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Autore: Effecrivain    05/02/2017    1 recensioni
Eleonora 24 anni
Marco 34 anni
Lei insicura fin dalla nascita ma con una lingua lunga, lui stronzo di natura ma fastidiosamente affascinante.
Due persone completamente diverse destinate sicuramente a scontrarsi. La domanda è se questi due riusciranno ad amarsi nonostante tutto, nonostante tutti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Avete mai avuto la sensazione di sentirvi nel posto giusto al momento giusto?
Ecco Eleonora tra le braccia di Marco si sentiva così anche se in fondo al suo cuore sapeva che c’era qualcosa di sbagliato in quella situazione, ma  mentre teneva la sua testa appoggiata al suo petto e le braccia strette intorno alla sua vita sapeva di essere nel posto giusto.
Perchè quelle mani sui suoi fianchi ci stavano proprio bene, il viso di lui appoggiato sul suo collo dava vita ad un incastro perfetto.
Non ci può essere nulla di sbagliato nella perfezione giusto? Perchè Eleonora pensava proprio questo!
I loro profumi mischiati le inebriavano la testa e le facevano bene al cuore e non ci dovrebbe essere niente di sbagliato in qualcosa che ti fa stare bene giusto?
Eleonora rimase li, con la testa sul suo petto ancora per un po’.
Sotto la camicia di alta sartoria di lui poteva sentire i suoi muscoli tesi, poteva toccare quelle linee perfette che definavano il suo corpo, quelle spalle larghe che erano un meraviglioso porto sicuro dove potersi rifugiare.
Eleonora non voleva aprire gli occhi, stava bene li e non c’era nulla di sbagliato.
-Tra un po’ ho un appuntamento e anche se vorrei stare così per tutto il giorno mi tocca lasciarti andare-
Le soffiò lui sul suo collo
-non voglio, restiamo ancora così per cinque minuti, poi prometto che ti lascio andare-
-come posso dirti di no?-
-ecco, allora non dire niente-
Sorrise, poi le prese il viso e la baciò, si riprese quella labbra così morbide fra le sue e si impossesò della lingua tagliente della sua assistente, poi però dovette mettere fine a quel gioco di baci, il suo appuntamento era arrivato e di certo non poteva farsi trovare dal suo cliente con Eleonora tra le braccia mentre la sfiniva di baci.
Riprendere lucidità per la ragazza non fu facile perchè oltre ad avere la mente annebbiata da quei gesti il suo corpo stava letteralmente andando a fuoco, le bruciava la pelle.
Era bastato un semplice bacio per dar via ad un incendio, la sua bocca e il suo corpo reclamavano le giuste attenzioni che in quel momento non potevano essere soddisfatte.
-uffa, proprio sul più bello-
Marco rise, le spostò una ciocca dal viso e le rubò un bacio veloce
-Ragazzina sei insaziabile, vediamo se stasera riuscirò a dedicare a questa bella boccuccia le attenzioni che si merita- Le guance della ragazza presero fuoco e mentre balbettava un –ci vediamo dopo- le spuntò un sorriso ebete sulla bocca.
Ovviamente quello stronzo del suo capo gongolò come non mai per quelle reazioni. Sapeva l’effetto che aveva sulla ragazza e spesso i suoi gesti non erano casuali, ma sapeva anche che quella sera non avrebbe potuto dedicarle le giuste attenzione che si meritava e che non vedeva l’ora di soddisfare.
 
L’appuntamento di Marco durò per un’ora, poi quando uscì dal suo ufficio la ragazza notò che indossava il cappotto.
Strano, pensò, non ha appuntamenti fuori oggi.
-dove vai? Non sapevo avessi un appuntamento fuori, non ho segnato nulla in agenda-
-un imprevisto, non ti riguarda-
E senza dire nulla  lasciò l’ufficio.  Eleonora rimase impalata a fissare il vuoto per qualche secondo
“mi sono persa qualcosa o forse sono impazzita?”
Non si spiegava il perchè quel ragazzo che prima la teneva stretta tra le sue braccia ora la trattasse in un modo così freddo.
Pensò che fosse bipolare perchè non c’era spiegazione logica. Lasciò perdere, non aveva voglia di arrabbiarsi proprio quella mattina, non dopo le cose belle che erano successe e soprattutto non dopo che si era sentita così felice.
Guardò il suo orologio e notando che fosse quasi ora di pranzo chiamò Nicole, un pranzetto con la sua amica era quello che ci voleva.
Dopo due chiamate e nessuna risposta decise di andare all’ ospedale da lei, sapeva che quella mattina aveva il turno, così  avrebbero preso un panino alla mensa, fatto due chiacchiere e poi sarebbe tornata nell’ ufficio dal suo amato capo bipolare.
Mentre percorreva la strada per arrivare all’ ospedale dove lavorava Nicole la richiamò altre due volte, ma ancora nessuna risposta, le inviò anche un messaggio per avvertirla del suo arrivo e stranamente a quello rispose.
-Niki, pausa pranzo veloce da te? Ti ho chiamata ma ho avuto il piacere di parlare solo con la tua segreteria, comunque sto arrivando…-
-Ele, scusa non potevo. Mi dispiace amica ma non sono in ospedale-
-Se mi dici dove sei ti raggiungo-
-scusa ma ho da fare, ci sentiamo stasera. Buona giornata!-
Eleonora spesso aveva la testa tra le nuvole, spesso si scordava di mettere la sveglia, si dimenticava gli appuntamenti, le bollette da pagare e ancora più spesso  inciampava per strada ma quel giorno era sicura che Nicole avesse il turno in ospedale, doveva ricambiare il favore ad una collega e si era lamentata un giorno intero perchè doveva seguire uno strutturato che non sopportava, che odiava profondamente.
Quindi non era possibile che la sua amica non fosse in ospedale, altrimenti avrebbe saputo del suo giorno libero, su questo non c’erano dubbi.
Nonostante il suo messaggio decise di andarci lo stesso, era svampita non stupida e qualcosa non andava.
 Arrivata al reparto di chirurgia chiese alla ragazza dell’accettazione se Nicole fosse in turno con una scusa alquanto banale.
-Mi scusi, cercavo la Dottoressa Ricciardi, ha lasciato la sua agenda in macchina mia e non mi risponde al cellulare-
Se non fosse stata li avrebbe fatto solo un giro a vuoto e in quel momento pregò tutti i santi che Nicole quel giorno non fosse in turno.
-E’ in pausa pranzo, se vuole la può lasciare a me. La renderò alla Dottoressa appena rientra-
Sapeva che non si sbagliava, ma non capiva il perchè di quella bugia.
-non si preoccupi, un’ultima domanda sa per caso se è in mensa? Mi scusi ma avrei proprio bisogno di vederla-
Sperò per lei che fosse in ospedale, avrebbe avuto bisogno di un dottore dopo il loro incontro, Eleonora era furiosa.
-No signorina, credo sia al sushi qui davanti-
-la ringrazio, è stata gentilissima-
Come una furia attraversò  i corridoi del reparto di chirurgia e in men che non si dica si trovò fuori dall’ospedale.
Arrivata davanti al ristorante di sushi cercò quella bugiarda della sua amica, le avrebbe fatto una bella ramanzina. Poi la vide era poco distante da lei, rideva la cretina.
Era vicina ad un bellissimo ragazzo, l’aveva visto la sera prima con Marco, quello doveva essere Tommaso.
Bè bello era bello, non si poteva dire che l’ amica non avesse ottimi gusti, ma osservando meglio notò che non erano soli a quel tavolo e  le si gelò il sangue. Dovette arreggersi ad un tavolino per non andare in terra.
Davanti alla sua “migliore” amica e a quel bell’imbusto del suo ragazzo Marco e occhi verdi mangiavano il sushi tra una risata e l’altra.
Fu un attimo e Nicole si accorse della presenza di Eleonora , ovviamente a ruota tutti si accorsero di lei tranne Beatrice che continuò a mangiare indisturbata.
Negli occhi di Marco vide la paura, forse aveva paura che facesse una sfuriata davanti alla sua fidanzatina mentre in quelli di Nicole vide terrore puro e forse un briciolo di rimorso ma non le importava più.
La guardò ancora per un po’, le fece un silenzioso applauso e le sussurò un “complimenti” poi senza degnare nessuno nè di un saluto nè di una parola girò i tacchi e se ne andò.
Nicole cercò di andarle dietro ma fu troppo veloce, provò a chiamarla ma nulla.
Quando Marco rientrò in ufficio ovviamente come aveva supposto non la trovò alla sua scrivania, mentre sul suo computer trovò un post-it con scritto “STRONZO”  a caratteri cubitali, lo stracciò e provò a chiamare Eleonora che non rispose.
 
Dopo aver pianto per un po’ come un quindicenne alla prima delusione cercò di riprendersi, non le bruciava tanto il fatto di aver visto Marco con occhi verdi, non le bruciava il fatto che fosse sparito dall’uffico degnandola di due parole, anzi il fatto che fosse scocciato di andare via e il non averle detto nulla la fece quasi sorridere. Sapeva che lui era fidanzato e anche se la riempiva di baci e di carezze lei sapeva benissimo che Beatrice esisteva e che il posto accanto a Marco al momento ce l’aveva lei.
Quindi abituata al suo comportamento freddo la rabbia nei suoi confronti era quasi scomparsa, perchè sapeva benissimo con chi stava intrattenendo quella relazione.
Chi le aveva fatto male, chi l’aveva delusa era Nicole.
Era la ragazza di Tommaso, migliore amico di Marco e un pranzo con loro ci poteva stare benissimo ma Eleonora non poteva accettare di non averlo saputo e anche se avesse voluto proteggerla si poteva risparmiare di ridere così tanto con colei che al momento era la sua antagonista. Dato che era la sua migliore amica, doveva nel bene e nel male stare dalla parte di Eleonora e questo comportava anche non fare amicizia con occhi verdi.
Dopo essersi asciugata le lacrime e aver capito che stare in casa a piangere non ne valeva la pena decise di fare del sano e sfrenato shopping visto che fare del sano sesso, come aveva previsto quella mattina, era fuori discussione.
Il pomeriggio girò per tutto il centro e anche se il mese successivo avrebbe tirato un po’ la cinghia non badò a spese e si concesse anche una piega dal parrucchiere.
Dopo una delusione un po’ di coccole potevano fare solo bene, pensò.
Tornata a casa scrisse ad  una sua  amica, quella sera Eleonora sarebbe uscita.
Era  finito il periodo del piangersi addosso, si sarebbe divertita anche lei quella sera.
Lesse anche i messaggi di Nicole che implorava il suo perdono e cercava di spiegarle la situazione.
Praticamente erano usciti a pranzo per il compleanno di occhi verdi e quella sera ci sarebbe stata anche la cena con tutti gli amici ovviamente e Nicole sarebbe andata in quanto fidanzata di Tommaso ma non le aveva detto nulla per proteggerla e anche Marco aveva fatto così, solo ed esclusivamente per il suo bene.
Le difese dell’amica verso il suo capo la fecero ridere, da quando Nicole difendeva Marco?
Decise di fare altre telefonate, aveva un piano ben preciso in mente.
Al compleanno quella sera ci sarebbe andata anche lei, ovviamente doveva sembrare una cosa del tutto casuale, così  chiamò Elisa, l’amica con la quale aveva fissato di vedersi, le raccontò tutto e le disse di chiamare Nicole. Doveva scoprire il nome del ristorante.
Si stava comportando come un’adolescente? Si!
Sapeva che stava sbagliando, che alla fine avrebbe sofferto ma non tutti possono essere perfetti e Eleonora aveva deciso di sbagliare ancora.
 
Angolo dell’autore:
So che sono in ritardissimo e che avrei dovuto aggiornare tanto, ma proprio tanto tempo fa!
Chiedo umilmente scusa e vi ringrazio per la vostra infinita pazienza.
Anche se sono una ritardataria cronica e mi merito una bella sgridata vi ringrazio tantissimo per essere ancora qua e per apprezzare questa storia!
Anche se le scuse non sono mai abbastanza passiamo a questi due disastri che ne combinano una dopo l’altra. Cosa avrà in mente Eleonora?
Bè diciamo che Marco in questo momento non si merita solo carezze ecco…
Aspetto i vostri commenti e vi prometto che mi farò perdonare.
A presto!
   
 
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