AVVISI
Innanzitutto, come sempre, i ringraziamenti! Grazie
1000000000000 per i commenti a "Boys Just Wanna Have Fun" (che sì, ha
preso il titolo dalla mitica canzone di Cindy Lauper!! ^_-).
Ora le dolenti note...
Gente, questa è davvero davvero davvero logorante... vi
avviso. Non so come mi sia uscita, ma il mio sadismo e la mia crudeltà oggi non
hanno confini...spero potrete perdonarmi.
Ovviamente Harry/Draco, anche se non lemon... vabbè, mi
rimetto al vostro giudizio, e se volete prendervela con qualcuno, prendetevela
con i telegiornali...mi deprimono incredibilmente e poi scrivo queste cose...
-_- (scusate il linguaggio, ma ci voleva proprio...)
A presto ^_-
Baci, Jenny!
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~ PER SEMPRE ~
Si era chiesto migliaia di volte cosa sarebbe accaduto se
quel giorno si fosse comportato come il cuore gli suggeriva, e non come quella
testa di cazzo di suo padre gli aveva imposto di essere. Ma che poteva saperne
lui undicenne? Cosa mai poteva spingerlo ad infrangere un ordine così
perentorio solo per fare amicizia con un perfetto sconosciuto, che tutti nel
suo mondo avevano sempre disprezzato e detestato? Temeva il genitore più di
qualsiasi altra cosa, e ne aveva tutte le ragioni. Ora invece le torture non gli
sembravano così spaventose, forse ci aveva fatto l'abitudine. E la morte...la
morte era la cosa che più desiderava, anzi, una delle due cose che desiderava
più di tutto. E si sa, un Malfoy ottiene sempre quello che vuole.
Ma non prima di aver avuto lui, voleva stringerlo almeno
una volta, una sola.
Pensando per l'ennesima volta a ciò che lo aspettava,
Draco Lucius Malfoy si incamminò lungo i bui corridoi dei sotterranei, diretto
in giardino. Era quasi ora di cena, ma lui non importava molto; non aveva per
niente fame. Aveva saputo solo pochi giorni prima della morte improvvisa di
Remus Lupin, e ne era rimasto scioccato; suo padre glielo aveva comunicato
esprimendo al massimo la sua soddisfazione per un delitto che lui stesso aveva
commesso. Come poteva comportarsi a quel modo? Che razza di persona, anzi no,
di bestia era per riuscire ad essere tanto perfido e tanto crudele con tutti e
con tutto?
Si chiese ancora una volta perchè non l'avesse ucciso in
quell'istante; infondo suo padre non avrebbe avuto il tempo di reagire, sarebbe
stato facile. No, sarebbe stato tutt'altro che facile, si contraddì sconsolato.
Suo padre non era né stupido né incauto, avrebbe sfoderato la bacchetta e si
sarebbe difeso, uccidendolo sul colpo. C'era un motivo se era il braccio destro
di Voldemort. E poi non era come lui, non era un assassino.
Draco si era limitato ad assorbire la notizia in
silenzio, l'ennesimo sarificio crudele voluto da un pazzo delirante, che mira
ad un potere ed a una gloria oscuri e effimeri. Che scopo aveva schiavizzare il
mondo magico e uccidere i babbani? La Morte sarebbe arrivata anche per
Voldemort prima o poi, e a cosa sarebbero serviti tutti i suoi piani, tutte le
sue macchinazioni? Avrebbe perso tutto e di lui si sarebbe persa memoria entro
pochi anni, al massimo un secolo.
Ma era troppo annebbiato dal desiderio di potere per
capire tutto questo, era troppo stupido.
Era triste pensare che lui, la persona che finalmente
riusciva a capire tutto questo, non potesse fare niente. E non volesse fare
niente. Si rendeva conto di essere dannatamente egoista, lo accettava con
rassegnazione, svuotato di ogni tipo di speranza.
La morte di Lupin aveva sconvolto Potter, lui lo sapeva,
se n'erano accorti tutti. Era l'ultima persona cara che gli rimanesse, e suo
padre gliel'aveva strappato. Di proposito.
Questo pensiero lo fece infuriare di nuovo e tirò un
pugno all'albero contro cui si era appoggiato.
-Maledetto!- esclamò furioso ripensando alla maligna
soddisfazione del genitore nel raccontare l'accaduto. Quel fottuto bastardo non
si era limitato ad uccidere Lupin, no. Lui e quel figlio di puttana di
Voldemort lo avevano torturato per ore, costringendo Potter a
"vedere" la maggior parte di quei tormenti. Poteva solo immaginare
come si sentiva il moretto, con le urla disperate di quello che era diventato
un padre per lui dopo la morte di Black, impresse indelebilmente nella mente,
le immagini di ciò che gli avevano fatto. Si strinse le mani sulle tempie,
scacciando quei pensieri con altri epiteti poco gentili indirizzati a qualsiasi
essere abbia anche solo osato guardare amichevolmente suo padre e quel bastardo
del suo "capo", mentre una forte fitta gli percorse la fronte,
costringendolo in ginocchio.
Il dolore passò dopo pochi secondi, ormai si era
abituato, non ci faceva più neppure caso, era dalla fine del quinto anno che
aveva di questi attacchi, ormai era quasi un anno.
-Malfoy?- domandò incerta una voce dietro di lui.
Lui si alzò di scatto, cercando di focalizzare la figura
che aveva davanti; quando la vista tornò sufficientemente chiara, si accorse di
essere davanti ad Harry Potter.
-S...stai bene?- chiese ancora un po' timoroso il
moretto.
Inaspettatamente Draco gli sorrise, ma non un sorriso
glaciale, o un ghigno beffardo. Era un sorriso vero; vero ma immensamente
triste e malinconico, quasi doloroso. Harry trasalì nello scorgere tanta
sofferenza in quelle iridi di ghiaccio e si avvicinò lentamente, senza quasi
rendersene conto.
Dal canto suo Draco lo osservava sconsolato, constatando
che il moretto doveva aver pianto, e parecchio, i suoi profondi occhi verdi
erano arrossati. "Tutta colpa di mio padre..." pensò di nuovo, ma
questa volta non fu la rabbia a prendere il controllo, ma una profondissima
tristezza.
-No- senza aggiungere altro il biondo si incamminò
lentamente verso il castello, mettendo le mani in tasca e riprendendo la sua
aria arrogante.
Harry lo osservò andarsene, un po' scioccato e un po'
deluso dal comportamente dell'altro, indeciso se seguirlo o ignorarlo. Prima
che potesse prendere una decisione il Serpeverde aveva già svoltato l'angolo,
sparendo dalla vista.
Passarono parecchi minuti prima che Harry si decidesse ad
usare la Mappa del Malandrino per individuare Malfoy; non sapeva esattamente
perchè, ma avvertiva il bisogno di vederlo. Aprì la mappa, remprimendo le
lacrime nel leggere i quattro nomi; Moony, Prongs, Padfoot, Wormtail. Aveva
perso tutti ormai, tutti.
Ricacciando indietro le lacrime osservò la mappa,
constatando che il biondo non era nella sua stanza e neppure nella sua sala
comune. Fece scorrere lo sguardo fino ad incontrare il puntino con il nome
"D.Malfoy". Era sulla Torre di Astronomia. Senza pensarci su troppo
afferrò il mantello e si diresse verso la torre, sperando di trovarlo ancora
lì.
E in fatto, quando ebbe salito i gradini tentando di fare
meno rumore possibile, lo trovò in cima, appoggiato alla balaustra, intento a
contemplare il paesaggio sotto l'ormai scuro cielo di primavera.
Silenziosamente si sfilò il mantello e gli si affiancò,
facendolo sobbalzare.
-Accidenti Potter, razza di idiota, hai intenzione di
farmi venire un infarto?- esclamò stizzito guardando il moretto.
-Scusa...- replicò imbarazzato l'altro.
Draco stette ad osservare per un attimo il suo volto,
lievemente arrossito, incorniciato dai capelli già spettinati e mossi dal lieve
venticello primaverile. Istintivamente gli accarezzò una guancia con la mano.
-Sei ancora più bello quando arrossisci, lo sai?- gli
sussurrò dolcemente per poi distogliere lo sguardo e tornare a fissarlo sul
lago, allontanando la mano dal viso di lui.
Harry rimase interdetto per il gesto del Serpeverde,
domandandosi cosa potesse aver cambiato tanto il ragazzo altezzoso e ostile che
ormai era rassegnato a conoscere. E ad amare.
-Come mai sei venuto qui?- domandò poi il biondo fissando
le increspature sulla superficie del lago come se nascondessero il segreto di
una vita. -Credevo ti desse fastidio la sola idea della mia presenza in questo
mondo...- osservò con rassegnata indifferenza. Con finta indifferenza.
Harry lo fissò incredulo e deluso, sentendo tutto l'odio
e il rancore venire di nuovo a galla nel mare in tempesta dei suoi sentimenti
confusi.
-Ma si può sapere che ti è successo? Dove diavolo è
finito il ragazzo arrogante e presuntuoso che conoscevo? Il Serpeverde odioso
che non perdeva occasione per offendere e per denigrare i Mezzosangue? Dove
diavolo è Draco Malfoy?- domandò improvvisamente furioso.
Il biondo lo guardò sorpreso e poi sorrise tristemente.
-E' morto- rispose semplicemente, sorprendendo il
moretto, che si calmò, improvvisamente inquietato da quelle due semplici
parole.
-Come sarebbe a dire?-
-Lo saprai...ma ora lasciami andare, per favore...-
replicò malinconico il biondo, incamminandosi lungo la scala.
Harry lo vide andar via per la seconda volta, ma stavolta
lo rincorse, fermandolo solo pochi passi dopo.
Prendendolo per un braccio lo fece voltare verso di sé,
ma prima che il Serpeverde potesse fare qualsiasi mossa, si protese verso di
lui e lo baciò. Inizialmente spaesato, Draco rispose animatamente, portando le
mani alla nuca di Harry, come per paura che potesse fuggire. Le loro lingue si
incontrarono veloci, passionali, quasi disperate, facendo crescere in entrambi
pensieri contrastanti.
Qualcosa di grave era successo nella vita del biondo, ma
non riusciva a capire cosa potesse averlo cambiato così.
Si separarono a corto d'aria, guardandosi negli occhi.
-Vorrei aver capito tutto questo tanto tempo fa...- disse
tristemente Draco, appoggiando la fronte a quella dell'altro.
-Non è troppo tardi...- osservò Harry, passandogli una
mano sulla guancia.
-Sì che lo è Harry...è tardi ormai...- replicò sorridendo
malinconico.
-Che ti è successo Draco?-
-Promettimi che non mi fermerai...- asserì il biondo,
allontanandosi e dirigendosi verso la balaustra.
-Te lo prometto- ribetté deciso Harry inconsapevole di
cosa aveva appena accettato di fare.
-Sto morendo- disse semplicemente Draco con un sorriso
tirato, doloroso.
Il moretto boccheggiò.
-C...cosa?- domandò incredulo e disperato.
-Hai capito bene, sto morendo.- ripeté con rassegnazione.
-Mi dispiace per tutto quello che hai passato, a causa mia, a causa di mio
padre, a causa di tutti quei figli di puttana...avrei tanto voluto vederli
morti per mano tua, ma non credo che accadrà...-
-Ma ...cosa..-
-E' una malattia genetica purtroppo...mi sta logorando
mese dopo mese, da troppo tempo ormai; non piangere Harry, soffri già
abbastanza...- replicò avvicnandosi al moretto.
-Cosa ti accadrà?- domandò Harry, terrorizzato dalla
risposta, mentre le lacrime gli rigavano il viso.
-Perderò ad uno ad uno i sensi, partendo dalla vista, che
è già notevolmente indebolita, poi...ma non ha importanza, tanto non
accadrà...- disse risoluto ma sorridente Draco, stringendo in mano una boccetta
che aveva estratto dalla tasca.
-Che vuoi dire Draco?...Cosa hai...No, non puoi....-
-Shhh, hai promesso Harry, non mi avresti fermato...- lo
zittì Malfoy, accarezzandogli di nuovo il viso e asciugando le lacrime. -Volevo
solo che tu sapessi che non sei solo, che ti amo e ti amerò per sempre, anche
quando non ci sarò più...-
-Perchè?- chiese disperato il moretto, singhiozzando.
-Non era destino Harry...- rispose il biondo stringendolo
a sé, sentendo il peso di quell'abbandono gravare sul suo cuore.
-Ti amo Draco...- quelle parole schiacciarono
completamente il Serpeverde, facendo salire le lacrime ai suoi occhi di
cristallo.
-Ti amo anch'io...perdonami di tutto...- sussurrò
stringendolo ancora di più, sentendo i loro cuori feriti battere forte.
Improvvisamente il loro abbraccio finì, così com'era
iniziato, e Harry guardò il biondo sorridergli nuovamente con rassegnazione e
tristezza. Senza aggiungere nulla si voltò e scese dalla torre, lasciando
cadere a terra una busta.
Dopo alcuni secondi il moretto la raccolse e la aprì con
mani tremanti. Al suo interno vi trovò un anello, una piccola fede in argento,
incisa all'interno con caratteri fini ed eleganti. Tre semplici parole.
"Per sempre -
Draco".
Harry strinse la fede nella mano, portandosela al petto,
mentre altre lacrime scendevano a rigargli il viso.
Per
sempre...
Dopo quasi un'ora scese le scale e passò davanti
all'infermeria. Una studentessa di Serpeverde arrivava in quel momento e
piangeva disperata. Chiamava Madama Chips. Inutilmente.
Harry strinse nuovamente la fedina, portandosela al petto
e reprimendo le lacrime.
Per
sempre...
~ THE END ~