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Autore: fri rapace    03/06/2009    9 recensioni
Remus le sorrise, scuotendo appena il capo.“A essere sincero stavo pensando a una maniera di fare l’amore che non avessimo ancora sperimentato. Mi piacerebbe sorprenderti.”
Tonks si piegò su di lui, avvicinandogli le labbra all’orecchio. “C’è un modo in cui ancora non l’abbiamo fatto…” gli confidò.
“E ti piacerebbe provare?”
“Infinitamente. Faresti di me la donna più felice dell’universo.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con un anello al dito “Remus?”
“Sì?”
“Io… ecco… io… Ho appena rotto lo specchio grande, sai, quello all’interno dell’anta dell’armadio.”
Remus non poté soffocare un sorriso. Aveva sentito un certo trambusto in camera, ma l’aveva volutamente ignorato. Non dubitava del fatto che Tonks fosse perfettamente in grado di cavarsela da sola.
“Va bene.”
“No che non va bene! Ho provato a ripararlo, ma ora è diventato smerigliato, sembra una delle pareti della doccia! E non capisco il perché!”
Tacque, aspettando una sua delucidazione in merito, che non arrivò.
“Così…” tentò, strascicando un po’ la voce.
“Così cosa, Ninfadora?” chiese, con ancora gli occhi fissi sulla pagina centrale del Cavillo.
“Così…” sembrava combattuta. “Così, dimmi, come mi vedi, tu?”
Remus si accigliò, abbassando il giornale e indugiando a lungo con lo sguardo su di lei.
“Oh”, mormorò alla fine, sorpreso e piacevolmente colpito.
Lei ridacchiò, nervosa. “Oh, cosa?”
I suoi capelli erano sfumati in un intenso tono di magenta, ma lo fissava dritto negli occhi, sfidandolo.
Indossava, invece di uno dei suoi soliti pigiama a stampe buffe, una sottoveste molto carina, con delle spalline sottili e la scollatura che le disegnava i seni con un tratto ondulato, di pizzo nero.
“Ti vedo… io… ti vedo bellissima, Ninfadora”, le disse, incantato. Per lui era bellissima anche quando indossava il pigiama con le spirali psichedeliche, naturalmente, ma il fatto che si fosse vestita a quel modo solo per lui lo commosse e lo eccitò allo stesso tempo.
Il viso di Tonks si illuminò, mentre un gran sorriso la faceva apparire ancora più bella.
Sorriso che però tentennò subito e mentre Appellava la bacchetta si trasformò in una smorfia.
“Chiamami ancora una volta «Ninfadora» e te ne pentirai amaramente!” lo minacciò, picchiandogli la bacchetta sulla testa.
Remus se la massaggiò, sentendosi un po’ deluso.
“Non ho il permesso di chiamarti per nome neppure ora che stiamo ufficialmente assieme?”
“Certo che no! Il mio nome è Tonks! Vedi un po’ tu cosa puoi fare per cambiare la cosa.”
Incrociò le braccia al petto, convinta di averlo sistemato per bene.
Lui appoggiò il mento sul palmo della mano, perso nei suoi pensieri. “Ok,” disse alla fine. “Te lo prometto.”
Tonks alzò le sopracciglia, con aria interrogativa. “Non c’è verso…”
Non finì la frase, le parole perse in un profondo sospiro, mentre lui la attirava a sé infilandole una mano sotto la veste e iniziando ad accarezzarle dolcemente il fondoschiena.
Remus fu scosso da un brivido di piacere nel rendersi conto che la ragazza non indossava nulla a parte la sottoveste.
E lei, senza staccare gli occhi dai suoi e senza mostrare alcun imbarazzo, iniziò a giocherellare con i bottoni dei suoi pantaloni.
“Lo so a cosa stai pensando, Remus”, gli disse, maliziosa.
“Sì?”
“Certo. Lo so e lo sento!” puntualizzò, scendendo con la mano e accarezzandolo piano.
Remus si morse la lingua, sforzandosi di non perdere la testa.
“A Malocchio”, mormorò, guardandola di sottecchi.
Lei si fermò, per nulla contenta della confessione. “Cosa?!”
“Sto pensando a Malocchio.”
Sembrò offesa, ma solo per un istante. Si riprese subito, scrollando le spalle.
“Oh, beh, se ti eccita pensare a lui, fa pure. Non sarò certo io a giudicarti per questo.”
Remus scoppiò a ridere, ammirato dalla sua presenza di spirito.
“Non hai capito, non sto pensando a lui come uomo, ma ai suoi consigli.” Annuì, guardando di lato.
Stavolta Tonks si mostrò sul serio sorpresa. “Malocchio ti da consigli sul sesso?”
Aveva l’aria di stare pensando che era un ruolo che non si addiceva per nulla al vecchio Auror un po’ squinternato.
“No. I suoi consigli sul non infilarsi la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni. Uomo saggio… Tu gli dai retta, vero? Non vorrai certo rischiare di privarmi del tuo adorabile sederino. Non potrei sopportarlo.”
La ragazza arrossì, compiaciuta. “Quanto sei scemo!”
Remus le sorrise, scuotendo appena il capo. “A essere sincero stavo pensando a una maniera di fare l’amore che non avessimo ancora sperimentato. Mi piacerebbe sorprenderti.”
Tonks si piegò su di lui, avvicinandogli le labbra all’orecchio.
“C’è un modo in cui ancora non l’abbiamo fatto…” gli confidò.
“E ti piacerebbe provare?”
“Infinitamente. Faresti di me la donna più felice dell’universo.”
Remus ristette. L’aveva fatta soffrire così tanto e ora desiderava dolorosamente fare di lei una donna felice. Lo desiderava con tutto se stesso.
“Come?” le chiese, impaziente di accontentarla.
“Con un anello al dito.”


C’erano tutti, i membri dell’Ordine della Fenice. Ma lui non vedeva nessuno, solo lei, che conquistava il suo fianco dopo aver inciampato per tre volte prima di raggiungerlo. Ma non era caduta, malgrado indossasse della scarpe molto eleganti, con il tacco alto.
Non aveva un vero vestito da sposa, non se lo potevano permettere. A mala pena era riuscito a racimolare il denaro per acquistare gli anelli, risparmiandosi l’umiliazione di doverli far comprare alla sua sposa. Ma nell’abitino leggero che indossava per lui era la donna più bella su cui avesse mai posato i suoi occhi di lupo.
L’officiante parlava, ma Remus non sentiva nulla, tanto che fu Tonks a guidarlo passo passo per tutta la cerimonia. Fu lei a prendergli la mano e cacciargli nel palmo l’anello che doveva infilarle al dito.
“Forza, amore!” lo incitò, con un sorriso intenerito.
La mano gli tremava, ma riuscì a metterle l’anellino, anche se non era certo di averlo infilato sul dito giusto.
Poi Tonks gli appoggiò una mano dietro la nuca, lo obbligò a piegarsi su di lei e lo baciò, senza che Remus capisse il perché lo stesse facendo proprio in quel momento.
“Ora siamo sposati, sai?” gli confidò, staccandosi da lui. Rideva. “Ehi… non credevo che la cerimonia ti avrebbe preso così male. Adesso puoi rilassarti.”
Ammiccò, gettandogli le braccia la collo e scrollandolo delicatamente.
Remus fece un lungo sospiro, sentendo il suo cuore rallentare un pochino i battiti. Ma solo un pochino.
“Ora non ti chiami più Tonks”, constatò, la voce malferma.
“Effettivamente, no. Ma non è per questo motivo che mi hai sposata, vero?” chiese lei, all’improvviso sospettosa.
Le prese le mani tra le sue e iniziò a tirarsela dietro, ignorando tutto quello che stava avvenendo lì attorno.
“Ehi! Dove state scappando? Ho preparato un piccolo rinfresco alla Tana! Lo sapete, no?” protestò Molly, trotterellando verso di loro.
“Grazie, Molly. Ma non ora”, le disse Remus, accelerando il passo. “Ti prego, non seguirci, dobbiamo fare una cosa subito, con l’anello al dito. Non posso aspettare un minuto di più, devo fare subito di Ninfadora Lupin la donna più felice dell’universo.”








Ringrazio tutti quelli che hanno recensito le mie altre one-shot, chi le ha aggiunte ai preferite o solo lette, mi avete fatto molto felice!
Un ringraziamento particolare a chi mi ha inserito tra i propri autori preferiti, grazie ^^
Fri
   
 
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