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Autore: A_Typing_Heart    11/02/2017    0 recensioni
Tsunayoshi, Hayato e Mukuro sono tre persone del tutto diverse. Uno impacciato nella sua stessa vita, un altro un piccolo genio stordito dalla perdita di una persona cara, l'altro convinto di avere tutto quello che è desiderabile dall'esistenza; eppure senza saperlo sono tutti spinti sull'orlo del baratro dallo stesso demone chiamato Dipendenza. In un solo giorno il destino li pone di fronte a una scelta: esorcizzare il mostro o morire.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Byakuran, Enma Kozato, Hayato Gokudera, Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sulla strada secondaria, quasi deserta a quell'ora di notte, una squallida insegna al neon di un vistoso colore rosa fluo evidenziava l'ingresso di un locale notturno chiamato Quarto di Luna. Una piccola bacheca ricavata da una finestrella recava una serie di targhette con nomi di ragazze, alcuni accesi e ben leggibili, altri spenti. Qualcosa nella bacheca stava indisponendo un paio di avventori del club, che discutevano con un buttafuori dai capelli rossi e l'aria annoiata.
-Ma oggi è mercoledì! Perchè non c'è?-
-E io che ne so? Non timbrano mica il cartellino.- fece l'uomo. -Se una sera non vogliono venire, non vengono... non sono pagate e fine della storia.-
-Ma è mercoledì!- ribattè il cliente con tono afflitto.
Rokudo Mukuro, avvolto in un cappotto firmato lungo fino alle ginocchia, sorrise ascoltando la conversazione. Se i clienti si lamentavano della sua assenza era perchè era bravo nel suo lavoro, e di questo non aveva il minimo dubbio.
Le sue scarpette fecero un sonoro rumore di tacchi sui gradini che scendevano fino all'ingresso e fecero voltare tutti e tre gli uomini: i clienti sembrarono felici, il buttafuori solo sollevato di non dover più rispondere alle domande.
-Romi chan!-
-Romi chan, allora ci sei!-
-Lo dicevo io, è mercoledì...-
-Come mai così tardi?-
-Mi dispiace... ho fatto un pisolino e mi sono svegliata tardi... sarò da voi tra pochissimo...-
Mukuro entrò nel locale e accese la targhetta che recava il nome Romi, il suo nome d'arte. Il locale era stranamente poco affollato per quell'ora e non ebbe difficoltà a farsi strada nel suo camerino. Il suo coinquilino, l'unico altro travestito del locale, doveva essere già al lavoro; i suoi cosmetici erano abbandonati nel consueto disordine sul mobile da toeletta, insieme alla normalissima tuta da uomo con cui doveva essere arrivato. Sentendo un po' la mancanza delle consuete chiacchiere pre-lavoro, Mukuro si tolse il cappotto e si specchiò controllando che il suo trucco reggesse.
Lui non era come altre drag queen, Mukuro prendeva molto seriamente il proprio lavoro. Aveva sempre avuto il dono di saper affascinare le persone, di essere loquace e anche interessante, e aveva anche avuto esperienze in teatro quando andava alle scuole medie. Quando aveva finito quella noiosa pratica chiamata liceo, la soluzione su che cosa fare della sua vita gli era parsa chiara davanti agli occhi: quale lavoro più semplice ed efficace che travestirsi e convincere gli uomini a svuotarsi il portafoglio per riempire il suo? E davvero, era più semplice svuotare il portafoglio di un uomo arrapato che rubare una caramella a un bambino. Col suo lavoro aveva guadagnato bene, da subito, tanto che poteva permettersi un comodo bilocale vicino al night club nonostante i suoi vizi costosi.
-Mh...- gemette Mukuro quando frugò nella borsa. -È l'ultima...-
Ne estrasse un piccolo cartoccio bianco e prese ad aprirlo con cura, per avere la sua dose pre-lavorativa che gli permetteva di lavorare decisamente molto meglio, sentendosi molto più sexy di qualsiasi vera donna in tutta la città e più attivo che mai. Quando l'effetto svaniva invece scivolava in silenzi cupi, lo innervosiva venire toccato dai clienti e si sentiva disgustato dalla sregolatezza della sua vita. Ma non c'era niente di male nella sua vita, poteva controllare l'eroina, come aveva controllato la marijuana o la coca quando le usava... se aveva bisogno di restare lucido per un giorno, o per due, poteva farlo senza alcun problema. Lui era molto più forte degli altri eroinomani.
Mentre gli effetti dell'eroina iniziavano a manifestarsi, Mukuro prese un gran respiro e si sistemò i vari strati di pizzo bianco che portava sotto il vestito. Era piuttosto fiero del suo guardaroba da lavoro, lui non portava squallide minigonne e top argentati, lui sapeva che i clienti apprezzavano la sua diversità e si era fatto fare, con i risparmi di ogni stipendio, nuovi vestiti dall'aspetto molto simile alle ragazze eroticamente più apprezzate del panorama dell'animazione giapponese. Molti clienti, ogni volta che indossava un vestito nuovo, ne riconoscevano l'origine e ne erano contenti. E poi, al contrario del suo collega travestito, lui non portava vistose e orrende parrucche sintetiche: erano almeno sette anni che non tagliava i capelli, e adesso aveva una lunghissima (e curatissima) chioma corvina. Come già detto, Mukuro Rokudo prendeva molto seriamente il suo lavoro.
Uscì di fretta dal camerino e attraversò la sala. Prima di incontrare i suoi clienti, voleva avere una scorta di eroina disponibile. Se avesse esaurito troppo in fretta l'effetto o se l'avessero trattenuto troppo a lungo lo spacciatore avrebbe potuto non avere più niente, o essersene già andato.
Salutò un paio di ragazze sue colleghe mentre passava e raggiunse un angolo della sala, un lussuoso privé nascosto dagli sguardi indiscreti con l'aiuto di alcune vistose tende di velluto blu trapunte di stelle argentate, più adatte all'ufficio di una cartomante che alla sala di un night club. Entrò senza annunciarsi.
-Yacchan, ho bisogno di... e tu chi cazzo sei?-
Quello seduto sul divano di pelle non era il grosso, basso ometto stempiato di mezz'età che tutti chiamavano Yacchan e che riforniva lo staff del Quarto di Luna e la clientela di droghe di vario tipo. E le differenze erano notevoli: si trattava di un giovane, di al massimo venticinque anni, dai capelli bianchi come il latte, la pelle pallida, gli occhi di una insolita sfumatura di viola e un fisico alto e asciutto avvolto in pantaloni bianchi, camicia nera e gilet doppiopetto bianco. Se un tipo del genere avesse mai varcato la soglia del locale, Mukuro l'avrebbe sicuramente notato.
-Tu sei?- disse lui, come un maestro che fa l'appello.
-Romi.- disse Mukuro sospettoso. -Dov'è Yacchan?-
-Il nostro amico Yacchan ha pensato bene di tagliare la nostra roba per aumentarne il peso, venderla e tenersi il margine in più... suppongo che ora si trovi dove merita di stare.-
Un leggero brivido risalì la schiena di Mukuro, sebbene in qualche modo non del tutto spiacevole. Si avvicinò all'uomo dai capelli bianchi e si sedette vicino a lui sul divanetto.
-E quindi, tu sei il rimpiazzo?-
-Sì... mi chiamo Byakuran.- disse lui, guardandolo in faccia per la prima volta. -Tu però puoi chiamarmi Ran.-
-Senti un po', Ran chan, io ho proprio bisogno di una scorta... sono rimasta a secco.- cantilenò Mukuro con la sua comprovata vocetta femminile. -Puoi aiutarmi?-
-Mi dispiace, per oggi sono dovuto venire con roba già prenotata.-
Mukuro lo guardò con l'espressione che avrebbe potuto avere un bambino a cui viene detto che il cioccolato sparirà dal mondo intero. Nessuna dose, nemmeno una, fino al giorno dopo, e senza nemmeno che ci fosse un valido motivo per restare lucido! Non credeva a quello che sentiva.
-Tutto... prenotato?- domandò, con la sua vocetta leggermente incrinata.
-Tutto quanto.-
-Ma dai... non è proprio possibile... nemmeno un pochino di Ero per me?-
-Sono a secco, te l'ho detto, Romi chan... se l'avessi, per una bella ragazza come te...-
Mukuro non era disposto ad accettare un no, per nessun motivo al mondo se ne sarebbe tornato in camerino senza neanche una dose, non senza aver tentato tutto quello che poteva. Prima ancora che Byakuran potesse finire la frase, gli si sedette cavalcioni sulle gambe lasciando intravedere di proposito il pizzo della sottogonna e la fascetta decorata che reggeva le sue parigine bianche. Era una manovra che solitamente demoliva anche il più ostico cliente tirchio.
-Ran chan... non puoi proprio trovare niente per me...? Non la voglio certo gratis...-
Byakuran lo guardò in faccia e accennò un sorriso, posandogli la mano sulla gamba.
-E di solito, come pagavi con Yacchan?-
-Non così.- fece Mukuro, prima ancora di riflettere.
Non voleva assolutamente che si pensasse che andava a letto con gli spacciatori, lui aveva un onesto lavoro e aveva il denaro per comprarla anche senza favori di quel genere. E soprattutto, Yacchan era un vecchio piuttosto sgradevole, non faceva certo venire voglia di risparmiarsi qualche soldo.
-No?-
-Beh, lo conoscevi? Era un ometto bavoso che puzzava d'alcol, non faceva certo venire le voglie.-
Byakuran fece un sorriso decisamente malizioso e allungò le dita sopra l'elastico delle parigine, sfiorando la pelle nuda.
-E io ti faccio venire qualche voglia?-
-Può essere, chi lo sa...-
-Perchè io potrei avere una selezione particolare di roba speciale da provare... potrei farla provare a te...-
Mukuro lo guardò con rinnovato interesse, come un cane che sente i passi del padrone e drizza le orecchie.
-Ce l'hai?-
Byakuran infilò le dita della mano non impegnata in educate esplorazioni per estrarre una bustina di polvere bianca dal taschino interno del gilet. Mukuro cercò di prenderla, ma lui sollevò il braccio fuori tiro.
-Non così in fretta... credo che prima dovremmo raggiungere un accordo...-
-Se è speciale come dici, ti do quello che vuoi!-
Mukuro si alzò di scatto cercando di prendere la bustina, ma ancora una volta gli sfuggì dalle mani. Un attimo dopo sentì le dita di Byakuran intente a un'esplorazione meno gentile sotto il suo vestito blu accuratamente infiocchettato. Irrigidendosi, guardò lo spacciatore con l'angoscia di essersi appena giocato la possibilità di provare l'eroina.
-Mh, in quanti qui dentro sanno che sei un uomo, Romi chan?-
-Due o tre persone.-
-Non l'avrei mai detto.-
-Vero? Sono bravo nel mio lavoro.-
-Vero...-
Byakuran spostò Mukuro di peso sul lato del divano strappandogli una protesta e si chinò sul tavolino, vuotando la bustina e iniziando a fare i preparativi per testare la nuova partita di eroina. Mukuro lo guardò, senza sapere se dovesse ritirarsi oppure no. 
-Forza, provala.-
-Come?-
-Volevi provarla... provala e dimmi come ti sembra... dimmi se ne vale la pena.-
Mukuro si raddrizzò sul divano lentamente, occhieggiando da lui alle ordinate file di polvere sul tavolino. Solitamente, quando era comodamente a casa, faceva uso endovenoso di droghe e raramente la inalava o faceva uso di droghe ad assunzione orale. Scivolò in ginocchio avvicinandosi al tavolino e guardò lo strano, sconosciuto tubicino di metallo, simile al fusto metallico di una corta penna. Cercò con lo sguardo Byakuran e lui annuì incoraggiante. Mukuro notò un'incisione a forma di drago sul fusto, poi si chinò e inalò una riga intera di netto.
La sensazione che sentì subito dopo fece sembrare qualsiasi altra droga che avesse preso una mucchia di bicarbonato di sodio. Nonostante avesse preso una dose pochi minuti prima, la sensazione di energia, vigore e infinite possibilità lo pervase come gli succedeva quando si faceva una generosa iniezione dopo giorni di depressa lucidità... non aveva idea di chi fosse quell'uomo e dove avesse reperito la sua roba speciale, ma era veramente tutto un altro mondo...
Si chinò per prenderne un'altra riga ma sentì una mano dalle dita fredde afferrarlo sotto il mento e tirarlo indietro con forza. Byakuran lo costrinse ad alzare la testa e, capovolta, vide la sua faccia soddisfatta.
-Se ti piace e ne vuoi ancora, Romi chan... o qualunque sia il tuo vero nome...-
-Mukuro.- disse lui. -Rokudo Mukuro.-
-Bene, Mukuro chan... se ne vuoi ancora, contrattiamo...-


 
   
 
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