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Autore: Brit    19/02/2017    7 recensioni
Katie McGrath è un’attrice a tempo pieno che viene colta da una sfortuna dietro l’altra. Ha appena perso il fratello e la cognata in un terribile incidente e deve farsi carico di Nathan e Maddie, i suoi due nipoti. Incapace di prendersi cura di loro da sola cerca un’aiutante, però i due si rivelano dei combina guai capaci di far scappare tutte le tate. Ma la sua fortuna da irlandese non l’abbandona del tutto, per fortuna c’è Melissa Benoist.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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KATHERINE MCGRATH POV

 
Sapevo che quella folle idea mi si sarebbe ritorta contro, ma l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era quella felicità che stavo provando e che mi stava facendo esplodere il petto.
Mi sedetti sul letto, osservandola. Nella testa di Melissa, ancora in piedi di fronte a me, si stava scatenando una battaglia. Lo potevo capire dalla sua fronte corrugata e da quella piccola, adorabile ruga tra le sopracciglia. Voleva restare ma qualcosa la frenava.
La abbracciai, appoggiai la testa sulla sua pancia e mi accarezzò i capelli.
"Io non p-"
Alzai lo sguardo verso di lei, come un piccolo cucciolo.
"Okay, resto." Sbuffò divertita.
Mi alzai di scatto esultando, aprendo il mio armadio e lanciandole un pigiama beige con un grosso unicorno sul petto. Lo guardò perplessa.
"Non fare domande." La minacciai con finto sguardo serio. Le diedi anche uno spazzolino da denti e le lasciai il bagno per cambiarsi.
Sistemai le coperte ed i cuscini, mentre sentivo il mio cuore tamburellare forte.
 
Quando tornò in camera, per poco non morii dal ridere: quel pigiama era davvero orrendo persino su di lei.
Mi spinse giocosamente. "Scommetto che mi hai dato questo orrendo pigiama per non saltarmi addosso stanotte."
Ridacchiai sistemandomi meglio sul letto. "E se anche fosse? Pensavo che anche tu volessi andarci piano." Sollevai un sopracciglio.
Melissa arrossì balbettando qualcosa e mettendosi nella sua metà letto.
"A meno che tu non abbia fatto altri sogni in cui ci portiamo avanti, in quel caso allora dobbiamo stare al passo." Le ammiccai, gattonando verso di lei.
Mi venne incontro e ci baciammo. Le sue labbra erano così morbide, calde, non mi sarei mai staccata da lei.
Mi spostai verso il suo collo, baciandolo mentre lei inclinava la testa per lasciarmi più spazio. Partii dal basso, per salire verso l’orecchio. "Ti dispiace se dormo senza pigiama?" le sussurrai.
"C-cosa?!" Sgranò gli occhi, tirandosi indietro e diventando un peperone.
Scoppiai a ridere, come poteva credere sempre a tutto?
Si ficcò sotto le coperte, ancora sconvolta, e facendo la finta offesa per essermi presa gioco di lei.
Mi incantai mentre mi dava le spalle.
Melissa mi aveva totalmente sconvolto l’esistenza. Era come se prima vedessi tutto in bianco e nero, intrappolata in un circolo vizioso fatto di ricordi dolorosi, impegni lavorativi e colpevolezza nel non dare a Nathan e Maddie ciò che meritavano.
Ora, invece, mi sembrava che il mondo fosse pieno di arcobaleni, di speranza, di amore.
Melissa, con il suo sorriso contagioso, la sua goffaggine e il suo incredibile talento nella vita, era davvero l’ultima persona di cui avrei pensato di innamorarmi.
Quella barriera che avevo eretto era stata distrutta, smantellata un pezzo alla volta. Una piccola breccia, una piccola luce accecante mi aveva salvato. Una persona totalmente inaspettata, una persona che non avevo scelto e che (probabilmente) non avrei mai scelto.
D'altronde è così: le cose migliori capitano quando meno ce lo aspettiamo.
 
Mi misi sotto le coperte, dietro di lei, e l’abbracciai, inspirando forte il suo profumo dolce. Si girò verso di me, con uno sguardo dolce.
“Sei bellissima.” Mi sussurrò. Il mio cuore perse un battito, mi sentii sciogliere.
Come poteva essere così meravigliosa? Le sorrisi, mentre le nostre mani si trovavano e si incrociavano. Le diedi un bacio sulla fronte.
“Non posso neanche crederci.” Ammisi.
“Cosa?” si sollevò, sostenendo la testa con la mano.
“Che tu sia qui. Insomma, chi avrebbe mai detto che saremmo arrivate a questo punto? Io e quella goffa ragazza che al suo colloquio se ne stava tranquilla con la cioccolata sul naso.”
Scoppiò a ridere, imbarazzata. “Non me ne ero proprio accorta. L’ho notato solo dopo.
Attraverso la vetrina ti ho guardata andare via e poi ho visto il mio riflesso. Mi sentivo imbarazzata da morire…”
“Un po’ come adesso!” la scherzai, pizzicandole la guancia mentre metteva il broncio. La accarezzai, fissandoci sorridenti e felici, con il cuore pieno d’amore.
“Forza, è meglio dormire.” Mi disse, allungando il braccio per appoggiare gli occhiali e spegnere la luce.
Tornai nella mia parte di letto e mi sistemai meglio le coperte, dando le spalle a Melissa. La sentii rigirarsi più volte come una tarantola. Non riusciva a trovare la posizione e stare ferma? Era già abbastanza strano condividere il letto con qualcuno, ci mancava solo lei e i suoi movimenti.
 
Melissa sbuffò. "Katie?" Mi chiamò con una voce tenera da bambina.
Grugnii come risposta, sentivo di star per addormentarmi.  "Posso abbracciarti?"
Le risposi di sì e la sentii avvicinarsi, mettendo le mani a tentoni per capire bene dove fossi.
Scattai in avanti sentendo le sue mani palparmi il fondoschiena. "Melissa! Quello è il mio culo!"
"OH! Mi dispiace!" Di sicuro era diventata tutta rossa, ma il buio la salvava. "Ecco perché era cosi morbido!" Ridacchiò poi.
Alzai gli occhi al cielo, fingendomi infastidita. Si attaccò alla mia schiena continuando a ridere e abbracciandomi. Le presi la mano, godendo del suo calore e del suo profumo.
Ma come diamine potevo dormire con il suo respiro sul mio collo? Rabbrividii ma cercai di calmarmi. Proprio quando mi sembrava di essermi abituata alla sensazione e stavo per assopirmi, sentii qualcosa sul mio collo. Poco dopo capii che erano dei baci.
Melissa mi stava baciando il collo.
Il mio corpo andò a fuoco in un secondo. Cercai di far finta di dormire, forse avrebbe smesso di torturarmi. Il mio respiro si stava appesantendo sempre più.
"So che stai fingendo di dormire." Sussurrò, dandomi un piccolo morso. Mi lasciai sfuggire un ansito.
"Melissa..." La avvertii, senza capire neppure io cosa desiderassi. Strinsi forte le gambe, mentre lei continuava a succhiare forte in un punto. Le sue mani si aggrapparono ai miei fianchi ed iniziai a muovermi contro di lei.
"Melissa...fermati." Ansimai.
Mi girai di scatto, scoprendomi e accendendo la mia lampada. Non le lasciai il tempo di obiettare che ero già su di lei, a cavalcioni. La baciai con bisogno, sentendo la sua lingua sfiorare la mia.
Le mie mani si infilarono sotto la maglia del pigiama di Melissa. Andai a sfiorare la sua pancia piatta, e salii mentre continuavamo a baciarci. Ci staccammo per riprendere fiato, le nostre fronti attaccate. Passai la lingua sul suo labbro, mentre le sue mani andavano ad afferrare le mie natiche. La mia mano si spostò sul suo seno e un gemito strozzato uscì dalla sua bocca.
Melissa capovolse la situazione e in un attimo mi ritrovai sotto di lei. La sua mano mi accarezzò l’interno coscia e le mie gambe si aprirono automaticamente, mentre continuavamo a baciarci.
Quando la sua mano arrivò all'inguine, si staccò allontanandosi. Mi misi seduta.
"Qualcosa non va?" Le chiesi a corto di fiato. Melissa si andò a toccare le guance e sventolò una mano per farsi aria.
"Non posso stare qui. É tutto meraviglioso ma...ma...tu sei troppo...e io.. dormo sul divano!" Si alzò prendendo i suoi occhiali. La guardai, leggermente sconvolta.
Aveva intenzione di lasciarmi lì così?!
Proprio quando stava per chiudere la porta, la riaprii e venne verso di me.
"Buonanotte, Katie." Mi baciò dolcemente e andò in salotto.
Mi buttai sul materasso passandomi le mani sul viso. "Cazzo."
 
 
 
MELISSA BENOIST POV
 
Dormire sul divano era stata la cosa più scomoda e triste della mia vita. Non ero riuscita a chiudere occhio, per colpa della durezza del mio nuovo letto e per i pensieri che mi ronzavano in testa. Eravamo praticamente sotto lo stesso tetto e avevo una voglia terribile di ritornare da lei, ma non potevo.
Katie era irresistibile. Il suo profumo, la sua pelle morbida, le sue labbra invitanti, le sue espressioni.
Sapevo di non essere più un’adolescente in preda agli ormoni, ma con Katie era diverso. Era una tentazione e non solo da un punto di vista fisico, ma anche intellettuale.
In questo momento mi sentivo come se fossi stata alla guida di una Maserati e avessi potuto guidarla solo in un piccolo vicolo.
 
Sbuffai alzandomi per colpa della luce. Preparai dei pancake e l’immancabile caffè ristretto per Katie. Andai in camera e la svegliai: sembrava un piccolo angioletto.
“Sveglia! Ho preparato la colazione. Ti aspetto in cucina.” le baciai il naso e tornai ai fornelli.
 
Poco dopo arrivò, con i capelli scompigliati ed il pigiama tutto storto. Che meraviglia.
“Ma che buon profumo!” mi si avvicinò, abbracciandomi. “Dovrei assumerti come domestica.”
Mi sporsi per baciarla: “Sono già la tata dei bambini.”
Lei si allontanò alzando un sopracciglio. “Davvero?”
Annuii, riavvicinandola e stringendola più a me. “Sì, di tre bambini.”
Si avvicinò al mio viso, un soffio a separarci. “Questo vuol dire che se faccio la cattiva bambina tu mi pun-”
“OH CAVOLO!”
Ci girammo velocemente per vedere Nathan, rosso come un peperone e con le mani a coprirsi gli occhi.
“Non siete nude, vero?”
“NATHAN!” lo riprese sua zia, diventando rossa.
Era incredibile come Katie difficilmente arrossiva ma bastava essere in presenza dei suoi nipoti per imbarazzarsi per qualunque cosa.
“Che succede?” arrivò Maddie stropicciandosi gli occhi. “Melissaaaa! Cosa ci fai qui?” Mi si schiantò addosso e l’abbracciai forte.
“Melissa e zia Katie hanno dormito nello stesso let-” iniziò Nathan, cercando di mettere ancora più in imbarazzo la zia.
Katie gli mise una mano sulla bocca, per poi infilargli un pancake. Si sedette, gustando il suo caffè con lo sguardo basso, a disagio.
Lasciai Maddie e mi sedetti accanto a Katie, bevendo del the caldo. Mi guardai attorno, sentendomi a casa. Era come essere una piccola famiglia. Mi si sciolse il cuore e per un attimo pensai a quanto sarebbe stato bello avere un figlio con Katie.
“Tutto bene?” mi si avvicinò. Annuii e mi alzai, annunciando che dovevo assolutamente correre al corso.
Salutai tutti, accarezzando i capelli dei bambini e dando un bacio a Katie sul capo.
 
Presi l’auto, cercando di sbrigarmi: ero davvero in ritardo. Parcheggiai ed entrai nella struttura salendo gli scalini a due a due. Per poco non inciampai nei miei piedi nell’ultima scalinata. Percorsi il lungo corridoio alla ricerca dell’aula giusta.
Spalancai la porta. “Eccomi!”
Tutti gli occhi si posarono su di me. Avevo decisamente sbagliato classe. Volevo sotterrarmi dal disagio.
“Scusate, io…”
“DOVE DIAMINE È BENOIST?!” sentii urlare dall’aula accanto. Sobbalzai chiudendo gentilmente la porta e chiedendo di nuovo scusa per l’interruzione.
Mi fiondai nella stanza giusta, annunciando la mia presenza. “Eccomi, Mr. Lee! Ero in bagno e.. e, stavo guardando un video di... gattini e....”
Tutti mi guardarono perplessi. Ridacchiai imbarazzata mentre Mr. Lee alzava gli occhi al cielo. “Benoist, per favore.” Si avvicinò minaccioso. Deglutii, sentendomi piccola piccola.
“Ti ho scelta per la tua bravura, non perché mi piaci. Quindi cerca di essere puntuale altrimenti ti sostituisco, anche a costo di prendere un’altra che fa schifo per il ruolo di Glinda.”
Abbassai lo sguardo mentre sentivo il nervoso salirmi nel corpo.  Era un uomo così irritante!
Cercai di calmarmi mentre mi diceva di posizionarmi al centro della stanza con la mia collega.
“La canzone For Good[1], si trova alla fine del secondo atto del musical. In questo duetto, Elphaba dice addio a Glinda; parlano della loro amicizia e di come si sia evoluta nel tempo. È una delle canzoni più emotive e sentimentali. Cercate di non rovinarla per favore!” Sbuffò, sistemandoci nelle nostre posizioni.
Le note partirono, dolci. La mia collega mi prese per mano, già nella parte di Elphaba, guardandomi negli occhi.
Bastò un attimo e mi trovai con la mente sul palco. I riflettori erano puntati di me, che indossavo un bellissimo e pomposo vestito bianco e azzurro; quella luce così fastidiosa ma calda che non permetteva di vedere le facce degli spettatori. E poi Katie, dietro le quinte, a spiare e ad incoraggiarmi per il grande finale.
 
Ho dei limiti. Basta guardarmi, sono limitata. E guardati, tu puoi fare tutto ciò che io non ho potuto, Glinda. Quindi ora tocca a te, per entrambe, tocca a te.”
Ricambiai forte la stretta. “Ho sentito dire che la gente entra nelle nostre vite per una ragione, portandoci qualcosa che dobbiamo imparare, e siamo legati a coloro che più ci aiutano a crescere, se glielo permettiamo.” Pensai fortemente a Katie, al nostro rapporto. A come mi aveva cacciata di casa la prima volta che ci siamo incontrate, al suo sguardo duro ma magnetico. “E se li aiutiamo a nostra volta. Beh non so se ciò sia vero, ma so che sono quella che sono oggi, grazie a te. Come una cometa fuori orbita che passa come un sole, come un ruscello che scontra una roccia nel bel mezzo del bosco. Chi può dire se sono cambiata in meglio? Ma l’averti conosciuta mi ha cambiata per sempre.” Chiusi gli occhi, emozionata dalle parole.
La collega mi annuì, soddisfatta “Può darsi che non ci rincontreremo di nuovo in questa vita, per cui lasciami dire, prima di separarci, che gran parte di me è formata da ciò che ho imparato da te. Sarai sempre con me, come un’impronta nel mio cuore. E ora, comunque finiscano le nostre storie, so che hai riscritto la mia, essendomi amica. Come una nave con le vele gonfiate da un lontano vento dal mare, come un seme piantato da un uccello in una foresta lontana. Chi può dire se sono cambiata in meglio? Ma l’averti conosciuta…”
Mi tornarono alla mente la sua telefonata, l’emozione di avere un colloquio con lei. Il nostro incontro imbarazzante al bar, in cui mi aveva tempestata di domande personali.
Ma l’averti conosciuta…” ripetei con gli occhi lucidi, pensando al suo sorriso.
Mi ha cambiata… Per sempre.” Ripetemmo insieme.
Mi riscossi sentendo gli applausi dei colleghi e di Mr. Lee. Mi asciugai le lacrime mentre la mia collega mi abbracciava felice.
Mr. Lee si avvicinò a noi: “Non avete fatto così schifo come pensavo, ma più tardi voglio sentire anche il pezzo con le note alte.” Ci puntò un dito contro e ci sorrise.
Io e Elphaba ci battemmo il cinque soddisfatte. Guardai fuori dalla finestra, sospirando.
Katie McGrath mi aveva cambiata, per sempre.
 
 
[1] For Good - Stephen Schwartz, il compositore, ha detto in un'intervista che, prima di scrivere questa canzone, ha chiesto alla figlia che cosa avrebbe detto alla sua miglior amica se non avesse potuto più rivederla, e la bambina gli ha risposto: “For Good”.
“For Good” ha questo doppio significato in inglese: la traduzione letteraria è “per il bene”, mentre è presente anche come espressione idiomatica che significa “Per sempre”.


NOTE:
For Good è più una canzone che parla di amicizia (io infatti l’avevo dedicata alla mia migliore amica), ma ho voluto che Melissa pensasse a Katie perché sono comunque parole bellissime che fanno pensare ad una persona a cui si tiene molto. E poi, bitch please, se vedete il musical vi mettete pure voi a shippare le protagoniste.
Allora, come avete reagito tra scene fluff e hot? Siete ancora tutte vive? So che pensavate che fosse già ora di una certa cosa, ma vi ho fregate! :’D
Ieri ho rivisto per la terza volta la puntata Supercorp (io non mi accontento di vederla solo una volta) e volevo sapere cosa ne pensavate voi della scena con gli scacchi. Lena diventerà Evil o no?
  
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