Ace giace a terra, freddo, morto. Dov'è la giustizia? Dov'è la fede? Se lo meritava? No. Una morte ingiusta, spietata. Non perché non fosse un peccatore, ma perché la volontà che si celava dietro tutto questo non era quella di fargli scontare solo le sue pene, ma, anche e soprattutto, quelle di un altro uomo. Un uomo che non riconosceva nemmeno come suo padre. E l'oscurità cala sui suoi occhi, sul suo volto, rotta solo dalla luce che porta con sè il sorriso, che ancora non abbandona le sue labbra. Una morte serena, dopotutto. Nonostante l'ingiustizia che sporca quest'esecuzione, agli effetti legittima. Intorno al suo corpo, c'è chi si dispera e chi gioisce per aver portato a termine l'obiettivo, ma poi tutti, inevitabilmente tornano a combattere o a scappare, come se niente fosse successo, come se quella guerra, in fondo, non ruotasse davvero intorno a lui: ecco allora che si rivela la realtà... Ace è solo una pedina di una guerra fine a sé stessa, una scusa di un mondo che, crudele, vuole continuare in tutti i modi a devastare.