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Autore: DigiPokeLover    06/02/2017    0 recensioni
Per Mirkho, 17 anni, un ragazzo italiano, è un giorno come gli altri. Ma quel giorno, la sua vita cambiò in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Un nuovo mondo... nuovi amici. Amici molto speciali. Un sogno divenuto realtà. Un'avventura da iniziare... un mondo da conquistare. Col sostegno dei suoi amici... ce la può fare!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arceus, Ash, Celebi, Prof Oak, Team Rocket
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Furry | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon The Challengers'
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Le ultime giornate a Coronopoli
 
stagione 1 episodio 15
 
 
Mia cugina, Samanta e Jacopo sono rimasti con me per tutta quell’ora e mezza trascorsa dal loro arrivo all’uscita dall’ospedale. Continuo a ritenermi fortunato, in un certo senso. È Giulia che mi spinge la sedia a rotelle. Non solo la schiena, ma anche le gambe mi fanno un po’ male, ma non sono niente in confronto. Dal torace fin quasi all’inguine, sono tutto coperto di bende che, colla temperatura che c’è, creano non pochi problemi alle mie povere ghiandole sudoripare.
Con piacere noto che il centro storico della città è stato riaperto. Mi piace vedere che torna a pullulare di gente, però mi è anche piaciuto che siamo stati da soli per tutto ieri!
Finalmente possiamo tornare dai nonni di Karl senza passare per le fogne, a essere onesto mi stavo stufando pure io. Arriviamo a destinazione proprio mentre su uno schermo stavano trasmettendo qualcosa che ha catturato l’attenzione di molta gente.
«È quello il video fatto dall’Yle?»
«Sì, – mi risponde Samanta – ieri sera, subito dopo l’arresto di Kodai (tu eri già in ospedale), l’ha consegnato all’agente Jenny. E ora tutti stanno venendo a conoscenza della verità»
«Ehi, eccovi qui!» giro la testa e vedo arrivare Ash col resto del gruppo.
«Ciao Mirkho, stai bene?» mi chiede Davide.
«Sì, direi che sono messo abbastanza bene. La schiena mi fa un po’ male, ma è sopportabile»
«Ark!»
«Ciao Zorry!»
Ci diamo una specie di 5. Poi dallo schermo sento una frase che conosco bene:
“E chi se ne importa? È vero che vent’anni fa, quando toccai l’onda temporale, Coronopoli appassì di colpo, ma nessuno è mai venuto a saperlo, come nessuno verrà mai a sapere ciò che ho fatto oggi!”.
Oh, proprio filo per segno, eh…
«Che essere spregevole!»
Ci giriamo e vediamo la capo ultrà dei tifosi del Monte Corona, la squadra di calcio-canestro della città. Puntuale anche lei. Solo una cosa, però: nel film il video l’aveva fatto Karl, qui invece Karl era rimasto a fronteggiare il complice di Kodai, e quindi Ylenia, non so se inconsapevolmente o meno, gli ha preso il posto. Stavo per dire la mia anch’io quando…
«AAAARRRRKKKK!!!!!»
Dopo che mi sono tolto le mani dalle orecchie, gliene dico quattro:
«Zoroark!! Senti, la prossima volta che urli così ti arrivano due tecche che te le ricordi per tutta la vita! Le mie orecchie devono vivere ancora un po’, va bene?!»
Lei si volta verso di me, mette le braccia avanti e ridacchia. Poi, sono costretto a chiedere scusa a un gruppo di persone che si erano voltate verso “mama”.
Finito tutto, rientriamo, e stavolta è Zoroark che mi spinge la carrozzina.
«Non mi sento tanto bene qua sopra eh… spero che duri poco» commento, mentre rientriamo in casa.
«Siamo così lusingati che sia finito tutto» commenta la nonna di Karl.
«Già, – sorride Ash – finalmente questa città può vivere in pace, e anche Zorua e Zoroark»
«Ehi, è vero! – commenta Jacopo guardandoli – Voi due ora tornerete nella regione di Unima, vero?»
Zorua e Zoroark si guardano, e dopo un po’ ci fanno:
«Io e mama ne avevamo già discusso prima. Questa città ci piace, e ci farebbe piacere rimanere»
«Sul serio? Ma è fantastico!» commenta Karl.
«Solo che il problema ora sarebbe trovare un posto dove abitare… ci andrebbe bene anche una casa tipica di voi umani, per noi non sarebbe un problema»
«In questo caso, saremo lieti di offrirvi l’appartamento al piano di sopra, se vi va» fa il nonno.
«Eh?! Davvero?»
«Certo che sì, Zorua! In teoria sarebbe della sorella di Karl, ma il mese scorso ci ha fatto sapere che si è stabilita per lavoro nella regione di Kalos, quindi non ci sarebbero problemi!»
«Grazie mille, accettiamo volentieri!»
«Figuratevi, dopotutto è anche grazie a voi se Coronopoli è salva»
Guardo Zoroark, che sfoggia un sorriso a… non so quanti denti, comunque non l’ho mai vista sorridere in quella maniera da quando ci siamo incontrati.
«Vado a togliere il cartello “vendesi” allora» fa Karl, anche lui contento.
«Un momento. Tu Karl dove abiti?» gli chiede Ash.
«Qui davanti, – fa, indicando una palazzina – solo che prima di tornare qui sono stato in giro per la regione di Sinnoh per un po’ di tempo perché, come vi ho già detto, sono un giornalista»
Karl se ne va al piano di sopra. I due Pokémon si abbracciano felici, ed io li guardo contento.
Dopo due minuti, riscende:
«Perfetto. Bisognerebbe solo mettere a posto un po’, però è comunque una bella abitazione. Se volete andare a darci un’occhiata…»
Zorua e Zoroark fuggono subito di sopra, seguiti dal resto del gruppo.
«Ehi, e io? Oh, non lasciatemi qua!»
Grandioso. I nonni di Karl sono andati di fuori a pulire, quindi qua sono solo. Con qualche fatica, mi trascino fino alle scale e, raggiunte, mi aggrappo al corrimano con tutte le mie forze, lentamente mi alzo dalla sedia e mi trascino, colla schiena che è tutta un dolore.
Dopo due o tre minuti ho fatto tre scalini, e ce ne sono una ventina!
«Bronzor, Psichico»
Mi sento sollevare, insieme alla sedia a rotelle, e in breve tempo sono al piano di sopra.
«Grazie Karl… almeno qualcuno s’è accorto di me»
«Scusami, eh eh eh… non l’abbiamo fatto apposta a dimenticarti di sotto!»
Poi mi guardo in giro: pavimento di piastrelle bianche, muri della sala blu oltremare, un divano in pelle, un mobiletto con lettore DVD e televisore che a prima vista sembra un 32 pollici, entrambi avvolti nella carta da imballaggio, sistemati vicino al finestrone, un tappeto appoggiato al muro da srotolare, e due quadri, avvolti anch’essi, vicino al televisore. Non male.
«Bella casa, non c’è che dire. E quando sarà tutto sistemato, sarà ancora migliore!» commento.
«Vieni a vedere la cucina!» mi fa Zorua, saltandomi sulle gambe.
Zoroark mi porta in cucina, seguito dagli altri. C’è il frigo, ovviamente staccato e vuoto all’interno, e vuoti sono anche gli scaffali. Bè, dopotutto è inutilizzata da chissà quanto tempo. Ci sono anche un fornello a cinque fuochi, la cappa, ovviamente il lavandino. Le pareti della cucina, invece, sono bianche. Cucina e salotto sono congiunte da un terrazzo sul quale sono presenti due tende da sole e uno stendino con qualche molletta.
«Ti piace Zorry?» le faccio.
«Ark! Ark! Zorr!!»
«Le piace molto, e ha anche detto che vuole invitarvi tutti a cena qui da noi» traduce Zorua.
«D’accordissimo, accettiamo con piacere!» esclama la mia ragazza osservando i piatti in uno scaffale.
«Ci stiamo!» rispondono all’unisono Ash, Brock e Lucinda.
«Perfetto. Direi quindi di cominciare tutti insieme a risistemare la casa entro stasera. Io in carrozzina farò quello che posso»
Ci dividiamo. Mi faccio dare da Renamon uno straccio e un flacone di detersivo, e mi faccio portare in sala da Lucia. Lì comincio a “scartare” e pulire prima quei due vasi che stavano su una libreria posizionata dall’altra parte rispetto alla TV, poi la libreria stessa. L’unico ripiano che non riesco a pulire è quello più alto, quindi mi concentro sugli altri. Jacopo porta in lavanderia il tappeto, Giulia ricollega le prese della corrente elettrica, Ylenia sbatte il divano per liberarlo dalla polvere, Renamon è in cucina a fare non so cosa, Zoroark scarta la TV e il DVD e ne attacca le prese. Quando Yle ha finito di togliere la polvere, Samanta comincia a spazzare. Zorua sta facendo il giro a verificare come vanno le cose. Quando arriva da me, mi fa:
«Come va la pulizia della libreria?»
«Manca solo l’ultimo ripiano, ma non riesco ad arrivarci stando qua seduto»
«Non è un problema, posso farlo io. Dammi il panno e sollevami»
Zorua salta sulla carrozzina, io la sollevo e lei, con un salto, arriva sull’ultimo ripiano.
Poi le lancio lo straccetto e comincia a passare. Si nota a kilometri di distanza che è contenta, ha una casa tutta sua, dove finalmente può stare colla sua mama.
In breve tempo anche la libreria è finita.
«Il gas è attaccato e l’impianto elettrico della casa è in funzione» fa Renamon.
«Io ho attaccato i quadri, e devo dire che sono carini» annuncia Lucia.
«Ok, ora resta soltanto da lavare il pavimento» commenta Giulia.
«Ark!» fa Zoroark, alzando il braccio e andando verso il ripostiglio.
«Bene. Che ne dite di andare sul terrazzo, in modo da lasciarla lavorare?»
«Certo Karl. Andiamo» risponde Davide.
Sul terrazzo, Karl apre la tenda da sole, e Renamon sistema meglio lo stendino. Anch’io mi sento molto felice in questo momento!
Proprio adesso vediamo Jacopo arrivare.
«Jaco, Zoroark sta per mettersi a lavare il pavimento, datti una mossa» gli fa Ylenia.
Pochi secondi dopo ci raggiunge.
«Mi hanno detto di tornare a prendere il tappeto fra un paio d’ore» ci fa.
«Non vedo l’ora di mangiare qui» dice estasiata Renamon.
«Che ci sarà da mangiare?»
«Chissà, Samanta, vediamo cosa ci offre il menù della casa» le risponde Jacopo.
Dal mio zaino, attaccato ad una spallina della sedia a rotelle, prendo il posacenere, e dal mio marsupio una sigaretta, e inizio a fumare. Era da ieri sera dopo cena che non pippavo, e stavo andando in crisi d’astinenza. Da quest’altezza si ha un bel panorama del corso principale della città, e in lontananza si vede lo stadio.
«Amici, mama ha finito, possiamo entrare» fa Zorua, guardando dentro.
«Wow, è già asciutto?» chiede Davide, stupito del fatto che siano passati 5 minuti d’orologio.
«Eh bè, fa un caldo che si crepa… tra un po’ evaporiamo pure noi!» risponde Lucia.
«Ah guarda, per noi tipi acqua la cosa è alquanto seccante» prosegue Samanta.
«Non puoi pretendere che piova 365 giorni l’anno»
«Certo che no, Mirkho, quello non lo vorrei nemmeno io. Solo che il troppo sole giustamente non è che ci faccia tanto bene…»
Entriamo in salotto.
«E quella porta? Che stanza c’è lì?» fa Renamon.
In effetti quella porta, ad un paio di metri da quella d’ingresso, non l’ho notata… come penso non l’abbia notata quasi nessuno.
«Ah, quella è la stanza da letto degli ospiti. – risponde Karl – Ci sono tre letti. Ma non vi preoccupate, lì ci ho già pensato io. Forse non l’avete vista perché davanti alla porta c’era quel mobile là»
Zoroark ci entra un attimo, ma ne esce praticamente subito. Proprio in quel momento sentiamo bussare. Ylenia apre e troviamo i nonni di Karl.
«Ciao a tutti! – ci fanno – Vi abbiamo portato dei panini per merenda, avete fame?»
«Se abbiamo fame?! Grazie mille!» esclama Zorua.
«In effetti ci servivano proprio, grazie. Abbiamo appena finito di sistemare tutto» rispondo io.
I due guardano un attimo in giro.
«L’avete anche resa un po’ più bella rispetto a come me la ricordavo, bravi»
Intanto Zoroark prende i vassoi coi panini e li posa sul tavolino centrale dopo che abbiamo spostato tre posaceneri.
«Scusate, mia sorella fuma come un’ossessa, come avete notato»
Ce ne prendiamo uno a testa e ci abbuffiamo come matti.
«Farete ancora la piada stasera?»
«Eh no. – rispondo ridacchiando – Ieri sera siamo riusciti a far fuori tutto, qualcosa come 12 pacchi di piada, 8 confezioni di squaquerone, un kilo di mortadella (Zorua ce l’ho con te!), 6 pacchi di rucola e non so quanto prosciutto di Parma!»
«Cavolo, vi siete dati da fare!»
«Sicuro… abbiamo avuto qualche problema perché Zorua continuava a fottersi la mortadella, ma il lavoro grosso l’ha fatto Zoroark, che se n’è mangiate… quante ne hai mangiate? Ah, cinque? Caspita, dovevo venire in questo mondo per trovare qualcuno che mi battesse il record! Cinque piade allo squaquerone!»
Zoroark comincia a far gesti come per pavoneggiarsi.
«Scusami Mirkho, ma era troppo buona» interviene Zorua.
«Eh certo! Pensi che non l’abbia notato? Mi hai fatto buttar giù tutti i santi del paradiso!»
Zorua ridacchia ironicamente.
Prendo il telefono e provo a chiamare la Silvia un’altra volta. Anche questo tentativo va a vuoto.
«Sentite, io e Zoroark andremmo a comprare qualcosa per il bagno, visto che di là è vuoto» fa Giulia.
«Ok, ciao» rispondiamo tutti.
Dopo che loro escono, ci salutano anche i nonni di Karl. Con l’aiuto di Karl e del suo Bronzor, mi stendo sul divano per schiacciare un pisolino. Gli altri non so cosa fanno.
Mi sveglio quando sento casino provenire dalla stanza dietro di me (ovvero il bagno).
«Che caspita state facendo? Oilà!» urlo ficcando due manate al muro.
Spunta fuori Zorua:
«Ecco… stanno sistemando le cose nel bagno, quando sono tornate avevano due borsoni di roba»
«A me sembra che stiano facendo a gara di chi sbatte più sportelli!»
«Che poi è la stessa cosa»
Mentre Zorua attacca a ridacchiare come solo lei sa fare, caccio un altro paio di urli:
«Sentite voi due! Il fatto che ci sia appena venuti ad abitare qua non vuol dire che dovete subito distruggere tutto!»
«E piantala di scassare le palle alla gente! – mi controurla mia cugina – Stiamo sistemando, ci sono anche un centinaio di scatole di profumi»
«Cosa…? Profumi? E cosa ci fate con… oh Arceus Divino, mi viene in mente quella volta a casa di mia cugina, quando Riolu s’è cosparsa di cipria…»
«Cipria? Cos’è?»
«È… come dire… un profumo in polvere usato dalle ragazze che fa più danni della marijuana»
«Parla quello che si spruzza l’Amuchina nelle mutande!» mi urla Giulia dal bagno.
La ignoro.
«… sì, comunque… ce l’immagino Zoroark tutta strafatta di Chanel n°5»
«Ah, non farmici pensare» conclude Zorua.
Sento una voce venire dalla cucina:
«Ragazzi, sono le 8, che ne dite se cominciamo ad apparecchiare la tavola?» è la mia ragazza.
Zorua entra in bagno.
«Mama, cucini tu?»
Sento il verso di risposta di Zoroark, dopodiché escono dal bagno e si dirigono in cucina. Momento…! Zoroark… che cucina?!
«Beh, è stata lunga ma ce l’abbiamo fatta»
Riapro gli occhi e sulla soglia della porta del bagno vedo Giulia.
«Giulia, ma… quanto ho dormito?»
«Più di un’ora! Jacopo ha ragione, ti addormenti ogni volta che tocchi una superficie orizzontale!»
«Eh… si vede che ho proprio questa caratteristica. Me la merito, la pennichella pomeridiana»
Facendomi sempre aiutare da Bronzor, mi rimetto sulla sedia, e comincio a fare avanti e indietro per aiutare ad apparecchiare. Stavolta i nonni di Karl mangiano da loro, ma siamo comunque in tanti, e per fortuna la tavola è allungabile. Ogni tanto mi incuriosisco a osservare Zoroark che armeggia tra pentole e fornelli, voglio proprio scoprire cosa combinerà. Bè, sono due settimane che siamo in questo mondo, ma ne ho già viste di tutti i colori, e chissà cosa ci aspetterà d’altro. Quando finiamo di apparecchiare, accendo la TV sul primo telegiornale che trovo. Scopro che le reti di Kodai sono state immediatamente oscurate, e subito sostituite da canali normali.
Finalmente non mi ritroverò più davanti tutte quelle orribili campagne anti-Zoroark, in cui si dicevano più bugie di quante ne ha dette Prodi in tutta la sua vita. “Sto facendo di tutto per fermare e catturare il Pokémon malvagio Zoroark” … tsè, solo a pensarci mi viene il voltastomaco, perché Kodai non faceva altro che gettare fango sulla reputazione di un Pokémon pacifico come Zoroark, solamente perché Mister Futuro vuole essere sempre al centro dell’attenzione. Ma adesso non succederà più. Fine della storia, ce lo siamo lasciati alle spalle, e grazie al nostro aiuto e conforto Zoroark s’è ripresa benissimo, e noi ne siamo pienamente felici. Adesso io penso a farmi passare il male alla schiena, spero che per dopodomani, quando ripartiremo, sia non dico guarita, ma un po’ meglio di adesso, almeno da permettermi di girare in stampelle al posto della carrozzina. Allo stato attuale delle cose, escludendo le braccia, non posso fare un movimento. Ma sono fiducioso.
Finalmente arriva il momento della cena. Sono proprio curioso di vedere che si mangia. Ai fornelli ci sono Renamon e Zoroark, davanti a tre o quattro pentole.
«Un po’ di pasta bianca, ragazzi? Che ne dite?» fa la mia ragazza.
«Uh sì, ne avevo proprio voglia!» esclama Jacopo.
«Anch’io» fanno le ragazze.
A me sarebbe andata benissimo qualunque cosa, meno che la minestra. Io sono tra i primi a finire, dopotutto adoro la pasta bianca, con tonnellate di peperoncino sopra. Come secondo, una bella frittura di bacche. Bè, le robe fritte non mi entusiasmano più di tanto (eccezion fatta per le patate), ma devo ammettere che queste sono proprio buone. E Zoroark cucina bene (non solo perché è aiutata da Renamon).
«Brava, Zorry, brava. Fammi chiamare la Clerici»
«E chi è?» fa Samanta.
«Una che conduce in TV un programma di cucina nel nostro mondo»
«Io chiamerei Benedetta Parodi di “Cotto e mangiato”» interviene Lucia.
«Guarda che la Parodi non conduce una gara di cucina… il suo è solo un programma che spiega come preparare dei piatti speciali» la corregge Giulia.
«Ah già…»
Finito di mangiare, Giulia dà una mano a lavare i piatti, mentre gli altri sparecchiano. Io e Zorua andiamo sul terrazzo, e mentre Karl tira su le tende, ammiriamo la vista del corso con tutte le luci accese, perché ormai il sole era tramontato.
«Mirkho… come va la tua schiena?»
«Un leggerissimo miglioramento c’è stato, sento un po’ meno dolore, ma comunque non penso di potermi staccare dalla sedia. Grazie, Zorua»
«Figurati. E per quanto ne avrai?»
«Mi hanno detto circa una settimana. Solo che mi sarebbe piaciuto arrivare ad Azalina, nella regione di Johto, tutto intero»
«Penso che ci arriverai. Sei forte, Mirkho, da quando sei arrivato qui lo hai dimostrato più volte. Non solo te, anche gli altri. Per me siete un punto di riferimento, anch’io vorrei diventare forte come voi e mama»
«Abbiamo un obiettivo comune io e te, allora. Anch’io voglio diventare ancora più forte. Non vedo l’ora di affrontare la Lega di Johto, quello sarà il banco di prova della mia forza, e di chi con me affronta le palestre. Solo che finora ho una sola medaglia, te l’ho detto, sono arrivato da poco in questo mondo. Ho ancora tutto il tempo, anche se la voglia di prendere tutto subito è forte»
«Vivi sano e tranquillo. Aver fretta non risolve nulla, ogni cosa ha il suo tempo»
«Che poeta, Zorua!»
«Me lo dice sempre mama. Mi dà sempre buoni consigli per affrontare bene la vita»
«Lo so. Ho avuto modo di vederlo. Certo, la tua mama non parla, ma si fa capire benissimo»
«Già. Mama è fantastica, sotto ogni aspetto»
Subito dopo, arriva mia cugina:
«Mirkho, Zorua, avete voglia di fare un giro qui intorno?»
«Sì, che idea» rispondiamo.
«Su, venite allora»
Con Zorua sulle mie gambe, Giulia afferra la carrozzina e mi spinge fino alle scale. Lì Bronzor mi fa scendere al piano di sotto. Quando siamo tutti pronti, usciamo.
Respiro la frizzante aria della sera, in cielo come sempre niente se non la Luna e le stelle. Certo, si vedono poco per via della forte illuminazione cittadina, ma è comunque un bello spettacolo. L’unica nota stonata è che ogni volta che guardo mia cugina, la Lucia e l’Yle, sono sempre dentro un negozio di abbigliamento. Uff… quando ti piglia una certa abitudine è così, quelle tre ti troverebbero pure Bin Laden se venisse loro la voglia, come ti troverebbero un negozio pure nel deserto del Sahara! Pure io qualche negozio lo visito, ma non quelli dei vestiti. Il guardaroba che possiedo ora mi soddisfa, e non ho bisogno di altro. Ci facciamo il corso principale della città (sarà sul kilometro e mezzo) avanti e indietro, intrufolandomi in tutti i negozi di elettronica che trovo (le ragazze i vestiti, io i telefoni, e visto che ora ho i soldi, sto prendendo in considerazione l’idea di cambiarlo).
Rimaniamo fuori un bel po’. Mi fa piacere che Ash, Brock e Lucinda non seguono le ragazze! Alle 23:30 decidiamo di andare al Centro Pokémon per dormire. Non appena entriamo, l’infermiera Joy ci fa:
«Ragazzi, sono vostre queste bici che sono arrivare col trasferimento aereo?»
«Ah già, le bici… ce ne eravamo dimenticati!» sussurro ridacchiando.
«Sì, sono nostre» risponde Samanta.
«Uh, alleluia! – commenta l’infermiera – L’ho chiesto a tutti i ragazzi che sono passati di qui, mi stava venendo un esaurimento! Meno male!»
«Ci scusi, infermiera, vorremo pernottare qui fino a dopodomani» si fa avanti Renamon.
«Eh ragazzi, mi dispiace, ma qui siamo al completo proprio… do un’occhiata, ma non penso che ci siano molti posti, sapete, c’è la finale del torneo… oh, ecco, ci sono 5 posti soltanto, voi siete in…?»
«In otto»
«Eh, come la mettiamo?» fa Giulia.
«Bè, forse… oh, ecco! Se non ricordo male, la stanza degli ospiti a casa di Zoroark ha tre letti, no? Che dite se io, Renamon e… chi vuole venire… andassimo a dormire da loro? – mi volto verso Zorua e Zoroark – Ci ospitate? Tanto non siamo molto distanti»
«Certamente! Nessun problema!» risponde il piccolo Pokémon, seguito dall’annuire di Zoroark.
«Bene, vi ringraziamo» risponde la mia ragazza.
«Per noi è un piacere. Su, chi viene con loro due?»
«Massì, vengo io» fa Davide.
«Siamo d’accordo, allora. – fa Renamon – Vi accompagniamo su poi ce ne andiamo»
Dopo che gli altri firmano dei fogli coi loro dati (quando prendi la camera in un Centro Pokémon, questa è la procedura), saliamo tutti insieme. Stavolta io vado in ascensore, visto che c’è.
I cinque posti sono in una stanza dove c’erano già altre persone.
Dopo che si sono sistemati, in pochi minuti, decidiamo di lasciare il Centro Pokémon.
«Ok, passate una buona nottata, ci vediamo domani»
«La passeremo bene sì, Mirkho, senza te che russi»
«Molto spiritosa, cugina!»
«Bè, io penso che sia più comodo che stia da noi anche per la sua schiena, è meglio che stia tranquillo» fa Zorua.
«Lo so, lo so» risponde Giulia.
Dopo che salutiamo gli altri, io, Rena, Davide e le due volpi usciamo. Una volta arrivati a casa loro, tratteniamo Karl solo per farmi salire al piano di sopra. Entriamo nella stanza degli ospiti.
«Wow, bella stanza. E mi fa piacere “inaugurarla” subito» commento.
Ogni letto aveva il suo comodino, il suo tappeto di fianco e la sua mensola. Le pareti sono gialle e la finestra è bella grossa. Ovviamente, presente pure una TV.
«Bene, io andrei, ché sono un po’ stanchino. Buonanotte a tutti!»
«Ciao Karl, ‘notte» risponde Renamon.
«Buonanotte» ci aggiungiamo io, Davide e Zorua.
Io scelgo il letto più vicino alla porta, che quindi è il più lontano dalla finestra.
«Prima di andare a dormire, avete voglia di guardare un po’ la tele tutti insieme?»
«Massì, Zorua, va bene» risponde Renamon, che perciò mi porta in sala.
Zoroark comincia a fare zapping col telecomando, finché Zorua non la ferma:
«Ehi mama, lascia qui, questo film lo conosco! È “Attraverso il tempo e l’oscurità”»
«Ti piace?» le chiede Davide.
«Se mi piace? È fantastico! Parla di una vera storia d’amicizia tra quei due, vedete? Uno Shinx e un Riolu, che formano una squadra d’esplorazione e affrontano mille avventure! Certo, è un po’ triste in certi punti, ma ne vale comunque la pena!»
«Come nella parte dell’addio?»
«L’hai visto anche tu?»
«No. Mai. Ma lasciami dire che nel mio mondo questa è la trama di un videogioco che amo tanto, e a cui ho giocato più volte»
«Ah, bene. Quindi è come se lo avessi già visto?»
«Più o meno… i film non sono mai come i videogiochi, sono sempre superiori. E sarei felice di vedermelo anch’io»
«Guardiamolo tutti insieme, allora!»
Già. Mi sto praticamente guardando il film di Esploratori del Cielo. Intuisco che è “Cielo” e non “Tempo/Oscurità” perché siamo alla parte di Shaymin e della scalata al Picco del Cielo, quindi dopo l’addio. Meno male, perché non avrei voluto di certo mettermi a piangere. Riolu non stacca gli occhi dal televisore.
«Ti piace vedere il tuo collega all’opera, cucciola?»
Riolu si volta e, sorridendomi, annuisce. Poi chiedo a Zorua:
«Zorua, ma dei due… chi è l’umano venuto dal futuro? Quello che sparisce»
«È lo Shinx»
«E hai pianto nella scena dell’addio?»
«Eh, la prima volta molto, ti giuro che è toccante. Ho pianto anche le altre volte, ma in misura un po’ minore. Questa è la quarta volta che lo vedo»
«Io ho sempre desiderato che nel mondo reale facessero una cosa del genere… un film su un videogioco amato da tantissima gente»
«Oltre a quello che ci avete fatto vedere, hanno fatto altri film nel vostro mondo?»
«Sì, quello è l’ultimo arrivato, ed è il 13°»
«Wow, sono davvero tanti! E tutti con Ash protagonista?»
«Esattamente. Svariate avventure di ogni genere»
«Tutto meno che un film simile a questo, vero?»
«Eh… appunto, stavo per dirlo»
Dopo mezz’ora mi sento stanchissimo, e perciò mi faccio accompagnare in stanza.
«Come va la schiena?»
«Stiamo migliorando, Zorua. Sento ancora dolore, ma non come stamattina»
«Ottimo. Spero che guarisci presto»
Dieci minuti dopo mi raggiungono anche gli altri due.
«Buonanotte, amici, a domani» ci fa Zorua, seguita dal verso di Zoroark.
«Ciao, buonanotte!» salutiamo noi.
Se ne vanno socchiudendo la porta. Subito dopo Renamon si siede sul mio letto.
«Ehi, tesoro, stai bene?»
«Più o meno sì, Rena. Sono stanco da morire»
«Anch’io. Ora facciamoci una bella e sana dormita, ok?»
«Va bene… me lo dai un bacetto?» le faccio, con un gesto della mano.
«Ma certo!»
Si abbassa e ci baciamo, e subito da bacetto diventa bacione.
«Dai, buonanotte, amore mio»
«Buonanotte, Rena»
Lei si mette a letto, auguriamo buonanotte a Davide e spegniamo la lucetta.
La mattina dopo vengo svegliato dalle carezze della mia ragazza. Ci diamo un bacetto, poi mi faccio mettere da Renamon sulla sedia a rotelle.
«Quanto pesi…!»
«Tesoro, ho preso solo un paio di kili nell’ultimo mese eh»
«Consolante, eh eh... scherzo, ti reggo benissimo!»
Andiamo subito in cucina, dove troviamo Zorua e Zoroark.
«Buongiorno, amici. Passata una buona nottata?»
«Buonissima, grazie Zorua» risponde Renamon.
«Avete voglia di fare colazione?»
«Sì, grazie. Solo una cosa… io faccio fatica a digerire il latte, avete del tè?» chiedo.
«Ma certo, fammi vedere… ecco, c’è del tè alla baccapesca, ti va?»
«Sì, è perfetto!»
Lo adoro il tè alla baccapesca, devo dire che mi mette energia. Poi mi viene in mente una cosa: oggi è il giorno della finale di calcio-canestro, giocano Yantaropoli-Monte Corona. Sì, immaginate se vincono… ‘sta città diventa un bordello assurdo. Vabbè, non tifo per una squadra in particolare, voglio giusto provare il gusto di vedermi la finale di un torneo di uno sport che nel mondo reale non esiste. Quindi, chi vince sono contento. Zorua e Zoroark penso che ora tifino Monte Corona… vedremo. Mi sento la schiena… devo dire che ho effettivamente qualche libertà di movimento in più, riesco un po’ a piegarmi in avanti senza troppe difficoltà, ma mi sa che ci vorrà almeno un altro giorno come minimo per lasciare la carrozzina.
«Ehi ragazzi, guardate qui!»
Trovo la risposta alla mia precedente domanda quando le due volpi tornano con striscioni e bandierine del Monte Corona. Bene.
«E tu guarda qua, Zorua»
«Cosa? Lo striscione dello Yantaropoli?!»
«No no che Yantaropoli… è una sciarpa della Juve, tranquilla… la squadra di calcio del mio mondo che tifo… ti ricordo che il calcio-canestro non esiste nel mio mondo»
«Ah… scusa, ho frainteso… allora la tua squadra ha gli stessi colori dello Yantaropoli»
Facciamo colazione, poi andiamo sul terrazzo: tutti i pali della luce sono addobbati con striscioni di supporto al Coronopoli. La partita è alle 15 e 30, non vedo l’ora di vedermela. Staremo tutti insieme qui a casa di Zorua e Zoroark, è meglio, andare allo stadio adesso… apparte che sono finiti i biglietti, ma ad ogni modo c’è troppo casino, che di certo non fa bene alla mia schiena.
Dopo poco ci raggiunge anche il resto della banda.
«Salve, gente… dormito bene?»
«Massì… voi tre?»
«Da dio. – risponde Renamon – I letti sono comodissimi»
«Bene, allora» risponde mia cugina.
«Ok. Oggi pomeriggio pronti a far casino» annuncio.
«Sì, proprio… non cambi mai eh?» mi fa Ylenia.
«Yle… ci conosciamo da 17 anni, sono come tu mi hai sempre conosciuto!»
«Apposta per quello»
«Vabbè ho capito… troviamoci qualcosa da fare prima che cominci la sagra delle minchiate»
Esattamente come ieri, diamo un po’ una mano a pulire in giro. Finita questa fase, Giulia afferra il suo cellulare.
«Lasciala stare l’Aksenia…!»
«Non sto chiamando nessuno, sto solo… ecco, i biglietti da qua per Azalina costano 60 ₱, se avete voglia di sganciare andrei a comprarli, ok?»
«Ah, giusto. – fa l’Ylenia – Va bene. Eccoli»
Tutti diamo i soldi a mia cugina, che finita la parte dell’esattore di Equitalia esce di casa.
«Avete fretta… di partire?» fa Zorua.
«No, no, ma va’… è che se li si compra prima costano di meno, tranquilla» rispondo io.
«Vi vogliamo bene, non potremmo mai piantarvi in asso in questa maniera» aggiunge Renamon.
«Grazie, amici»
Mi metto a guardare un po’ di TV, mentre aspettiamo Giulia. Non voglio uscire di casa perché questa è l’ora in cui comincia a picchiare il sole e…  mi sta già venendo di nuovo fame, eh eh!
Quando finalmente mia cugina varca la porta di casa, è ormai ora di pranzo.
«Scusatemi, c’era un traffico assurdo e una coda pazzesca in agenzia… ma ad ogni modo ecco, distribuisci»
Mi lancia addosso il pacchetto coi biglietti (poteva darmelo in una maniera più delicata), che provvedo a dare a tutti. Il mio me lo ritiro nel portafoglio.
Poco dopo cominciamo a mangiare, e come al solito è tutto buonissimo. Alle 15, l’orario d’inizio della partita, ci raccogliamo tutti in soggiorno davanti al televisore. Zorua è molto contenta nel vedere che la partita comincia. Dalla televisione si vede tutto meglio, Pokémon compresi. La squadra di Kalos ha quelle che sembrano essere tre volpi coi colori della Roma, mentre quelli che giocano in casa dispongono di Burmy, Roselia e Roserade. Provo a puntare il Pokédex sulle volpi, ma non parte niente. Evidentemente il Pokémon deve essere fisicamente davanti a me. Che sfiga però… vorrei sapere chi sono!
Primo tempo. Ad ogni gol che una squadra fa, l’altra pareggia. Il possesso palla ce l’ha il Monte Corona, però.
«Carino il Pokémon dello Yantaropoli con quella gonna rossa» commento.
«Ehm… non penso sia una gonna. Comunque mi sembra di capire che siano tre tipi fuoco» fa Samanta.
«Wow. Rena, è il tuo campo, studiateli bene»
«Lo sto già facendo. Devo dire che tutti e tre si muovono con un’agilità impressionante, sarei curiosa di sapere anche come combattono»
«Anch’io. Quando e se ci capiterà di passare per la regione di Kalos, ci faremo un pensierino»
Ma adesso non ci penso. Abbiamo scelto la regione di Johto, e lì proseguiamo. Lasciamo perdere il resto.
Ad ogni gol della squadra di casa, Zorua e Zoroark fanno letteralmente tremare il pavimento. Giustamente. Tifare non è vietato, ma un po’ di moderazione ci vuole… sotto ci sono i nonni di Karl!
Il primo tempo finisce col Monte Corona avanti per 12 a 10. Sto guardando davvero una bella partita. Mi reclino lo schienale della sedia a rotelle, e chiudo un attimo gli occhi in attesa dell’inizio del secondo tempo. Quando li riapro, lo schermo della TV mostra un punteggio di 22-21 per il Monte Corona.
«Ehm ragazzi… perdonatemi il ritardo ma a me sembrava fossero di meno i gol fatti…»
«Ah, buongiorno! – mi fa mia cugina – Hai dormito come un ghiro!»
Dai… di nuovo?!
«Cosa? Oh cavolo, ma perché…? Comunque… quanto man…»
Zorua si mette a gridare, e Zoroark a fare il suo verso.
«Mi sembra di capire sia finita»
Samanta si mette a prendermi a schiaffetti e mi fa:
«Ma come si può dormire durante una finale del torneo di calcio-canestro?!»
«Uno che è stanco dorme, va bene? Abbiate pazienza. Hanno vinto, no? E allora festeggiamo!»
«Congratulazioni!» fanno Ash e Brock.
Zorua salta a festeggiare sulle mie gambe. Prima che si riducano come la schiena, la abbraccio e la poso per terra. Poi abbraccio Zoroark. Nemmeno il tempo di decidere il da farsi che per strada si comincia a sentire del casino, con petardini, trombette e grida varie. Andiamo sul terrazzo e notiamo che s’è già creato un bel bordello per strada. Zoroark appende lo striscione sul terrazzo, in bella vista. Ci limitiamo a festeggiare dal terrazzo, anche perché la Lucia continua a dire che lì in mezzo non ci scende. Poco dopo, i nonni di Karl ci portano due bottiglie di spumante e perciò cominciamo a bere.
«Mirkho, io te lo dico già ora… datti una regolata ok? Massimo due bicchieri e basta!»
«Senti Giulia… con lo spumante non ci riesco nemmeno ad ubriacarmi, è debole, non mi fa niente!»
«Ah, mica tanto, – interviene Renamon – qui c’è scritto 11 gradi! Con una simile gradazione due bicchieri bastano per metterti le ali, come si suol dire»
«Guarda che non è una Red Bull! Va bene, due bicchierini e basta!»
Meglio fare come mi dice mia cugina, per evitare casini e rotture di palle varie.
«Alla vittoria del Monte Corona!» urla Karl.
Ci tocchiamo i bicchieri e beviamo. Mmmhh, buono ‘sto spumante. Dolce, come piace a me. Mi va bene anche quello secco, per carità, ma tra i due scelgo il dolce, per me è il migliore.
Al termine, subito un altro brindisi. Poi la finiamo lì.
Quando notiamo che la folla è decisamente diminuita, dopo un’oretta, decidiamo di scendere anche noi per strada. Anche stavolta ci facciamo il corso principale, stavolta ricoperto da un sacco di coriandoli, manco fosse carnevale.
«Ragazzi, se volete stare fino a stasera a girare non c’è problema, però dico solo che domani ci si alza presto, visto che l’aereo è alle 10» fa mia cugina.
«Ok» rispondiamo tutti.
Quando passiamo davanti ad un bar, metà del gruppo ci si infila dentro. Pertanto, ci entriamo tutti. Prendiamo solo da bere, non è nostra intenzione rimanerci a lungo. Il bar, poi, è vuoto, sono ancora tutti a festeggiare per strada, e a me i posti vuoti mettono una noia assurda. Quando abbiamo finito di bere, decidiamo di tornare a casa per cena. Renamon stava per aprire quella specie di tenda a fili abbondanti pure nel nostro mondo, ma è costretta a tirarsi indietro perché di corsa entra un Pokémon coi colori della Roma che avevo appena finito di vedere in TV!
«Ma quello…» fa Samanta.
«Sì! È uno dei Pokémon dello Yantaropoli!» prosegue Jacopo.
Quel Pokémon colla gonna rossa ci guarda tutti. Bè, gli altri clienti del bar, quei pochi che ci sono, stanno tutti al piano di sopra.
Subito dopo entra un uomo che va verso quel Pokémon.
«Delphox! Ti ho detto di aspettare, non c’è fretta!»
«E quello… sì, è l’allenatore dell’altra squadra!» fa Renamon.
Dietro quell’uomo compaiono altri due Pokémon, le altre due volpi della squadra. Bene, lo Yantaropoli al completo! La volpe più piccolina si avvicina a noi e comincia a girare in mezzo alle gambe a tutti, mi sale sulla sedia a rotelle dallo schienale e risalta per terra. Si ferma un secondo dal Vulpix della mia ragazza e poi riprende a girare. Quell’uomo sbuffa e fa:
«Fennekin, smettila! Questo è un bar, non un parco giochi! – poi viene da noi – Scusatemi, ragazzi, è un po’ vivace. Spero che non abbia creato problemi»
«Niente affatto, si figuri» fa Giulia.
Io ne voglio sapere di più:
«Salve, non abbiamo mai visto dei Pokémon della regione di Kalos prima d’ora… come ha detto che si chiama?»
«Quello che vi faceva la “festa” è un Fennekin, ed è uno dei tre Pokémon iniziali della regione di Kalos, e le altre due sono le sue evoluzioni. Vi presento Braixen e Delphox!»
Le altre due volpi ci raggiungono, e io tiro subito fuori il Pokédex.
“Fennekin, il Pokémon Volpe. Fa il pieno di energia mangiando ramoscelli ed emette aria calda dalle grandi orecchie a una temperatura di oltre 200°C”.
«Wow. Abbiamo qualcosa in comune. Anch’io ogni tanto mi mangiucchio un ramoscello. Dell’albero di liquirizia però. Davvero un Pokémon carino»
“Braixen, il Pokémon Volpe. Incendia il ramo che ha infilato nella coda grazie allo sfregamento del pelo per poi lanciarsi nella lotta”.
«Un ramo infilato nel… ah ecco, non l’avevo visto. È un ottimo Pokémon, a quanto mi è sembrato di vedere in TV!»
«Sì, tra un sonnellino e l’altro!»
«Giulia, vaffanculo. Stai zitta, coi tuoi commenti hai palesemente rotto!»
Giulia ride. Sì, ridi ridi, aspetta che mi libero dalla carrozzina!
«È un po’ un nome da medicinale eh, senz’offesa»
Braixen fa una faccia un po’ strana.
“Delphox, il Pokémon Volpe. Fissando la fiamma del ramo che ha in mano, aumenta al massimo la concentrazione e può predire il futuro. Grazie ai suoi poteri psichici, può generare un vortice di fiamme a 3000°C col quale avvolge i nemici e li incenerisce”.
«Tremila… porca puttana, tanta roba… e quale fiamma, scusa? Io non vedo…»
Delphox tira fuori un bastone, comincia a rotearlo e immediatamente compare un cerchio di fuoco.
«Aah… ok ok ho visto, va bene, ma tienila lontano da me!!»
«Tranquillo, ragazzo. Delphox è buona come il pane, non fa niente a nessuno»
«Uh, lo spero»
Si fanno anche accarezzare, hanno un pelo molto soffice e liscio. Bellissimo.
Salutiamo e usciamo dal bar, a quest’ora saremmo dovuti essere a casa a far cena, visto che sono le sette e mezza.
Ripercorriamo il corso principale di Coronopoli, e una volta arrivati a casa, in due minuti la tavola è apparecchiata. Cominciamo a gustarci un buon sano piattone di pasta.
«Zorr… arrrkk!»
«Mama vi chiede cosa farete una volta tornati nella regione di Johto»
«Già, diteci, siamo curiosi» fa eco Ash.
Sinceramente… Ash, Brock e Lucinda sono stati con noi tutto il tempo, ma è come se fossero stati assenti… non hanno detto una parola! Peccato che hanno deciso di andare un attimo al Centro Pokémon proprio quando abbiamo incontrato i Pokémon di Kalos…!
«Rientreremo direttamente ad Azalina» risponde Jacopo.
«Lì le Eeveelutions faranno il loro concerto… abbiamo una voglia matta di andare a vederle!» proseguo io.
«Ark?!»
«Avete detto le Eeveelutions?!»
«Sì, Zorua, perché?» fa Samanta.
«Io e mama siamo due fan sfegatate delle Eeveelutions, ed è da tempo che cerchiamo di andare nella ragione di Johto a vederle!»
«Perché, fanno i concerti solo a Johto?» chiedo.
«Eh sì. – mi risponde Ash – Si esibiscono solo nelle regioni di Johto e Kanto. Io sono andato a vederle una volta e vi giuro, ne vale la pena»
«Mama, possiamo andare con loro per vederle? Ti prego!»
Zoroark rimane lì a pensare un po’.
«Eh, se ce l’aveste detto prima avremmo preso i biglietti anche per voi… cioè, vi accompagneremmo volentieri, ma… come facciamo?» fa Giulia.
«Ehi, e se con le loro illusioni si mascherassero da qualche Pokémon e durante il viaggio facessero finta di essere nostri? Può andare?» propone Lucia.
«Ark!»
«Sì, mama dice che può andar bene»
«Perfetto, allora. Verrete con noi a vedere le Eeveelutions» commento battendo le mani.
«Già… si spera che vada bene. Le fate stare nelle Pokéball?» chiede Davide.
«No no ma va… cos’hai capito? Si mascherano da Pokémon piccoli e si sistemano con noi» fa Renamon.
«Ok, abbiamo sistemato i particolari. Tutti insieme ad Azalina. Adesso però mangiamo» conclude mia cugina.
Concludiamo la cena e subito dopo Zoroark prende una piccola valigia. Che roba, hanno appena preso casa e già subito partono. Sì, vabbè, ritornano ma… è comunque un fatto inconsueto.
Guardiamo tutti un po’ di televisione, dopodiché io, Davide e Renamon ci infiliamo nella stanza ospiti, mentre il resto del gruppo se ne va al Centro Pokémon. Che bello essere stati qui a Coronopoli, nel set di uno dei miei film preferiti. Ne è valsa decisamente la pena. Ho conosciuto due Pokémon straordinari in tutto e per tutto, li abbiamo salvati, ci siamo divertiti, abbiamo assistito alle fasi finali del torneo di calcio-canestro… che giornate meravigliose. Ma adesso è giunta l’ora di riprendere il nostro cammino per la regione di Johto, per adesso ci siamo svagati abbastanza. Su, domani ci si alza presto, non a mezzogiorno come al solito. Buonanotte.

FINE
   
 
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