Capitolo
II
Il
cadavere era steso per bene nel proprio letto. I capelli lunghi e neri del
ragazzo erano perfettamente pettinati. Le mani bianche unite all’altezza del
petto, nascondendo la mortale ferita.
Sanders
lo guardò a lungo.
Così Greg...
Sospirò.
“Qui
abbiamo finito...” mormorò guardando Willows che respirando profondamente
invitava il medico per muovere la vittima.
Uscirono
insieme.
“Voi
un caffè? Offro io.” Greg scosse ridendo il capo. “Come vuoi.”
“Chaterine...”
la donna alzò lo sguardo sul volto pallido del giovane, “...Se mai morirò
così, non voglio che qualcuno scopra chi mi ha ucciso.” Willows alzò confusa
un sopraciglio “Vuoi dire che lasceresti libero il tuo assassino? Perché?”
Così
Greg...
Sanders sorrise, come se quella conversazione fosse divertente. “Io so chi è stato, e a me basta.”
La
donna aprì le labbra per dire qualcosa di rimando, per far capire a quel
ragazzo del tutto fuori di testa che quello era il loro dovere...Ma qualcosa la
bloccò. Una forza che negli occhi del collega era un’ombra, una verità
nascosta...un segreto che forse valeva una vita.
“Come
vuoi.”
Lui
annuì e s’avviò verso la propria macchina.
Si
girò, “Ricordatelo Chaterine!”
Ed
entrò nel veicolo.
Salutò
con la mano e poi via.
La
busta bianca stava sul sedile accanto. Aperta.
La
scrittura non era più infantile, ma ben curata e l’inchiostro era di un verde
acceso.
Ti
ho riservato un piccolo regalo Greg.
Il
tuo nuovo caso l’ho fatto solo per farti ricordare la tua punizione.
Così
Greg.
Morirai
così.
E
ti lascerò proprio come quel giovane.
Ricordati
Greg.
Era tornato.
Quel
pazzo sconosciuto.
Era
tornato.
E
lui era solo. Come sempre.
Continua...