, come se ci
fosse
qualcuno dentro.
Entrai
e con mia enorme
sorpresa vidi Mark, seduto sul mio letto che piangeva. Cercai di
avvicinarmi a
lui, ma si alzò e uscì dalla camera.
All’ora di pranzo lo vidi seduto distante
da tutti e con il cuore piccolo piccolo mi avvicinai.
<<
Mark. >> lo
chiamai, ma lui niente, fece finta di non sentirmi e rimase in
silenzio.
Poi
si allontanò nuovamente.
Per
le tre del pomeriggio
sentii bussare alla mia porta. Andai ad aprire.
Era
lui, Mark.
<<
Karl, ti devo
parlare. >>
<<
Dimmi pure. Ti
ascolto. >> risposi io.
<<
Senti, mi dispiace
se mi sono comportato in questo modo, il fatto è che devo
cominciare ad
allontanarmi a poco a poco da te, per non soffrire tanto quando non ci
sarai
più. >>
Nel
dire ciò entrò nella
stanza la signora Maria che mi disse:
<<
Karl, seguirmi. Ti
devo far vedere una cosa… >>
Io,
in un primo momento ebbi paura,
ma Mark mi guardò e mi fece cenno di andare. Così
mi presi di coraggio e
seguimmo la signora. Arrivati nella stanza più grande vidi
due persone che non
conoscevo.
Non
li avevo mai visti prima.
Maria mi disse:
<<
Questi sono i
signori di cui ti avevo parlato. >> Confuso
più che mai mi avvicinai e
cercai di parlare con queste persone. Per alcuni giorni li frequentai.
Nel
frattempo Mark mi stette più
vicino di quanto mi aspettassi.
Un
sabato mattina i due
signori che avevo da poco conosciuto mi dissero che dovevano partire
per
sbrigare le ultime pratiche promettendomi che sarebbero ritornati per
portarmi
per sempre con loro.