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Autore: MaxB    16/02/2017    4 recensioni
In barba al mio terrore delle scadenze, quest'anno partecipo anche io alla Gajevy Week, e non solo da lettrice!
Spero che il mio piccolo contributo possa piacervi e riempirvi le vene di fluff^^
31/01: Bonus day - Dojo Au
14/02: 1 - Matching
15/02: 2 - Longing
16/02: 3 - Pillow Talk
19/02: 6 - Grief
26/02: 7 - Living Together
17/10/2018: 5 - Trouble Twins
Prompt dei prompt: il letto ;)
Enjoy the Week♥
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Pantherlily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3. Pillow Talk

 
  - Sul serio?! – esclamò Lucy, basita e leggermente invidiosa.
- Non ci posso credere, non esiste un uomo così! – la supportò Levy, incredula.
- Credeteci invece! Ho un ragazzo meraviglioso e voi potete solo autocommiserarvi – si vantò Erza, braccia incrociate e sorriso orgoglioso.
- Erza cara, pure Laxus è così. E penso che lo sia ogni ragazzo del mondo dopo che l’hai abbondantemente accontentato – la smontò Mirajane in un soffio, mentre le passava in fretta alle spalle per poi sparire.
- Bugiarda! – l’accuso Titania.
- Mirajane ha ragione, Erza. Anche Gray-sama diventa dolce dolce con Juvia la sera, a letto – confermò Juvia, persa nella contemplazione di Gray.
A Erza iniziò a uscire il fumo dalle orecchie.
- Ma solo io ho un ragazzo che prende sonno subito e una volta addormentato non si sveglia nemmeno se mi metto nuda sopra di lui? – chiese Lucy a mezza voce, sconsolata.
- No Lu-chan, non sei sola – piagnucolò Levy, nella sua stessa situazione. – Che sia una malattia dei Dragon Slayer?
- Ma a Mira non succede – le fece notare Lucy, lanciando un’occhiata di soppiatto a Natsu, che stava urlando come un matto. – E pensare che di giorno parlano così tanto che bisognerebbe cucir loro la bocca!
L’argomento che tanto affliggeva Lucy e Levy erano le chiacchiere e le coccole da letto. Erza aveva tirato fuori l’argomento per sbandierare ai quattro venti la perfezione del suo rapporto con Gerard, che quando era insolitamente stanco, o dopo un amplesso particolarmente intenso, si dedicava alla venerazione di Erza. La accarezzava e la coccolava, le mormorava paroline dolci alle orecchie e la faceva sciogliere con castelli in aria sul loro futuro.
A quanto pare, a detta di Juvia, anche Gray la sera diventava stranamente dolce, e sdraiato a letto stretto forte alla propria ragazza parlava con lei per ore, quelle chiacchiere a volte sciocche e prive d’importanza che ti spingono a ridacchiare come un’adolescente alle prime armi.
Solo Levy e Lucy avevano problemi al riguardo. I loro ragazzi, più che chiacchierare immersi nei cuscini e nella pelle delle loro dolci metà, si dedicavano cianciare di cose inesistenti e incomprensibili nel sonno, che li coglieva appena loro posavano la testa sul cuscino.
Levy guardò Gajeel con aria afflitta, chiedendosi se in realtà non fosse sua la colpa di quella mancanza di interesse del suo fidanzato. Da quando avevano iniziato a vivere insieme non le era mai capitato di poter rotolarsi nel letto con Gajeel parlando di facezie e lanciandosi baci rumorosi tra risatine e strizzatine d’occhio. Di solito lui andava a letto molto prima di lei, che si perdeva nella lettura di un libro fino a notte fonda, e quando si buttava sul materasso lo sentiva respirare pesantemente, immerso nel sonno. Oppure restava a leggere a letto e lui le si addormentava addosso mentre lei gli accarezzava i capelli. Quando invece, cioè quasi ogni sera salvo rare eccezioni, si davano alla pazza gioia più o meno ripetuta e fantasiosa, Gajeel le si addormentava praticamente addosso dopo averle dato qualche bacio da sciogliere il cuore qui e là.
Levy non poteva lamentarsi, Gajeel le dimostrava ampiamente il suo amore, la faceva sentire desiderata e bellissima, e vederlo addormentarsi su di lei le faceva tenerezza. Inoltre, anche nel sonno, il suo ragazzo trovava sempre il modo di avvicinarsi a lei per stringersela addosso. Levy lo sentiva sospirare impercettibilmente ogni volta che le sue braccia la circondavano.
Però la parte delle conversazioni notturne le mancava e sinceramente avrebbe desiderato volentieri perdersi in qualche argomento inutile e di poco conto stretta a Gajeel, intenti a rotolarsi tra le lenzuola come due stupidi innamorati.
- Lu-chan – chiamò Levy, che si era persa la gara a tema “Il mio ragazzo è più dolce del tuo” tra le ragazze della gilda. – Questa sera dobbiamo provare. Dobbiamo chiacchierare anche noi a letto, prima di dormire. Siamo donne e siamo in grado di ottenere ciò che vogliamo, e io voglio che il mio ragazzo faccia lo scemo e mi mormori paroline dolci e prive di senso.
Lucy, scettica, lanciò un’occhiata a Natsu e Gajeel, che si fissavano in cagnesco, finché Natsu non si girò verso di lei e le mandò un saluto da pesce lesso.
- Levy-chan, non prenderla male, ma penso che le tue possibilità di riuscita siano ancora più scarse delle mie – le fece notare l’amica, sospirando.
Ma Levy decise di non arrendersi.
In fondo, era una donna.
Il potere, altrimenti chiamato testardaggine, era nel suo DNA.
 
Quella notte, Levy salì in camera prima del tempo dopo aver abbracciato Lily per dargli la buonanotte, lasciando i due maschi di casa a guardare una gara di monster truck.
- Se ci fossi io, lì, vincerei senza sforzi – sentì Gajeel borbottare mentre saliva le scale.
- Grazie, ti mangeresti la carrozzeria di ogni singolo macchinario prima di farli distruggere tra di loro! – commentò Lily, caustico.
Gajeel andò a letto meno di un’ora dopo, trovando Levy così presa dalla lettura di un libro da non essersi resa conto dell’arrivo del marito. Notando che non alzava nemmeno la testa, Gajeel sorrise leggermente e si buttò sul materasso, pronto a dormire.
- Ehi – lo riscosse Levy subito dopo, toccandogli la spalla.
- Mh?
- Mi fai le coccole? – chiese con la vocina piccola e dolce, supplice.
Gajeel sgranò gli occhi e, liberando il cuscino dal suo abbraccio stritolatore, si voltò verso Levy. – Cosa?
- Dài, mi hai sentito – lo incalzò, posando il libro sul comodino e scuotendolo ancora per la spalla.
Il ragazzo assistette al sorgere del sole sulle sue gote, che da pallide e biancastre diventarono prima rosee e poi rosse. Levy si era imbarazzata dopo aver fatto quella richiesta così inusuale.
Chiedere le coccole… era la prima volta che Gajeel sentiva una domanda del genere. La paranoia iniziò ad avvelenargli lentamente il cervello.
- Le vuoi perché ti trascuro? Ti faccio sentire poco amata? – indagò, posandole la testa in grembo.
Levy, suo malgrado, ridacchiò. – No, non è quello. Solo che Erza e Juvia dicono sempre che i loro fidanzati a letto le accarezzano, le baciano, parlano. Insomma, le classiche chiacchierate da letto, quelle che si fanno con le facce premute contro i cuscini, nella penombra, accucciolati l’uno contro l’altra.
Gajeel inarcò un sopracciglio e si scostò per poterla vedere in volto, prima di distogliere lo sguardo: i suoi occhi nocciola sembravano quelli di un cerbiatto mentre gli scavavano dentro per costringerlo a fare ciò che voleva, inducendolo a credere che fosse esattamente quello che desiderava.
Be’, forse lo desiderava veramente.
- Io credo che Gray e Gerard non abbiano attributi, se sai cosa intendo dire. Preferisci un uomo che ti fa le coccole, con qualche carezzina innocua e bacettini insapori, o uno che ti…
Altro che alba romantica e tinte calde, sulle gote di Levy esplose una supernova dopo le parole fin troppo allusive ed esplicite di Gajeel.
Il ragazzo scoppiò a ridere quando la vide boccheggiare, paralizzata, dopo la sua dettagliata descrizione di ciò che avrebbe potuto farle e che Gray e Gerard non avrebbero nemmeno potuto immaginare.
- E non dirmi che dopo quello che ti ho detto tu hai voglia di coccole, piccoletta, perché sappiamo entrambi cosa vuoi – la prese in giro, facendo forza sulle braccia per avvicinarsi a lei e morderle il collo e il mento.
Levy soffocò i suoi istinti primordiali e cercò di ossigenare il cervello con un lungo respiro rinfrescante, che permise ai suoi neuroni di tornare a lavorare e impedì la loro morte per asfissia o annegamento in un eccesso di flusso sanguigno da immagini sconce.
- Senti – lo bloccò, abbastanza perentoriamente nonostante le farfalle in tutto il corpo e i muscoli molli. “Fammi quello che vuoi”, avrebbe voluto dire. Ma si impose la calma. – No. Gerard deve averli gli attributi per stare con Erza. Non credo che concedersi un po’ di dolcezza e autoindulgenza limiti o faccia regredire la tua virilità, Gajeel. Quindi questa sera mi fai le coccole e mi dici cose mielose e senza senso come uno stupido?
Il ragazzo si ritrasse e cercò tracce di bluff sul suo viso ancora rosso, senza tuttavia trovarne.
Era seria. Era dannatamente seria!
Davvero preferiva quelle smancerie insensate alla possibilità di essere rivoltata da dentro a fuori fino a perdere la concezione del proprio corpo a causa del piacere? Forse aveva sbagliato qualche considerazione sulla sua ragazza, allora.
- Va bene – cedette con uno sbuffo, sdraiandosi a pancia in su e aprendo le braccia per accogliere Levy contro di sé.
La ragazza si fiondò su di lui con un eccitato gridolino di vittoria, e dopo avergli accarezzato le gambe con le proprie e strofinato i capelli contro il suo petto, sospirò allegramente.
- Sai, Lucy era scettica riguardo al fatto che avresti mai potuto fare una cosa simile. Però ogni tanto ci capita di restare qui in contemplazione dopo aver … dato libero sfogo a… ai desideri del corpo, no? – mormorò lei con gli occhi chiusi, a disagio. – Ogni tanto mi accarezzi i capelli e mi baci la fronte e il naso mentre riprendiamo fiato, oppure resti fermo a guardarmi e mi dici che mi ami, anche se raramente. Volevo solo spingerti a fare queste cose anche senza bisogno di fare prima l’amore.
Non ottenendo risposta dal ragazzo, e cullata dalla cadenza ritmica dei battiti del suo cuore, Levy gli baciò l’addome e continuò a parlare. – A volte noi donne sentiamo il bisogno di fare queste cose. Come tu hai bisogno di sentirti virile. Credo che Lucy avrà diversi problemi a trascinarsi dietro Natsu, ma io non ho mai dubitato del fatto che tu possa essere un gran romantico, quando vuoi. Grazie, Gajeel – concluse, commossa, stringendolo a sé sorridendo.
La mancanza di grugniti o azioni altrimenti indicative di ascolto la misero in allarme dopo dieci secondi. A ragione, oltretutto.
Gajeel dormiva della grossa, con la bocca aperta e il respiro placido e non troppo profondo.
Levy, sgomenta, si sedette e lo fissò con una rabbia cocente che non aveva nulla a che fare con il calore che le parole di Gajeel le avevano suscitato dentro, alcuni minuti prima.
- Vuoi la guerra? E guerra avrai – mormorò prima di iniziare a spogliarsi.
Alcuni attimi dopo Levy si era sistemata, nuda, sopra Gajeel, torreggiando su di lui. Si chinò fino a far toccare la punta dei loro nasi e gemette contro il suo orecchio sensibile, baciandogli lascivamente la mascella e spostandosi fino alla bocca. Era evidente che fosse ormai sveglio quando Levy gli sfiorò le labbra e ci mancò poco che lui tirasse fuori la lingua di riflesso, facendola ridere.
Le sue mani si artigliarono a lei, morbide come delle piume eppure possessive quanto le zampe di una pantera, e Gajeel, che aveva scordato cosa fosse il sonno, ghignò d’aspettativa scannerizzando il suo corpo nudo.
- E tu volevi le coccole? – la schernì, facendo leva sul braccio libero per sedersi e far aderire il petto di Levy al suo, mentre con l’altra mano le afferrava la nuca e la spingeva contro le sue labbra.
- Piccola tentatrice, vuoi sapere di cosa parleremo questa notte io e te? – le sussurrò all’orecchio, facendola rabbrividire.
La conversazione che ne seguì fece vergognare Levy così tanto che la ragazza arrossì anche in punti in cui l’imbarazzo, di natura, non produceva effetti visivamente riscontrabili. Eppure sortì l’effetto desiderato perché Levy, sentendosi sporca come non mai, si perse in quel fiume di parole ansimanti che Gajeel stava spacciando per una favola dolce e idilliaca.
Quando, alla fine, lei si trovò ad ansimare per ritrovare il fiato sopra ad un ragazzo più o meno nelle stesse condizioni eppure prossimo a chiudere gli occhi per il resto della notte, Levy capì che, a suo modo, anche Gajeel era come Gerard e Gray, e a letto chiacchierava amabilmente mentre l’abbracciava.
Solo che non lo faceva con paroline sciocche e lusinghiere.
Lo faceva con le sconcerie.
E Levy, suo malgrado, dovette ammettere che non avrebbe mai scambiato quelle sussurrate conversazioni a luci rosse con delle poesie noiose e tutto sommato inutili.



MaxB
Nulla da dire, spero che vi piaccia. Dal momento che alla fine tutti i miei cap della Gajevy Week sono stati Pillow Talk questo l'ho fatto un po' diverso ahahahah.
Ho scoperto che scrivere legata ad un prompt... non fa proprio per me. Sono un spirito libero ahahah.
Grazie mille a tutti voi che recensite/leggete e specialmente a *** (lei sa chi è ma non vuole che la si nomini e... dopo questa mi ucciderà ahahah). Grazie che sopporti i miei deliri.
A... sabato! Con il prompt 6. No. Scherzavo. A domenica. Viva la matematica! E scusate se il cap è corto :( Ho dovuto stringere tutto come i miei tempi...
MaxB
  
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