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Autore: Elisir86    08/02/2005    13 recensioni
Greg si spostò irrequieto la paletta del caffè tra i denti. Tra le mani teneva una busta bianca. Era arrivata di nuovo... Come un incubo. Il suo indirizzo scritto con mano infantile, l’inchiostro rosso sbavato e quel dannato francobollo che non esisteva. Sospirò portandosi una mano tra i corti capelli. Morse la paletta di plastica fino a sentire un crak. L’aveva spezzata. Come l’altra volta. Si stropicciò nervoso gli occhi.
Genere: Generale, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Butterflied

 

Capitolo I

 

Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!

Greg si spostò irrequieto la paletta del caffè tra i denti. Tra le mani teneva una busta bianca.

Era arrivata di nuovo... Come un incubo.

Il suo indirizzo scritto con mano infantile, l’inchiostro rosso sbavato e quel dannato francobollo che non esisteva.

Sospirò portandosi una mano tra i corti capelli.

Morse la paletta di plastica fino a sentire un crak. L’aveva spezzata. Come l’altra volta.

Si stropicciò nervoso gli occhi.

Non ora. Non ora!

Ma era tutto inutile. Era ritornata. Quella invisibile e inaccettabile sentenza. Ma cosa aveva fatto lui di male?

Il bussare non propriamente leggero sulla porta del bagno lo fece sussultare.

“Greg è un quarto d’ora che sei rinchiuso lì. Se hai deciso di mettere casa fa pure, ma…” Sanders aprì lentamente la porta legnosa. “Scusami.”

Uscire. Desiderava solo uscire da lì e distrarsi...come una volta.

Nick lo seguì. Il passo veloce e determinato. Il volto serio e pensieroso. “Si può sapere cosa ti è preso?” Greg girò un angolo. “La donna che stai cercando non è Sandy Blowen, il dna non coincide.” Stokes annuì.

Il silenzio ritornò tra di loro.

Non era una cosa insolita, ma quel giorno...quel giorno a lui andava benissimo tutto tranne quel stramaledissimo e odiosissimo silenzio.

Eppure nessuno dei due parlava.

Il calpestio delle scarpe di ginnastica era l’unico rumore che sentivano. Cosa che lo irritava maggiormente.

Il giovane sbuffò.

L’uomo sorrise come se stesse facendo apposta per farlo innervosire.

Una donna abbastanza bassa ma con le curve al posto giusto, giunse in quel momento dalla parte opposta. Greg mugolò annoiato.

Lei sorrise, “Cercavo proprio voi...” Stokes annuì sonoramente. “Ho bisogno di Sanders per una nuova indagine... Nick quella che stai seguendo adesso come sta procedendo?” L’uomo si grattò rumorosamente i corti capelli neri. “Non bene in realtà...”

Greg respirò profondamente. Gli mancava l’aria. Chiuse gli occhi stancamente. La voce di Nick gli rimbombava nella testa, confusa con quella di Willows.

Aveva bisogno di ferie...si di qualche giorno di riposo...

“Io non posso Catherine. Mi dispiace.” La donna alzò un sopraciglio depilato confusa. “Come non puoi?” Il giovane si strofinò l’indice sotto il naso. “Devo andare a casa...poi ho delle ferie in arretrato...” Stokes rise.

Non è divertente...

Lo sguardo di Catherine era tra il divertito e l’infuriato. “No, Greg, tu resti qui. Non sei l’unico che ha bisogno di una bella vacanza...”

Silenzio.

Ancora quel maledettissimo silenzio!

Sanders si appoggiò al muro.

…Non è affatto divertente!

E intanto era rimasto solo.

Come quel giorno.

E tutto gli scivolava via. Come l’acqua tra le mani.

Era perduto.

Willows si girò un attimo. Greg stava fermo appoggiato alla parete. Gli occhi fissi sul muro e stranamente oscurati dall’inquietudine.

“Qualcosa non va?” anche Nick si fermò ad osservare l’amico.

Era perduto. Anche con tutte quelle persone...Era solo.

E non poteva farci niente.

Sospirò.

Scosse la testa, “No Catherine, va tutto bene.” La guardò esitare un attimo e poi svoltare in una sala.

No che non andava bene!

“Allora vieni? Hanno ordinato cinese!” Nick si era sporto con la testa dalla porta a vetri. Greg rise. Era proprio ridicolo!

“Arrivo...arrivo...” e s’alzò.

 

Sara sospirò tristemente.

“Siamo ancora al punto di partenza. Non ci sono tracce di nessun genere sul luogo del crimine e nemmeno sull’uomo!” si portò alle labbra un po’ di riso.

Grissom annuì.

“Allora tu è Nick continuate…” aveva iniziato a parlare. In realtà per Greg muoveva solo le labbra. Così come tutti gli altri.

La scatola contenente il suo pranzo era ancora chiusa. Cosa contenesse non gli importava.

Alzò gli occhi, era iniziata la discussione.

Tutti che parlavano insieme o che iniziavano una frase e finivano l’altra.

E lui non c’era.

Come sempre.

Qualcosa vibrò nella sua tasca. Il cellulare probabilmente. Sua nonna stava cercando di chiamarlo da tutto il giorno e lui non aveva mai risposto.

S’alzò.

“Dove vai?” la voce di Warrick e la porta scorrevole che si chiudeva.

“Pronto?” non era sicuro che fosse una buona idea risponderle. Non era mai un buon segno quando lei insisteva così tanto.

Dall’altra parte del telefono la voce rauca di una donna gli chiedeva informazioni su una certe lettera. Greg sospirò. “Non posso venire...Il lavoro...”

Catherine guardò la figura del chimico andare avanti indietro, incerta su alcuni movimenti e che lanciava guardi fugaci all’interno della sala.

“No, nonna...lui non è...” la voce atona per via del vetro non le faceva sentire nemmeno una frase per intero. Ma infondo non era importante.

Sara seguì lo sguardo della collega. Greg si era fermato di colpo ed aveva spalancato gli occhi. Quasi spaventato. Poi si rilassò di nuovo. Un sorriso gli aveva illuminato il viso pallido.

Grissom scosse la testa.

“Concentriamoci su questi tre casi. Non credo che la conversazione di Sanders ci possa aiutare a risolverli.”

 

Continua...

  
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