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Autore: vllblack    08/02/2017    1 recensioni
Ora per Dean era tutto diverso – Dean stesso, era diverso.
Mai in vita sua avrebbe pensato di poter diventare ciò che lui più odiava al mondo: un demone.
Ma quello di cui Dean aveva più paura oltre al riflesso nello specchio era di come – ora, Castiel lo avrebbe guardato.
 
"Mi sorprende il fatto che dopo tutti i demoni che abbiamo affrontato – e con un angelo nell'altra stanza, tu possa ancora – e io ne dubito, credere che io dorma" scrollò le spalle, oltrepassando il fratello e andando a prendere una birra fresca fresca nel frigo.
Sam sospirò, accidenti.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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5;
Drunk and free

 
angolo autrice;
i'm sorry se il capitolo fa schifo (almeno, a me fa schifo!)
ma è di passaggio giurogiurogiuro! Volevo farvi giusto capire
le emozioni e la psiche di Dean, cosa prova..
Un pò anche degli altri personaggi
e poi BOOM
Colpo di scena alla fine
Crowley è perfido ahaha
Però quel diavoletto io lo adoro!
Anyway PERFAVOREEEE RECENSITEEE
Vorrei TANTOTANTOTANTO sapere cosa ne pensate:(
Detto ciò, have fun!

 

Erano passate tre settimane da quando Dean era scomparso e Sam, in quei 24 giorni, era riuscito ad evocare più di quindici demoni. Quindici demoni di cui, neanche uno, era riuscito a dirgli dove cazzo fosse suo fratello.

Non si era mai sentito così perso, così inutile quanto in quel periodo.
Dean lo sapeva che lo avrebbe cercato perchè era elementare: lui spariva e Sam si dannava, pur di trovarlo. E viceversa.

Aveva scoperto della fine che aveva fatto il proprietario del caso che avevano cominciato assieme: pestato, sanguinante e in fin di vita.

Alla fine non rimase sorpreso del modo in cui Dean l'avesse conciato, ma del fatto che gli avesse permesso di vivere.

Aveva poi concluso quel caso del Minnesota con Castiel nel giro di pochi giorni: era un Buraq, una creatura che si nutriva dei liquidi presenti nel corpo degli esservi viventi e si annidava ovunque ci fossero correnti d'acqua, e il metodo più ragionevole che avevano usato per ucciderlo fu quello dell'affogamento. Semplice ma efficace.

Castiel a momenti pareva più affranto e disperato di Sam per la scomparsa improvvisa del cacciatore, lo cercava in ogni dove e tentava invano di invocare Crowley che ovviamente, anche di lui nessuna traccia.

In certi istanti Sam sentiva la speranza scivolargli via dalle mani; Le volte in cui pensava di essere a così poco dal poterlo trovare, lui improvvisamente non c'era più.

Era riuscito a rintracciare la sua amata baby, parcheggiata davanti ad un locale scadente nel bel mezzo del nulla. Nel bel mezzo del nulla ma con ben dieci vittime, si ricordò. Tutte uccise con colpi fermi, decisi.

Sì, aveva fatto una strage.

E lì capì effettivamente cosa avesse in testa Dean tutto quel tempo: sangue.

Questo è un avvertimento” aveva letto Sam, sulla finestra che dava al parcheggio, “Non cercatemi” aveva finito Cas. Ma come poteva Sam, non cercarlo?

E come poteva Castiel, lasciarlo andare?

Pretendeva troppo. Non poteva semplicemente andare via senza alcuna spiegazione, senza averci minimamente provato a farsi realmente aiutare.

Magari sì, magari Sam non capiva che fardello si portasse dietro il marchio ma sapeva benissimo cosa volesse dire dolore, sete di vendetta. Sangue demoniaco.

E nel periodo in cui Sam non voleva farsi aiutare era stato proprio Dean a farlo ragionare, a fargli capire che e che cazzo Sammy, stai mandando tutto al diavolo! Tu sei più di questo, noi – noi siamo più di questo!

Ora toccava a lui. Ora Dean era perso – più di qualsiasi altra volta e Sam, Sam e Castiel erano gli unici che potevano rinsavirlo.

Con le buone o le cattive, Dean sarebbe tornato.

 

“Dean” fece una pausa Sam, bagnandosi le labbra, “E' il trecentocinquantesimo messaggio che ti lascio in segreteria. Probabilmente non lo ascolterai come non hai ascoltato tutti gli altri perchè sicuramente avrai già buttato il telefono da qualche parte. Ma ehi, la speranza è dura a morire” ridacchiò, tra sé e sé, “Mi manchi Dean. Manchi a me e a Cas, sono arrivato anche al punto di pregarti di tornare perchè mi sento davvero perso” scosse il capo sentendo gli occhi pizzicare. Diavolo, era suo fratello! “Quindi.. sì, ti prego torna Dean, torna e sistemeremo le cose insieme. Come abbiamo sempre fatto” e poi buttò giù, sapendo benissimo di aver parlato da solo.

Nel momento esatto in cui Sam appoggiò il telefono sul tavolo totalmente incapace di poter trattenere tutta quella rabbia, malinconia e disperazione – scaraventò la birra contro il muro lasciando che il rumore dei cocci di vetro che si frantumavano violentemente echeggiassero per tutto il bunker.

“Sam” la voce di Cas lo risvegliò da quella ira incontrollata e, con il volto rigato dalle lacrime, si voltò.

L'angelo sospirò e gli andò velocemente incontro, “Lo troveremo” sussurrò prima di stringerlo in un abbraccio.

Appena il cacciatore si trovò circondato dalle esili – in suo confronto – braccia, cedette e si lasciò andare al vero dolore che si celava dentro il suo cuore.

Non c'era alcun Sam senza alcun Dean.
“Lo troveremo, te lo prometto” mormorò ancora, “Farò tutto ciò che è in mio potere pur di trovarlo”

E per Castiel voleva a dire morirò pur di trovarlo, e sì, Cas lo avrebbe fatto.

Appariva tenace, impavido e con tutto quel casino sotto controllo ma la verità era che anche Castiel stava cadendo a pezzi, non aveva mai sentito così tanto la mancanza di Dean da quando se ne era andato, è vivo si ripeteva ogni secondo, l'importante è questo ma nonostante fosse vivo e anche molto molto forte Castiel voleva vederlo, toccarlo per provare effettivamente che non era tutta la sua immaginazione.

Dov'era? Cosa stava facendo? Chi altro stava uccidendo assieme a Crowley?

Ma soprattutto, perchè stava facendo tutto questo?

 

E Dean una risposta ce l'aveva: eccome se ce l'aveva.

Scagliò un altro pugno all'angelo davanti a lui e un ghigno insolente gli contornò il viso, “Allora, che mi dici di dove si trova la vostra adorabile porticina per arrivare ai pani alti?”

Io non – ” ma l'angelo non riuscì neanche a finire la frase che Dean lo gettò nuovamente a terra e afferrò la spada che aveva in possesso per poi portarla alla sua gola, quanto era gratificante, “Fossi in te parlerei velocemente”

“Dianne! Dianne!” urlò l'angelo, disperatamente.

“Dianne chi?” ringhiò Dean spingendo l'arma affilata contro la sua giugulare.

“Lennon! Dianne Lennon! E' il nome del suo contenitore!”

A quel punto il cacciatore allontanò lentamente la lama dall'angelo e si alzò, scrollando le spalle, “E sai dove posso trovare questa Dianne?”

L'angelo tirò un sospiro di sollievo pensando davvero di averla scampata grossa, poi scosse il capo, “No, no – lei è.. è molto difficile da trovare” deglutì pesantemente.

Mh” mugugnò Dean, “Va bene ti credo” si voltò e sorrise, “Ma in questo caso saresti inutile. E sai cosa faccio alle persone inutili?” chiese ovvio. Certo che lo sapeva!

Successivamente un urlo straziante e di profonda angoscia echeggiò per tutto il capanno e Dean, davanti a quelle urla tormentate, non poteva fare altro che beffarsi.

“Cos'è, il quinto? Il sesto?” domandò Crowley, comparendo improvvisamente alle spalle di Dean con una faccia disgustata mentre osservava il corpo ormai senza vita dell'angelo.

Il cacciatore si voltò, seccato “Potrebbe essere anche il il decimo o il ventesimo o anzi, il centesimo che non me ne importerebbe nulla” scrollò le spalle e oltrepassò l'uomo andando ad appoggiare la lama angelica su un tavolino, “Finchè non trovo Metatron il numero delle vittime continuerà a crescere. Ancora, ancora e ancora

Crowley con l'occhio seguì la sagoma di Dean e ridacchiò, “Davvero spietato, lo ammetto” si stiracchiò leggermente e “Magari è per questo che andiamo così d'accordo”

A quelle parole Dean si pietrificò, sorrise leggermente e si voltò verso il Re dell'Inferno, “Non penso che tu abbia ancora capito le mie intenzioni” posò l'arma e con tremenda calma si diresse verso Crowley, “Vedi, io e te non siamo amici e mai lo saremo. L'unica cosa che mi spinge nel stare al tuo fianco è l'esercito di demoni che ti leccano il culo dalla mattina fino alla sera e di conseguenza mi torni utile” si passò la lingua sulle labbra, “Ma ciò non vuol dire che non possa riuscirci da solo. Tu non sei essenziale per me, Crowley”

“Bene” sentenziò ferito, “Ora che ci siamo dichiarati amore eterno possiamo anche tornare al nostro lavoro” e con uno schiocco di dita sparì, nuovamente.

Dean lo guardò evaporare via abbastanza fiero del fatto che era riuscito a piegare anche il Re dell'Inferno, ormai da settimane cercava di entrare nelle sue grazie ma il disprezzo e la colpa che addossava a Crowley era troppa – anche solo per scambiarsi civilmente due parole.

Il rumore del telefono lo riportò alla realtà, rapendolo nuovamente dai suoi continui pensieri che si rincorrevano ogni volta che rimaneva solo per più di dieci secondi.

Sammy.

Portò il telefono all'orecchio e ascoltò le disperate preghiere del fratello per riportarlo indietro. Ridicolo.

Dean non poteva, non avrebbe neanche voluto. Era una menzogna, un obbligo che lui non sarebbe riuscito a mantenere: era troppo, troppo difficile.

Tornare come se nulla fosse alla sua vita dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che aveva fatto.. no, se non l'avesse ucciso la cura allora ci avrebbero pensato i sensi di colpa. Dean sapeva esattamente come sarebbero andate le cose: una volta ucciso Metatron avrebbe dato la caccia a Crowley.

Rincorrere la vendetta era l'unica cosa che – in quella circostanza, poteva fare.

Scacciare via tutte le cose brutte della sua vita e finalmente dare un qualche valore a tutte le persone morte.

Sì, Dean lo avrebbe fatto. E una volta data pace alla sua dannazione – sarebbe morto, morto come diceva lui però.

 

*

 

Onestamente Dean odiava il karaoke, odiava anche quei sudici bar puzzolenti dove i mariti si nascondevano dal loro ormai fallito matrimonio e – per giunta, ci provavano con le bariste minorenni e sottopagate.
Come se non bastasse, poi, l'alcool faceva davvero schifo.
Ma Dean voleva bere, voleva ubriacarsi fino a non riuscire neanche a reggersi in piedi. Per questo, dopo la quindicesima birra e due cocktail accompagnati da tre cicchetti disgustosi, si era ritrovato sul palco: ubriaco e stonato con un microfono che
manco funzionava.

Dai, amico, scendi giù!” gli urlò uno dei tanti ospiti insoddisfatti dalla performance audace del cacciatore.

Dean, in tutta risposta, gli fece vedere il dito medio e completamente disinteressato dai pareri degli altri aveva continuato a cantare sopra la base di Travelling riverside blues dei Led Zeppelin buttandosi nuovamente nel suo mondo da perfetto maniaco della birra.

Ma poi, come se a lui non fosse permesso (effettivamente non lo era mai per Dean) di poter quietare tranquillo, un applauso eccessivamente forte lo riportò al mondo reale.

Crowley, ancora.

Dean gettò il microfono alle sue spalle e con un salto scese dal palco, seccato e infastidito, “Che diavolo vuoi?”
“Oh Dean, questa battuta è piuttosto clichè!” gli diede una pacchetta sulla spalla, ridacchiando da solo – Dean in realtà non era per niente in vena di battutine clichè. Specialmente con il Re degli Inferi.

“Su brontolone, via sto broncio!” Crowley fermò una barista e acchiappò due cicchetti porgendone successivamente uno al cacciatore.

Dean, ancora con il volto scocciato, buttò giù quel burbon grossolano e scosse il capo disapprovando e riconfermando che – cazzo, che schifo!

“Beh, amico, l'hai scelto te il posto” lo rimproverò Crowley andando a sedersi davanti al bancone, Dean lo seguì a ruota ma decise di non proferire parola.

Probabilmente, se l'avesse fatto, dalla sua bocca sarebbero usciti solo insulti.

“Che c'è? Adesso non mi parli?” Crowley aprì le braccia con stupore, “Avanti Dean! In una coppia dovrebbe esserci comunicazione!”

Dean voltò il capo, osservò per una decina di secondi l'uomo mingherlino seduto al suo fianco e, prima di attaccare la faccia di quel Britannico – So Tutto Io – sul legno sudicio e sporco del bancone, sorrise compiaciuto.

“Diventiamo violenti” mormorò Crowley sentendo il suo cranio spiaccicarsi sempre di più, “Così mi piaci”

Dean aumentò la presa, ancora ancora e ancora.

Avrebbe voluto scoppiargli il cervello, sezionargli le budella e poi, forse forse – e solo forse! – lo avrebbe ucciso.

“Quindi, che diavolo vuoi?” chiese con tutta la gentilezza del mondo. E per Dean, essere gentile costava un po' tanto.

“Solo dirti che ho una sorpresina per te, brontolone

Dean mollò la presa e ordinò con nonchalance un'altra bottiglia di birra. “Sarebbe?”

Crowley si risistemò velocemente e sospirò, “Ho scoperto dove si trova Dianne”

E a quell'affermazione il cacciatore sentì l'odore del sangue di Metatron farsi sempre un po', e ancora un po' – e ancora un pochino più vicino. Improvvisamente tutta quella rabbia, quella furia incontrollata e tutti gli omicidi spietati che aveva eseguito ebbero più senso. Vendetta, si ripeteva, giustizia magari. Ma sapeva che quella era tutt'altro che giustizia, ma a Dean? A Dean ora come ora cosa gliene importava?
Viveva quella che lui chiamava libertà immerso tra fiumi di alcool e fiumi di sangue. E stava bene! Forse un po' fuori controllo, forse un po' troppo perso in tutta quella cosa nuova che lui chiamava essenza demoniaca facendosi scivolare addosso tutte le colpe che magari prima si sarebbe preso.

Però, infondo lo sapeva. Sapeva che erano tutte scuse. Era un mostro.

Le profonde e complicate emozioni contrastanti che inondavano Dean erano un disastro: un secondo si sentiva ricoperto di sporco, circondato da un tornado pieno zeppo di brutte intenzioni e troppo cattivo per i suoi gusti e poi – il secondo dopo, voleva anche oltrepassare quella sottile linea che lo divideva dal disumano al mostruoso.

Dean stesso non capiva e in certe occasioni avrebbe preferito non capire, beata ignoranza no?

“Quindi mi dici dove si trova o devo farmelo dire – in modo o nell'altro?” disse, o meglio: minacciò.

Crowley scoppiò a ridere ancora sorpreso da tutti quei ricatti che Dean era riuscito a rifilargli nel giro di così poche settimane. Incredibile.

“Dean, Dean, Dean” si voltò verso il suo partner in crime e sorrise, “Ma non c'è bisogno di tutte queste minacce” appoggiò una mano sul cacciatore che immediatamente la scostò disgustato “Ma prima dovrai fare una cosa per me”

Dean prese una lunga e profonda sorsata di birra e guardò Crowley abbastanza divertito – certo, perché lui era uno che faceva favori!

“Ti dirò dimmi solo perchè sono curioso della cazzata che sta per uscire dalla tua bocca” annunciò incrociando le braccia.

“Sai che i tuoi amichetti stanno uccidendo tutti i miei demoni? Unodopol'altro” enfatizzò alla fine, “E ora mi sto innervosendo un pochettino” fece segno con le dita con una smorfia sul volto.

Dean scrollò le spalle, “Da quando è un mio problema?”

Crowley allora sospirò cercando di mantenere la calma. Certo che i cacciatori non splendevano di certo per la loro intelligenza.

“Li voglio fuori. Fuori dal nostro piccolo angolo di paradiso” si schiarì la voce, “All'istante” e si alzò, pronto ad andarsene.

“Quindi tu ti aspetti che io uccida mio fratello?” Dean non sapeva se risultare sorpreso o aflitto.

“Sam? No, no. Lui ancora no” sì aggiustò la cravatta e il cappotto, “Castiel. Voglio che tu uccida Castiel”

“Castiel?”

“Sì, mio piccolo demone, Castiel!” sbraitò innervosito, poi raccolse nuovamente la calma e “Un angelo per un altro angelo. Vendetta o fidanzatino? Decidi Dean, hai un giorno di tempo” e poi sparì, evaporando di nuovo nel nulla.

A Dean non passò inosservato il nomignolo con cui aveva definito Castiel e – per un secondo, il suo cuore perse un battito. Poi però scosse il capo e si ricompose.

Si voltò verso il bancone, fece un cenno e “Un'altra birra”

Ma lui, era davvero pronto anche a quello?

Era pronto – demone o no – ad uccidere davvero, davvero davvero Castiel?

Forse non doveva pensarci adesso, d'altronde aveva un paio d'ore per poterci ancora bere su. Poi avrebbe risolto: magari con meno alcool in corpo.

daidaidai
lasciate una recensione con un pensierino
su questo capitolo e la storia in generale!
Cosa ne pensate? Dean? Sam? Crowley e Castiel?
Dean da demone?
Come si sta svolgendo?
La trama?
Cosa non vi piace?
Todos! E io vi risponderò!
Grazie ancora chiunque segua questa storia, graziegraziegrazie <3

 


 
  
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