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Autore: edward_cullen    01/06/2009    1 recensioni
Cari ragazzi sono nuovo questa è la mia prima storia. Quello che andrete a leggere è tratto per la prima parte da una storia vera successivamente mi sono ispirato un pò al film di “Fast and Fourios Tokio Drift”. Spero che vi piaccia. Se volete lasciate un commento…. Grazie a tutti. Un grosso bacione…. Edward_Cullen.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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       “The past_the present_and the future”

 

 

Primo Capitolo

 

Un bellissimo giorno di primavera.

Ero nella mia stanza del collegio. Guardavo fuori dalla finestra quando improvvisamente sentii bussare alla porta con una certa forza. Mi allarmai e con il cuore in gola chiesi:

 

<< Chi è? >>

<< Karl sono la signora Maria, apri che ti devo parlare. >>

Andai a mettermi i pantaloni e gli aprii subito la porta.

Quando la vidi mi disse:

<< Ho una bellissima notizia abbiamo trovato due persone che vorrebbero prenderti con loro e adottarti. >>

Inizialmente rimasi un po’ scioccato per la notizia e mi sedetti sullo sgabello, poi continuai a chiederle:

 

<< Voglio sapere la verità sui miei genitori, che fine hanno fatto perché sono qui e ora cercate di mandarmi via?! >>

Avevo una grande confusione in testa…

Lei mi rispose:

<< Noi avevamo preso la decisione di non dirti nulla perché eri troppo piccolo e non avresti capito nulla, ma ora è il momento di dirtelo. >>

<< Dirmi cosa?! >> chiesi allarmato…  

<< Ecco… vedi, i tuoi genitori veri sono morti in un incidente stradale avevi solo tre anni e poiché non avevi nessuno ti hanno mandato qui… >>.

A quella notizia scoppiai a piangere e scappai dalla mia stanza. Maria cercò di fermarmi, ma fu inutile.

Andai dal mio amico Mark per cercare un po’di conforto. Vedendomi arrivare in quel modo, sconvolto, mi disse:

<< Che succede? Come mai piangi?! >>

Piangendo e singhiozzando gli dissi:

<< Mi hanno detto la verità??? >>

<< Ma quale verità? Di cosa stai parlando?? >> Mi chiese allarmato Mark.

<< I miei genitori sono morti in un incidente stradale quando avevo tre anni e nessuno mai mi aveva detto nulla… >>

<< Cosa?? >> dimmi che non è vero… >>

<< Non sai quanto vorrei che fosse così.. >>

<< Mi dispiace >>  rispose  << ma non ci pensare più. >>

<< Mark non è tutto, c’è anche un’altra notizia… >> gli dissi.

Preoccupato mi chiese:

<< Cos’altro c’è? >>

<< Ehm… sai, la signora Maria mi ha detto che hanno trovato delle persone che sono disposte ad adottarmi e portarmi con loro… >>

<< Cosa?? >> Mi chiese improvvisamente tra le lacrime…

<< Sì… forse, anzi sicuramente, andrò via. >>

<< No, no no. Non puoi lasciarmi qui da solo ti prego. >>

<< Mi dispiace Mark…>> e uscii dalla sua stanza richiudendomi la porta alle spalle.

Per tutta la notte non riuscii a chiudere occhio. Mi giravo e rigiravo sotto le lenzuola pensando a come avrei potuto lasciare Mark. Non trovai il coraggio di farlo in nessuna parte del mio cuore e piangevo a dirotto.

Intanto la notte finalmente finì e per le 8:00 scesi per fare colazione. Subito mi accorsi di qualcosa che andava storto: infatti, il mio migliore amico Mark non si era presentato a colazione.

Non era da lui.

Preoccupato chiesi subito a Maria:

<< Scusi per caso ha visto Mark? >>

<< No, perché? >> mi rispose meravigliata la signora.

<< Così. Grazie, scusi. >> risposi.

Intanto la mattinata passò e Mark non si fece vedere da nessuna parte. Decisi di andare a cercarlo.

D’altronde era il mio migliore amico, come un fratello per me, non potevo starmene con le mani in mano.

Salii rapidamente le scale ed entrai nella mia stanza. Mi era parso di sentire dei rumori, come se ci fosse qualcuno dentro.

Entrai e con mia enorme sorpresa vidi Mark, seduto sul mio letto che piangeva. Cercai di avvicinarmi a lui, ma si alzò e uscì dalla camera. All’ora di pranzo lo vidi seduto distante da tutti e con il cuore piccolo piccolo mi avvicinai.

<< Mark. >> lo chiamai, ma lui niente, fece finta di non sentirmi e rimase in silenzio.

Poi si allontanò nuovamente.

Per le tre del pomeriggio sentii bussare alla mia porta. Andai ad aprire.

Era lui, Mark.

<< Karl, ti devo parlare. >>

<< Dimmi pure. Ti ascolto. >> risposi io.

<< Senti, mi dispiace se mi sono comportato in questo modo, il fatto è che devo cominciare ad allontanarmi a poco a poco da te, per non soffrire tanto quando non ci sarai più. >>

Nel dire ciò entrò nella stanza la signora Maria che mi disse:

<< Karl, seguirmi. Ti devo far vedere una cosa… >>

Io, in un primo momento ebbi paura, ma Mark mi guardò e mi fece cenno di andare. Così mi presi di coraggio e seguimmo la signora. Arrivati nella stanza più grande vidi due persone che non conoscevo.

Non li avevo mai visti prima.

 Maria mi disse:

<< Questi sono i signori di cui ti avevo parlato. >> Confuso più che mai mi avvicinai e cercai di parlare con queste persone. Per alcuni giorni li frequentai.

Nel frattempo Mark mi stette più vicino di quanto mi aspettassi.

Un sabato mattina i due signori che avevo da poco conosciuto mi dissero che dovevano partire per sbrigare le ultime pratiche promettendomi che sarebbero ritornati per portarmi per sempre con loro.

  
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