Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: DigiPokeLover    11/08/2017    0 recensioni
Per Mirkho, 17 anni, un ragazzo italiano, è un giorno come gli altri. Ma quel giorno, la sua vita cambiò in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare. Un nuovo mondo... nuovi amici. Amici molto speciali. Un sogno divenuto realtà. Un'avventura da iniziare... un mondo da conquistare. Col sostegno dei suoi amici... ce la può fare!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arceus, Ash, Celebi, Prof Oak, Team Rocket
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Furry | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon The Challengers'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I prescelti Pokémon!
 
stagione 1 episodio 16
 
 
Alle otto di mattina scatta la sveglia. Renamon si offre di aiutarmi nell’alzarmi dal letto, ma non ce n’è bisogno: finalmente riesco senza troppi problemi a far tutto da solo. Certo, un minimo di dolore ancora c’è, ma è trascurabile.
«Sono contenta che finalmente tu stia bene!» mi fa Renamon.
«Già, anch’io sono felice. Era ora! E per fortuna, proprio il giorno della partenza! Non ne potevo più, erano tre giorni ormai!»
«Perfetto. Dai, andiamo in cucina»
Detto fatto. In cucina troviamo Zorua e Zoroark già sveglie. Una veloce colazione a base di tè e un controllino alla casa per verificare che sia tutto a posto.
«Lasceremo le chiavi ai nonni di Karl» fa Zorua.
Decisamente, la scelta migliore.
«E gli altri?» chiede Davide.
«Ci raggiungono qui per le… oh, tra poco, questione di minuti. Sono quasi le nove» gli rispondo.
«Ok. Zorua, Zoroark, tutto pronto?»
Le due volpi annuiscono.
«Bene, in che Pokémon volete trasformarvi? Qualcuno di piccolo e carino, per favore, eh eh!»
«Mirkho, io posso rimanere così?»
«Massì, va bene, basta che non proferisci parola durante il viaggio, ok?»
«D’accordo»
Zoroark si trasforma in un Pikachu.
«Perfetto, perfetto! Scendiamo giù, adesso. Occhio che i nonni di Karl forse dormono ancora»
Scendiamo senza fare rumore, e usciamo dalla porta. Cinque minuti dopo, vediamo arrivare gli altri.
«Bene, siamo tutti qui. Voi tre, vi abbiamo portato le vostre bici»
«Grazie. – rispondo – A proposito… forse era meglio se le mandavamo direttamente ad Azalina, è la prima volta che le usiamo da quando siamo arrivati qui!»
«È esattamente quello che pensavo anch’io»
«Ehi, c’è un altro Pikachu!» interviene Ash, indicandolo.
«No, è Zoroark. Lei e Zorua non hanno il biglietto, e quindi sono d’accordo a far finta di essere nostri Pokémon»
«Ah, ok. Bene. Anche noi partiamo, proseguiamo il nostro viaggio per la regione di Sinnoh. Solo che noi non abbiamo le biciclette, e l’aeroporto sta dall’altra parte. Quindi, ci salutiamo qui»
«Ok. È stato bello passare queste giornate con voi. Buon viaggio» e abbraccio i tre.
Uno a uno, tutti gli altri salutano.
«Anche per noi è stato bello vedervi. Mi raccomando, divertitevi» fa Brock.
Salutando con le mani, i tre se ne vanno.
Noi intanto cominciamo a montare in bici. Faccio avanti e indietro per qualche metro, e mi sembra di poter andare senza problemi. Benissimo.
«Bene, ciao anche a te, Karl. Saluta i tuoi nonni quando si svegliano, e dai loro le chiavi»
«Certamente, Renamon. Buon viaggio. Io rientro in casa, onestamente vorrei riposare ancora un po’, eh eh!»
Karl rientra in casa, e quindi rimaniamo solo noi. Partiamo in direzione idroscalo, e arriviamo dopo una decina di minuti. Facciamo imbarcare le bici, ci convalidano i biglietti e saliamo, sedendoci negli stessi posti dell’andata. No, volevo dire… colla stessa sistemazione! Nessuno ha rotto le palle per i “nostri” Pokémon, e questo è un fatto positivo. L’aereo decolla, lasciando Coronopoli. Zorua s’è già addormentata sulle mie gambe, e perciò decido anch’io di aumentare un po’ le ore di sonno.
Sento degli scossoni.
«Amore, siamo arrivati, dobbiamo scendere! Anche tu, Zorua!»
«Mh? Ooh… aaahhh… già arrivati?»
«Ma tu ti stiracchi così, Mirkho? Sembra che stai facendo karate!»
«Eh sì, Sama. Non va bene?»
«Mah, non ho mai visto nessuno stiracchiarsi in quel modo»
Scendiamo dall’aereo, percorriamo il gate, al magazzino recuperiamo le biciclette e usciamo dall’aeroporto.
«Ok qui c’è una strada… da che parte bisogna andare? A quanto pare anche l’aeroporto di Azalina è totalmente fuori dalla città!» chiede Ylenia.
«Evidentemente in questo mondo gli aeroporti li fanno fuori… bho, non so»
«Davide, anche quello di Miramare è fuori dalla città, li abbiamo anche noi gli aeroporti fuori!» controbatte Jacopo.
«Io suggerirei di andare a sinistra, credo che sia di là»
«Sicuro?»
«Penso di sì, Giulia»
Decidiamo quindi di andare a sinistra. Notiamo che l’aeroporto è subito dietro una collina ricoperta da un fitto bosco.
Proseguiamo per un po’, a un certo punto sentiamo un grido femminile.
«Cos’è stato? Chi è?» chiedo.
«Bho, non so» fa Jacopo.
Risentiamo quel grido, stavolta che chiede aiuto. Ci fermiamo.
«Mi sembra che venisse da dentro il bosco, o sbaglio?»
«Non sbagli, Rena. Guarda: lì parcheggiato ai bordi della strada c’è un grosso furgone. Forse è qualcuno che è entrato nel bosco»
Avvicinandoci, notiamo che subito dietro il furgone c’è un sentiero che si addentra nel bosco.
Mia cugina e l’Yle stavano cominciando a ragionare sul da farsi, ma alla terza volta che sentiamo quel grido, ci addentriamo nel bosco senza pensarci due volte, correndo dopo aver lasciato per terra le bici. Poi, sentiamo un ruggito.
Ad un certo punto, non tanto lontano dal sentiero, notiamo un Ursaring che continuava a ruggire, e una ragazza stesa per terra.
«Ragazzi, andiamo» fa Renamon.
Tiro fuori Riolu, e quando siamo abbastanza vicini, decido di attaccare:
«Riolu, Forzasfera, adesso!»
La sfera stende subito l’orso, che si rialza, ma viene immediatamente colpito dal Tuonoshock del Pichu di Davide. Vedendoci arrivare, fugge via.
«Sta bene?» le fa la mia ragazza.
Quando quella ci guarda, scopriamo che non è umana. La testa è dei colori del Borussia, gialla sotto e nera sopra, con due orecchie a penzoloni.
«S-Sì…»
Da in mezzo alle gambe sbuca una coda gialla con la punta nera. Ha un piede incastrato in una radice d’albero.
«Jaco, tu che sei robusto, prova a rompere ‘sta radice»
«Subito, Mirkho»
Al terzo tentativo la radice cede, e la ragazza si alza in piedi. Non ho ancora capito se è un Pokémon o no.
«Grazie mille, vi devo molto»
«Si figuri, è stato un piacere» le rispondo.
«Datemi pure del “tu”, non c’è problema»
Interviene Davide:
«Perdona la domanda… non ti offendere, ma tu cosa sei? Sei un Pokémon?»
«Sì. A dir la verità mi aspettavo una domanda del genere, non essendo di questa regione. Sono una Helioptile, e vengo da Novartopoli, nella regione di Kalos»
«La regione di Kalos! Sei il quarto Pokémon di Kalos che incontriamo, sai?»
«Sì?»
«Siamo tornati da poco dalla regione di Sinnoh, e lì, al termine del campionato di calcio-canestro, abbiamo incontrato una delle finaliste, lo Yom… Yan…» Davide s’incarta.
«Yantaropoli?» fa la ragazza.
«Sì, mi ero già dimenticato. Abbiamo incontrato i suoi tre Pokémon»
«Ah, interessante. Non seguo tanto quello sport, ma se non ricordo male, la squadra è composta da Fennekin, Braixen e Delphox, giusto?»
«Giusto. Comunque, apparte quelle due ragazze, noi veniamo dal mondo reale»
«Cosa? Veramente? Ma è straordinario! Io devo molto al mondo reale, cavolo, fanno dei cibi straordinari! Ah, non mi sono ancora presentata, il mio nome è Tatiana»
Tutti le stringiamo la mano e ci presentiamo. Dopodiché, ci incamminiamo verso l’uscita del bosco.
«Cosa fate di bello? Siete in viaggio per Johto?»
«Sì, – le rispondo – stiamo giusto riprendendo il viaggio dopo qualche giorno passato a Sinnoh. Siamo appena usciti dall’aeroporto e stiamo andando ad Azalina»
Tatiana si ferma all’improvviso.
«Ehm ragazzi, fatemi capire… siete usciti dall’aeroporto per andare ad Azalina?»
Poi mi guarda incredula.
«Che c’è?»
«C’è che Azalina sta dall’altra parte! Voi stavate tornando a Violapoli proseguendo in questa direzione! Se volevate farvi quasi 300 kilometri…!»
Ylenia inizia ad applaudire.
«Complimenti, fenomeno! Meno male che eri sicuro!»
Non so cosa rispondere… ed ecco che si allunga la lista delle mie figure di merda.
«Scusatemi, ma a nessuno è venuto in mente di usare una mappa? Sicuramente avete un Pokédex, che ha la mappa inclusa»
Mi metto le mani sulla faccia (:facepalm:).
«Sei sempre il solito, Mirkho!» mi fa Giulia.
«Ehi, non fatene un dramma! Guardate il lato positivo, sbagliando strada mi avete salvata!»
«Giusto. Non pensiamoci più, riprendiamo le bici e ripartiamo» fa Renamon, mentre riprendiamo a camminare.
«Ah, siete in bici?»
«Sì. Piuttosto, c’è un furgone parcheggiato là fuori, è tuo, Tatiana?»
«Esattamente, è il mio furgone. E se vi va bene, per sdebitarmi vi offro un passaggio fino ad Azalina, così arriverete prima»
«Grazie! Ma… le bici?» chiedo.
«Nessun problema. Quel furgone è spazioso, un po’ le mettiamo sul tetto, un po’ dentro con voi. Tranquilli, starete comodissimi, sul fondo c’è un tappetino morbido»
«Puoi togliermi una curiosità? Come mai eri nel bosco?» le chiede Lucia.
«Ero in cerca di bacche. Sapete, amo fare le torte alle bacche, sono buonissime, in particolar modo quella alla baccapesca. Solo che… sono una frana, come vedete riesco sempre a finire nei casini, ah ah»
«Siamo in due» le rispondo.
Usciamo dal bosco, e Tatiana afferra subito la mia bici appoggiandola sul tetto, e fa lo stesso con quelle di Renamon, Giulia e Lucia.
«Bene, il tetto è pieno. Visto quant’è alto ‘sto furgone? Devo pure usare una scaletta. Le altre bici stanno benissimo dentro»
Tatiana lega le bici sul tetto ai sostegni con un cavo elastico, poi con le chiavi apre il furgone.
«Ok, passatemi le bici… grazie»
Dopo le bici, salgono gli altri.
«Mirkho, forse è meglio se tu stai davanti. Tatiana, gli è appena passato un brutto mal di schiena, va bene se sta davanti?»
«Certo, non ho niente in contrario»
«Giacché ci sono due posti da sedere davanti, sto io con lui, così lo guardo a vista»
«Esagerata…»
«No, Tatiana, tu non lo conosci mio cugino»
«Ah, siete cugini? Buono… comunque non vedo dove sia il problema, anch’io sono sempre un po’… elettrica, ah ah»
Mi viene da ridere, considerando il fatto che lei è un tipo elettro/normale. Giulia, invece, non fa una smorfia.
Tatiana accende il motore e partiamo.
«Scusa, posso puntare su di te il Pokédex?» chiede lei.
«Va bene, non ho nulla da nascondere»
Giulia tira fuori il Pokédex, ma la voce fa “dati non disponibili”.
«Perché?»
«Forse perché quello è un Pokédex tarato sui Pokémon della regione di Johto, e io non sono di Johto»
«Ma… un momento. Mirkho, quando abbiamo incontrato Keldeo… nemmeno lui è di Johto, eppure il tuo Pokédex è andato lo stesso!»
«Keldeo? E chi è?»
«Uno dei Pokémon leggendari della regione di Unima, ed è anche un nostro amico. Comunque… hai ragione, Giulia, ora che mi ci fai pensare»
«Prova tu, allora»
Ok, vediamo…
“Helioptile, il Pokémon Generatore. Si ricarica assorbendo la luce solare, da cui ricava energia sufficiente per sopravvivere anche senza mangiare per alcuni giorni”.
«Il mio funziona… mistero»
«Ah, non chiedete niente a me, non ne so nulla. Aggiungo però che preferisco cibarmi con una bella e sana piadina piuttosto che con la luce solare»
«Piadina?!» urlano gli altri da dietro.
«Sì, avete sentito bene. Da me, a Novartopoli, c’è una piadineria favolosa, il titolare è di Riccione, lui le piade le sa fare, e io sono una sua affezionata cliente»
«Bè, si dà il caso che anche io e Jacopo siamo maestri della piadina. Siamo di Rimini»
«Rimini?! Maddai, che bello… quello della piadineria mi ha fatto vedere moltissime foto di Rimini, è una città favolosa! Quando ci tornerete fatemi un fischio, vorrei venire con voi!»
Jacopo mi tocca una spalla e in un orecchio mi fa “invitiamo alla cena anche lei?”. Io gli rispondo “sì, facciamo che invitare tutto il mondo dei Pokémon!”
«Mh? – fa Tatiana – Mi sono persa qualcosa?»
«No, no… Jacopo voleva sapere come ti piace la piadina. Insomma, la tua farcitura preferita»
«Ah… bè, la amo con rucola, squaquerone e prosciutto crudo. Non mi tirerei mai indietro»
«Bene. E poi, visto che vorresti venire a Rimini… ti va di unirti ad una cena che faremo il 21 là?»
«E me lo chiedi? Accetto volentieri! Scrivo il mio numero di InterPoké, così mi avvertite e troveremo un modo per organizzarci»
Tenendo il volante colle orecchie (figo!), scrive qualcosa su un foglietto e me lo dà, io poi lo metto nel portafogli.
«Bè, ora penso che il cortile dell’Ylenia non basti più, siamo… allora, 8, 9, 10, 11… con te, Tatiana, siamo in 13, credo, perché ci sono degli altri nostri amici»
«E vabbè, lo spazio lo troviamo sempre! Eh eh»
«Mi sa che siamo in più di 13, c’è il resto della nostra classe! Però abbiamo la comodità di essere in una via chiusa» fa Giulia.
«Una via chiusa? Perfetto, questo faciliterà tutto. A quanto mi sembra di capire, ci sarà parecchia gente»
«Già»
Sento vibrare il Pokédex, che tiro fuori subito. Un messaggio? Vediamo…
“Ci siamo dimenticati di spiegarti perché sei stato scelto e di enunciarti in cosa consiste il compito di Prescelto Pokémon. Fermati al luogo indicato sulla mappa, per favore. Dialga e Palkia”
«Uh, meno male che se lo sono ricordati… meglio tardi che mai»
«Cosa?» mi chiede Giulia.
«Guarda mo’» e le faccio leggere il messaggio.
«Ah… interessante»
Giulia lo legge perché sul Pokédex ho impostato la nostra scrittura, niente di speciale.
«Di che state parlando?»
«Niente, Tatiana… si tratta di una faccenda che non ho ancora capito, riguardo alla mia presenza in questo mondo»
«Perché, qualcosa non va? Hai fatto qualche casino?»
«No, niente. Solo un paio di chiarimenti, tutto qui»
Andiamo avanti per 10 minuti, fino a quando, mentre sto giocando col cellulare, Tatiana fa:
«Uh ragazzi, guardate là, non sono Dialga e Palkia quei due giganti?»
Alzo la testa.
«Ehi ehi ehi Tatiana accosta, accosta dove sono loro, subito per favore!»
«Perché? Vuoi andare a vederli? Non capisco»
«Sono loro quelli che mi devono fare i chiarimenti! Cazzo manco ho visto la mappa, se lo sanno mi fanno fuori… meno male che sono grossi e si notano subito!»
«Va bene, va bene»
Scendo, e senza correre non troppo veloce cerco di raggiungerli. Dalla sabbia intuisco che siamo a ridosso del mare. Bel posto che hanno scelto.
«Dialga, Palkia, eccomi qui!» urlo, presentandomi davanti a loro.
«Ciao, Mirkho. Siamo contenti di rivederti. Tutto bene?»
«Benissimo, grazie»
«C’è anche una prescelta di Digiworld con te, se non erro»
«Sì, è con me. Rena, vogliono anche te, muoviti»
«Sono qui, sono qui. Salve»
«Buongiorno a te. Siamo contenti che siate entrambi qui. Vorrei cominciare col dire una cosa a te, Renamon»
«Ah... tutto a posto, nulla di che»
«Lo sappiamo, volevamo solo chiederti se è andato tutto bene»
«Sì… è andata bene. Ho incontrato Mirkho e ci siamo ufficialmente fidanzati»
Ma di che stanno parlando? "Andato tutto bene"? Si riferiscono al fatto che non è successo niente per via del fatto che mi è finita in casa?
«Ah, congratulazioni a tutti e due. Ma adesso passiamo alle cose serie. Se intanto i vostri amici volessero andare a fare un giro lo possono fare, è richiesta la presenza solo di voi due»
Mi siedo e mi guardo intorno, e nessuno sembra aver intenzione di andare. Sono tutti interessati.
«Allora, Mirkho e Renamon. Voi due possedete un titolo chiamato Prescelto Pokémon, che vi dà l’autorizzazione all’accesso in questo mondo abitato anche da Pokémon. A Renamon avevamo già spiegato qualcosa, ma per sicurezza chiederei lo stesso di stare attenti, perché è importante. Il metodo di selezione è il seguente: vengono scelte due persone per ogni città del mondo reale che abbia una certa importanza, ogni 10 anni»
«10 anni? Così tanto?»
«Sì, andiamo a decenni. Per esempio, tu sei uno dei due prescelti di Rimini del decennio 2010-2020, e nel decennio successivo ne verranno scelti altri due. Chi viene scelto deve avere una propria passione per i Pokémon, e deve credere fermamente nella loro esistenza, che poi come avete avuto modo di verificare, è reale. Ma tu, Mirkho… c’è un altro motivo per cui sei stato scelto. Che tu ci creda o meno… i tuoi antenati sono originari di questo mondo»
«Cooosa?!» urliamo tutti.
«È la verità. Risale tutto a circa 1000 anni fa. I tuoi antenati vissero nella regione di Hoenn prima di trasferirsi definitivamente nel mondo reale»
«Ecco perché non si trova nulla sui miei antenati in giro… ma proprio niente!»
Assurdo… ma Dialga e Palkia non dicono bugie… è incredibile… io sarei dunque originario della regione di Hoenn? Quella che tra l’altro mi piace di meno!
«Dobbiamo dirti che la tua selezione era già stata decisa nel 1998, perché già allora mostravi un amore per i Pokémon fuori dal comune, solo che abbiamo aspettato che crescessi un po’. Ovviamente ha gravato il fatto della tua origine di qui»
«Ok, ho capito»
«Il tuo compito, come quello di tutti i Prescelti, è quello di proteggere e garantire la sicurezza dei Pokémon, costi quel che costi. Voi due pensate di essere in grado di svolgere questo compito?»
Io e Renamon ci guardiamo.
«Certo, ne siamo in grado!» e ci diamo un cinque.
«Bene. Di contro, però, abbiamo da dire che voi due siete quelli, che tra tutti gli svariati mondi che esistono, ci avete creato più grattacapi»
«Eh?»
«Sì, come ho già detto, i Prescelti devono proteggere i Pokémon, e tu, Mirkho, fin da quando possiedi il tuo Riolu, non hai fatto altro che sbandierare l’esistenza dei Pokémon ai quattro venti, e questo non va bene! Te ne rendi conto delle conseguenze, nel caso la situazione sfuggisse al controllo?!»
«Sì… me ne rendo conto, e mi dispiace»
«Va bene che sono tutti tuoi amici di fiducia, ma va comunque contro le regole. E tu, Renamon… cavolo, lo sai che non sei umana? Come puoi pensare di poter andare in giro da sola per un mondo popolato da soli umani senza pensare che ti capiti qualcosa?!»
«Lo so… Mirkho me l’aveva già detto… e ho promesso che non l’avrei fatto più se non con lui»
«Ok. Al momento siete giustificati, perché le regole non vi erano state ancora spiegate essendocene dimenticati, ma se i fatti si dovessero reiterare, potreste subire la revoca del vostro titolo di Prescelti Pokémon»
«Lo si può pure revocare?!»
«Certo, Renamon. E uno che si vede revocare il titolo di Prescelto, non può più accedere a questo mondo, e quindi gli viene ritirata la medaglietta dimensionale che ogni Prescelto Pokémon possiede!»
«Va bene. Chiediamo nuovamente scusa, e giuriamo fedeltà al nostro titolo»
«Bene. Confido nella vostra buona fede, e pertanto vi auguriamo ancora una volta che in questo mondo vi possiate divertire»
«Dialga, Palkia, scusatemi, – fa mia cugina – vorrei chiedere una cosa… è riguardo al Pokédex. Non so se posso chiederlo a voi, ma… come mai quando volevamo sapere qualcosa sui Pokémon non di Johto, quello di Mirkho andava e i nostri no?»
«Ah, quello… semplice, ragazza, il Pokédex completo spetta esclusivamente ai Prescelti Pokémon, quindi rivolgetevi a loro se serve»
«Ok, ho capito, grazie dell’informazione»
«Prego. Ah, lasciatemi dire un’ultima cosa. Le medagliette dimensionali sono utilizzabili esclusivamente dai Prescelti Pokémon, non funzionano in altre mani»
«Bene, abbiamo capito. Ah, una cosa… chi è l’altro Prescelto di Rimini?»
«Si tratta di una ragazza che tu conosci, ma non possiamo dire nulla di più. Abbiamo finito. Vi saluto, è stato un piacere parlare con voi. Vi lascio alla vostra avventura, alla prossima»
Momento…! Una ragazza che conosco?! Non sarà mica la Silvia, vero?! Sono giorni che è irrintracciabile...!
Dopo che li salutiamo tutti, i due si alzano in volo (come caspita fanno non lo so) e si allontanano.
«Ok, Tatiana, possiamo riprender… ma ti sei messa a prendere il sole?!»
«Mh? Avete finito?»
«Sì, ma… in che stato sono le tue orecchie?!»
Tatiana era lì, dieci metri più in là, in bikini e con le orecchie… come dire… aperte?
«È tutto a posto. Le apro così per assorbire la luce. Per farla breve, sono due pannelli fotovoltaici. Se c’è occasione per un po’ di tintarella, sono sempre in prima linea. Dai, mi vesto e andiamo»
Riprendiamo subito la marcia.
«Saremo ad Azalina fra meno di mezz’ora. Sono venuta qui a Johto per vedere il concerto delle Eeveelutions, dopo mesi passati a trovare un’occasione per andarle a vedere»
«Anche tu per le Eeveelutions? Siamo insieme, allora» rispondo.
«Wow, staremo tutti quanti a vederle dal terrazzo del Centro Pokémon. Si esibiscono nella piazza centrale della città»
«Non le abbiamo mai viste cantare. Non è moltissimo che siamo in questo mondo»
«No? Peccato, non sapete cosa vi perdete. Purtroppo ho dimenticato i loro CD a Novartopoli, ah ah, sennò ve le farei ascoltare volentieri… sono una vera frana a fare le valigie, perdonatemi, metà della roba la lascio a casa ih ih»
«Scusa, Tatiana, – fa Lucia da dietro – come mai da dove vivi tu ti sei portata un furgone?»
«No, non me lo sono portato. In teoria non è proprio mio, l’ho noleggiato da un’officina della periferia di Azalina. Visto che sono una gran maniaca dello shopping (e non penso che questo sia un mistero, ah ah), finisco sempre col comprare un sacco di roba, così uso un furgone per tenere tutto»
«Certo che se una arriva ad usare un furgone per lo shopping siamo messi male» commento.
«Ih ih, non sei il primo che me lo dice, Mirkho. Prima di te, me l’avrà già detto tutta Novartopoli! Ah, piuttosto, voi state comodi là dietro?»
«Non si sta male, per niente. È tutto ok»
«Bene, sono contenta. Venti minuti o poco più e siamo a destinazione. Speriamo di non trovare tanto traffico, sennò non arriviamo più»
«Per ora sembra non esserci quasi niente…» commenta mia cugina guardando in giro.
«Sì, oggi è così, ma sapete com’è… io non sono l’unica patita della tintarella, siamo in estate, e Azalina è una nota meta turistica, come la vostra Rimini, per questo un po’ di paura ce l’ho»
«Ah, tu non sai quello che capita d’estate nell’autostrada che passa sopra Bologna… una bolgia!» le faccio.
«Non so che zona è, ma… immagino. Vi è mai capitato di rimanere imbottigliati seriamente nel traffico?»
«Ah, guarda, non farmici pensare… una volta è successo, sarà stato tre o quattro anni fa, tornavo da una vacanza nel nord Italia, in tre o quattro si sono cappottati poco dopo Parma, sono rimasto intasato in una coda di 8 kilometri»
«Cosa?! Sul serio, Mirkho?»
«Sul serio. Non sto scherzando. Sono rimasto fermo dalle 9 e mezza di sera fino quasi a mezzanotte… non vorrei mai rivivere più una cosa del genere»
«E lo credo… solo a pensarci mi viene il terrore… io fortunatamente, in quelle poche volte che viaggio, trovo sempre code di poco conto… e ogni volta prego Arceus che non capiti niente»
Passa qualche minuto.
«Mirkho, Renamon, fatemi capire… questi Prescelti Pokémon sarebbero persone del mondo reale ammesse a visitare questo?» chiede Tatiana.
«Se vogliamo semplificare al massimo il concetto, possiamo dire che è così, – le rispondo – anche se una cosa ancora non l’ho capita… perché attuano questa selezione? Cosa significa? Vogliono forse dare un’opportunità agli amanti dei Pokémon residenti in altri mondi?»
«Ah bho… comunque io penso sia una cosa positiva. Chi ama i Pokémon ha il diritto di averci a che fare»
«Non c’è dubbio, ma… un’altra domanda è: quanti mondi esistono? C’è il nostro, questo, Equestria e Digiworld… e sono quattro. Ce ne saranno altri?»
«Non chiedetelo a me… io sapevo solo del mondo reale, nient’altro. E ad essere onesta, di astronomia non ci capisco un tubo»
«Mmmhh… non penso si tratti solo di astronomia, un’altra cosa che penso, non so se c’entra o meno, è che Einstein aveva ragione, lui aveva ipotizzato l’esistenza di portali dimensionali, e oggi si pensa che i buchi neri nello spazio siano scorciatoie verso altri universi»
«Parli arabo con me… però devo ammettere che sembra interessante, è bello sapere che esistono altri mondi»
«Ragionandoci sopra, poi… credo che i passaggi che i Prescelti usano per viaggiare da un mondo all’altro siano in qualche modo un derivato minore dei più grossi e pericolosi buchi neri, perché anche in quelli viene risucchiato tutto quello che c’è intorno e non si vede un fico secco all’interno»
«Sarà… ad ogni modo, perché vi sento sempre parlar male del mondo reale?»
«Guarda… penso che te accorgerai presto. Magari fosse perfetto come lo descrivi te…»
«Ha qualcosa che non va?»
«Tutto. In pratica, tutto. Sono davvero poche le cose piacevoli»
«Il calcio è una di quelle?»
«Ah Tatiana… certamente, anche se dopo l’ultimo campionato avrei fatto meglio a nascondermi. Ma come cavolo si fa… bisogna attuare un suicidio collettivo per arrivare settimi due anni filati!»
«Sei juventino?»
«Sì, perché? Che vuoi dire?»
«Io seguo sempre il campionato italiano, e sono una tifosissima juventina»
«Wow, Tatiana… benvenuta fra noi!»
«Grandi, ragazzi. Io comunque continuo a sperare che uno scudetto lo ritorniamo a vincere un giorno»
«Ah guarda… io ho quasi perso la speranza… hanno cambiato allenatore per l’ennesima volta, adesso è arrivato questo Antonio Conte che sinceramente conosco poco»
«Io non lo conosco per niente… mi hanno detto che è un ex giocatore, poi bho…»
«Vabbè, vedremo»
Tatiana prende un’altra strada.
«Ehi… sicura che è la strada giusta?» le chiede Giulia.
«Sì, è una scorciatoia. Tranquilli, non è la prima volta che faccio ‘sta strada. Risparmieremo qualche minuto di st… oh cazzo!!!»
Stavo per chiederle qual era il problema quando inchioda di botto, e la mia testa finisce contro il cruscotto nonostante avessi la cintura. Sento Tatiana commentare:
«C’è qualcuno lì a terra…!»
«M-Ma che creatura è quella?!» fa mia cugina.
 
FINE
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: DigiPokeLover