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Autore: Manu75    04/02/2017    4 recensioni
"Fredda la pioggia di primavera, vero? Spero che ti faccia male, Mocciosus, lo spero proprio..."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Lily Evans, Mary MacDonald, Mulciber, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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"Pioggia di primavera"



 

Pensi di essere il solo a soffrire?


Sirius guardò James e alzò gli occhi al cielo: onestamente non ne poteva più delle lamentele del suo amico.
- Senti, ormai è fatta!- tentò di farlo ragionare. - Non è la prima volta che la Evans se la prende con te, no? Hai avuto da ridire con Mocciosus e sai che, lei e lui, sono inseparabili; lasciati dire che, questa volta, hai fatto proprio un passo falso: apostrofarlo così, in Sala Grande, davanti a tutti.-
Beh, non era il modo migliore di sollevare il morale a Ramoso, ma Sirius non era dell’umore per raccogliere i cocci del cuore infranto di James, non quel giorno.
Erano anni che si sorbiva ogni giorno i dettagli di tutto ciò che riguardava Lily Evans: cosa aveva fatto, come lo aveva fatto, cosa avesse detto o pensato o ponderato.
Quel pomeriggio la ragazza aveva gettato, per l’ennesima volta, in faccia a James tutto il suo disprezzo. Capirai che novità!
Lily Evans sembrava un dolce e raffinato oggettino di cristallo ma, in fondo, era un giudice inflessibile e dal cuore d’acciaio.
Del resto, da una che si mostrava in compagnia di Severus Snape come se nulla fosse non ci si poteva aspettare niente di meno: semplicemente, lei andava avanti per la sua strada a testa alta.
Sirius gettò un’altra occhiata al volto trafitto dalla disperazione del suo amico e poi, con una scrollata di spalle, lasciò il dormitorio e, attraversata la sala comune senza degnare nessuno di uno sguardo, si avviò lungo i corridoi di Hogwarts.
Voleva bene a James ma, quando si trattava della Evans, sembrava che tutta la razionalità, la simpatia e il coraggio del ragazzo andassero a farsi un giro chissà dove.
Quello che restava di lui era un essere piagnucoloso e depresso.

 

Lo sai che è dura vivere accanto a chi si ama senza essere corrisposti, no?”


- Ci sei andato giù duro, eh?-
Una mano gentile si posò sulla sua spalla, costringendolo a fermarsi in mezzo al corridoio.
Sirius controllò ogni singolo nervo del suo corpo, ogni muscolo, tutti i suoi sentimenti più fulgidi, prima di voltarsi verso il suo interlocutore.
- Senti Lunastorta, qualcuno deve pur riportarlo sulla Terra ogni tanto, no?-
Remus lo fissava con i suoi occhi ambrati e gentili, gli angoli della bocca appena piegati all’insù.
Aveva il volto tirato e pallido, dopo la Luna piena era sempre particolarmente provato. Sirius dovette reprimere il vividissimo impulso di accarezzargli il viso smagrito e passare le dita tra gli spettinati capelli castani.

 

Come fai a non sentire questi miei sentimenti? A non esserne invaso?

 

- Certo, ma non è necessario ridurlo in poltiglia per fare il suo bene.-
Continuava a sorridere, fissando il suo amico con gentilezza.
Sirius avrebbe voluto gridare per la frustrazione, afferrare le spalle di Remus e scuoterlo forte, obbligarlo ad accettare l’amore immenso che sentiva di provare per lui.
Fargli presente che non aveva il diritto di preoccuparsi per James, quando un altro suo amico stava soffrendo per amore.
- Non tutti sono dei rubacuori come te, Sir! Arriverà il giorno in cui ti innamorerai e capirai il turbamento di James, fino ad allora porta pazienza!-
Lo stava dileggiando con affetto, Remus aveva ben altri problemi nella vita per percepire davvero quanto l’amore potesse essere doloroso.
Era l’amicizia il sentimento più importante per Lunastorta, forse perché era l’unione con i suoi amici una delle poche cose che gli consentisse di tirare avanti.


E’ questa tua aria malinconica e, al contempo, rassegnata che mi fa impazzire, Remus. Sembra che tu lotti contro il destino avverso ma ti senta già vinto. Ti sfinirei di baci, se solo me lo consentissi. Vorrei essere io la tua forza, solo io.

 

- Ok, non posso competere con il tuo buonsenso. Più tardi andrò a raccogliere i cocci di James e gli chiederò scusa.-
Sirius sospirò e si strinse nelle spalle, lasciando il suo amico nel mezzo del corridoio e dirigendosi verso i giardini di Hogwarts.
Poté sentire gli occhi dorati di Remus seguirlo preoccupati, ma riuscì a non voltarsi e sparire il più rapidamente possibile.

 

Leggo tutto nel tuo sguardo, tranne l’unica cosa che vorrei da te.

 

Erano i primi giorni di primavera e il tempo mutava rapidamente, fino a pochi istanti prima il cielo era terso, ora un venticello scuro aveva portato con sé tante nuvole colme d’acqua. Si rincorrevano e poi si incontravano, formando un muro compatto che finì per coprire il sole.
Sirius avanzò lungo il sentiero che portava al Lago Nero, era in maniche di camicia ma sembrava indifferente all’aria frizzante e umida che gli sferzava le braccia nude e il bel volto fiero.
Molte ragazze lo fissarono sognanti, ridacchiando e sospirando; gruppetti di studentesse, che correvano verso la scuola prima di essere sorprese dalla tempesta, lanciarono  occhiate languide ai suoi capelli neri e ribelli che si agitavano al vento.
Il ragazzo parve immune, come sempre, a tutte quelle attenzioni e proseguì per la propria strada con la schiena diritta e le ampie falcate delle sue lunghe gambe.
Sirius voleva solo allontanarsi dalla scuola, stare da solo e fare il James della situazione, crogiolandosi nei propri turbamenti.
- Senti Mary, so che l’ho sempre difeso strenuamente ma, credimi, comincio a vacillare…-
Il ragazzo si bloccò, imprecando tra i denti, quando si rese conto che qualcun altro aveva scelto quell’angolo isolato per nascondersi.
- Lily, nessuno più di me vorrebbe che tu mollassi Snape al suo destino!-
Sirius, che aveva già fatto retromarcia, si bloccò.
- Ma,- Mary McDonald proseguì con tono gentile, - ogni volta che discutete, o che lui subisce uno scherzo, soffri e ti senti in colpa.-
Sirius si nascose dietro un albero, attratto da quell’argomento in modo inesorabile, e fissò lo sguardo sulla ragazza dai capelli rossi.
- Lo conosco da anni...o meglio, credevo di conoscerlo. All’inizio non era così, non si comportava in questo modo ma, da quando frequenta certa gente, non lo riconosco più e, onestamente, temo che il tempo per la nostra amicizia sia scaduto…-
La voce di Lily Evans era densa di dispiacere ma anche soffusa di determinazione.

 

Sento l’orologio ticchettare, Mocciosus. Ora sei da qualche parte e non sei consapevole che, presto, il terreno ti franerà sotto i piedi.”

 

- Credo che stia per piovere!- Mary scattò in piedi e sorrise alla sua amica. - Non angosciarti, Lily. Se la vostra amicizia finirà, vorrà dire che era destino, più di così non puoi fare, davvero!-
Lily scosse la testa di capelli ramati, cercando un sorriso.
- Hai ragione, ci sono cose che, forse, non si possono evitare. Tu vai pure, io aspetto ancora qualche minuto: adoro l’aria che profuma di pioggia!-
Mary le sorrise ancora e si avviò verso la scuola, passando a pochi passi da Sirius senza vederlo.
Il ragazzo gettò un’occhiata alla Evans, colpito dall’impulso di scambiare quattro chiacchiere con lei ma, con la coda dell’occhio, vide quei due ceffi di Avery e Mulciber giungere poco lontano.
Severus Snape sedeva sotto i portici e leggeva un libro, appollaiato sulla base di una colonna, in bilico come uno sgradevole ragno sulla sua tela.
James era comparso proprio in quel momento sul portone principale, le mani in tasca e l’aria afflitta, con lo sguardo perso nel vuoto.
Improvvisamente, da un buco oscuro e profondo situato dentro di lui, nascosto proprio nel costato, Sirius sentì un’idea emergere e pararglisi davanti agli occhi.

 

Ho sempre temuto certi pensieri che mi fanno sentire così simile alla mia famiglia…

 

Lasciando perdere la Evans, il ragazzo ritornò sui propri passi, badando di non farsi scorgere da nessuno e restando abilmente occultato tra il filare di alberi.
“Beh, scusa Mary ma è per una causa più alta…”
Estrasse la sua bacchetta e la puntò contro la ragazza bruna che stava camminando a passo spedito; Mary ondeggiò paurosamente e si ritrovò a terra proprio ai piedi di Mulciber, studente del sesto anno.
Il ragazzo era alto e corpulento, con un volto molle dalle labbra grosse e sgraziate, e, quando si vide cadere davanti la ragazza, si bloccò e scoppiò a ridere di gusto insieme al suo degno compare.
Mary riconobbe i due Serpeverde e, con un singulto di orrore, prese ad agitarsi per riuscire a rialzarsi, ma senza successo.
- Ohi, guarda che cos’ho trovato! Un lombrico richiamato dalla pioggia!-
Avery proseguì a ridere in modo convulso mentre Mulciber gettò un’occhiata attorno per vedere se erano da soli.
Dal loro punto di vista, il giardino era pressoché deserto, se non si contava Severus e, ovviamente, il loro compagno non costituiva un problema.
Mulciber estrasse la propria bacchetta con un ghigno pieno di cattivi presagi e la puntò contro la ragazza che, orripilata, smise di muoversi e rimase immobile, con il viso stravolto rigato dalle lacrime.
Sirius aprì e chiuse i pugni, si morse le labbra ma rimase perfettamente celato.
- Sai cocchina, - disse Mulciber, chinandosi su Mary, - sei proprio un bocconcino prelibato, davvero! Da leccarsi i baffi! Ma lo sai cosa si fa con la carne, per renderla più morbida e saporita? Beh, la si batte per bene!-
Avery rotolò a terra per le risate e questo attirò l’attenzione di Severus, che sollevò lo sguardo dal suo libro e catturò la scena con gli occhi scuri e insondabili.
Un impercettibile sorriso distese le sue labbra sottili e la mano gli vibrò sulla pagina del libro, tuttavia il ragazzo rimase fermo al suo posto.

 

Ti diverti, eh, Mocciosus? Bravo, ridi...finchè puoi.

 

- Lasciami andare! - supplicò Mary, disperata. - Lo sai che la McGranitt ti ha già ammonito, se ti becca a fare qualcosa rischi grosso!-
- Ti preoccupi per me? -
Mulciber giocherellò con la propria bacchetta, mentre Avery rimase disteso a terra, su un fianco, appoggiando il viso sulla mano in una posa rilassata senza smettere di sorridere con malevolenza.
- Dico solo che non ha senso rischiare…- tentò ancora Mary, con voce tremula.
- Beh, la sai una cosa? Hai ragione…- Mulciber si rialzò, stiracchiandosi, - ...quindi meglio non perdere tempo…-
La sua mano fece un movimento delicato e la ragazza sussultò, come percorsa da una corrente elettrica.
Il suo urlo fu soffocato rapidamente con un incantesimo e quindi la sofferenza che le spezzava il corpo fu espresso solo dalla sua bocca aperta e dagli occhi sgranati.
Furono pochi secondi e Sirius non si mosse, perché sapeva che era questione di attimi e che il vero eroe della situazione non avrebbe tardato ad arrivare.
Tutto si svolse come meglio non avrebbe potuto e ogni cosa nell’Universo si mosse nel verso giusto.
- Lasciala!-
L’urlo strappò un sorriso amaro e soddisfatto a Sirius mentre James arrivava con la bacchetta sguainata e il volto furente.
Ramoso fu lestissimo e, con la sua abilità straordinaria, sfoderò un incantesimo di disarmo fulminante.
La bacchetta di Mulciber volò in alto e anche quella di Avery, che aveva cercato di reagire, la raggiunse e, con uno schiocco secco, vennero entrambe spezzate, seminando minuscole schegge sulle teste dei loro proprietari.
James era una furia e, roteando la bacchetta, mandò i due Serpeverde a gambe all’aria, trascinandoli all’indietro come se una fune invisibile li avesse agganciati alla vita.
Sirius liberò Mary dall’incantesimo delle Pastoie e si trasformò in Felpato, acquattandosi dietro un cespuglio.
La ragazza fu finalmente in grado di  rialzarsi e scoppiò in lacrime mentre James le drappeggiava sulle spalle il proprio mantello, cercando di ripararla dalle prime gocce di pioggia che avevano iniziato a cadere dal cielo.
- Come stai? - il ragazzo era sollecito e il suo viso era gentile.
Felpato fiutò l’aria, avvertendo un profumo di violetta solleticargli il tartufo, e poco lontano scorse Lily che, sentendo il trambusto, si era precipitata in soccorso della sua amica.
La ragazza aveva gli occhi sgranati e il fiato mozzo, i capelli ramati si agitavano al vento, una mano era posata sul petto e l’altra, che stringeva la bacchetta, lasciata inerme lungo il fianco.
E allora Sirius lo vide chiaramente, quel qualcosa che le attraversò lo sguardo verde, una specie di lampo mentre osservava James cullare dolcemente Mary e condurla lontano dai suoi assalitori; la pioggia inzuppava i capelli neri e ribelli del ragazzo, e costellava di goccioline trasparenti le lenti rotonde dei suoi occhiali.

 

L’importante è piantare un seme, se si vuole raccogliere qualcosa.

 

La pioggia sottile divenne tempesta, mentre i primi tuoni rombavano in lontananza.
Lily si riscosse e corse dietro ai suoi compagni, accogliendo Mary in un abbraccio e ringraziando James a denti stretti senza più osare sfiorarlo con lo sguardo.
Felpato rimase al proprio posto, incurante della pioggia che gli bagnava il pelo folto e scuro, mentre Mulciber e Avery riuscivano finalmente a rimettersi in piedi, imprecando e raccogliendo i pezzi delle loro bacchette.
Ma lui non li vide, i suoi occhi ferini rimasero saldi e immobili, fissi su una sola figura che se ne stava ferma poco lontano.
Severus non era più seduto sotto il portico ma era in piedi, fermo sotto il diluvio, la bacchetta stretta nella mano sfoderata forse per colpire Potter, forse per impedire ai suoi compagni di esagerare con Mary.
Difficile dirlo, impossibile saperlo.
Sirius lo fissò, senza essere visto.

 

Fredda la pioggia di primavera, vero Mocciosus? Una doccia ghiacciata che ti penetra dentro, che lava via anche i sentimenti più caldi e cancella ogni speranza.

 

Severus rimase così, sotto quell’assalto gelido, per un tempo indefinito, fissando il punto in cui Lily aveva osservato James soccorrere Mary.

 

L’hai visto anche tu quel lampo, non è così? Una vera tempesta celata negli occhi...Spero che ti faccia male, Mocciosus, lo spero proprio...c’è solo una cosa che ti spetta di diritto in questo Mondo: la sofferenza. Esattamente come a me.

 

Fine






 

Le note dell’autrice: Ho immaginato questo frammento di storia, incastonandolo tra lo "scherzo"di Mulciber a Mary e il fattaccio di Severus che chiama Lily “Sanguesporco”. Sirius, in questo caso, è l'oscuro Cupido che scocca la sua freccia e semina l'amore tra James e Lily, decidendo, di fatto, anche il destino di Severus e, in un certo senso, di tutti loro.

 
  
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