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Autore: LyraB    01/06/2009    3 recensioni
Per salvare Narnia non basterà recuperare il Calice della Creazione: bisognerà distinguere gli amici dai nemici, scoprire di chi ci si può fidare, affrontare i propri sentimenti e sconfiggere le proprie paure... anche quelle inconfessabili.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Peter Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ultimo sforzo
NdA: Questo capitolo è dedicato a Prince. Perchè lui "ha creduto in me per primo".

Un ultimo sforzo
Di corsa su per le scale fino alla torre più alta di Narnia, nascondendosi dietro le colonne e le armature, dietro le tende e gli arazzi per non essere scoperti.
Con i piedi nudi feriti, doloranti e ghiacciati sul pavimento ruvido e freddo del palazzo.
Quella corsa fu la peggiore della mia vita, per la paura, il freddo e il dolore.
Ma la mano di Peter che stringeva la mia mi faceva andare avanti.
Ci fermammo solo per un istante nella stanza di Peter a prendere la sua chiave, e poi corremmo nella torre. Qualche minuto dopo eravamo nella nostra stanza.
Spaventati, infreddoliti, senza fiato... ma al sicuro.
Peter chiuse la porta alle nostre spalle e poi mi abbracciò.
- Peter, abbiamo fretta... -
- Elie, ti prego, stai zitta. - Disse lui, con il viso affondato tra i miei capelli.
Lo abbracciai anche io, con il cuore che batteva forte, vicino vicino al  suo.
- Ho avuto tanta paura. Quando quella guardia ha detto ridendo che eri già nel letto del principe, e che si sarebbe divertito parecchio io... -
- Sto bene. Non preoccuparti, me la sono cavata. -
Peter mi sciolse dall'abbraccio e mi appoggiò le mani sulle guance.
- Sei diventata forte, Elizabeth. Sei diventata una vera principessa. -
- Merito tuo. Se tu non avessi creduto in me per primo io non ci sarei mai riuscita. -
Peter mi sorrise e mi posò un bacio sulla bocca.
Poi si avvicinò al basso mobile accanto al caminetto. Aprì il doppio fondo della cassapanca e prese tirò fuori le nostre armi.
- Sai cosa devi fare. -
Io annuii.
Peter si passò nervosamente le mani tra i capelli e poi prese la sua spada e lo scudo.
Io presi l'arco e le frecce.
Era stata una grande idea quella di conservare le nostre armi in quella stanza, in modo da poterci ricordare della nostra avventura; a quel punto era stata anche una cosa molto utile.
Peter si avviò verso la porta, io dovevo scendere qualche minuto dopo di lui, ci saremmo visti nella sala del trono. Peter stava uscendo, ma all'improvviso tornò indietro, mi afferrò per un braccio per tirarmi contro di sé e mi baciò sulla bocca.
- Pensavo che queste scene capitassero solo nei romanzi. - Dissi io, con la bocca contro la sua.
- Beh, la nostra storia in un certo senso è una favola, no? -  Rispose lui sorridendo.
- Mi sa che se non ci muoviamo da una favola diventerà una tragedia. - Replicai ridendo.
- Hai ragione. - Disse Peter, allontanandosi.
Uscì dalla stanza, ma sulla porta si voltò per lanciarmi un altro dei suoi sorrisi.
Qualche minuto dopo la corda del mio arco era ben tesa, la mia faretra piena di frecce. Ai piedi avevo un paio di vecchie scarpette da ballo, scolorite e rovinate ma meglio di niente. Mi gettai un mantello sulle spalle e legai di nuovo i capelli in due codini: ero di nuovo Elizabeth in missione.
Un momento dopo stavo scendendo di corsa le scale diretta alla sala del trono.
Nella grande e bellissima sala la battaglia infuriava, ma gli stregoni erano in vantaggio incredibile. Ragazzini e animali giacevano privi di vita nella stanza, mentre gli stregoni si battevano furiosamente con i pochi sopravvissuti, evidentemente in difficoltà.
Incoccai una freccia e senza lasciarmi prendere dai ripensamenti trafissi al torace una delle guardie. Un'altra uccise la guardia che combatteva contro Emeraude. Una terza sfiorò il più anziano degli stregoni, ma poi svoltò come se fosse stata deviata da una calamita invisibile.
Alderian stava combattendo con quel vecchio stregone come se fosse un avversario qualunque, e ammirai il suo coraggio.
Vidi la testa bionda di Peter in un angolo della sala, mentre si batteva ferocemente contro due guardie grosse il doppio di lui. Con l'ennesima freccia gli semplificai il lavoro, uccidendone uno.
Peter mi lanciò un sorriso mentre tirava un sospiro di sollievo e sconfiggeva l'altra guardia.
Avevo fatto la mia bella figura, ma noi mortali eravamo in netto svantaggio rispetto agli stregoni e alle loro guardie.
Se solo fossi riuscita a raggiungere il Calice della Creazione, nascosto sotto il basamento del trono...
Tentai di avvicinarmi al trono, ma fui costretta a uccidere due guardie che si erano precipitate verso di me. Guadagnai ancora un paio di metri, ma poi dovetti fermarmi:
- Aspettate! - Gridò una voce.
Tutti si fermarono un momento, e dalla porta laterale entrò Lexander, assieme ad Aiolf.
- Non vedo perché tutta questa carneficina. - Disse il principe. - Potremmo risolvere tutto in modo più semplice,veloce e meno sanguinoso. -
Alderian continuava a mantenere alta la spada, e teneva d'occhio ogni movimento attorno a lui mentre rispondeva:
- Ah sì? E sentiamo, quale sarebbe la tua brillante idea, fratellino? - Disse con ironia.
- Un duello. - Disse Lexander con aria di sfida.
Gli stregoni abbassarono la guardia, e così fecero tutti gli abitanti di Narnia. La proposta di Lexander non era poi tanto assurda.
- Uno di noi contro uno di voi. Chi vince decide cosa fare di Cair Paravel e di tutti i suoi abitanti. Nonché di tutto il regno di Narnia. -
- E sentiamo, chi combatterebbe per voi? Uno stregone e un mortale non sono allo stesso livello. -
- E chi ha detto che dev'essere un duello leale? - Disse Lexander ridendo.
- Combatterà Re Lexander. - Disse il più anziano degli stregoni, con aria seria.
- Non è re. - Sbottai io, irritata.
- Prego? - Disse il vecchio, voltandosi verso di me.
- Ho detto che non è re. - Dissi ancora, dura.
- Chiudi il becco, mocciosa. - Sbottò Lexander fulminandomi.
Lo incenerii a mia volta con lo sguardo e pensai che lo odiavo. Non avevo mai odiato qualcuno nella mia vita, ma in quel momento odiavo lui. Lo odiavo profondamente.
- Per me va bene. E voi chi schierate? - Disse Lexander, passandosi una mano tra i capelli rossi e gettandosi il mantello nero dietro alle spalle.
- Combatto io. - Disse Alderian, facendo un passo avanti. Una smorfia di dolore gli storse il viso e un accesso di tosse lo scosse tutto.
- Principe Alderian! - Gridò Emeraude, poco lontano, correndo verso di lui seguita da me.
- Non potete combattere, principe! - Esclamai io, mentre il sangue della sua ferita riaperta mi imbrattava le mani e gocciolava sul pavimento.
- Devo. Per la mia terra, io... - Un altro accesso di tosse gli impedì di parlare.
- Non preoccuparti, Alderian. Ci penso io. - Disse una voce molto conosciuta, avvicinandosi.
- Peter... -
Peter gli sorrise rassicurante e rispose:
- So come ci si sente ad essere responsabili di un regno. Combatterò come se ne andasse della mia stessa terra. Te lo giuro. -
Alderian si rilassò e sorrise a sua volta.
- è tutto nelle tue mani, Peter. So che puoi vincere. -
Io ed Emeraude trascinammo Alderian lontano, e al centro della sala si creò uno spiazzo dove i due principi si guardavano faccia a faccia.
Uno biondo, l'altro rosso. Un viso d'angelo contro una smorfia demoniaca.
Il mio cuore batteva furioso, ai limiti del campo del duello. Avevo davvero paura.
- Avrete solo una spada. Niente seconde armi, niente sostituti, niente pause. - Disse il vecchio stregone.
Lexander si avvicinò agli stregoni per consegnare il mantello e Peter mi si avvicinò per lasciarmi il suo pugnale. Mi sorrise e mi abbracciò.
- Ho paura. - Mormorai.
- Non devi averne. Ho già combattuto contro Miraz, che era molto più grande ed esperto di me. -
Mi diede un bacio sulla fronte e poi si avviò verso il centro del campo.
Lexander era lì, pronto a sconfiggerlo, con quel suo ghigno beffardo sul viso.
- C'è in palio tutto, mio piccolo Pevensie. Narnia, il palazzo, e anche la tua bella donna. -
Peter strinse più forte l'elsa della spada e non rispose.
Le due spade si incrociarono e il duello incominciò.Lexander era davvero un guerriero instancabile. Continuava a menare fendenti qua e là senza ragionamento apparente. Peter stava passando tutto il tempo in difesa, senza riuscire ad attaccare, ma saltellando ed evitando i colpi.
Ad un certo punto la sua spada riuscì a ferire il collo di Lexander, e un rivoletto rosso gli scivolò sull'armatura. Lexander affondò la spada, ma Peter era agile, e la schivò appena in tempo. Il ragazzo dai capelli rossi si sbilanciò e cadde in avanti.
Peter gli puntò la spada alla nuca.
- Ammetti la sconfitta? -
- No! - Gridò Lexander, bocconi.
La spada si appoggiò alla nuca del ragazzo a terra.
Emeraude si nascose il viso tra le mani, Alderian fissava la scena con uno sguardo di ghiaccio. Tutti gli stregoni avevano un viso impassibile.
- Allora, ammetti che Cair Paravel è stata riconquistata e che tutto quello che contiene ora è libero? -
Nessuna risposta.
La spada scivolò leggera tra i capelli del ragazzo. Un paio di ciocche rosse scivolarono sul pavimento di pietra.
Un grugnito, e poi la voce di Lexander, dura e arrabbiata:
- E sia, avete vinto! -
Peter allontanò la spada e tutti noi traemmo un respiro di sollievo. Io non avevo mai creduto che il mio Peter sarebbe diventato un assassino, ma con la rabbia che lo animava temevo il peggio.
Peter si allontanò e disse:
- Vattene. Vai via da questo regno e non ritornare mai più. Cercati un mondo in cui forse potrai ritrovare la felicità. Ma stai lontano da Cair Paravel, da Narnia e da Elie. - Disse.
Si voltò e mi si avvicinò.
Non vedevo le ferite e i graffi sul suo viso, ma solo i suoi occhi azzurri sorridenti che si avvicinavano. Quello era un lieto fine!
- Peter, attento! - Gridò Alderian, ancora sdraiato a terra.
Peter si voltò: Lexander aveva ripreso la spada e si era gettato verso di lui con l'arma sguainata.
Sono certa che anche Peter si vide perduto.
Se non fosse stato che un istante prima di quella che aveva visto come la sua fine, un lampo color bronzo saettò tra lui e il ragazzo in armatura nera, atterrando quest'ultimo.
Aslan, bellissimo e imponente come sempre, aveva atterrato il ragazzo che ora giaceva privo di sensi sotto la sua zampa.
- Le regole del gioco le avevi imposte tu. Dovevi rispettarle. - Disse il leone.
Ci voltammo verso la schiera di stregoni, ma questi ultimi erano scomparsi. Quelle che erano state le guardie erano solo armature arrugginite addossate alle pareti o stese per terra. Gli abitanti di Narnia non riuscivano a credere a quella vittoria e ci misero un po' per iniziare ad esultare.
Io, Emeraude e Peter sollevammo Alderian e lo accompagnammo da Aslan. Bastò un leggero soffio del leone perché il principe potesse stare in piedi da solo.
Nel frattempo Lexander si stava svegliando.
Aslan lo lasciò andare.
Il ragazzo si guardò intorno, e quando vide che attorno non c'erano più i suoi amici stregoni sbiancò dalla paura.
- C-che cosa mi farete ora? -
- Meriteresti di morire per tutto il male che hai fatto a questa povera gente. - Disse Alderian.
- Io non volevo fare del male a nessuno. Io volevo solo un po' di importanza... -
- Hai sbagliato modo con cui ottenerla. - Disse Aslan.
- E poi dovresti pagare per come hai trattato Elizabeth. - Disse Peter.
- Ma io ero davvero innamorato di lei! -
- Non potevi trovare modo migliore per dimostrarle il contrario. - Sbottò Peter.
- Non avresti mai potuto innamorarti di me, vero? Nemmeno se non avessi fatto quello che ho fatto. - Disse Lexander rivolto a me.
- No. Forse mi sarei abituata a stare con te e ti avrei detto che ti amavo, ma il mio amore non avrebbe avuto profondità. - Risposi io.
- L'amore non è amore se non è dato liberamente. - Sentenziò Aslan.
Lexander abbassò gli occhi.
Sinceramente, anche se lo odiavo, in quel momento mi fece davvero molta pena.
- Dategli vestiti e provviste, e un piccolo cavallo – disse poi Alderian a uno dei servitori del palazzo; rivolgendosi al fratello disse, freddo – sparisci. Non farti mai più vedere e non ti sarà fatto del male. -
Uscimmo dalla sala del trono e uscimmo nel cortile del palazzo.
Il mattino di Narnia ci inondò con il suo oro e il suo profumo di fiori.
Mi fermai al sole e respirai a fondo quel buon odore.
- Che splendida giornata. - Dissi.
Peter si fermò accanto a me e mi sorrise, poi si voltò a guardare il cielo. Il sole che gli inondava il viso gli faceva sembrare i capelli ancora più biondi.
- Vi ringrazio di cuore, Peter ed Elizabeth. Avete salvato il mio regno. Cosa vorreste in cambio? -
Disse Alderian con aria riconoscente, avvicinandosi a noi.
Io guardai Peter, poi Aslan e poi Alderian.
- Vorrei solo dormire un po'! - Dissi ridendo.
Aslan si avvicinò a noi e disse con serietà:
- Figlio di Adamo. Figlia di Eva. Avete portato a termine la missione per cui vi ho chiamato. -
Peter strinse forte la mia mano nella sua, con un'aria seria che mi fece quasi preoccupare.
- Dobbiamo tornare a casa, vero? - Disse lui.
Aslan annuì.
- Oh... no, ti prego no. Non subito! - Gridai io.
Il solo pensiero di tornare a casa mi spezzava il cuore.
Niente più cavalcate, niente corse sulla spiaggia, niente passeggiate nel bosco e pomeriggi nel giardino. Ma soprattutto, niente più Peter vicino a me in ogni momento.
Sarebbe tornato tutto come prima. Nella mia mente una Elizabeth in divisa scolastica che avevo quasi dimenticato tornò ad affacciarsi con tutto il suo carico di paure, dubbi e doveri.
- Non subito, cara. Vi meritate una bella festa per  quello che avete fatto per Narnia. - Disse Aslan.

--***--
Ed eccoci alle nostre NdA!!!!
Scusate, lo so che avevo detto che avrei aggiornato ieri, ma questo capitolo ha subito miliardi di correzioni! La stesura finale mi piace abbastanza, quindi spero che sia anche di vostro gradimento!!!
Ho dedicato questo capitolo al mio capo-animazione di un paio d'anni fa, Alberto detto "prince" per i suoi modi da principe e per la sua dolcezza, perchè lui ha saputo tirare fuori quanto di bello era rimasto nascosto in me per 18 anni!
Oggi poi sono in vena molto romantica, dato che sono andata al matrimonio di una mia amica... quindi questo capitolo lo voglio dedicare anche a Barbara!
Passiamo alle risposte:
@ Clacly:
ovviamente si sono salvati! heheheh ^^ Beh, adesso sono proprio curiosa di sapere che ne pensi di questo nuovo capitolo della storia... anche se penso che in quanto a guerra sarà l'ultimo! Grazie delle recensioni che mi lasci sempre!
@ QueenBenedetta: cara Benny, come hai visto Peter ed Elie non sono scappati! Non ce li vedevo proprio a lasciare la bellissima Cair Paravel nelle mani di quel porco! E adesso sì che posso dire che la storia è finita... anche se ti chiedo ancora di trattenere un pochino le lacrime. Un paio di capitoli belli zuccherosi vi attendono! Thanks per le recensioni!
@ babylaura: per fortuna... breve e succoso, eh?? XD XD... beh, spero che questo sia abbastanza denso di avvenimenti! Adesso sono proprio curiosa di sapere se secondo voi decidono di stare lì o di tornare a casa! (io ancora non ho deciso!) ....e grazieee per le recensioni!!
@ PrincessJiu: ti ho aggiunta su MSN!!! A presto per la nostra chiacchierata, allora! Beh, che Lexander non brillasse per intelletto era voluto ahahahaha :D! Dopotutto volevo che fosse Peter quello cuore-cervello, mentre Lexander quello muscoli e ...!!! Spero ti sia piaciuta la soluzione della cosa... e intanto gli stregoni non sono morti, chissà, magari un giorno farò una nuova storia con loro come cattivi!!!! A presto allora! E grazie delle tue recensioni!
Beh, per questo capitolo è tutto... un paio di capitoli e purtroppo la sottoscritta dovrà dire addio a Narnia... sniff sniff, piango già!!!
Grazie per avere letto!!!!!
Baci baci!
*Flora*
   
 
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