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Autore: Maggie_Lullaby    03/06/2009    9 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Eccomi qui!

Allora passo subito ai ringraziamenti, ma prima volevo ringraziarvi perchè, anche se nello scorso capitolo mi sono dimenticata, ho raggiunto le 100 recensioni!! E ora le ho anche superate, grazie!

Ecco a voi i ringraziamenti:

Melmon: grazie per la recensione!! E' davvero bella! La scena della motosega mi è venuta in mente quando le mie amiche, per il mio compleanno mi hanno fatto vedere “Non aprire quella porta”, insomma era ovvio che il giorno di San Valentino non si possono vedere film romantici … Un bacione!

ada12: grazie mille, dimmi cosa pensi di questo! Un bacione!

Claky: bene spero che tu e Joe vi divertiate!! Come ti ho già scritto nella mail noi due, in poche parole, siamo cognate!! Ciao cognatina!! Grazie per essere passata da me! Un bacione!

DarkViolet92: dai così mi fai arrossire!! Grazie di tutto e figurati dell'avviso, è stato un piacere! Un bacione!

jeeeeee: ciao amor! Spero che anche questo capitolo ti piaccia perchè ne succederanno delle belle … è ufficiale io sono SADICA!! Un bacione tesoro!

_FrancySoffi_: grazie mille per la recensione e figurati anche se era mini … spero che anche questo chappy ti piaccia. Un bacione!
Nyam: grazie per avermi lasciato una recensione … anche io preferisco Nick (mi sa che era ovvio ….), un bacione!

Potterina Weasley: ciao amore! Come ti va? Figurati per il ritardo, e non sai quanto sia felice per il fatto che questa storia ti piaccia tanto *-* mi fai arrossire!! Maryl si sveglierà pian piano, ma molto piano!! E sappi che anche io mi dico tutti i giorni “pazza e fiera di esserlo”. Un bacione! Ti amo

Cry_94: sono iper contente che questa storia ti piaccia!! Davvero mi hai fatto arrossire!! Grazie per i complimenti!! Un bacione


Capitolo 14. Love&Hate

Lexi aspettò Joe in salotto, seduta sul bracciolo del divano e mentre sbirciava con un occhio la partita di basket che il signor Jonas stava guardando, accarezzava distratta la testa di Elvis il cucciolo di golden retriver di Nick.

- Sono davvero contento che Joe ti frequenti, sai Alexandra? - chiese Paul Senior voltandosi verso la ragazza.

- Grazie signor Jonas – rispose la rossa che, al contrario che con Denise, gli dava del lei. - Tengo davvero molto a Joe, è un ragazzo davvero fantastico, a volte.

- Già – disse Paul annuendo, - a volte è insopportabile, per esempio in questo periodo, da quando Sasha l'ha lasciato, ma lo capisco.

Lexi annuì.

- Devo ammettere che quando ho conosciuto Joe, all'inizio non lo sopportavo, non lo potevo vedere! - ammise.

- Davvero?

- Si papà e io non potevo vedere lei – disse il mezzano intromettendosi scendendo le scale due gradini alla volta con una giacca di jeans alla mano e un paio di occhiali da sole nell'altra.

- Oh capisco – tossì Paul Senior, - sono contento che sei uscito dalla tua stanza, tua madre è uscita a fare la spesa, tornerà fra poco.

- Va bene – sussurrò Joe. - Noi usciamo.

- Benissimo – disse il signor Jonas, - divertitevi.

- Lo faremo di sicuro signore – lo salutò Lexi, - arrivederci!

- A presto Alexandra, a dopo Joe – sentirono dire la rossa e il mezzano prima di richiudere la porta dietro di loro.

I due percorsero il vialetto di casa Jonas in totale silenzio, lei camminava guardando Joe di sottecchi e lui teneva gli occhi bassi.

Dopo vari giorni di maltempo il sole era tornato a splendere su Los Angeles, tornando ai suoi soliti trenta o quaranta gradi, ma la pioggia era stata solo un bene, l'aria si era rinfrescata e profumava leggermente di pulito.

- Allora che ti va di fare? - chiese Lexi, cercando un argomento di conversazione.

- Non lo so – disse Joe fissandola, - tu che fai di solito quando esci?

- Vado dove capita con Maggie o Josie, una mia amica – spiegò lei, - non faccio mai niente di preciso, ma la cosa che mi piace di più è andare al parco.

- Bene, andiamo al parco allora – disse Joe avviandosi.

- Daccordo – disse Lexi.

Il tragitto che separava il parco da casa Jonas era di soli dieci minuti ma in quel tempo la ragazza raccontò a Joe della sua giornata, della sua campagna per i polli, e di quanto, a volte, trovasse insopportabile Maggie.

- Tra te, Kevin e Nick invece è tutto diverso, vero? - domandò la rossa. - Insomma si vede che siete proprio uniti.

- Si, lo siamo – annuì Joe, - ma anche te, Maggie e Maryl lo siete.

- Un po' meno – disse Lexi. - Ma comunque ci vogliamo un bene dell'anima.

- Ci mancherebbe altro, altrimenti – commentò lui.

La sedicenne sorrise all'amico/potenziale fidanzato/cantante famoso e continuò a camminare con il sorriso sulle labbra.

- Perchè sorridi? - chiese il diciannovenne guardandola.

- Oh, niente, è una bella giornata – commentò Lexi.

Lui la fissò senza crederle e si infilò gli occhiali da sole e sorrise anche lui.

- Perchè sorridi? - lo scimmiottò Lexi.

- Oh, niente, è una bella giornata – ripeté lui, prendendola in giro.

La rossa scosse la testa.

- Stupido.

- Eh, sono fatto così – commentò il diciannovenne.

- Vedo che hai una grande stima di te stesso, continua così, è essenziale per fare interviste in diretta nazionale! – esclamò ironica Lexi.

Joe la osservò, i capelli al vento, gli occhi che le brillavano, il suo modo di aggiustarsi la chioma ramata con un gesto semplice ed elegante.

- Che mi guardi, maniaco?! - esclamò Alexandra ridendo.

- Scusa, pensavo – mentì Joe.

- Oh! Joe Jonas che pensa? Evento più unico che raro – continuò a ridere lei.

- Ridi ridi tu – disse Joe, - meno male che siamo amici.

Lexi lo guardò con il sorriso sulle labbra e si avvicinò di qualche passo verso di lui.

- Magari potremmo essere più che amici – propose, e lo baciò.

Vorrei un amore non da manuale, amore che fa stare bene
Sentimenti, sensazioni, emozioni e…
l'incontenibile

(Amore Incontenibile; Studio 3)

- Sei passata dal signor Raynolds? Dalla signora Chutman? E ti sei ricordata di inviare gli inviti per il ballo che organizza l'ospedale alla famiglia Backet? Quelli sono pieni di soldi faranno di sicuro qualche donazione – chiese Kelly, una ragazza robusta dai i capelli scuri, a Maggie mentre la ragazza si toglieva il grembiule bianco che indossava.

- Ho già fatto tutto, stai calma Kelly, questo ballo ti farà venire una crisi isterica – disse guardandola con attenzione. - Non ti preoccupare andrà benone!

- Facile a dirlo – biascicò asciutta Kelly, - ho una settimana e sono molto indietro, sarà un miracolo se riesco a sistemare tutto in tempo, il catering non mi richiama e il negozio di fiori ha detto che forse non riuscirà a consegnarci le composizioni che ho richiesto. Devo anche scegliere se comprare una statua di ghiaccio oppure un cespuglio a forma di animale … insomma è tutto un casino!

- Calmati! Ce la farai benissimo, ma se vuoi ti aiuto – disse Maggie, non era capace di negare il proprio aiuto a una persona, anche se non le era stato chiesto.

- No, non ti preoccupare – disse la ragazza scuotendo la corta chioma scura. - Io vado a casa, ci vediamo Maggie.

- Ciao Kelly – la salutò la mora e prese il suo cellulare dal tavolo su cui l'aveva poggiato, per poi infilarselo nella tasca dei pantaloni.

Inevitabilmente i suoi pensieri imboccarono una nuova strada chiamata, chissà perchè, “Nick Jonas”.

Quel ragazzo era senza dubbio fantastico, simpatico, a volte scemo, divertente … lui era perfetto.

Per di più era il primo ragazzo per cui Maggie provasse qualcosa del genere, un sentimento che si poteva chiamare “amore”. Alla mora erano piaciuti un altro paio di ragazzi, anche se non era mai stata con nessuno dei due, ma nessuno in modo così intenso come con Nicholas.

Non poteva ben definire quello che provava quando lo vedeva, sentiva il cuore battere forte, si sentiva arrossire e nella sua testa faceva tante acrobazie; e quando lui non c'era lo pensava continuamente.

- Buongiorno! - urlò una voce dietro di lei facendola sobbalzare e voltare con uno scatto.

- Nick! - gridò Maggie vedendolo dietro di lei, ancora spaventata ma più che altro divertita.

Il cantante fece un grande sorriso e si avvicino all'amico con passo veloce.

- Ti ho spaventata? - chiese.

- No! - mentì Maggie e gli diede le spalle il più velocemente possibile per non fargli notare che arrossiva.

- Ah ah – annuì Nick, senza cascarci.

- Che ci fai qui? - variò il discorso la mora.

Nick sbuffò, come se la sua intenzione dovesse essere ovvia.

- Ti sono venuto a prendere, no? - spiegò il sedicenne.

- Ah, ma io devo passare un attimo in biblioteca, ho dimenticato il mio libro di scienze lì quando studiavo e domani lo devo portare a scuola – disse Maggie mortificata. - Mi dispiace che tu abbia fatto così tanta strada per niente.

- Se consideri tanto un quarto d'ora di cammino – commentò Nick, - e comunque ti accompagno in biblioteca, non ho tanto da fare.

- Nick non ti scomodare! - lo pregò la ragazza.

- Io? Scomodare? Non mi scomodo affatto, mi fa solo piacere – disse il sedicenne.

Maggie lo guardò, incerta.

- Sicuro? - chiese.

- Certo! Forza andiamo – disse lui e insieme si avviarono.

Il ragazzo la fissò mentre lei teneva gli occhi bassi, il viso ancora rosso di vergogna e un sorriso sereno che le si era dipinto sul volto.

Nick sospirò, Maggie gli piaceva troppo, ma non poteva rischiare di rovinare la loro amicizia dicendoglielo.

- Allora, che hai fatto oggi? - gli domandò la ragazza, strappandolo dai propri pensieri.

- Oh, non molto, ho passato la giornata davanti alla porta della camera di Joe nel tentativo di farlo uscire, ma niente. Poco fa è venuta Lexi però, sono andati a fare una passeggiata – spiegò lui.

- Ah, se la passa ancora male, vero? - chiese Maggie a bassa voce.

Nick annuì.

- Poverino – commentò la ragazza.

- Già – sussurrò il ricciolino.

Fecero qualche altro passo in silenzio.

- Credo che a Lexi piaccia Joe – buttò lì Maggie come se niente fosse.

- Cosa?! - domandò Nick stupefatto.

- E' solo una supposizione – si affrettò ad aggiungere la ragazza, - ma conosco mia sorella e non si è mai comportata così da quando conosce Joe.

Nick ci pensò un po' su e provò a trovare qualche atteggiamento strano da parte di Lexi nei confronti di Joe e in effetti, da due settimane a questa parte, la rossa si comportava in modo molto protettivo.

- Non ci avevo mai pensato – ammise infine, - ma hai ragione.

Maggie sorrise, contenta che non la trovasse stupida a pensare una cosa del genere e continuò a camminare con il sorriso sulla faccia.

Solo dopo qualche centinaio di metri si accorse che qualcuno li seguiva a bordo di una macchina a vetri oscurati, con un uomo con un paio di occhiali da sole che gli ricoprivano gran parte del volto, sporto da un finestrino che li fissava e gli scattava delle foto.

Non le ci volle molto per fare due più due e capire chi era.

- Paparazzo a ore cinque – sussurrò a Nick, il quale si voltò di scatto e sorrise al fotografo.

- Mi mancava questa – sbuffò, - vado a parlare un attimo con lui, non ci dovrei mettere molto.

- Ah, okay – bisbigliò la mora, rossa in viso.

Nick le sorrise sardonico.

- Non ti preoccupare – le disse, poi si voltò e salutò il fotografo con un caloroso “Buongiorno”.

La costruzione del mio amore
mi piace guardarla salire
come un grattacielo di cento piani
o come un girasole

(La costruzione di un amore; Ivano Fossati)


Maryl scosse la lunga chioma bionda e si aggiustò gli occhiali sul naso, sbottonò un bottone della scollatura della maglietta e sorrise provocante allo specchio.

- A volte so essere davvero irresistibile – si disse mentre si infilava una mano nei blue jeans e ne tirava fuori un lucidalabbra.

Se lo passò sulle labbra carnose e lo appoggiò sulla mensola del bagno.

Aspettava quel momento da ore, precisamente da quando Kevin l'aveva chiamata mentre usciva dall'università dicendole che sarebbe venuto a prenderla alle cinque per andare a fare una passeggiata insieme.

Non sarò io a fare il primo passo, pensò con un sorrisetto, ma quando mi vedrà gli verrà subito la voglia di mettersi con me!

In effetti Maryl in quel momento era molto affascinante, più del solito, la maglietta era firmata Chanel e i jeans erano di Levis, vestiti che per comprarli erano costati al signor Campbell un occhio della testa.

Il campanello suonò.

- Arrivo! - trillò Maryl, afferrò una piccola borsa di Gucci e aprì la porta di casa.

Kevin Jonas salutò la sua amica con un'espressione a metà fra quella che ha un pesce lesso e un sorriso.

- Maryl – deglutì lui, - stai benissimo.

La ragazza sorrise vanesia.

- Grazie! Andiamo? - propose e uscì di casa, muovendo il fondo schiena tipo modella.

- Ehm … va bene – disse Kevin e la seguì fino al proprio SUV.

Maryl ridacchiò come una ragazzina alla quale mancava qualche rotella e si sedette sul sedile anteriore, affianco a quello dell'autista.

Kevin la guardò con aria strana e accese la macchina.

- Allora – cinguettò la bionda, - come stai?

- Bene – disse il ventunenne guardando la strada, - tutto bene, grazie.

- Sono contenta! - esclamò con voce seducente.

Kevin la fissò un istante e scosse la testa, contrito.

Con ogni probabilità Maryl aveva avuto una giornata storta, oppure molto felice, o comunque una giornata strana. Non si era mai comportata con quell'aria da ochetta.

- Dove mi porti? - chiese la ragazza sbattendo le folte ciglia.

- Andiamo a fare un giro, magari prendiamo un gelato – disse Kevin.

In caso il tuo comportamento sia a causa di una grande mancanza di zuccheri, aggiunse mentalmente.

- Bene! - trillò lei. - Io prenderò la granadilla, sai è il frutto della passione.

Oh. Mio. Dio, pensò Kevin e fermò la macchina di colpo.

- Che stai facendo? - domandò all'improvviso Maryl con un tono di voce che a Kevin parve così familiare.

- Scopri le carte Maryl, che ti sta succedendo? - chiese lui con fare brusco.

- Io non ho niente! - ribatté lei incrociando le braccia al petto e tornando la ragazza di sempre.

- Ti comporti peggio di un'oca giuliva – spiegò Kevin, - hai avuto una giornata no?

La ventenne lo fissò con aria truce.

Come dirgli che gli stava facendo il filo? Meglio mentire, o perlomeno raccontare una parte di verità.

- Si, è stata una giornata no, l'ennesima – sussurrò la bionda.

- Perchè? Cosa ti è successo? - chiese Kevin apprensivo. - Di nuovo quel Matt? Guarda che se vuoi possiamo tranquillamente fingere di sposarci, così non ti darà più fastidio!

- Ma no, che dici! - disse lei distogliendo lo sguardo da lui. - Matt fa poco o niente, rompe ma è sopportabile. I miei problemi sono con la scuola.

- Oh, va sempre peggio? - domandò il ragazzo con aria comprensiva.

Lei annuì.

- Credo che lascerò legge e mi iscriverò a Moda&Design, è la scelta migliore – disse Maryl con risolutezza.

- Fai bene – disse Kevin, - è la tua vita e devi viverla al meglio.

Maryl annuì felice.

- Allora andiamo? Mi sa che al posto del gelato mi prendo un frappè al cioccolato! - esclamò la ragazza.

- Beh allora io ne prendo uno alla crema!

Maryl sorrise a Kevin, perchè con lui tutto andava meglio.

Aver paura di innamorarsi troppo

non disarmarsi per non sciupare tutto

non dire niente per non tradir la mente

(Aver paura d'innamorarsi troppo; Lucio Battisti)

Joe strinse Lexi alla vita e la baciò con foga, mentre nella sua testa un milione di emozioni gli esplosero in testa: felicità, allegria, confusione, sorpresa, ma soprattutto paura.

E fra tutte era proprio la paura a prevalere: paura di non essere all'altezza di Lexi, paura di farla soffrire … di soffrire, di soffrire come con Sasha.

Paura, anche, perchè Lexi non poteva stare con lui, non poteva!

Con un gesto leggero ma allo stesso tempo brusco la allontanò da sé.

Lexi lo guardò con un sorriso a metà e si avvicinò ancora una volta a lui, porgendogli le sue mani.

- No, no – disse Joe con forza, - ho sbagliato, non dovevo baciarti.

Il sorriso di Lexi le si sciolse sul viso e la sua espressione divenne di puro sbalordimento: come poteva dirle una cosa simile?

- Cosa stai dicendo? - domandò la ragazza cercando di trattenere la rabbia, quello che Joe le stava dicendo doveva essere solo un errore.

- Non dovevo baciarti, scusami – disse Joe abbassando gli occhi sul terreno.

- Scusarti? Perchè non dovevi baciarmi? - chiese la rossa mentre la sua voce saliva di un'ottava.

Il diciannovenne la guardò; come dirle cosa pensava? Come dirle ciò che doveva? Le avrebbe spezzato il cuore.

- Non possiamo stare insieme – riprese il cantante.

- Idiota dimmi perchè! - ordinò lei, più arrabbiata che mai.

- Sono troppo grande per te – spiegò Joe.

Lexi lo fissò, mentre una lacrima di rabbia le rigava il viso e spariva nella maglietta.

- Che scusa cretina! Stronzo! - gridò. - Sei un deficiente!

Joe incassò gli insulti in silenzio, se li meritava tutti.

- Potevi dire una scusa migliore, sei solo un bastardo! - continuò la ragazza mentre un'altra lacrima le colava lungo il viso.

- Lexi …

- Non chiamarmi così! Possono farlo solo i miei amici e tu non lo sei! - abbaiò la ragazza.

- Alexandra, no devi capirmi, abbiamo tre anni di differenza, sono troppi! Se ci mettessimo insieme la nostra storia non potrebbe durare a lungo – si giustificò il ragazzo.

- Balle! Sai dire solo bugie, cretino! - gridò la sedicenne mentre un gruppo di persone bisbigliavano fra di loro indicandoli.

- Per favore, ascoltami possiamo restare amici, ma non possiamo stare insieme, non possiamo – disse Joe scuotendo la testa e cercando di convincere anche se stesso oltre a Lexi.

Il primo schiaffò arrivò veloce, inaspettato e non appena la ragazza allontanò la sua mano dalla faccia del ragazzo, lui se la massaggiò dolorante.

Il secondo Joe lo vide, ma non fece nella per evitarlo e incassò il colpo senza fiatare.

- Ti odio! - sibilò Lexi, poi corse via senza voltarsi.

Questo è amore
Cercare un’anima e trovare un ingranaggio
Certo ci vuol coraggio
Per guardare dentro le cose
È come andare in fondo al mare

(Questo è amore; Simone Cristicchi)

- Ti prometto che non ci metterò molto – disse Maggie voltandosi verso Nick e torcendosi le mani.

- Non ti preoccupare – rispose il sedicenne con un sorriso benevolo, - non ho molto da fare.

Maggie lo fissò e sorrise, perchè lui era tutto ciò che c'era di buono al mondo.

Entrarono nella biblioteca affiancati a pochi centimetri di distanza l'uno dalla dall'altra, entrami rossi in viso, ma gli occhi brillanti di gioia.

- Allora quel giornalista che voleva? - domandò la ragazza, curiosa.

- Il solito – snocciolò lui, - sapere che programmi avevamo in futuro, perchè nell'ultima settimana Joe non si era visto in giro e ...

- Cosa? - domandò Maggie. - Dai! Sono curiosa!

Nick si morse il labbro inferiore con forza e la guardò con attenzione: una ciocca di capelli le aveva coperto un occhio, l'altro brillava, il viso arrossato, e le labbra incurvate in un sorriso dolce, raro.

- E se tu eri la mia ragazza – rispose a fil di voce.

- Oh – disse Maggie, fermandosi sorpresa.

- Ovviamente ho detto di no – chiarì il ragazzo. Anche se avrei tanto voluto rispondere di si, pensò.

Lei scosse la testa, facendole scoprire l'occhio coperto dalla ciocca di capelli.

Non rispose perchè era timorosa di dire cose stupide, e perchè si capiva quando mentiva. Se avesse detto “Grazie”, Nick avrebbe subito capito che lei in realtà intendeva “Che cavolo dovevi dire di si!”

Arrivarono davanti alla segreteria della biblioteca e Maggie lasciò Nick da solo mentre andava a cercare il famoso libro di scienze.

In segreteria, su un tavolo, era seduta una donna anziana, i capelli raccolti in una crocchia dietro la testa e un paio di occhiali rettangolari posati sul naso alla francese.

- Ciao Terry! - la salutò Maggie mentre andava nel retro.

- Ciao Maggie! - rispose al saluto la donna anziana, volse un'occhiata storta a Nick e continuò il suo lavoro al computer.

Il cantante si avvicinò a uno scaffale e iniziò a sfogliare un libro “Almost Blue” di Carlo Lucarelli e vi si immerse.

La biblioteca era vuota e silenziosa come sempre, non c'era nessuno a parte Nick, Maggie e Theresa.

- Che dici giallo o avventura? - chiese all'improvviso Theresa, strappandolo alla sua lettura.

- Cosa scusi? - domandò Nick, confuso.

- Mi consigli di ordinare un libro giallo o d'avventura? Sto facendo i nuovi ordini – spiegò la donna, alzando lo sguardo su di lui.

- Giallo – rispose il ragazzo con voce fioca, - ma è solo un mio parere.

Terry si massaggiò il mento e iniziò a digitare qualche codice sul computer.

Nick aspettò che la donna lo chiamasse di nuovo, ma quando questo non accadde tornò a leggere il libro.

- Sei Nick Jonas, vero? - domandò poi Terry.

Il cantante annuì e appoggiò il libro sullo scaffale.

- Maggie mi ha parlato molto di te – disse la donna. - Come va la tua carriera di cantante?

- Maggie le ha anche detto …? - incominciò lui.

- No, no, ma mia nipote grande, Stephanie, è una vostra grande fan – ridacchiò Theresa. - Dovresti vedere la sua camera, è piena di vostri poster.

- Quindi lei sapeva chi ero anche quando mi sono registrato a questa biblioteca? - domandò Nick.

- Ma certo caro ragazzo! Suvvia ti avrei riconosciuto ovunque! Sei una specie di mito per mia nipote! - esclamò la bibliotecaria.

Lui sorrise senza saperne il motivo, quella donna gli ispirava fiducia.

Fra i due calò di nuovo il silenzio, Terry tornò a scrivere al computer e Nick fu tentato dal riprendere “Almost Blue”.

- E' una cara ragazza, vero? - chiese la donna.

Nick non dovette neanche sapere il nome della persona di cui parlava, sapeva che lei era lì e stava cercando uno stupido libro di una stupida materia.

- Si – sorrise. - Una delle migliori che abbia mai incontrato.

Theresa chiuse gli occhi e appoggiò le mani sulla testa, quasi sembrava stessa dormendo se non fosse che continuava a parlare.

- Devi promettimi una cosa – disse l'anziana.

Nick la guardò inclinando leggermente la testa e si scostò un ricciolo dagli occhi.

- Ditemi.

- Promettimi che non la ferirai, promettimi che la renderai felice – disse Theresa alzando lo sguardo su di lui e trafiggendolo con i suoi grandi occhi chiari.

Il ragazzo era perplesso; lui l'avrebbe resa felice e ferire Maggie era in fondo alle sue priorità, ma perchè Theresa diceva quelle cose proprio a lui?

- Guardi che io non sono il ragazzo di Maggie – disse infine, - siamo solo amici.

Theresa strabuzzò gli occhi dalla sorpresa.

- Ma come? Mi sembrava ... siete così affiatati, Maggie mi parla sempre di te … E suvvia Nicholas non mi mentire – disse Terry con un cipiglio severo.

- Le posso giurare che io e Maggie non stiamo insieme – ammise Nick.

La bibliotecaria lo squadrò per bene.

- Nick, dai sei anni in cui conosco Maggie lei si è fatta coinvolgere sentimentalmente solo da due ragazzi ed entrambi l'hanno fatta soffrire. Ma prima, quando a lei piacevano ancora quei due ragazzi, mi parlava di loro e ti dico che non mi ha mai parlato mai con così tanta gioia di te.

- Vuole dire che …?

- Tu pensa quello che vuoi, ma promettimi che non la farai soffrire, fallo Nicholas, ti prego. Maggie per me è una seconda figlia – negli occhi di Terry Nick vi lesse la disperazione.

- Lo prometto – disse infine.

- Grazie – sussurrò Theresa e tornò al suo computer.

Nick osservò la donna per qualche istante e aspetò che le disse qualcos'altro, ma proprio in quelo momento Maggie tornò con un libro sottobraccio, sorridente.

- Ce l'ho fatta! - esultò. - Andiamo?

- Si, arrivederci Theresa – salutò Nick e quando la bibliotecaria lo guardò di nuovo promise di nuovo con gli occhi che non avrebbe mai ferito Maggie.

Te lo prometto, Theresa, lo prometto.

Questo è il vento di notte
Che canta piano con me
Questo è il mio cuore che batte
Che batte forte per te

(Se non è amore cos'è; Formula 3)

Maryl e Kevin camminavano uno accanto all'altro, si stuzzicavano come solo i bambini sanno fare … e i fidanzati.

Kevin si era infilato un cappello con visiera e un paio di occhiali da sole a goccia per non farsi notare dai paparazzi che, a suo parere, erano peggio degli avvoltoi.

- Allora lo vuoi un gelato? - propose il ventunenne alla ragazza.

Lei annuì con forza e insieme si diressero verso il bar del parco, un piccolo negozio in cui facevano uno dei migliori gelati nel raggio di chilometri.

I due ragazzi si misero davanti al bancone e aspettarono che il commesso, un uomo sulla quarantina dai baffi a manubrio, li servisse.

- Salve! - li salutò l'uomo con voce burbera.

- Buongiorno! - lo salutò Kevin e Maryl fece un cenno col capo.

- Cosa vi servo? - domandò il commesso aprendo il frigo dei gelati.

- Ehm, io prendo un cono crema e cioccolato. Tu Maryl? - chiese il ventunenne alla ragazza che spiava tutti i gusti con fare indeciso.

- Io prendo un frappè al cioccolato – sorrise, - grazie.

- Bene, sedetevi pure qui fuori vi porterà le vostre ordinazioni mia figlia – disse l'uomo e iniziò a riempire un contenitore d'acciaio di gelato.

I due ragazzi si voltarono, si diressero verso l'uscita del bar e si sedettero in un tavolo non poco distante, all'ombra di una grossa quercia.

Maryl fece un respiro profondo e annusò l'aria, l'odore dello stagno lì distante, ascoltò il rumore dei cigni che nuotavano lì dentro e le sue labbra si curvarono in un sorriso involontario.

Sei bellissima, pensò Kevin guardandola ammirato.

- Che c'è? - domandò lei quando vide che lo fissava.

- Niente – scosse la testa lui.

La ragazza sollevò le spalle con fare indifferente e chiuse gli occhi per ascoltare la natura intorno a sé.

- Bella maglietta – disse Kevin. - Di chi è?

Maryl sorrise sollevata che finalmente il ragazzo si interessasse alla moda.

- Chanel – spiegò lei.

Kevin le sorrise e mise le mani sul tavolo.

- Ecco le vostre ordinazioni – disse la voce di una ragazza dai capelli ricci e gli occhi chiari, probabilmente la figlia del commesso, che teneva un vassoio tra le mani.

Accadde tutto in un attimo.

La ragazza mise male il piede e rovesciò tutto il vassoio sulla costosissima maglietta di Maryl.

Kevin trattenne il fiato e aspettò la reazione della ragazza in un silenzio agghiacciante.

- Mi scusi, mi scusi – disse la ragazza alla ventenne, mortificata. - Non volevo.

- Ci mancherebbe! - ringhiò la bionda.

Oh, oh, pensò il ragazzo.

- Scusi – sussurrò la ragazza.

- Scusa un corno, i miei vestiti! - gridò Maryl, irata.

- Oh mio Dio – sussurrò lui.

Gli ci volle qualche altro istante per prendere in mano la situazione.

- Forza Maryl, ti porto a casa – disse Kevin.

- Era una maglietta di Chanel, cazzo, Chanel! - strillò la bionda mentre tutti nelle vicinanze si erano voltati verso di loro.

- Non dovrete pagare nulla – affermò la figlia della commessa ai due ragazzi.

- Oh noi non pagheremo niente, voi invece mi dovete tanti di quei soldi che neanche immaginate! - sibilò la bionda.

Kevin la prese di peso e la fece allontanare.

- Io vi denuncio! - sbraitò Maryl. - E tu lasciami!

- No – disse lui, semplicemente.

- Stupido – commentò la ventenne.

Kevin non vi fece caso e la trascinò via con sé, il più velocemente possibile.

- Gliel'ha farò pagare – ringhiò la ragazza.

- Intanto pensa a cambiarti, eh? - le consigliò il ventunenne.

Lei incrociò le braccia al petto e si fece portare via.


Continua ...

  
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