Why I wrote that song
Billie
Joe rilesse quello che aveva appena scritto.
Sì,ci
era decisamente riuscito,era proprio quello che voleva,dopo tre anni di inutili
tentativi,di giornate passate fra fogli bianchi e biro,era riuscito a
sintetizzare in quel testo tutto quello che provava.
Decise
di portarlo allo studio di registrazione il giorno successivo per farlo vedere
anche agli altri,piegò il foglio e lo mise in tasca,poi uscì dal suo studio e
si diresse verso il salotto.
Il
loro manager,James,lesse attentamente il testo,poi alzò lo guardo su Billie
Joe.
James
‘bella…complimenti Billie,stavolta ti sei supertao!’
Billie
Joe ‘grazie Jay...’
Tré
‘davvero Billie...ci hai preso in pieno...’
James
‘bene...direi che la inseriamo nell’album,che ne dici?’
Billie
Joe ‘l’intento era quello...ho anche una vaga idea per la musica volendo’
James
‘ok,dopo ne parliamo,adesso devo andare a fare una telefonata urgente’
Billie
Joe ‘ok’.
James
uscì dalla stanza e Billie Joe si sedette vicino alla batteria e,quasi senza
accorgersene,cominciò a ripensare a tutta quella serie di eventi che avevano
portato alla nascita di quella canzone,di quella Wake me up when September
ends che dopo anni di sofferenze era nata nella sua mente.
Wake me up when September ends
Summer
has come and passed,
the
innocent can never last,
Wake
me up when September ends.
Like
my father’s come to pass,
seven
years has gone so fast,
Wake
me up when September ends.
Here
comes the rain again,falling from the stars,
drenched
in my pain again,becoming who we are
As
my memory rests,but never forgets what I lost,
Wake
me up when September ends.
Ring
out the bells again,like we did when spring began
Wake
me up when September ends...
Settembre
1982:
Un’estate
passata nell’angoscia,senza poter godere come tutti i normali bambini di dieci
anni delle giornate di sole,perché il cuore è stretto in quella morsa di ansia
e preoccupazione in grado di guastare qualsiasi accenno di divertimento.
L’estate
passa e se ne va,ma la paura non ti lascia mai,specie se hai solo dieci anni,è
sempre con te,cento volte più grande di quella che un adulto o i tuoi fratelli
più grandi possono avere,perché tu,nell’innocenza e nell’ingenuità dei tuoi
pochi anni di vita,non riesci a capire,non riesci ad accettare questa cosa tanto
più grande di te, ti sembra un mostro pronto a divorarti al primo momento di
sconforto e tu sei terrorizzato.
Passi
le ore chiuso nella tua cameretta,quando tuo fratello è fuori con i suoi
amici,e suoni la chitarra che papà ti ha regalato appena due mesi fa,quella
bellissima chitarra elettrica blu che tu adori,che tratti con tutti i riguardi
e che,in fondo,è la tua migliore amica,perché è la sola che riesce a darti
forza in quei momenti in cui sei sicuro che non ce la farai mai a sopportare un
destino tanto crudele quanto inevitabile.
Arriva
Settembre,ricomincia la routine,torni a scuola,rivedi gli amici che per
un’estate non hai visto,rivedi i professori e ricominci a studiare quasi tutti
i pomeriggi.
Tu
però lo sai che quel mese non sarà come gli altri anni,ogni mattina quando ti
svegli pensi che quello potrebbe essere il giorno,che potrebbe essere la svolta
della tua vita,perché è chiaro che quando succederà tutto cambierà
radicalmente.
Un
bel giorno,proprio in quel decimo di secondo in cui hai abbassato la
guardia,ecco che arriva la doccia fredda.
Sorpreso
e anche abbastanza contento scopri che tuo fratello Eric ti è venuto a prendere
a scuola,cosa che non succede praticamente mai.
Tutta
la contentezza però sparisce nel momento in cui lo guardi negli occhi e ci vedi
solo tanta tristezza,hai dieci anni,ma non sei stupido e anche se hai paura gli
chiedi cosa c’è.
Lui
ti guarda,è evidente che non sa come dirtelo,come si fa,come puoi dare al tuo
fratellino una notizia di questa portata?
Lo
vedi abbassarsi fino a guardarti in faccia,poi lo senti pronunciare quelle
parole che ti resteranno marchiate a fuoco nella mente,lo sai già,finchè
vivrai.
“Billie...papà
è morto un’ora fa...”.
Tu
lo fissi incredulo,gli occhi pieni di lacrime:te lo aspettavi,ma non pensavi che
facesse davvero così male.
Lui
si commuove vedendo i tuoi occhioni verdi pieni di lacrime e ti
abbraccia,allora tu non ti trattieni più e piangi,piangi e piangi:hai solo
dieci anni,come si può sopportare un dolore del genere?
Senti
che ti manca il respiro,i singhiozzi sembrano non voler finire mai,ma tu senti
che non ce la fai,ti senti soffocare,cerchi disperatamente aria e ti sembra di
non trovarla mai.
Sali
in macchina,senza avere il coraggio né la voglia di parlare,non vuoi nemmeno
sapere se ha detto qualcosa prima di lasciarti per sempre,vuoi ricordarti di
lui solo rievocando quei momenti in cui stava bene,in cui non era ancora
divorato da quel maledetto tumore,quella maledetta malattia di cui hai saputo
troppo e troppo presto.
Passano
i giorni,tutto finisce,tante visite,il funerale,gli amici che ti telefonano,poi
più nulla,solo tu,il tuo dolore e la sensazione che qualcosa si è rotto per
sempre dentro di te.
Passi
ancora più tempo chiuso nella tua camera,sempre con la tua fedele chitarra in
mano,e suoni,suoni ad ogni ora,qualunque cosa ti capiti e se non puoi suonare
scrivi,perché solo scrivendo e suonando puoi scaricare tutto quel dolore che
altrimenti ti consumerebbe il cuore e l’anima,solo con le note della tua
chitarra e con l’inchiostro puoi far sì che la tua sofferenza diventi meno dura
da sopportare.
Forse
è per questo che quando incontri quel nuovo ragazzino,quello che è arrivato da
poco e che tutti ignorano,tu,controcorrente,gli parli e ci fai amicizia:non è
forse vero che è più facile condividere la sofferenza con qualcuno che non ti
conosce?
Non
avresti mai immaginato che sarebbe nata un’amicizia così grande,non avresti mai
neanche pensato di arrivare a formare un gruppo che si rivelerà vincente,non
avresti mai fantasticato,neanche nei sogni più ottimistici,di essere ancora un
gruppo amato dopo quindici anni dal primo disco.
Tutto
questo lo hai costruito a partire dalla tua amicizia con quel ragazzino,quel
Mike che tutti evitavano...
11
Settembre 2001:
Billie
Joe stava giocando con i suoi figli davanti alla televisione,o meglio,osservava
i suoi figli giocare e ogni tanto interveniva.
Adorava
stare lì,poteva rimanere per ore ed ore a fissarli,perché era vedendoli felici
e spensierati che sentiva di aver realizzato qualcosa di importante nella sua
vita:la giornata poteva essere stata un fallimento su tutta la linea,poteva
aver litigato con James,oppure con Mike e Tré,cosa che purtroppo in quel
periodo succedeva spesso,ma bastava che mettesse piede in casa e vedesse i suoi
bambini corrergli incontro col sorriso sulle labbra per cancellare tutti i
dispiaceri,le amarezze,la rabbia e tornare a sorridere.
Sorrise
vedendo il piccolo Jakob,che allora aveva solo tre anni,avvicinarglisi e
sedersi in braccio a lui,lo faceva sempre quando era stanco.
Billie
Joe lo prese in braccio,si sedette con lui sul divano e dopo pochi minuti il
piccolo stava dormendo pacificamente.
Fu
Joseph,che allora aveva sei anni,a indicare la televisione.
Joseph
‘papà,cos’è?’.
Billie
Joe fissò lo schermo e rimase di pietra:vide le Twin Towers,il simbolo di New
York,in fiamme,centrate da un aereo ciascuna.
Dopo
aver detto al bambino che non era nulla,lo mandò in camera sua a giocare e
rimase a fissare quelle immagini sconvolto.
Come
ogni americano probabilmente,in quel momento era sconvolto dall’accaduto:poteva
solo immaginare quante persone ci fossero lì dentro e non voleva nemmeno
pensare a quante ne erano morte.
In
quel momento sentì rientrare sua moglie,Adrienne,che andò a sedersi accanto a
lui e senza dire una parola fissò la televisione:Billie sentì che gli stringeva
una mano e ricambiò la stretta,lei come lui e loro come molte persone,americane
e non,in quel momento avevano paura,paura delle conseguenze,paura che fosse
l’inizio di qualcosa di troppo grande.
Rividero
gli aerei schiantarsi sulle due torri,la prima torre che si afflosciava su se
stessa e crollava,la seconda che,a poca distanza dalla prima,faceva
altrettanto,le fiamme,la gente che correva,sentirono le urla di terrore,le
sirene di ambulanze,vigili del fuoco,polizia.
Le
immagini erano terribili e lo erano anche di più se ci si ricordava che quello
non era un film,quella era la realtà e tutto ciò che vedevano stava accadendo
proprio in quel momento.
Fu
più o meno mezz’ora dopo l’attacco che squillò il cellulare.
Se
lo avesse saputo non avrebbe risposto,avrebbe gettato quel maledetto telefono
fuori dalla finestra,ma Billie Joe non poteva saperlo,né sarebbe servito a
qualcosa rimandare.
Billie
Joe ‘pronto?’
Tré
‘Billie...sono io...’
Billie
Joe ‘ciao...’
Tré
‘hai visto New York?’
Billie
Joe ‘sì...è terribile...’
Tré
‘Billie...io non so come...’
Billie
Joe ‘cosa?’
Tré
‘oggi...Mike era là’.
Billie
Joe impiegò qualche secondo ad assimilare l’informazione e ci mancò poco che ci
rimanesse secco,lentamente si avvicinò al divano,si sedette e ricominciò a
parlare con Tré.
Billie
Joe ‘come...come era là?’
Tré
‘visto che...che avevamo la settimana libera...ieri ha deciso di...di portare
Estelle a New York...e...non so cosa abbia fatto...ma mi ha detto che oggi
sarebbero stati a Ground Zero...’
Billie
Joe ‘oh mio Dio...ok...non giungiamo...a conclusioni
affrettate...verifichiamo...ok?’.
Non
ci credeva nemmeno lui e Tré se ne accorse,ma faceva comodo anche a lui
aggrapparsi a quell’ultima disperata speranza,quindi fu d’accordo con Billie
Joe,si salutarono e riattaccarono.
Adrienne
fissava il marito preoccupata,lo aveva visto ancora più serio di quanto già non
fosse e la voce che aveva non le piaceva per niente,senza contare che da quando
aveva riattaccato non aveva alzato lo sguardo da terra.
Adrienne
‘Billie?’
Billie
Joe ‘Mike era a New York’
Adrienne
‘cosa?!’
Billie
Joe ‘Tré ha detto che oggi doveva andare a Ground Zero...con Estelle...’
Adrienne
‘oh mio Dio...ma...non ne siete sicuri...vero?’
Billie
Joe ‘no...’
Adrienne
‘allora...bisogna...controllare,no?’
Billie
Joe ‘sì...’.
I
giorni successivi furono un continuo telefonare a così tanti numeri diversi che
dopo un po’ Billie Joe perse il conto,ogni volta dicevano di chiamare un
numero,poi rimandavano al numero precedente,poi un altro ancora,sia lui,sia
Tré,sia James credettero davvero che sarebbero impazziti.
Dopo
dieci giorni,il 21 Settembre,la telefonata definitiva:qualcuno aveva ritrovato
il portafoglio di Mike.
Prima
di sera arrivò una telefonata che confermava il ritrovamento del loro amico e
della bambina.
Entrambi
si trovavano al centotreesimo della prima torre che era crollata.
Quando
James,che aveva preso la chiamata,lo disse a lui e al batterista,Billie Joe
capì che era davvero finita,che non c’era più nulla,nessuna speranza a cui
attaccarsi,niente di niente.
Il
suo migliore amico,quello che con lui aveva iniziato quel sogno meraviglioso
chiamato Green Day,era morto a soli 29 anni e con lui la sua bambina di quattro
anni.
Non
era giusto,tutto questo non era giusto.
Nessuno
dei due riusciva a crederci per davvero,era una convinzione assurda quella che
avevano,ma mai avrebbero potuto pensare ad un’evenienza del genere,loro erano
un gruppo,loro facevano sempre tutto insieme,come poteva essere successa una
cosa del genere?
Pensandoci
più avanti,Billie Joe si era reso conto dell’assurdità di questo genere di
pensiero,ma allora lo credeva davvero,erano stati assieme per così tanti anni
lui, Mike e Trè che gli sembrava impossibile che uno dei tre potesse venire a
mancare.
Ed
era sempre Settembre,mese maledetto...
Dopo
quel giorno c’erano state tante decisioni da prendere:cosa ne sarebbe stato dei
Green Day?
Sarebbero
andati avanti,perché Mike amava i Green Day,su questo né lui né Tré avevano
avuto dubbi.
Avrebbero
cercato un nuovo bassista?
Nemmeno
per sogno,era Mike Dirnt il bassista dei Green Day,lui e nessun altro,anche qui
sia Billie Joe sia Tré furono irremovibili,l’unica concessione che fecero ad un
implorante James fu un bassista che però avrebbe sempre suonato dietro le
quinte ai concerti.
Erano
passati tre anni da allora...
Billie
Joe non se ne rendeva quasi conto,erano proprio volati,gli sembrava che fosse
passato pochissimo tempo dall’ultima volta che lui,Tré e Mike si erano salutati
e si erano dati appuntamento al lunedì successivo,invece erano tre anni.
Stavano
per pubblicare un nuovo album,lui e Tré ci avevano messo l’anima,ma mancava
ancora quel tassello,quella canzone che Billie Joe aveva inutilmente cercato di
scrivere per tre anni,o forse era da vent’anni che ci provava,non lo avrebbe
saputo dire con certezza,ma comunque quello che contava era che finalmente era
realtà,esisteva.
Tré
‘Billie,ci sei ancora?’
Billie
Joe ‘sì...stavo pensando...’
Tré
‘ci hai messo proprio tutto in quella canzone...’
Billie
Joe ‘già...tutto e di più...sarà l’atmosfera di Settembre...’
Trè
‘già...’
Billie
Joe ‘ti ho mai detto che odio Settembre?’
Tré
‘un paio di volte,sì...in effetti è un mese inutile’
Billie
Joe ‘odioso e inutile!’
In
quel momento rientrò James e fu sorpreso di vedere Billie Joe e Tré che
ridevano.
Conosceva
quei ragazzi da quando avevano messo piede per la prima volta in uno studio di
registrazione e sapeva che da quel maledetto 2001,per Billie Joe non solo da
allora,Settembre era il mese dei ricordi,un mese piuttosto cupo,e vederli
ridere a Settembre era pressoché un evento.
Meglio
così,si disse.
Forse
Billie Joe con quella canzone aveva fatto il miracolo che lui aveva sempre
sperato,forse avrebbero imparato,dopo tre lunghi dolorosi anni,a convivere con
quella tragedia.
Nonostante
stesse pensando questo,si trovò a pensare che in quel momento ci starebbe stato
benissimo Mike che li stendeva definitivamente con una delle sue battute,
probabilmente Billie Joe lo avrebbe implorato di smetterla fra le risate.
Scosse
la testa per scacciare quel pensiero,che gli faceva ancora tanto male,più di
quanto volesse ammettere,e richiamò l’attenzione dei ragazzi:una nuova canzone
li stava aspettando.
PRIMA
DI DIRE QUALUNQUE COSA,UNA PICCOLA NDA:
IO
NON POSSIEDO ASSOLUTAMENTE I GREEN DAY (PER QUANTO MI PIACEREBBE),DI
CONSEGUENZA NON SO QUANDO BILLIE JOE ABBIA SCRITTO LA CANZONE,DOVE L’ABBIA
SCRITTA E COSA AVEVA IN MENTE QUANDO LO HA FATTO,INOLTRE I FATTI NARRATI SONO
PURAMENTE FRUTTO DELLA MIA FANTASIA (MALATA O NO,LO DECIDERETE VOI),MIKE DIRNT
E’ VIVO E VEGETO (FORTUNATAMENTE PER QUELLI CHE,COME ME,SONO FAN DEI GREEN DAY!!)
E ANCHE SUA FIGLIA STA BENISSIMO,PER QUANTO RIGUARDA IL PADRE DI BILLIE
JOE,L’UNICO DATO REALE E’ CHE E’ MORTO DAVVERO NEL 1982 PER UN TUMORE,MA LE
REAZIONI DI BILLIE SONO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA!!
Ok...rieccomi
qui con una piccola storiella sui Green Day,basata su una canzone dell’ultimo
album “American Idiot” che amo particolarmente, Wake me up when september
ends...spero che la storia vi piaccia!
Se
voleste recensire mi farebbe davvero moltissimo piacere!!
Un
bacio a tutti!!
Lady
Numb