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Autore: sara_gi    12/02/2017    2 recensioni
India, 1813. Un bambina nasce durante un feroce assalto al palazzo di cui è principessa, per salvarle la vita due servitori fedeli alla sua famiglia la portano via in segreto.
Inghilterra, 1829. Il Conte Shallowford viene inviato come Governatore in India. Lì, una delle sue figlie scoprirà qualcosa che cambierà per sempre la sua vita e quella delle persone a lei care.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Epilogo

 

 

India 1842, Palazzo reale di Jaipur, Rajasthan.

 

Seduta su una poltrona di vimini presso uno scrittoio, Hridae-i-Mahal, Maharani del Rajasthan e dell'Uttar Pradesh, posò la penna e si lasciò andare contro lo schienale con un sospiro. Osservò i monti di arenaria rossa, visibili dalla terrazza su cui si trovava, che sembravano ancora più sanguigni nella luce purpurea del tramonto. Abbassò gli occhi sulla pila di fogli davanti a lei, colmi della sua minuta ed elegante grafia, le cui ultime parole andavano asciugandosi velocemente alla brezza della sera, posandovi sopra un pesante fermacarte perché non rischiassero di volare via. Si sentiva un po’ spossata dalle lunghe ore passate presso lo scrittoio. Aveva iniziato quella mattina presto, descrivendo immagini che sembravano lontanissime, per mettere un po’ d’ordine nei suoi ricordi risvegliati da un sogno che ormai era molto nebuloso, ma che l’aveva spinta a mettere per iscritto ciò che vedeva con gli occhi della mente. Era sorpresa dal volume di fogli che ora si trovava davanti: la sua storia, sua e di suo marito. Il Maharaja aveva passato qualche ora lì con lei, nel primo pomeriggio, integrando con il suo racconto i ricordi di lei, così erano venuti alla luce particolari e immagini che nessuno dei due rammentava neppure di aver vissuto. Situazioni, persone, luoghi… Erano tornati a vivere per qualche ora nelle loro parole e ora sarebbero vissute per sempre in quelle pagine, in quel diario di viaggio che era stata la loro vita insieme. O per lo meno i primi due anni… Sorrise a quel pensiero. Due anni, pagine e pagine fittamente scritte per raccontare solo due brevi, infiniti, orribili, meravigliosi e indimenticabili anni. Il principio di tutto…

L’avvicinarsi di un’ancella la distolse dalle sue riflessioni. La fanciulla le porse una busta sigillata e, inchinatasi, si ritirò. Hridae ruppe il sigillo con un sorriso, avendo riconosciuto la scrittura del cognato lontano. Estrasse la lettera scorrendola velocemente, mentre il sorriso si allargava, illuminandole gli occhi scuri.

«Cavan!» chiamò «Cavan corri, vieni a sentire!»

Alto e possente, il sovrano del Rajasthan e dell’Uttar Pradesh si avvicinò portando in braccio Shalimar, la loro bimba nata da neppure sei mesi, mentre Balvan, il primogenito di quasi quattro anni, gli trotterellava accanto.

«Cosa succede?» chiese raggiungendo la moglie.

«È una lettera di Alexander. Elisa ha dato alla luce il quarto figlio: è una bambina!»

«Finalmente! Alex sarà contento…»

«Sì, sono entrambi al settimo cielo. E, indovina, hanno deciso di chiamarla Marina!»

«Mi sembra giusto, dopo tutto tua sorella ha sempre lamentato la mancanza di qualcuno da chiamare con quel nome!»

«Adesso è tutto perfetto…» disse lei voltandosi verso il panorama.

«O quasi, vero?» aggiunse Cavan cingendole la vita con le braccia dopo aver consegnato la bambina alla balia.

«No: tutto…» lo guardò negli occhi «È tutto a posto, e lui sta sorridendo per questo. Posso sentirlo…»

«Già. Comunque non è mai stato in grado di rimanere serio troppo a lungo…» commentò scherzosamente il Maharaja.

Hridae scosse la testa con finta esasperazione e si voltò tra le sue braccia appoggiandosi con la schiena contro il petto del marito e insieme osservarono il tramonto, un tripudio iridescente di rosso e oro.

“Colori di buon auspicio per una bella notizia…” pensò lei sospirando.

In quel momento Cavan le fece scivolare attorno al collo una catena di preziosa filigrana d’oro a cui era appeso un rubino color del sangue e le posò un tenero bacio su una tempia. Era il 21 giugno, il loro decimo anniversario di nozze e Hridae, la fronte appoggiata al mento del marito, chiuse gli occhi assaporando quell’attimo di perfetta felicità.

Un volto familiare fece capolino tra i suoi pensieri e lei sorrise al suo indirizzo.

“Ho mantenuto la promessa, Luke.” pensò serena “La sto mantenendo, amico mio…”






Nota di chiusura

Eccoci qui: è finito. Grazie a tutti coloro che
hanno letto questa storia, grazie a chi ha commentato
e a chi mi ha scritto in privato. E grazie in anticipo a coloro 
che lo faranno ora che la storia è finita.
Spero vi sia piaciuta, in caso contrario mi dispiace
se ho deluso le vostre aspettative.
Commenti e messaggi sono sempre i benvenuti: il
vostro riscontro è quel che mi spinge a scirvere!
Un abbraccio a tutti/e
Sara

p.s.: se vi va date un'occhiata al resto dei miei lavori! A presto!

 
  
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