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Autore: Sailor Mercury    11/04/2005    11 recensioni
Hermione e Harry si sono sposati, ma la loro felicità è stata interrotta da una guerra più grande di loro. Molto triste, scritta in un momento di tristezza (in 2 ore per essere precisi) Ciao
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono stanchissima

 

Come Back Home

 

 

And everytime I try to fly
I fall without my wings
I feel so small
And everytime I see you in my dreams
I see your face, it's haunting me
(Britney Spears – Everytime)

 

 

Sono stanchissima. Finalmente, ancora pochi passi e sarò nella mia casa, nella mia dolce e accogliente casa. Mi mancano solo due gradini e poi entrerò nel mio mondo, quello che nessuno può invadere, quello che nessuno può profanare. Il mio, anzi il nostro guscio, amore mio. Fra queste mura ci sentiamo così protetti e lontani da un mondo che non ci ha dato altro che sofferenze e dolore.

Infilo la chiave nella serratura e mentre la giro, il grazioso portachiavi a forma di stella che mi hai regalato per il nostro anniversario si illumina.

“Porta sempre questa stella con te e quando la guarderai pensa che è questo che tu sei per me: l’ astro più splendente del creato: la mia dolce, tenera, piccola Hermione” - Queste parole mi hai sussurrato teneramente all’orecchio quando mi stavo svegliando e il tuo semplice gesto mi ha emozionato tantissimo. O amore mio, non sai quanto sia bello avere accanto una persona che ti ama, che sente il bisogno di dirti quanto la tua presenza sia fondamentale nella sua vita, di quanto la tua presenza lo aiuti ad affrontare i mille pericoli con cui in questi tempi siamo abituati a convivere.

“Sono a casa!” – esclamo ad alta voce. Il rumore della porta che si chiude alle mie spalle funge da punto esclamativo al mio richiamo e l’inascoltato tintinnio delle chiavi poggiate sul mobiletto all’ingresso mi danno la conferma che tu non sei in casa.  

Da una parte sono delusa. Dopo un’estenuante giornata di lavoro al ministero della magia, avrei voluto rilassarmi tra le tue braccia, farmi coccolare e stringermi un po’. Ma penso che sia meglio così: avrò più tempo per prepararti la sorpresa che progetto da una settimana per festeggiare il nostro 2^ anniversario di matrimonio. O amore mio, ti rendi conto che siamo sposati da ben due anni?

Due anni. Due anni. Tanti e tanti giorni sono passati da quello in cui ci siamo incontrati per la prima volta. Inconsciamente il mio sguardo cade sulla nostra foto all’ingresso. Devo ammettere che ero uno schianto con quel vestito bianco…Non l’ho scelto io. Mi hai detto che era di tua madre e a me ha fatto un piacere immenso che tu abbia voluto che lo indossassi io…Era stupendo:  il corpino stretto avvolto con tulle, la sagoma di un orchidea sulle spalline e poi quel velo, che amore! Ehehe, modestia a parte ero proprio un figurino. Ero? Mi guardo allo specchio. L’immagine è ancora quella di una ragazzina cresciuta troppo in fretta, forse, con due occhi grandi color nocciola e una testa piena di riccioli castani. Questo è quello che ti ha fatto innamorare di me? La mia aria da bambina che ha sempre cercato di nascondere la sua insicurezza e fragilità dietro ai libri? Oppure cosa, amore mio? Devo ammettere che non te l’ho mai chiesto davvero. Comunque non ne ho mai sentito il bisogno: so solo che entrambi ci amiamo tanto e a me questo basta, le spiegazioni e i teoremi li ho lasciati alle spalle, ai tempi della scuola. Già, la scuola…

Ti ricordi come ci siamo conosciuti? Se ci ripenso, mi viene da ridere. Quanto ero stupida! Consideravo di vitale importanza imparare i libri a memoria e se non ottenevo il massimo del punteggio, ero capace di disperarmi e piangere per ore e ore. Ma se forse avessi seguito le lezioni della Cooman, magari sarei riuscita a vedere il mio doloroso futuro e avrei vissuto la scuola con spensieratezza e felicità.

!!!> - l’orologio a cucù del salone batte le cinque. Che spavento mi ha fatto prendere, però sono contenta che l’abbia fatto altrimenti i miei ricordi mi avrebbero assalita impedendomi di prepararti la sorpresa per il nostro anniversario. Mi rendo conto che sono ancora nell’ingresso e appena mi ricordo di avere il gelato nella busta della spesa, scatto in cucina sperando che non si sia già tutto sciolto.

Passo velocemente il salotto, ma con la coda dell’occhio scorgo una sagoma vicino alla porta finestra che dà sul giardino. Mi fermo. Non so esattamente chi sia. Istintivamente mi tocco la tasca dei pantaloni: la bacchetta deve essere pronta all’azione. Lascio cadere silenziosamente la busta per terra. Fa che sia lui, fa che sia lui, fa che sia lui… In questo periodo la prudenza non è mai troppa. La guerra che Voldemort ha dichiarato al mondo dei maghi è di proporzioni mondiali. Uno può benissimo ritrovarsi un mangiamorte in casa anche se l’ha ricoperta di incantesimi anti – intrusione.

Conto fino a tre…Uno…due…due e mezzo…devo riuscirci….tre!

Entro nella stanza molto furtivamente e, riconoscendo la sagoma, abbasso subito la bacchetta.

Di profilo sei ancora più bello. Stai osservando fuori qualcosa che non c’è e i tuoi occhi verdi mi sembrano insolitamente tristi. Hai uno sguardo molto pensieroso, mi dispiace interrompere i tuoi pensieri, ma dopo una giornata di lavoro voglio essere coccolata un po’.

Harry, amore!” – ti dico dirigendomi verso di te e avvolgendo le mie braccia intorno alla tua schiena. Tu rimani immobile e non ricambi il mio affetto – “Non mi hai sentito entrare?” – ti chiedo con occhi raggianti di felicità cercando i tuoi occhi.

Tu mugugni qualcosa e scuoti leggermente il capo. Cerchi di evitare il mio sguardo, ma perché? Continui a fissare quel qualcosa che non c’è in giardino e non mi parli. Che ti abbia offeso?

Harry, stai bene? C’è qualcosa che non va? E’ successo qualcosa all’Ordine?” – ma tu non mi rispondi. Continuo a tempestarti di domande, ma sei più freddo e distaccato di un muro. Mi allontano pochi passi da te, un brutto presentimento mi assale e la preoccupazione aumenta.

“Amore ti prego dimmi qualcosa!!!” – credo di averlo urlato, ma ha comunque avuto l’effetto desiderato. Ti giri verso di me. Il mio viso è rigato dalla lacrime. Mi guardi e capisco che non era questo ciò che volevi: mi sorridi dolcemente, gli occhi ti si socchiudono e mi abbracci dolcemente come solo tu sai fare. Era questo ciò che volevo, amore mio. Volevo il tuo affetto.

Restiamo così per molto molto tempo: addio sorpresa, penso, il gelato oramai sarà una poltiglia colorata. Ma non mi importa. Questo è anche meglio del gelato: sentire il tuo profumo ad ogni respiro, percepire il tuo calore sulle mie guance e poi…unire le nostre labbra in una sola è meraviglioso. Ma quel piccolo nodo al cuore non si è ancora sciolto eppure tutto va bene, almeno credo. Prendo la parola, il dubbio mi assale:

Harry, cosa è successo?” – ma tu mi stringi ancora più forte. Questa è la conferma. Mi stacco un po’ bruscamente da te – “Amore, ti prego dimmi cosa c’è, non farmi stare in ansia”.

Estrai una busta dalla giacca, la apri e me la consegni, poi vai a sederti sul divano poggiando la schiena.

Inizio a leggere, ma dopo il primo rigo già capisco come finirà quella orrenda lettera. La termino incapace di proferire parola. Ho bisogno di sedermi. Lo stomaco è in agitazione, il respiro è aumentato. Scoppio in un pianto senza ritegno.

Harry!” – mi butto fra le tue braccia e tu mi accogli dolcemente, come sempre – “ti hanno arruolato…” – grido fra le lacrime e i singhiozzi – “ti hanno arruolato per la battaglia finale contro Voldemort. Ti prego non andare, ti prego ti scongiuro, non farlo, non lasciarmi qui da sola, amore mio!!!” Sono distrutta e disperata non so cosa fare, non so cosa dire. Voglio solo piangere e tenerti qui con me, amore mio. Se conoscessi un incantesimo per fermare questo conflitto lo userei, ma ora so quanto siano stati inutili i miei libri e i miei ottimi voti. Se penso che potrei non rivederti mai più, vorrei sprofondare nelle viscere della terra per non sentire il dolore che proverei. Penso di aver pianto e gridato sul tuo ventre a lungo, perché poi non ricordo più cosa sia successo.

Il mattino seguente mi hai svegliato all’alba portandomi la colazione a letto. Pensavo fosse stato tutto un orribile e tremendo incubo, ma quando ho visto il tuo borsone all’ingresso, sono bruscamente tornata alla realtà. Il dolore adesso è forte, ma lo sarà ancora di più quando te ne sarai andato. Capisco, però che devo essere forte, perché quello che ne soffrirà di più sarai tu. Oramai non posso fare nulla per fermarti, e mentre ti vedo salire lentamente sulla scopa, vorrei scagliarti un IMPERIO e ordinarti di restare con me, ma non posso farlo. Ti fermi un attimo, fai cadere la scopa, corri verso di me, mi abbracci con forza e contemporaneamente iniziamo a piangere a dirotto. Ma la cosa più strana è che iniziamo anche a ridere a crepapelle. Siamo due matti sofferenti ed è questo quello che capita a due come noi.

Hermione, I’ll come back home. I promise!” – mi dici asciugandomi le lacrime con le dita mentre tieni il mio viso fra le mani – “I love you, my lady…” – Ci baciamo con passione e ci stringiamo più forte l’uno all’altro.

“So che tornerai, perché io ti amo…” – gli rispondo.

Adesso che ti vedo andare via, so che tornerai da me, perché il nostro amore ne ha superate tante e supererà anche questa. Rimango qualche minuto a guardare il cielo quasi sperando in un tuo ripensamento. Ma non sarebbe da te. So che tornerai, me lo sento nel cuore. Rientro lentamente in casa: sarò cinica, ma devo distrarmi per non disperarmi. Richiudo lentamente la porta e do un ultimo sguardo al cielo:

You promised…”

  
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