"Mi precipitai alla finestra, per
cercar nell'immensità dell'orizzonte
il mio dolce diamante di dolore"
Questa poesia si intitola "Il sogno", ma si potrebbe altresì denominare "Diamante di dolore"
p.s. credo che subirà delle aggiunte.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Era mattina, nella buia stanza
s'insinuavano, timidi come un
pispiglio, i primi, tiepidi raggi
dell'alba.
Distesa sulle coperte
pervinca, un angelo riposava.
Incantato da quell'esile corpo,
eterea rappresentazione della
bellezza, mi avvicinai con passo
blando, per non destarla dai suoi sogni.
Restai immobile, ammaliato da
quell'epifania; finchè un flebile
fascio di luce le sfiorò il viso,
sussurrando i miei dolci pensieri.
Due berilli, belli d'una bellezza che
in nessun'altra creatura potrebbe
sopravvivere, avvolti da una
cascata liomata, teneramente
accolsero il mio sguardo, un lieve
rossore comparse sulle sue guance.
"Avvicinati", disse con un filo
d'imbarazzo ed io mi avvicinai.
Con un cenno, mi invitò a seder
accanto a lei, ed io mi sedetti.
Mi accarezzò la guancia con la sua
candida mano; poi mi strinse in un
abbraccio dal triste calore.
"Ti amo"
disse con voce sottile e dalle
lacrime bagnata. Splendide gemme
colpivano, delicate come il
tintinnio della pioggia sulle foglie,
le nostre mani.
"Mi troverai qui ad
aspettarti, torna presto, ti prego."
Dopo queste parole, appoggiò le
sue piccole labbra sulle mie e svanì,
lasciando il mio cuore nell'incanto.
Aprii gli occhi. Era mattina,
il sole batteva forte nel cielo.
Mi precipitai alla finestra, per
cercar nell'immensità dell'orizzonte
il mio dolce diamante di dolore.