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Autore: Devilcat    01/06/2009    2 recensioni
Esistono delle persone così stronze che il solo guardarle ti infastidisce.
Uomini e donne egoiste, la cui sensibilità è pari allo zero.
Gente che ignora cosa sia la morale e la buona fede.
Ebbene...Nicky Vince è una di loro.
E' bella, ricca ed irritante.
Sembra avere tutto, ma può avere molto di più.
E per diventare milionaria deve solo sposarsi.
Entro sette mesi.
Nicky riuscirà a gettare al vento la propria libertà per un titolo ed un castello?
{Un piccolo assaggino..From the last chapter}
" La falce di luna, pallida e sottile, sbuca tra i grattacieli, sfiorata da una candida coltre di nubi.
Ora che ci troviamo in strada, la notte si riempe velocemente dei suoni acuti dei clacson e delle sirene della polizia.
Nonostante quell’assordante miscela di rumori fastidiosi, New York rimane magica ai miei occhi.
Una città come poche, una città pericolosa , eppure sembra possedere qualsiasi cosa tu abbia bisogno.
Forse, anche Danièl prova la stessa cosa, dato che non spiccica parola da almeno dieci minuti.
Oppure vive in Francia, in qualche casetta sperduta della Provenza, e di New York vede soltanto il caos.
Sarebbe triste, però. Nessuno può comprendere appieno la Grande Mela come un Newyorkese.
<< Nicky..bè...volevo incontrarti, anche per dirti un’altra cosa importante...>>
Sento la sua voce, ma prima di rispondergli, salgo sul taxi, e mi accomodo sui sedili posteriori.
Lui mi segue, sedendosi al mio fianco.
<< Sarebbe? >> Domando, alzando lievemente un sopracciglio color mogano.
Non riesco a capire cos’altro voglia dirmi e non sono sicura di volerlo sapere.
<< Ci sarà un galà...>> Azzarda lui, visibilmente attento a qualsiasi reazione io possa avere.
<< Un galà?>> Ripeto quella parola con voce strozzata.
Un galà da nobili. Mi sussurra una vocina al mio orecchio.
E’ questo a sconvolgermi maggiormente.
Mi ci vedo già, lì, in mezzo ad un branco di aristocratici con la puzza sotto il naso ed un atteggiamento finto
dalla punta dei capelli, fino all’unghia incarnita del pollice.
Saprò reggere il gioco oppure crollerò come un fragile castello di carte?
[Se ve gusta, dateci un sguardo XD]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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§ Seven Months §
Put a Ring on It





Capitolo 6

Sorprese speciali che uccidono.










Odio svegliarmi la mattina con qualcosa che ronza nella mia testa incassantemente. In momenti come questi, vorrei strapparmi tutti i capelli dalla testa, almeno il dolore potrebbe distrarmi un pò. Ed invece rimango distesa sulle lenzuola, lo sguardo che sembra voler attraversare il soffitto, uno sguardo tra il confuso e l’angosciato. Sono le 09:05 ed io non ho mai aperto gli occhi così presto. L’unica cosa che mi impedisce di piangere è l’aroma di caffè che giunge fino alla mia camera di letto. Quel profumo, così caldo ed invitante, riesce liddove la mia coscienza, più che sporca, fallisce. Non conosco, o meglio non riconosco, il motivo per cui la tristezza sia piombata pesantemente su di me, come un macigno insopportabile. Devo ammettere che una selvaggia notte di sfrenatezze ha evidentemente peggiorato la mia psiche. Non sono insonnolita, ma esausta. Forse sarebbe meglio richiudere gli occhi ed abbandonarmi tra le braccia di un sonno riparatore....Ma c’è qualcosa che crudelmente tormenta i miei pensieri ingarbugliati, lo stomaco sottosopra, le gambe tremanti. Se soltanto questa sensazione di amaro in bocca sparisse!
Spinta da chissà quale bizzarra ragione, scivolo giù da letto. Non infilo nemmeno le ciabatte, sono più interessata a scoprire con chi diavolo ho trascorso la notte. Ricordo soltanto che era un uomo alto e moro. Muscoloso. Sottospecie di profilo che corrisponde all’ 89 % degli uomini che ho amato.
Francois? Alejandro? Fabian? Richiamare alla mente almeno la nazionalità mi appare un’impresa impossibile.
Preferisco tagliare la testa al toro, piuttosto che sforzare il mio cervello. Non che lo abbia usato molto spesso le mattine della mia vita, durante le tragiche ed innominabili ore che succedono il mio risveglio. Così, raggiungo la mia enorme cucina, abitata da una mobilia che assomiglia molto più ad una mostra di sculture ultrafuturiste. Intermente fatta in legno, brilla in ogni sua parte. Non una macchia sporca la trasparente superficie del lungo tavolo di vetro o l’acciaio grigio ed inossidabile dell’angolo cottura. Forse, perchè è la stanza che uso di meno. Ma non mi importa, finchè continua ad esistere il take away...mi ritengo una donna molto fortunata. Nel momento in cui la figura maschile sta per voltarsi verso di me, mi colpisce un lieve capogiro e sono costretta ad appoggiarmi ad una colonna. Sbatto le palpebre come in trance e prego di non perdere nuovamente l’equilibrio.
<< Ti senti bene, Nicky?>> Ed all’improvviso, lo sconosciuto tentatore, si piazza di fronte a me ed il suo viso, ricoperto da uno strato di sottile peluria bruna, si agghinda di un’espressione sinceramente preoccupata. Mi scopro a non ricordarlo affatto e me ne dispiace, perchè i miei confusi ricordi non rendono giustizia alla sua virile e rude bellezza.
<< Cosa?>> Riesco a biascicare molto lentamente, appoggiandomi con la schiena al muro. Il mio precario equilibrio mi lascia definitamente.
<< Credo che tu abbia bevuto troppo ieri sera. Le tue pupille sono estremamente dilatate, sento che hai respiro affannato. Hai fatto uso di medicinali...in questo ultimo periodo?>> Mentre parla con palese professionalità, percepisco vagamente le sue mani sfiorarmi le guance, le dita carezzarmi le palpebre. Il paradisiaco sollievo che immediatamente provo mi fa sospirare di piacere.
<< A parte la pillola anticoncezionale, niente. Sei un dottore, eh?>>
<< Un ginecologo con i fiocchi. Ma non parliamo di me. Ti avevo preparato il caffè, ma forse è meglio che tu ritorni a letto.>> Finalmente rimembro ed anche nei migliori dei modi. I ricordi sfilano nella mia mente come una gruppo di alte e smunte top model. L’aperitivo al Copacabana, l’accidentale caduta del drink di uno sconosciuto sul mio vestito sexy, i sedili comodi di una lunga ed elegante auto lucente, il delizioso giochino erotico del “dottore e la paziene”...
<< George, no...>> Rispondo, infine, cercando di oppormi, ma con scarsi risultati. Catturare il Corvo Assasino dell’Himalaya grazie ad una corda otterrebbe più soddisfazioni.
<< Allora ti ci porto io.>> Replica il dottore, prendendomi in braccio e trasportandomi velocemente fino alla mia camera da letto...


* * *



Sono strappata dalla veglia così bruscamente che subisco una fitta di dolore lancinante alla testa. Mi sono addormentata, ma le ore di sonno non hanno giovato alla mia salute. Mi sento come uno straccio usato, ogni muscolo teso ed inutilizzabile. E nello stesso modo in cui il flash di una macchina fotografica si getta sulle tue povere ed indifese pupille, la luce accecante del sole che filtra attraverso le finestre si avventa sui miei occhi senza alcuna pietà. Darei qualsiasi cosa per un minuto di assoluta ed incondizionata pace.
Piego un braccio verso la testa e mi asciugo la fronte bagnata di sudore. Il mio cuore sussulta ed i suoi battiti mi appaiono troppo veloci, si rincorrono l’un l’altro come due calamite. Il respiro accellerato mi soffoca ed il mondo sembra impazzito, corre vorticosamente, non aspetta i miei sforzi.
Cosa altro potrei fare se non arrendermi?. Cerco di alzarmi ed appoggio i gomiti sul materasso. Sono avvolta da una spirale di stordimento e la mia vista si annebbia. Ed, inaspettatamente, una nausea terribile mi assale e mi trascina fino al bagno. Mi chino sulla tazza del water, per poi vomitare quel poco che il mio stomaco contiene. L’amaro in bocca diventa acido. Trascorrono alcuni minuti silenziosi ed io rimango inginocchiata sulle mattonelle lucide. Poi un pensiero si impone su tutti gli altri. << Due...tre....quattro......sette...>> Comincio a contare, aiutandomi con le dita di entrambe le mani. Alla fine, decido di contare un’altra volta ed un’altra ancora..
<< Sette giorni di ritardo...>> Sarò incinta? La domanda è una pugnalata che mi colpisce in pieno petto. Non ne sono sicura, ma intravedere un futuro ricco di biberon da riempire e pannolini da cambiare è un esperienza che mi deprime totalmente. Io ed i bambini non andiamo per niente d’accordo. Di solito, non riesco a calmarli se piangono, nè sopporto i loro puzzolenti rigurgiti. Lauren è stata una eccezione, lei non aveva altri se non me..e con l’aiuto di un paio di mamme altruiste ero riuscito a cavarmela. Ma ripercorrere quel calvario è il mio più grande timore, secondo soltanto all’eventualità di trovare un buon partito con il quale sistemarmi. Credo che si nasca con l’istinto materno e, probabilmente, non tutti riescono ad acquistarlo, giunti alle soglie dell’età da marito.
Esercitando uno sforzo immane, mi alzo dala tazza, pensando alla necessità di comprare un bastone.
<< Nicky, sei sveglia?.>> Mi chiede George, non appena esco dal bagno.
<< ...mmm....No.>> Mugulo, lanciando al letto disfatto uno sguardo di ardente desiderio. Sarebbe splendido ritornare a distendermi lì. Valuto questa possibilità come il migliore progetto della giornata. In risposta mi arriva, asssuefatta dalla distanza che ci separa, la sua irresistibile risata mascolina.
<< Hai dormito tutta la mattina, sai? Sono già le 12.00 p.m. >>
Cosa? Era già mezzogiorno?
E, repentinamente, appare nella mente il fax di Kevin, vecchio soltanto di un giorno.
Mercoledì, alle ore 12.00 p.m., hai la registrazione della pubblicità per l’olio solare super abbronzante.
Mi raccomando presentati.
P.s. In allegato ti mando il pass per entrare negli studi.

Come una furia, recupero un pantalone ed un top stiminzito dall’armadio, il sottile pass di plastica ed il cellulare che, per chissà quale assurda motivazione, non sta ancora trillando ininterrottamente.
Strano. Kevin è solito contattarmi anche per un minuto di ritardo.
<< Dove vai così di corsa?>> Mi domanda un George particolarmente sorpreso, vedendomi scattare verso la porta, come se stessi partecipando ad una gara di atletica leggera
Ma io non soddisfo la sua curiosità, schizzo velocissima giù per le scale.
Un tornado micidiale in miniatura.


* * *




Arrivo agli studi della PhotoSun con un ritardo di venti minuti. Non male per essermi svegliata non più di mezz’ora fa. Il mio corpo dovrebbe essere in stato catatonico ed , invece, è elettrizzato, tremiti irrefrenabili lo percorrono da un estremo all’altro..
Forse una nuova vita sta crescendo nel mio grembo. La mia incomprensibile eccitazione è, allora, dovuta al mio possibile stato interessante?
Fornisco, con una certa riluttanza, il pass alle guardie che sorvegliano l’entrata degli studi, ammantata di un sorriso di circostanza. Intuisco dalle espressioni adoranti dei due uomini in divisa che mi hanno riconosciuto perfettamente, ma il ruolo che rivestono impedisce loro di manifestare altro se non una labile traccia di accesa curiosità. Li oltrepasso e, contro ogni mia aspettativa, sono accolta da una allegra e voluttuosa Victoria. A vederla, sembra che la sua straordinaria e perfettina bellezza sia aumentata.
<< Presto..Presto. Ti aspettano, Nicky.>> Squittisce ed il rumore prodotto dai suoi tacchi sul pavimento mi dà i brividi. Vorrei strangolarla, ma finirei dritta dritta in prigione. Io ed il mio bambino.
<< Scusami se posso sembrarti un pò scortese...ma...>>
<< Che ci fai tu qui? Questo vuoi domandarmi, vero ? Diciamo che Kevin mi ha chiesto un piccolo favore, dato che aveva un impegno importantissimo, non rimandabile. Ora, però, seguimi, prima che il nostro ritardo diventi ingiustificabile.>> Detto questo, comincia a sculettare verso l’ascensore ed io mi chiedo come possa una persona ancheggiare ed allo stesso tempo camminare in quel modo..
<< Ok.>> Mormoro poco convinta. In realtà non credo ad una delle parole della bionda. Kevin è un maniaco della programmazione. Mi sembra impossibile che nella sua agenda si siano potuti accavallare, seppur accidentalmente, due impegni. E’ una scusa, una scusa per mollarmi e farmi capire quanto poco io sia rilevante nella sua vita.
Insieme raggiungiamo il secondo piano ed uno stuolo di persone dal sorriso smagliante, quanto servizievole si precipita su di noi. O, meglio, su Victoria.
<< Nicky Vince, sei diventata bionda! Oh! Non me lo sarei mai aspettato da una infuocata rossa naturale come eri tu! >> Esclama un uomo calvo, alto poco più della mia gamba, volgendo i suoi occhi brillanti verso uan Victoria a dir poco raggiante.
<< No...Io sono soltanto la temporanea assistente di Nicky Vince. Lei è Max Schnider, vero?>> Risponde imbarazzata la bionda, indietreggiando di alcuni passi.
Nonostante sia io la loro modella e non Victoria, Max sembra essere interessato a lei più di quanto potessi mai aspettarmi. Ai suoi occhi, sembro essere diventata parte integrante della tappezzeria. Un’appartenenza molto negativa, se a determinarla è il regista della azienda che devi rappresentare.
Dopo alcuni minuti di intensa conversazione, in cui Max e Victoria si imbarcano in un affascinante e diatribico confronto, il regista nota la mia presenza e decide di degnarmi di un saluto assollutamente non edificante. Una semplice ed arida stretta di mano segna la mia definitiva sconfitta. Le bionde spilungone vincono sempre , alle altre è lasciato il misero premio di consolazione, come un osso gettato con affettata generosità al cane randagio.
Soltanto quando lo spietato occhio della cinepresa cade su di me, mi accorgo di quanto io mi senta segretamente inferiore. Le luci di scena mi stordiscono e tutta l’eccitazione che mi aveva teneramente investito prima che entrassi, si scioglie come neve al sole. Evapora la mia concentrazione e sono certa che un bradipo, in questo momento, possa essere più fascinoso di me.
<< Stop!Stop! – Grida infuriato Max, alzandosi dalla sedia sulla quale aveva poggiato il suo regale deretano – Nicky è molto semplice, te lo ripeto. Afferri la bottiglia di olio abbronzante, la apri molto lentamente e dopo averne annusato il contenuto, fai un bel sorriso estasiato alla telecamere. Capito? >> Ed alle sue parole di plateale ammonimento, capisco una cosa. In tutta la mia vita non mi sono mai piegata, non ho mai permesso ad un’anoressica platinata di farmi sentire una perdente e soprattutto non un regista mi ha parlato mai in quel modo.
Cosa, diamine, sta succedendo? Sarà la gravidanza a rendermi più remissiva?
<< Capito, un corno! E’ stupido..Questa pubblicità è stupida ed il vostro prodotto non potrà mai avere successo. Un sorriso estasiato, caro Max ? Si tratta di un olio abbronzante o di una sostanza stupefacente? >> Sbotto, lasciando felicemente il set alle mie spalle.
<< Vince, noi ti abbiamo pagato profumatamente per questa stupida pubblicità! Ma abbiamo pagato una gallina senza talento e non una professionista, come credevamo >> Replica il regista con un tono offensivo che mi irrita profondamente. Aggredirlo sarebbe il minimo per difendere la mia dignità ferita, ma un repellente conato di vomito mi obbliga ad abbandonare il campo di guerra.
<< Ah, non temere. Non continuerò ad essere il vostro pagliaccio. >> Commento, prima di rinchiudermi nel camerino. Sbatto la porta, ma non mi aiuta a scaricare la rabbia incontrollabile che mi infervora l’animo.
Getto la mia magra colazione nella tazza del water e mi rialzo a fatica, liberando la fronte dai capelli ribelli.
Decido di impiegare le mie ultime e preziose energie nello spogliarmi dello squallido bikini giallo che indosso e nel cercare il cellulare, nuovamente smarrito. Troppo tardi avverto la presenza di un’altra persona nella stanza.
<< Tu..Tu sei l’ultima persona con la quale vorrei parlare, Kevin>> Sibilo velenosa, scoprendo il mio manager alla porta. Mi fissa, come al solito, accigliato e malevolo. Esco dal camerino ed è facile per me fingere che lui non ci sia. In fondo, aveva un impegno più importante di cui occuparsi.
La sua assenza mi aveva turbato, ma non sono pronta, nè disponibile per ammetterlo.


* * *




La facciata abbagliante ed ipnotica dell’albergo, in cui alloggio stabilmente da oramai due anni, mi traquillizza un pò. Una lievissima e quasi impercettibile ombra di calma che mi permette di compieri i passi che mi separano dalla reception. Chiedo la chiave della mia suite con un filo di voce ed Edward me le porge, imperscrutabile e competente come sempre. << Grazie..>> E’ un debole sussurro che si perde nel mio stesso respiro.
Non ricordo il tempo che trascorro nell’abitacolo dell’ascensore, nè quello che utilizzo per avanzare lungo il corridoio del mio lussuoso piano, riconosco solo l’inconfondibile profumo di caffè che mi accoglie, quando apro la porta.
<< Pensavo che non saresti tornata...>> Mi dice George, sopraggiunto come un angelo nell’atrio. Mi attira a sè, avvolgendomi col calore delle sue braccia. Ha capito già i miei sentimenti, non pretende che io lo risponda. Sospiro...
Anch’io Ma avevo bisogno di quell’abbraccio,ora non riesco a negarmelo.
Quando ci stacchiamo, lo seguo fino alla camera da letto con un sorriso speranzoso sulle labbra, spingendo in basso il grosso groppo in gola.
Sebbene non possa cancellare, nella mia mente, l’espressione di sufficienza sul volto di Kevin
Nonostante possa essere incinta.
Potrei avere un figlio, tra meno di nove mesi, e non sapere chi possa esserne il padre.


Continua..















Hello, my friends!
Ancora una volta, spero che il ciappy vi sia piaciuto.
Per fortuna l’estate è quasi cominciata ed io avrò più tempo da dedicare alla ff.
Come ho già detto la trama è stesa e so dove andranno a parare molti dei personaggi di questa storia.
No. (*malvagia*) Non vi dirò cosa farà Nicky. Se si sposerà o meno.
Però ricordate che tutto quello che accade in Seven Months risponde ad una logica precisa.
Una logica che, per sfortuna , appartiene ad una folle criminale (la sottoscritta) *ziziè* XDXD
Colgo l’occasione per ringraziare ed abbracciare , purtroppo soltanto virtualmente,
tutti i miei lettori.
Ed in particolare:
- Yellow b alias la madda tesora; ihihihi...
Sono sicura che rimarrai a bocca aperta quando scoprirai chi è il signor Marsham...ahah...
Per quanto riguarda il bellimbusto di Brian: succederà tutto e di più! *ma lol*
*Si cuce la bocca* Peròòò....sono davvero Contenta che ti piaccia la ficcy,
sto cercando di migliorare il mio modo di scrivere, di rendere il mio stile interessante e chiaro.
Spero che il mio impegno stia dando buoni risultati ^* Kiss Kiss (Bang Bang **)TvB
- Anthy ;Per quanto ringuarda il tuo commento...Non posso dirti molto, o svelerei molte, troppe cose
Sto gia dicendo molto così! XD *ma lol* Comunque qualcosina posso confessarlo:
Non ti preoccupare Kevin avrà lo spazio che si merita ^*.
Bacione azzecusi (Napoli style =D)
- stellina Grassieeee per il complimento, mia cara. Ah si?
Immagini già chi è il signor Marsham??? Dimme Dimme...che sono curiosa...Un baziooooo **
- Mozzi 84, ELPOTTER, Fantasy Mary 88 che hanno cominciato a seguire la mia ficcy!!Kissoni **
Ora passo e chiudo, fratellini e sorelline!
Alla prossima.
Bacione
Mary.


  
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