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Autore: jarmione    10/02/2017    1 recensioni
SEGUITO DI KNIGHT REVENGE!!!
Michael si ritrova a dover combattere una battaglia contro se stesso, una battaglia personale per tenere al sicuro Amy.
Sin dall'inizio viene convocato dalla scuola della figlia e dovrà fare i conti con le autorità che intendono portargliela via.
Michael dovrà faticare parecchio per mantenere L'affidamento della bambina e non vederla sparire sotto i suoi occhi.
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Salve a tutti!!! Nuovo capitolo! Spero vi piaccia alla prossima!


Due giorni dopo esatti, Devon si ritrovò a fare avanti e indietro per il suo ufficio con fare nervoso.
Si sentiva come se dovesse preparare un discorso per il presidente in meno di due ore, in poche parole uno straccio.
Non aveva chiuso occhio tutta la notte e si era immaginato le possibili reazioni di Michael ed eventuali precauzioni.
Chiuse gli occhi e penso che se Bonnie fosse ancora viva, tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Ogni volta che arrivava alla finestra, osservava fuori e poi ricominciava a camminare.
Michael non era ancora arrivato, aveva sicuramente cambiato idea o era andato a denunciarlo alle autorità.
Difficile come ipotesi ma possibile.
Decise di smetterla di struggersi ed uscì scendendo in garage da KITT.
Il commento che lo accolse fu "Avverto il battito cardiaco accelerato e la pressione in aumento"
Devon sospiró e sorrise, KITT era sempre così vigile neo suoi confronti.
"Va tutto bene KITT" gli si avvicinò "sono solo un po' preoccupato"
"È per via di quella cosa?"
Devon sgranó gli occhi "Quella cosa?"
"Ne parlate sempre tu e RC, la chiamate così"
"Ehm..." non riuscì a realizzare subito ma quando capì scosse la testa "no KITT...è per via di Michael"
"Mi hai detto che aveva accettato"
"Si ma non si sta presentando"
"Se ha detto che arriva puoi fidarti" ci fu silenzio per qualche istante "i miei sensori rilevano una persona in avvicinamento"
Devon ebbe un sussulto e uscì dal garage usando la porticina che dava sul cortile.
Ed eccolo lì.
Michael si avvicinava con passo deciso e un aria spensierata che puoi trovare solo in un parco pubblico in piena primavera.
Teneva la giacca dietro la spalla e le sue labbra erano tirate in un lieve sorriso.
Ovviamente, Devon sapeva che quel sorriso non sarebbe durato a lungo e aveva ragione.
Quando i loro sguardi si incrociarono, divenne serio.
Si aspettava una reazione simile da parte di Michael e quest'ultimo si aspettava in accoglienza da parte del vecchio.
"Ciao Michael" lo salutò amichevolmente Devon, che nonostante le avversità era sempre felice di vederlo.
Michael rispose con un cenno del capo.
"È un piacere che tu abbia cambiato idea"
"Non posso dire lo stesso"
"Michael!" L'esclamazione di RC, apparso sulla porta del garage, li fece sussultare.
Michael sorrise, facendo rodere Devon fino alle viscere
"RC!"
Si diedero un abbraccio come due vecchi amici, cosa che ancora erano...così speravano.
"Come stai Michael?" Chiese "ehi hai messo su qualche chilo"
"Senti chi parla, tu invece stai iniziando ad avere i capelli bianchi"
"Il fascino dell'uomo, baby!" Ammiccò 
Devon cercò di non ridere "Non avevi qualche lavoretto da fare?"
"Già finiti" ricevette un occhiata si avvertimento e alla fine capì "ehm...mi manca solo un ultimo appunto ad un chip per KITT, vado a finire" salutó ancora Michael e rientrò.
Michael si sentì infastidito.
Avrebbe preferito ricevere accoglienza da RC che da Devon, almeno RC poteva capire come si sentiva e, come lui, sarebbe andato contro la burocrazia pur di ottenere ciò che voleva.
Fece un occhiataccia e poi, senza attendere inviti di nessun genere, entró nel garage.
Era ansioso di rivedere KITT, il suo migliore amico, suo fratello di metallo.
Quando entrò ebbe un tuffo al cuore.
Eccolo lì.
In tutto il suo splendore, nero, lucido e con i sensori sempre attivi.
Invece che cinque anni, sembrava che non si vedessero da venti.
"Michael?"
"Si KITT...sono io" abbozzò un sorriso
"Era ora che tornassi!" Disse KITT "non ne potevo più, da quando te ne sei andato alcuni miei circuiti si sono guastati e si sono decisi a ripararli solo adesso e RC guida in modo spericolato mettendo a rischio se stesso e me!"
"Ah ma davvero?" Non sapeva se restare serio o mettersi a ridere.
Si limitò a dare qualche colpetto sul tettuccio.
"Mi sei mancato amico"
"Anche tu Michael, non ti trovo molto in forma"
"Senti chi parla!" Ribattè "mettiamoci al lavoro, ti serve la mia guida"
"Non vedo l'ora"
Devon si mise in mezzo
"Dammi solo il tempo di spiegarti..."
Michael gli lanció un occhiataccia.
Era stufo di qualsiasi spiegazione, di qualsiasi parola, di lui.
Voleva muoversi subito, voleva trovare Amy.
Salì su KITT.
Provó un senso di beatitudine quando mise le mani sul volante e senti i suoi nervi stendersi quando accese il motore.
Gli era mancato.
"Pronto KITT?"
"Pronto Michael"
L'uomo sorrise ed uscirono dal garage, ignorando Devon e RC, che li aveva raggiunti.
Finalmente guidava una macchina famigliare, la sua vera macchina.
Al diavolo la Fondazione e al diavolo i convenevoli.
Era entrato e doveva anche uscire, ovviamente il più veloce possibile.
Si sentiva soffocare, anche se la Fondazione era stata la sua unica casa dopo il cambio di identità.
Quando smise di pensare, cioè dieci minuti dopo la partenza, si accorse che stava guidando senza una meta.
Accostò.
"Qualche problema Michael?"
Ovviamente si, ma non lo avrebbe mai dato a vedere.
"Tracciami il percorso fino al primo luogo degli incontri"
KITT eseguì.
Anche se non si era fermato ad ascoltare Devon, sapeva che il suo migliore amico aveva già tutte le informazioni inserite e di fatti fu così.
Efficace come sempre.
Il primo incontro si teneva solo ad un chilometro dalla fondazione, in un parcheggio sotterraneo.
Sentì un brivido lungo la schiena.
Avrebbe rivisto Amy?
Ma sarebbe stata lì?
Se KITT non obbiettava e non diceva nulla sicuramente si.
E poi glielo avrebbe detto...o no?
Adesso che era così vicino, iniziò ad immaginare come sarebbe stato rivederla.
Conoscerla è stato spiazzante.
Bello ma spiazzante, in quanto non aveva nemmeno idea della sua esistenza.
Ora doveva solamente trovarla.
Il suo cuore batteva forte.
Avrebbe ancora voluto stare con lui?
O avrebbe preferito andarsene via?
Aveva solo sedici anni e lui come padre era uno schifo.
Ma se si intrometteva dentro agli incontri clandestini, come avrebbe fatto a trovarla?
In mezzo al pubblico sarebbe stato difficile localizzarla, in quanto sarebbe stato intento a schivare i colpi.
Sentì un trillo.
"Michael, c'è Devon in linea"
"Non mi interessa" rispose secco. Non voleva ascoltarlo.
KITT non disse nulla e fece cessare la chiamata.
Poco dopo, apparve sullo schermo una scritta, che Michael non poteva ignorare.
-Chiedi di Austin-
Tre parole, semplici e veloci.
Lo chiamava solo per questo? Il messaggio era decisamente ideale, almeno non lo sentiva.
Un altro bip e un altra scritta
-Se ti chiedono la motivazione devi dire "Rocky"-
Rocky?
E che diamine voleva dire Rocky?
Michael alzò gli occhi al cielo e finalmente raggiunsero il luogo degli incontri, un parcheggio sotterraneo di un enorme edificio.
Accostò al marciapiede e scese
"Tieni i sensori attivi" e KITT obbedì.
Non andò nel parcheggio, entró nell'edificio.
Doveva essere un palazzo di uffici.
Le persone erano vestite con completi gessati e tailleur, con borse da lavoro e pratiche in mano.
Avevano anche la classica aria da ricconi con la puzza sotto il naso, le tipiche persone che Michael odiava.
Rabbrividì e si avvicinò al bancone del call center.
Attese che la signorina finisse di parlare al telefono.
"Benvenuti agli uffici Austin" disse senza alzare lo sguardo e con voce scocciata "in cosa posso esserle utile?"
"Mi chiamo Michael Knight, sto cercando il signor Austin"
"Ha un appuntamento?"
"No nessuno"
La signorina sfogliò alcune carte, poi prosegui
"Motivo della sua richiesta?"
Michael sospiró 
-Dimmi che non è vero-
"Rocky"
A quel punto la donna alzò lo sguardo e sgranó gli occhi
"Attenda un attimo" compose un numero e dopo qualche attimo di silenzio disse "Rocky"
E fece accomodare Michael.
Si mise in un angolo e attese impaziente.
Si sentiva un idiota.
Mentre si osservava intorno, il suo sguardo si posò su una donna giovane, girata di spalle e con i capelli castani chiari.
Lo stesso vestito rosso che aveva Amy nella foto.
Amy...e se fosse lei?
Si avvicinò, forse un po' troppo irruente "Amy!" La obbligò a voltarsi.
Quando vide che era una povera donna, pure miope.
"Mi...mi dispiace...io..."
Terrorizzata, la donna se ne andò velocemente da lì.
Michael si sentì un idiota.
Voleva sprofondare fino alle viscere della terra e nascondere la testa sotto al terreno come gli struzzi.
Si mise una mano fra i capelli, sentendo il suo cuore battere così forte da scoppiargli.
Sentiva una crisi in arrivo, partiva dallo stomaco e giungeva alla gola.
Sentiva anche il bisogno di bere qualcosa di forte per dimenticare quella figura.
"Signor Knight!" Una voce maschile lo fece ridestare dai suoi pensieri.
Ma cosa gli era venuto in mente?
Credere di trovare Amy così facilmente era decisamente surreale.
Tornó verso il bancone, dove un uomo anziano, sull'età di Devon, lo attendeva.
Aveva un completo gessato rosso e una cravatta nera.
Odorava di dopobarba in maniera nauseante.
"Salve signor Knight" salutó con un enorme sorriso "io sono il signor Austin"
  
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