Indosso un corto vestitino azzurro ed esco dalla stanza in cerca di Rebekah. La trovo che parla con dei vampiri.
- Ei Rebekah?
- Volevo chiederti se posso portare Hope con me, Nick e Klaus a fare un giro in paese, sai voglio mostrare la città a Nick.
- Sarebbe un ottima idea se non fosse per il fatto che la presa Elia, per fargli un giro.
- Non ti preoccupare significa che sarà una tranquilla passeggiata in tre.
- Andrà bene tranquilla.
- Lo spero.
- Sei bellissima mamma.
- Grazie piccolo mio.
- Ei papà non fissare così la mamma. Sono geloso.
- Anche io piccolo mio. Anche io.
Nel momento in cui stiamo per superare la soglia sento qualcuno chiamarci.
- Ei aspettatemi vengo con voi.
- Che cosa vuoi.
- Vengo con voi.
- Fa come vuoi ma stai lontano da mio figlio.
- Allora andiamo a vedere la città?
Per le vie la gente balle e suola il jazz. E tutto esattamente come lo ricordo
Klaus sembra quasi non badare a Camille è così preso da Nick che lo conduce vicino ad ogni pittore. Mi stupisco ogni volta di più di quanto siano due gocce d’acqua.
- Mi dispiace per come mi sono comportata quando sei arrivata.
- Non ti dimenticare che abbiamo un patto.
- Camille perché non vai con Nick a prendere un gelato.
- Non mi fido di lei. Klaus.
- Io sì.
Continuiamo a camminare, cerco di alzare il passo per non perdere di vista Nick, ma ogni volta che Klaus vede che vado più veloce mi prende per il polso e mi ritira indietro. Lo guardo, cerco di guardarlo nel modo più minaccioso che posso ma come sempre lui è l’unico a sapermi tenere testa.
- Perché?
- Perché cosa.
- Lo sai.
- Valerie mi ha minacciata. Mi ha imposto di andare via con il bambino. Mi ha imposto di starti alla larga. La magia non è qualcosa con la quale si può scherzare Klaus, è tu lo sai.
- Valerie è morta ma tu non sei ugualmente tornata da me.
- Avevo paura, Klaus. Anche se lei era morta nessuno mi assicurava che l’incantesimo fatto sul bambino sarebbe svanito insieme a lei. Dovevo pensare a Nick prima di ogni altra cosa.
Vorrei morire. Ora.
Camille si trova a terra con le ferite che si stanno rimarginando, ma di Nick non c’è nessuna traccia.
- Dov’è Nick.
- HO DETTO DOV’È MIO FIGILIO!
- Non vedi che è sotto shock?
- Voglio sapere dov’è Nick, non mi importa nulla del suo stato.
- Mi dispiace.
Mi guardo in torno più volte, prima di vedere una scarpa di Nick. Aguzzo i miei sensi per cercarlo ma non lo percepisco.
- Lo troveremo Caroline.
- LO TROVEREMO? GLI HAI AFFIDATO NOSTRO FIGLIO E’ SPARITO E LEI NON RIESCE A DIRE NULLA SE NON MI DISPIACE.
- DIMMI SUBITO DOV’E’ NICK, PERCHE’ NEANCHE KLAUS TI POTRA’ SALVARE DALLA MIA RABBIA ORA.
- Il bambino è qui.
- Mamma perché piangi? Sto bene. Lo zio Elia mi ha salvato.
- Che cosa vuoi dire che ti ha salvato?
- Camille mi ha portato in un cimitero pieno di donne che mi guardavano in modo strano. Zia Bonni mi ha insegnato a costruire un scudo intorno a me in modo da difendermi e cosi mi sono nascosto finche non mi ha trovato lo zio.
- Elia cosa intende dire il bambino?
- Mi trovavo al cimitero per parlare con delle streghe, e ho visto Camille, avvicinarsi a Sophie. Parlavano di rituali e tra le braccia aveva Nick. Non appena è andata via io ho ucciso Sophie e ho ripreso Nick.
Klaus sa a cosa sto pensando, cerca di mettermi una mano sul braccio per tenermi buona, ma non funzionerà.
- Caroline me ne occupo io.
- Non mi importa che è la tua ragazza. Entro stanotte sarà morta.