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Autore: Soly_D    17/02/2017    3 recensioni
[Fanfiction scritta per il gruppo Facebook We are out for prompt]
AU in cui Hermione è una bibliotecaria e Ron invece di aiutare Ginny a studiare passa tutto il tempo a fissare Hermione.
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Forse non era particolarmente attraente, ma Ron la trovava bella. La trovava bella per quei capelli costantemente arruffati, per quegli occhi sempre attenti e concentrati, per quelle dita un po’ sporche di inchiostro che accarezzavano delicatamente le pagine dei libri come fossero un tesoro inestimabile.
Si chiamava Hermione. Suonava anche bene.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Fanfiction scritta per il gruppo Facebook We are out for prompt.
Event: Drabble Weekend 6-8 maggio 2016
Prompt: AU in cui Hermione è una bibliotecaria e Ron invece di aiutare Ginny a studiare passa tutto il tempo a fissare Hermione.


Di come Ron Weasley conquistò
la bibliotecaria uscendone illeso.




A Ron non piaceva la biblioteca. Insomma, lui non era certo il tipo da starsene in religioso silenzio con la testa china sui libri per ore intere. Aveva bisogno di studiare ad alta voce, di camminare con il libro in mano e di fare pause di almeno mezz’ora ciascuna. Tuttavia Ginny non era della stessa opinione e spesso lo trascinava con sé in biblioteca affinché lui la aiutasse a studiare.
A Ron continuava a non piacere la biblioteca in sé e per sé, ma da qualche tempo passarci interi pomeriggi non gli dispiaceva più così tanto. Doveva essere merito della bibliotecaria so-tutto-io. Forse non era particolarmente attraente, ma Ron la trovava bella. La trovava bella per quei capelli costantemente arruffati, per quegli occhi sempre attenti e concentrati, per quelle dita un po’ sporche di inchiostro che accarezzavano delicatamente le pagine dei libri come fossero un tesoro inestimabile.
Si chiamava Hermione. Suonava anche bene.
«Her...mione», sussurrò assorto.
«Ron, ci sei?!».
Quando Ginny gli sventolò una mano davanti al viso, Ron tossicchiò imbarazzato e distolse velocemente lo sguardo dalla figura di Hermione seduta dietro il bancone, a pochi metri da loro.
«Ti stavo ascoltando!», si affrettò a rispondere.
«Non è vero, stavi guardando di nuovo la bibliotecaria». Ginny gli rivolse un sorriso malizioso. «Sai, dovresti proprio andare a parlarle».
Ron sgranò gli occhi. Accidenti, era stato colto in flagrante!
Scosse vigorosamente la testa. «Non se ne parla».
«Vorrà dire che andrò a parlarle io».
«Cosa?!».
Ginny si sollevò in piedi, facendo rumore con la sedia, ma Ron la afferrò per un polso appena in tempo. «Ginny, per favore...», la supplicò.
«Lo faccio per te», gli fece notare lei con sguardo di rimprovero.
«Ma così crederà che sono un povero stupido che non ha nemmeno il coraggio di parlarle!».
Ginny inarcò le sopracciglia lanciandogli uno sguardo eloquente.
Ron sospirò. «Okay, forse lo sono, ma...».
«Niente “ma”, alzati da quella sedia e vai a parlarle, se non vuoi che lo faccia io!», esclamò Ginny, incrociando le braccia al petto con fare autoritario.
Ron ci rifletté un attimo. Be’, che lui volesse parlare con Hermione era scontato, ma non aveva molta esperienza con le ragazze e non sapeva esattamente cosa dire e come dirlo. Tuttavia Ginny non era una che cambiava idea facilmente e piuttosto che mandare sua sorella minore da Hermione e farci una figuraccia, Ron preferiva di gran lunga andare a parlarle di persona.
Si passò una mano tra i capelli rossi, rassegnato. «Okay, ci provo».
«Bravo, Ron, sono fiera di te».
Ginny si risedette e Ron a sua volta si alzò dalla sedia, puntando lo sguardo su Hermione.
Prese un respiro profondo, raccogliendo tutto il coraggio di cui disponeva.
Si sarebbe pentito, se lo sentiva.


«Ti serve qualcosa?».
Forse gironzolare intorno al bancone per cinque minuti abbondanti non era stata una buona idea, dato che ora Hermione lo fissava con sguardo perplesso, ma Ron non era riuscito a fare altrimenti, avendo perso tutta la determinazione iniziale.
«Ehm, cercavo un libro», buttò lì senza pensarci.
Lo sguardo di Hermione si fece curioso e Ron la trovò ancora più bella.
«Che libro?».
«“Orgoglio e pregiudizio”».
Era il primo libro che gli fosse venuto in mente. Non sapeva nemmeno di cosa parlasse, ma Ginny lo nominava spesso.
«Wow, lettura impegnativa», commentò Hermione piegando un angolo della bocca in un mezzo sorriso, visibilmente sorpresa e forse ammaliata. «Non mi sembravi un tipo da Jane Austen».
«Oh, invece sì, Jane Austen è la mia scrittrice preferita!», mentì spudoratamente. Forse in quel modo avrebbe fatto colpo su di lei.
«Davvero? E quali altri dei suoi libri hai letto?».
Ron sbatté le palpebre un paio di volte, rendendosi conto del pasticcio in cui era finito. E ora cosa diamine avrebbe dovuto risponderle?!
«Ecco, io... ho letto... ehm... vediamo... come si chiamava...?».
Hermione inarcò un sopracciglio. «Tu non sai nemmeno chi sia Jane Austen, vero?».
«...Vero». Ron si portò una mano dietro la nuca, imbarazzato, ed Hermione non disse più nulla, limitandosi a scrutarlo.
«Io sono Ronald Weasley!», disse il ragazzo all’improvviso, stupendosi della sua stessa audacia. Forse era inutile girarci intorno, ormai si trovava lì, tanto valeva proseguire. «Ma tutti mi chiamano Ron».
«Hermione Granger», rispose la bibliotecaria toccandosi i capelli con una mano.
Ron si trattenne dal risponderle «Lo so», l’ultima cosa che voleva era risultare uno stalker.
«Ti andrebbe di...», cominciò, sentendo le guance e le orecchie scaldarsi, «...di prendere un caffè al bar qui vicino?».
Hermione lo fissò per qualche attimo senza lasciar trapelare alcuna emozione.
«No».
«Ah».
Dopo lo smarrimento iniziale, Ron deglutì a vuoto. Non si aspettava una risposta così secca. Arrossì ulteriormente, sentendosi un completo idiota. Aveva decisamente osato troppo. Cosa pretendeva, che una ragazza così intelligente e precisa cadesse ai suoi piedi alle prime parole?
«Allora... io... sarà meglio andare... credo», mormorò, indietreggiando di qualche passo senza tuttavia riuscire a distogliere lo sguardo dal viso imperturbabile di Hermione. Così facendo, però, si scontrò con l’angolo di un tavolo e non riuscì a reprimere un «Miseriaccia!», a causa del dolore al fianco. Quell’incontro non sarebbe potuto terminare in maniera peggiore.
Si voltò indietro, dando le spalle ad Hermione, e fece per tornare da Ginny che lo aspettava al tavolo in attesa di notizie, quando la voce della bibliotecaria lo costrinse a bloccarsi sul posto.
«Ronald!».
Ron si voltò lentamente per guardarla. Hermione aveva poggiato le mani sul bancone e si era spinta con il busto in avanti, come a volersi protendere verso di lui. «Io il caffè non lo bevo», precisò. «Ma una cioccolata potrebbe andare bene».
Oh.
La cioccolata, non il caffé! Se avesse potuto, Ron si sarebbe messo a urlare.
Aveva accettato, miseriaccia, Hermione aveva accettato il suo invito!
Sorrise radioso e la bibliotecaria gli rivolse a sua volta un sorriso così dolce che Ron sentì rimescolarsi tutto all’altezza dello stomaco.
«Alle otto chiudo, ci vediamo a quell’ora se ti va», gli propose lei.
«Fantastico!», concluse Ron euforico. «A stasera allora!».
Salutò Hermione con una mano e raggiunse Ginny che lo aspettava impaziente.
«Buone notizie?».
«Ottime notizie, sorellina», la corresse.
Ginny ne fu particolarmente soddisfatta. In fondo... era anche merito suo.

  
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