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Autore: _Naira    04/02/2017    1 recensioni
Storia sviluppata dalla one shot: 'she', personaggi:
•Naira: capelli biondi tinti di rosso, occhi azzurri, anoressica.
•Marco: capelli neri schiariti dal sole, occhi cioccolato e verdi, fisico mozzafiato.
•Angelo: capelli neri, occhi azzurri, papà di Marco.
•Isabel: capelli biondo scuro con shatush, occhi verdi/nocciola, migliore amica di Naira.
•Aldo: capelli grigi, occhi scuri, pastore amico di Angelo che ha visto crescere i 3 ragazzi.
•Ale: capelli marroni, occhi scuri, amico di Marco e Naira.
•Giacumassu: capelli grigi, occhi scuri, pastore amico di Aldo e Angelo.
Trama:
Questa storia parla di come un ragazzo riesca a tirare fuori una ragazza dall'anoressia, di come l'amore e l'amicizia, se veri, riescano a vincere su tutto.
Spero vi piaccia :) _Naira.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ci allontaniamo in silenzio dalla giostra, lui recupera il suo borsone da un armadietto e poi andiamo a sederci su una panchina. 
"Dobbiamo parlare." Rompo il silenzio alzando lo sguardo. 
"Di cosa?" Chiede Enrico, ma capisco che lo sa già. 
"Torna con me in albergo, per favore." 
"No! Ti ho detto che non ho intenzione di starti tra i piedi." 
"Perché?" Urlo imitando il suo tono furibondo. 
"Perché no! Chiuso! Vattene!" 
"Vaffanculo! Sei un coglione! Ho girato mezza città perché mi sentivo in colpa e tu che fai? Mi urli contro?! Vaffanculo!" 
"Non ti ho detto io di venirmi a cercare! Se ti senti in colpa perché pensi di fare le corna a tuo marito crepato sono cazzi tuoi, ma non raccontarmi la cazzata che non è giusto solo con me! Vatti a scopare  il primo che passa così si che fai la cosa giusta!" Mi urla a due centimetri dalla faccia, non mi sono neanche accorta che ci siamo alzati in piedi.
"Mi stai dando della puttana?! Io volevo risolvere le cose fra noi! Dirti che averti vicino mi provoca strane sensazioni o che forse inizio a vederti in modo diverso, ma non si può! Perché con te non si può mai parlare che ti incazzi e sbotti! Vaffanculo! Tornatene da dove sei venuto e non dico ora, dico quando torniamo in Italia! Non voglio uno stronzo scorbutico in casa mia!" Urlo così tanto che quando finisco la gola mi si serra ed inizio a tossire.
"Se è quello che vuoi bene! Partirò oggi stesso! E vaffanculo tu! Sei una stronza! Marco è morto per colpa tua! Se fosse rimasto con Maria adesso avrei ancora mio fratello che mi ha cresciuto mentre mia madre era in giro per cazzi e mio padre in camera a bere! Ma tu non lo sai perché non ti è mai importato di nessuno! Puttana! Vaffanculo!" Calde lacrime mi rigano le guance mentre le sue parole mi spezzano, alzo la mano e lo colpisco con tutta la forza che ho. 
"Non provare mai più a rinfacciarmi la morte di mio marito, è stato lui a scegliere e purtroppo le conseguenze sono state troppo brutte per tutti. Secondo sei stato tu a non aver mai voluto parlarmi della tua famiglia, ogni cazzo di volta che ti chiedevo qualcosa tu mi mandavi a fanculo! Terzo mi importa molto di tutti tanto che ho passato nottate a piangere sulla spalla di Angelo perché mi sentivo in colpa nei suoi confronti ed in quelli di suo figlio ed è stato Angelo a suggerirmi di portare te nel mio viaggio, perché era giusto che mi sentissi una ragazza di 25 anni solo un po' incasinata e per capire cosa provo per te, lui è convinto che Anch'io ho il diritto di ritrovare il sorriso e se è con te ben venga perché pensa che Marco ne sarebbe stato molto felice!" Ora parlo piano fra le lacrime e qualche singhiozzo, mi volto e me ne vado in albergo, mi lascio cadere sul letto continuando a piangere finché non mi addormento. 
"Naira mi dispiace tantissimo." La sua voce mi arriva all'orecchio accompagnato dalle sue carezze, penso che sia un sogno, così non apro gli occhi e mi lascio cullare dal suo tocco. 
"Ti amo." Spalanco le palpebre capendo che è affianco a me e lo vedo seduto sul bordo del letto che mi guarda sorpreso. 
"Co..cos'hai detto?!" Chiedo paralizzata da uno sguardo nuovo che gli fa luccicare le iridi nocciola diventando color ambra.
"Credevo dormissi." Svia il discorso.
"Si, ma mi hai svegliato, dimmi cos'hai detto prima." 
"Ho detto che ti amo." Sancisce avvicinandosi e posando le sue labbra sulle mie, fa per allontanarsi ma gli metti le mani dietro il collo e lo attiro a me dandogli un bacio più passionale.
"Naira, noi." Gli metto un dito sulla bocca per zittirlo, gli do un altro bacio poi gli sfilo la maglia coprendo con le labbra ogni centimetro della sua pelle nuda e bollente, lui fa lo stesso con me. Mi ritrovo sdraiata sotto il suo peso e completamente avvolta dal suo corpo che mi provoca immensi brividi dal basso ventre in su. Mi sfila i pantaloni baciandomi le gambe, lo prendo tirandolo fino ad avere il suo sguardo all'altezza del mio e finisco di spogliarlo baciandolo con avidità, so che tantissime ragazze hanno già fatto quello che ho appena terminato, ma spero che sia come se fosse la prima volta. 
I suo occhi sono così limpidi e carichi di desiderio che mi fanno tremare, mi cattura un seno iniziando a baciarlo, dio! Potrei esplodere da un momento all'altro! 
Si alza tirandomi con lui e schiacciandomi contro il muro affianco al letto, non resisto più.  
"Ti voglio!" Gli dico con la voce roca. Lui si stacca dal mio collo guardandomi in modo eccitato e sorpreso per la mia affermazione, poi mi tira su di peso entrandomi dentro. 
"Non abbandonarmi mai." Lo supplico mentre mi appoggia sul tappeto ai piedi del letto.
"Ho smesso di essere quella persona quando ti ho stretto fra le braccia." Risponde puntellandosi sui gomiti per poi affondare di nuovo dentro di me, il ché mi strappa un gemito, il resto è tutto confuso,mi ricordo un lavandino e dopo una doccia, ma ero totalmente presa da lui e dalle emozioni che mi regalava che non ho prestato attenzione a dove fossimo. 
Due ore dopo siamo  sdraiati nudi, stremati ed abbracciati sotto le coperte. 
"Ho fame. Vestiti andiamo a cena." 
"Ma c'è un momento in cui non hai fame tu?" 
"Si, quando mangio te biondina!" Mi sorride malizioso. 
Mi vesto poi dopo la sua doccia usciamo e nella hall incrociamo un concierge che ci chiede se era tutto a posto visti i rumori che provenivano dalla stanza, io abbasso lo sguardo arrossendo mentre Enrico scoppia a ridere.


"Allora cosa facciamo domani?" Chiede il biondo, oggi è l'ultimo giorno ed il volo è alle 20 quindi abbiamo tutto il giorno. 
"Direi mettere il naso fuori dalla stanza prima del volo." Scherzo riferendomi al giorno prima in cui abbiamo passato tutto il giorno a fare l'amore e dormire. 
"Ok, ma non hai detto quanto prima!" Finita la frase mi tira sopra di lui facendomi ridere. 
Dopo aver fatto di nuovo l'amore usciamo, andiamo sull'empire street building, da Starbucks, sulla statua della libertà,  da kfc per pranzo, da Tiffany  (per la mia gioia e la sua disperazione) ed infine in un ristorante cinese per cena, poco dopo ci avviamo all'aeroporto e saliamo sull'aereo. 
Per l'una del pomeriggio siamo a casa, non sappiamo come entrare e come o cosa dire agli altri,  decidiamo di parlarne con calma; così, dopo esserci accertati di essere soli, ci diamo un bacio poi entriamo in casa come amici. Sentiamo qualcuno correre, Axel sbuca dalla sua camera correndoci incontro, mi salta in braccio ridendo felice. 
"Mamma, papà siete tornati!" Mi si congela il sangue nelle vene. 
"Chi è papà Axel?" Gli domando sperando che sia frutto della sua immaginazione. 
"Lui!" Seguo il suo ditino che indica un Enrico a dir poco scioccato, i suoi muscoli sono contratti e dopo avermi lanciato un'occhiata terrorizzata esce di corsa. 
Angelo fa capolino dalla cucina con uno sguardo di chi ha sentito tutto, Marta va dietro ad Enrico, Aldo mi si avvicina prendendo mio figlio ed andando nelle stalle. 
Crollo per terra piangendo, fa un male cane, eppure volevo poter iniziare una nuova storia, forse, con una persona che mi ha aiutato, ma sentire Axel chiamare quella persona 'papà' ponendo fine all'esistenza di Marco, cancellando dalla sua memoria di bambino mi fa un male cane. Ma Axel è troppo piccolo per capire, troppo piccolo per ricordare e troppo piccolo per rendersi conto dell'enormità del suo gesto. 
"Dovresti andare avanti bambina." L'uomo che ho accanto mi solleva abbracciandomi. 
 "Non ce la faccio." Singhiozzo. 
"Vi ho visti arrivare, eravate così felici, lasciati andare... Axel capirà col tempo cosa gli dirai, ma è felice perché lo sei anche tu. Non c'è niente di male in questo e nel fatto che tuo figlio abbia superato la sua perdita attribuendo la sua vita a chi ha salvato sia mamma, lascialo fare." 
"Angelo, non voglio costringerlo in una vita che non è la sua." Continuo a piangere. 
"Bambina.. sono passati 2 anni e lui non ha battuto ciglio, si è preso cura di te e di Axel come avrebbe fatto Marco, lo ha fatto perché ti ama, si lo so,  me l'ha detto. Comunque il fatto che sia qui non esclude che sia impaurito, è innamorato di una vedova che amerà per sempre suo marito, si sente chiamare papà anziché zio, tu non saresti confusa ed impaurita?" Annuisce calmandomi e l'uomo riprende a parlare. 
"Ecco, ora Naira sii sincera con te stessa e con lui, ammetti ciò che provi, ma non aver paura di ciò, fallo diventare la tua forza e torna ad essere felice. Te lo meriti." Conclude sorridendomi. 





Spazio autrice 
Bammm pensavate che finalmente ci fosse un po' di pace, invece no! Ahah! Non odiatemi. Innanzitutto vi chiedo scusa per la lunghezza è per questo colpa di scena, nel prossimo capitolo vedremo la cosa con gli occhi di Enrico e negli altri vedremo come la affrontano. Spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate... come sempre: 
Un bacione la vostra _Naira.
  
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