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Autore: MeinfridBlackforest    02/02/2017    0 recensioni
[Fumetti cartoni americani]
La Marvel negli anni 80 ha avuto una lunga storia di produzione di fumetti basata sui giocattoli.
Uno dei loro lavori arrivò con la ditta di giocattoli Tyco, che produceva principalmente Truck radiocomandati, ma dato che erano semplici modellini, non avevano una storia dietro.
Così crearono US 1, il primo supereroe camionista.
La seria uscì nel 83 e andò avanti per ben 12 numeri.
Dopo la conclusione della serie principale,il personaggio di US fece qualche cameo insieme a She-Hulk e Rocket Raccoon. Ricomparve nel 2010 in un Team-up insieme a Deadpool e nel 2011 lo si vede tra gli aspiranti babysitter per la figlia di Luke Cage e Jessica Jones.
Da allora non si è più saputo nulla.
Le storie originali di US erano veramente stupide, ma non erano cattive, anzi,erano divertenti e intrattenevano.
Quando ho scoperto questo personaggio mi sono detto: perché non riprenderlo e dargli una origine migliore?
Tenendo però quei pochi elementi per cui spiccava.
In poche parole dare vita al suo Reboot.
E qui ricominciano le avventure del supereroe più commerciale di sempre!
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ulysses Solomon Archer, nacque dal matrimonio tra Sydney e Kathleen Archer, una coppia di camionisti.

Genitori amorevoli quanto efficienti lavoratori, Ulysses visse una infanzia felice insieme al fratello Jefferson Hercules Archer, più grande di 2 anni.

I due fratelli passavano molto tempo insieme e di solito rimanevano seduti sulla strada a guardare i camion passare davanti alla loro casa.

Ulysses ammirava il lavoro dei genitori e desiderava far parte del loro mondo un giorno.

Ma al destino come sappiamo, non manca il senso dell’ironia.

I genitori di Ulysses morirono in un terribile incidente e così i fratelli Archer vennero adottati da due amici della coppia, Ed e Anne Wheelie.

Con la crescita, Ed e Anne notaro qualcosa di diverso in Ulysses, la sua straordinaria intelligenza.

 Arrivato alla maggiore età fu il momento di rivelargli il desiderio dei suoi veri genitori.

“Non se parla Ed!” gridò Us.

“Non rispondere in quella maniera giovanotto, al momento sei ancora sotto il mio tetto, perciò devi ancora seguire le mie regole!” Rispose Ed.

“Non voglio andare all’università Ed, oramai i miei studi gli ho compiuti, perché non posso fare ciò che mi pare? Jeff è già a lavoro da due anni.”

“Io ho iniziato a lavorare come camionista non solo per la tradizione di famiglia, ho intenzione di pagarti gli studi Ulysses.” Rispose Jeff.

“Cosa?”

“Ulysses è vero fare il camionista è un lavoro bello e rispettabile, ma è sprecato per uno come te.” Disse Ed.

 “Ha ragione fratellino, tu sei molto più sveglio di me e anche se so che vuoi onorare mamma e papà, potrai onorarli anche con questa nuova strada che ti stiamo offrendo”

“Io…non lo so”

“Fallo Ulysses, se non per te, almeno per amore dei nostri genitori” disse Jeff

Il giovane alla fine accettò.

Nell’ambiente universitario il ragazzo non smentì le voci sulla sua intelligenza, cosa che gli permise di saltare facilmente da un esame all’altro senza fatica.

Il tempo che non impiegava a studiare lo passava con gli allenamenti di Football, tutto ciò fece diventare Ulysses molto popolare.

Pur contando le sue capacità, Ulysses decise di seguire tutti gli anni della sua facoltà, ma solo per soddisfare i suoi familiari.

Con il passare del tempo si interessò alla storia del Giappone, da lì conobbe il Bushido, il codice di condotta dei samurai e ricordandosi di “Samurai Jack”, il suo cartone animato preferito, Ulysses decise, quasi per scherzo, di istruirsi nel Kenjutsu, l’arte della spada.

 Imparò i vari kata e i movimenti memorizzandoli dai libri che prendeva.

Dopo tre anni di studi, Ulysses Solomon Archer si laureò in ingegneria meccatronica.

Ma nonostante i mille talenti, nel cuore del ragazzo bruciava ancora la voglia di poter diventare un guidatore come i suoi genitori.

Ulysses era pronto a tornare a casa, mentre aspettava che Jeff venisse a prenderlo, venne avvicinato da una donna, indossava un Trench beige e degli occhiali da sole.

“Scusami, sto parlando con Ulysses Solomon Archer?”

“Dipende, chi lo sta chiedendo?”

La donna si tolse gli occhiali e si rivelò “Piacere di conoscerti, Maria Hill, direttrice dello S.H.I.E.L.D”

Ulysses rimase sbalordito.

“C’è un posto dove possiamo parlare tranquillamente?” chiese la donna.

Si diressero verso la caffetteria dell’università, dove si misero a sedere.

Mentre aspettavano il caffè, Maria mise sul tavolo un fascicolo.

“Da come può vedere da queste carte, abbiamo un profilo piuttosto dettagliato della sua persona, signor Archer.”

“Mi stavate tenendo d’occhio?”

“Rilassati Ulysses, non sei nei guai.”

“Meno male” rispose consolato il ragazzo

“In realtà, sono qui perché ho intenzione di farti una proposta.”

“Cioè?”

“Vorrei che entrassi all’accademia dello S.H.I.E.L.D.” disse Maria sorridendogli

Dopo un momento di silenzio, Ulysses gli sorrise e chiese:

“Sta scherzando, vero?”

“Assolutamente no.”

“Anzi, secondo il mio parere presenti tutte le qualità che cerchiamo in una recluta.”

“Del tipo?”

“Alto Q.I, ottimo atleta, aspirante samurai e ora anche ingegnere.”

Ulysses si sbalordì di quante cose sapessero su di lui.

“Ok, molto bene, ma sono costretto a rifiutare signorina Hill”

“Perché?”

“Ho già un posto di lavoro fissato.”

“Giusto, tu vuoi fare il camionista, quello è ciò che vuoi per te stesso, ma quello che mi chiedo è: che cosa potresti fare per il tuo paese?”

Ulysses vide il camion di Jeff dal vetro della caffetteria.

Così si alzò, ringrazio Maria dell’offerta e si diresse verso l’uscita.

Ulysses si girò e le disse “Trasportare carichi importanti da una parte all’altra del mio paese per mandarlo avanti.”

Il ragazzo raggiunse Jeff e dopo essere salito a bordo del Truck partirono.

Il viaggio verso casa fu molto lungo e si fece notte, mentre guidavano Ulysses discusse con Jeff sul suo futuro.

“Jeff oramai ho completato i miei studi, ho fatto ciò che volevate, perché non posso aiutarti?”

“Perché hai una laurea in ingegneria, potresti fare grandi cose e invece la tua massima aspirazione è guidare un Truck?”

“Non sono più un ragazzino”

“A sentirti direi il contrario.”

“Ascolta Ulysses, c’è una enorme differenza fra quello che vorresti fare e quello che puoi fare, con la tua intelligenza potresti farti assumere da qualche genio, come Tony Stark oppure andare a lavorare in aziende come le Parker Industries.”

“Jeff, io non…”

Prima che Ulysses potesse finire quella frase un altro truck venne addosso ai due fratelli e li spinse dentro un precipizio.

Tra le macerie del Truck e le fiamme venne fuori Ulysses, ferito ma ancora vivo.

Aveva la vista annebbiata e la testa sanguinante.

Riuscì a malapena a strisciare fuori dalle macerie e con le poche forze che gli rimanevano, sì mise a cercare suo fratello.

“Jeff…Jeff dove sei?!”

La vista di Ulysses fu ancora più compromessa quando iniziò a lacrimare per la disperazione.

Ad un tratto notò qualcuno tra le macerie, due uomini vestiti di verde stavano portando via il corpo di Jeff.

“Ehi…chi siete…lasciat…lasciate stare Jeff!”

Ulysses oramai non poteva fare niente, era gravemente ferito e riusciva a malapena a muoversi e a parlare, fu molto facile per i due uomini vestiti di verde andarsene con il corpo di Jeff.

Ulysses si accasciò a terra, e con gli occhi socchiusi e la mano rivolta verso i rapitori ripeté disperato il nome di suo fratello.

“Jeff…Jeff..Je…”

Alla fine, chiuse gli occhi e si accascio sulla fredda terra.

Sarebbe dovuta essere la fine per il giovane Ulysses, se non fosse che lì vicino arrivò un angelo custode.

Dopo un po’ di tempo, Ulysses riaprì gli occhi e si guardò intorno.

“Ma…Dove sono?”

“Ti trovi in un centro medico.” rispose una voce lì vicina.

Ulysses si girò verso la voce e vide Maria Hill accanto a lui.

“Hai fatto un bel volo Ulysses, sei fortunato che ti stessi inseguendo.”

Ulysses cercò di alzarsi dal letto, ma il dolore era troppo forte.

“Cerca di non fare movimenti bruschi, sei sopravvissuto a una bella caduta.”

“Cosa…cosa mi è capitato?”

“Un truck è andato a sbattere contro di voi, vi ha buttato fuori strada, siamo riusciti a salvare te ma…”

Ulysses balzò su, ignorando il dolore.

“Jeff, dove è finito Jeff?!”

“Non siamo riusciti a trovare il suo corpo, mi dispiace.”

“Non siete riusciti… ma se ho visto due uomini portarlo via.”

Hill alzò lo sguardo incuriosita.

“Come sarebbe a dire due uomini?”

“Ho visto due uomini portare via il corpo di Jeff.”

“Forse te lo sarai immaginato, hai subito un forte trauma cranic…”

“Non me lo sono immaginato!”

“Cerca di contenerti, capisco, sei spaventato, confuso e arrabbiato e hai tutte le ragioni, ma adesso io sono l’unica che può aiutarti, perciò datti una cazzo di calmata, capito?!”

“Ho capito” disse Ulysses

“Bene, adesso, dimmi come erano fatti questi uomini.”

“Non ho visto molto, ma erano vestiti completamente di verde.”

“Ok…nient’altro, uno di loro avrà pure avuto qualcosa di particolare”

Ulysses si mise a pensare, combattendo con i dolori alla testa, poi raggiunse l’illuminazione.

“Ho visto la fibbia della cintura.”

“Come era fatta?”

“Era rotonda e aveva uno strano teschio con dei tentacoli al centro.”

Quelle parole fecero spalancare gli occhi a Maria, oramai era certa, c’era lo zampino dell’Hydra dietro a tutto questo.

“Sei stato bravo, riposa adesso, ho una cosa da fare.”

Maria sfrecciò verso l’uscita, ma venne fermata dalle parole di Ulysses.

“Maria, lei sa di già chi è stato, voglio saperlo, sono affari miei.”

“Ulysses, sei ferito, hai bisogno di riposo, lo stress non può farti altro che male, oltre tutto questi oramai sono affari dello S.H.I.E.L.D.”

 “Allora inserisci anche me nello S.H.I.E.L.D.”

Maria si sorprese.

“Fino a qualche ora fa volevi reclutarmi, bene, accetto la tua offerta.”

“Mi rimetterò e quando tornerò in forma voglio essere addestrato come agente sul campo!”

Maria lo guardò e sorrise, vedeva il fuoco negli occhi di quel giovane uomo.

“È incredibile come assomigli a tuo padre.”

Ulysses non capì cosa intendesse.

“Aspetta…come sarebbe a dire?”

 “Mi dispiace di non avertelo detto prima Ulysses, ma c’è una cosa molto importante che devi sapere.”

“Negli anni 90, per provare un nuovo metodo di controspionaggio sul suolo americano, fu istituito un programma segreto di sorveglianza, mascherando i nostri agenti come camionisti, era conosciuto come il progetto UST “

“I tuoi genitori finirono in quel programma e ci rimasero fino alla fine del progetto, vale a dire fino alla loro morte.”

“Tu…vuoi davvero farmi credere che i miei genitori era degli agenti dello S.H.I.E.L.D.?!”

“E anche maledettamente bravi.”

“I miei genitori erano dei camionisti, ho passato tutta la mia vita a sperare di diventare come loro e mi vieni a dire che mi hanno sempre mentito?”

“Per un fine positivo, il problema fu che una talpa dell’Hydra riuscì ad avere i nomi di molti nostri agenti e ciò comporto…l’eliminazione dei tuoi genitori.”

 “Allora…non devo incolparli solo del rapimento di Jeff, ma anche della morte dei miei genitori.”

I pugni di Ulysses si strinsero.

“Cosa farai adesso?”

“Quello che è giusto, Direttrice Hill.”

Maria sorrise e disse:

“Bene, voglio fare un patto con te Ulysses.”

“Io ti fornirò tutto l’aiuto che vorrai, ma in cambio voglio che tu agisca come agente sotto copertura, visiterai varie strutture che pensiamo appartengano all’Hydra e nel tuo viaggio eliminerai le loro cellule per la strada che ti diremo di seguire, ci stai?”

 “Si, ci sto.”

Maria fu felice di sentirlo.

Durante il periodo di guarigione Ulysses venne a conoscenza delle sue condizioni, una parte del suo cranio era stata frantumata e per salvarlo gli avevano impiantato una protesi.

Anche se non poteva muoversi dal letto, le sue facoltà mentali non erano diminuite per niente, durante la convalescenza progettò dei miglioramenti per la protesi e grazie alla tecnologia dello S.H.I.E.L.D. e si sottopose a una seconda operazione.

Le modifiche apportate gli diedero il potere di connettersi a qualunque sistema informatico ed elettronico e dopo essersi rimesso, venne messo subito sotto addestramento, ottenendo ottimi risultati in poco tempo.

Passò un altro mese e tutto era pronto per la missione, Maria Hill lo chiamò a rapporto facendolo collocare a Boston, in un garage enorme e invisibile agli occhi di molti.

Ulysses si trovò davanti a un enorme Truck rosso e blu.

“Ma cosa è?”

“Bello vero? Questo mio caro sarà il tuo veicolo, ti presento lo US 1.”

“Fantastico.”

“Vieni, ti mostro i vari optional.”

“Radar incorporato, qualche arma con proiettili perforanti, razzi, fumogeni, olio anti-inseguimento, vetro anti-proiettili e sotto il cofano, un doppio iniettore per il motore, andrai da 0 a 100 in 10 secondi se lo vorrai.”

“Wow”

“Già, wow.”

“Ora che conosci la bestia, ripassiamo la tua missione.”

“La tua strada seguirà questo percorso, abbiamo individuato la buona parte delle loro attività tra la Route 20 e la ormai dismessa Route 66, la tua missione nelle prossime settimane sarà la seguente: scovare e neutralizzare le cellule Hydra, ovviamente se troverai indizi sul dove si trova tuo fratello, hai carta bianca, per il resto, ripulisci un posto, riparti e continui.”

“Ci sono domande?”

Ulysses rimase in silenzio.

“Molto bene, allora ti presento il tuo collega.”

“Collega? Pensavo che avrei lavorato da solo.”

“Si certo, come no, ho detto che sei un promettente agente, non ho mai detto che sei invulnerabile, qualcuno dovrà pur guardarti le spalle.”

Ulysses e Maria si diressero in uno dei laboratori e su una tastiera stava dormendo un ragazzino dai tratti asiatici, non avrà avuto più di 13 anni.

Maria si avvicinò silenziosamente al suo orecchio e gridò:

“Sveglia zuccone!”

Il ragazzino saltò in aria e cacciò un urlo di paura, poi si calmò.

“O…Buongiorno, direttrice Hill è tutto pronto per la missione?”

“Questo dovrei chiedertelo io, dato che sarai il responsabile dell’attrezzatura.”

“Giusto.”

“Ulysses, ho il piacere di presentarti il giovane Hiro Takachiho, sarà il tuo partner e anche il responsabile di tutto il tuo equipaggiamento.”

Ulysses lo squadrò.

 “Sembra un bambino delle medie.”

“Ehi, guarda che vado a una scuola per geni.”

“Per me rimani comunque un bambino.”

Maria interruppe la loro infantile discussione.

“Hiro è un ragazzo brillante Ulysses, fa parte del gruppo di eroi giapponesi “Big Hero 6” e ti potrà essere molto utile, adesso Hiro potresti mostrare a Ulysses l’attrezzatura, per favore?”

“Ma lui mi ha…”

Hiro fu gelato all’instante dallo sguardo di Maria.

“Subito, gli mostro tutto subito.”

Ulysses seguì il ragazzino e gli mostrò i vari gadget.

“Primo, la tua uniforme, composta da giacca rossa, blue jeans e stivali, più la tua fascia ovviamente, sembrano normali, ma la realtà è che sono composti da molecole instabili e cliccando un apposito tasto del coletto, i vestiti diventano un uniformi da battaglia S.H.I.E.L.D., leggera ma abbastanza resistente da permetterti di sopravvivere anche a grossi calibri.”

“E la fascia a che serve?”

“Ti potrà fornire uno schermo virtuale per supportare la mira ed è progettata come scudo psichico, nasconderà la tua vera identità e poi ti sta benissimo.”

“Devo ammetterlo ragazzino, niente male.”

“Grazie, ma non è finita qui.”

Hiro andò verso un altro tavolo e tirò fuori un altro gadeget.

“Ecco, ho sentito che ti sei auto donato dei poteri tecnopatici, così ho pensato di costruiti un mini segnalatore e inserirlo nel tuo Truck, se ti concentri potrai comandarlo con la mente, provalo.”

Ulysses si concentrò sul Truck e con la forza del pensiero riuscì ad azionarlo e a farlo muovere, visivamente soddisfatto disse:

“Ottimo lavoro…Hiro.”

“Adesso ciò che dobbiamo fare è entrare in azione, preparatevi.” Disse Maria.

Ulysses si diresse verso il Truck insieme a Hiro.

“Aspetta Hiro, dove stai andando?”

“Nel trasporta carichi.”

“Cosa?”

Hiro aprì la serranda e Ulysses vide che dentro si trovava molta attrezzatura Hi-Tech.

“Tranquillo, il sistema di pilotaggio e il vano porta attrezzatura sono segretamente collegati, all’occorrenza se ti sentirai stanco potrai inserire il pilota automatico e girarti per riposare.”

“In questo caso, benvenuto a bordo Hiro.”

“Grandioso, ehi Baymax andiamo!”

Ulysses si girò non capendo a chi si stava rivolgendo il ragazzo.

“Aspetta, chi è Baymax?”

Così si trovò davanti una montagna di circuiti e acciaio.

“Ma che cosa?”

“A giusto, lui Baymax, la mia guardia del corpo robot, ho deciso di portarlo con noi, nel caso ti servisse supporto pesante sul campo.”

“Sai che ti dico, tanto con buona probabilità la mia vita non potrà diventare più stramba di così, salite a bordo e basta.” Rispose Ulysses rassegnato.

Ulysses stava per realizzare in parte il sogno di tutta una vita, non avrebbe guidato un Truck per la semplice voglia di libertà, ma lo avrebbe fatto per portare giustizia e sicurezza.

Le serrande del garage si aprirono e illuminato dalle prime luci dell’alba, Ulysses accese i motori, passò per le strade di Boston e si imbarcò per la Route 20.

Poco dopo arrivò un messaggio di Maria.

“Ulysses, c’è un problema, ero così presa a organizzare tutto questo che mi sono dimenticata di dare un nome per la vostra unità. Avete suggerimenti?”

“Si…ehm…visto che questo è lo US 1 e il vecchio programma era UST, forse…potresti chiamarmi US, semplice e conciso.”

“Molto bene, unità US, buon lavoro, vi contatterò per la prima missione a breve.”

Maria concluse la chiamata.

“US? Ma che nome da imbecille.”

“Come hai detto Hiro?” chiese US arrabbiandosi.

“Niente, niente.”

E così cominciò il suo viaggio.

   
 
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