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Autore: serriii90__    02/06/2009    1 recensioni
Katia, una ragazza popolare, famosa in tutto il suo paese; viziata, vanitosa, ricca e superficiale. Un giorno per caso, avrà uno "strano" incontro con Mike, un ragazzo come tanti. Un ragazzo misterioso che le farà cambiare prospettiva di vita... Eccomi con un altra FF ^^. Questa è la seconda per me e spero che piaccia quanto la prima...come sempre, spero che siate gentili e clementi ^^.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo. Si le descrizioni le faccio tranquille, solo che Katia è leggermente terrorizzata per pensare..ihih. Buon capitolo. silvietta <3

CAPITOLO 1

Mi stavo per risvegliare intontita, persa... non sapevo neanche perchè stavo dormendo.
Sentivo delle voci, ma non sapevo se facevano parte del sogno. Probabilmente si, perchè erano voci a me sconosciute.
- Sei proprio un novellino...-
- Papà, senti non abbiamo mai fatto una cosa del genere. E poi perchè proprio a me dovevi farlo fare? Lo facevi tu...-
Che cosa dovevano fare sti qua? Oddio, non ci capisco più niente. Volevo svegliarmi ma gli occhi non si aprivano.
- E come hai fatto dopo?- continuava la voce curiosa.
- Mi è svenuta fra le braccia... e l ho presa in braccio, no?-
- A me sta venendo un dubbio: non è che troppo sonnifero...-
- Ma no, che cazzo dici...-
- E allora perchè non si sveglia?-
Oddio stavo morendo? No, ti prego.
Come avrebbe fatto il paese intero senza una stella come me? Come avrebbe fatto la mia famiglia?
Avevo una vita bellissima, perchè devo morire? Perchè..no è ingiusto! Mondo crudele...
Ce la misi tutta per trovare gli occhi e, sforzandoli, li aprii lentamente.
Vidi una figura nitida di fronte a me; 2 occhi ghiacciati che mi fecero paura a primo impatto. Mi tirai su di scatto e indietreggiai con il cuore che voleva fuoriuscire dal petto per lo spavento.
- Ehi stai calma- disse l uomo. La sua voce mi sembrava più una minaccia che un conforto.
Cominciai a tremare guardandomi intorno a occhi sbarrati.
Dove caspita mi trovavo?
Avevo appena dormito su una squallida sottiletta di brandina, tutto intorno a me sembrava vecchio e marcio. Sporco, polveroso, arrugginito... sono all inferno!
- D..dove mi trovo?- sussurrai appena, poichè la voce non riusciva ad uscire.
I 2 si guardarono negli occhi poi quello dagli occhi ghiacciati rivolse a me il suo magnifico sguardo ipnotizzatore.
- Sei a casa nostra- lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Chi siete?- continuai tremando.
Sospirarono.
- Non possiamo dirtelo...-
- Perchè sono qua, cosa volete da me?-
- Tu ci servi- mi fece paura il modo in cui lo disse. Con quella voce bassa, sembrava un ringhio minaccioso. E quegli occhi ti mettevano in soggezione, tanto da spaesarti completamente.
- A cosa?- sussurrai.
Il ragazzo abbassò lo sguardo e fece cenno al papà di andarsene.
- Si, figliolo. Tu ci capisci di più. Stai con lei...- disse amareggiato uscendo dalla porta di legno.
Guardai quegli occhi di fronte a me e cominciai a piangere.
- Hai fame?- cambiò discorso.
Si alzò dal mio letto passandosi una mano tra i capelli neri disordinati. Aveva un gran bel fisico scolpito sotto la sua maglietta blu aderente, abbronzato, e quegli occhi così attraenti e spaventosi allo stesso tempo.
Mi incantai per un momento. Credo, sia il ragazzo più bello che abbia mai visto...
- Forse la principessa, non gradisce il cibo dei poveri?- constatò scocciato.
Scossi la testa a quelle parole. Il mio rapinatore aveva anche voglia di scherzare?
Aggrottai le sopracciglia in un espressione di superiorità.
- Se sei tanto scocciato, perchè non mi riporti a casa?- mi alzai dal letto.
La paura stava cominciando a svanire. E le lacrime cedevano il posto all irritazione. Dopo tutto se volevano farmi del male, potevano farmelo fin da subito no?
- Finalmente parli, credevo che il gatto ti avesse mangiato la lingua- ridacchiò.
I suoi denti bianchi e splendenti luccicavano nel buio.
Mi avvicinai a lui, furiosa. Nessuno mi aveva mai trattato in quel modo.
- Chi ti credi di essere? Eh, sciocco impertinente!?-
- Mi fai tanta paura... Ops ops...- si portò una mano alla bocca, fingendo una maschera di terrore.
Cerca di contenerti Katia. Tu sei una signorina e non ti abbassi ai suoi livelli.
Ritornai seria. Mi accasciai per terra portandomi le ginocchia tra le braccia.
- Portami a casa, ti prego...Io cosa ti ho fatto? Perchè mi state facendo questo?- ritornai a piangere per la nostalgia.
In fondo, io non sapevo niente di questi tizi, non sapevo cosa avevano intenzione di farmi. Magari volevano sembrare gentili, ma in realtà erano cattivi.
Il ragazzo non mi rispose. Continuava a scrutarmi con quell espressione da killer. Lo sguardo più micidiale che avessi mai incontrato...
- Ah forse ho capito!- mi brillò in testa un idea.
E ritornai a sorridere come una cretina, asciugandomi il viso.
Mi guardò curioso, con un sopracciglio alzato.
- Se vi faccio un autografo, oppure volete farvi vedere con me? Lo faccio volentieri...- mi alzai convinta, ritornando a sperare - Poi mi lascerete andare, vero?-
Scosse la testa divertito. Poi scoppiò in un risolino maleducato.
Mi arrabbiai di più.
- Cosa ridi, maleducato che non sei altro!- mi girai offesa.
- Questo non è un gioco, principessa...-
Le mie speranze svanirono come un sogno di cristallo, fatto in frantumi da un calcio prepotente.
- Come?-
- No... non vogliamo tuoi autografi, ne foto con te...di te non ci interessa. Sei nostra prigioniera, vogliamo i tuoi soldi-
Quella frase mi mozzò il respiro. " Sei nostra prigioniera". Cominciò a girarmi la testa fortemente, la vista si stava annebbiando e sentivo il cervello accaldarsi ogni secondo di più.
Caddi all indietro ma il ragazzo mi prese tra le sue braccia.
- Ehi, non sei un avventuriera vero?-
Mi posò sul letto, gentilmente poi mi diede uno schiaffetto per farmi riprendere.
- Lasciami!- gli schiaffeggiai la mano.
- Come ti sei permesso?- mi alzai nuovamente dal letto.
E' stato un calo di pressione.
Tornai a respirare normalmente, portandomi una mano sul cuore.
- Cazzo, io ti salvo la vita e tu mi schiaffeggi...- si arrabbiò anche lui.
- Mi hai salvato la vita? Che coraggio hai stronzetto? Mi rapisci e poi mi salvi la vita? Ma da dove sbuchi!- calciai il letto, facendomi male al piede.
- La bimba pizzica con le parole...credevo fossi una principessa. Le principesse non sono maleducate- si avviò verso la porta.
Grrrrr che nervoso mi faceva salire questo cretino!
- E adesso dove vai?- gli chiesi atona.
- Vado via...ti lascio qui da sola.-
- No ti prego, liberami! Lasciami andare, per favore.- lo supplicai terrorizzata.
- Mi dispiace devo andare...so che ti piaccio e che vorresti stare qui con me, ma io ho altro da fare.-
Vorrei stare li con lui? Oddio, voleva prendere le botte sul serio questo!
Mi lasciò con un " ciao mostricciattolo" e si chiuse la porta alle spalle, girando la chiave nella toppa.
Io tirai invano una scarpa contro la porta.
Poi cominciai a frugare nella stanza, un qualcosa per uscire. Una forcina, un cacciavite, qualcosa per spaccare il legno...niente. Non trovai niente.
C era un telefono, ma il filo è stato tagliato.
Mi buttai su quella specie di sottiletta e cominciai a piangere.
Quando mi lasceranno andare? Cosa vogliono da me? Perchè proprio io, perchè non Mimi? Io non avevo fatto niente.
Con queste continue domande in testa, mi addormentai nuovamente sognando gli occhi ghiacciati del mio affascinante rapinatore.

  
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