Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    21/02/2017    2 recensioni
Semir e Ben sono tornati ad essere colleghi, dopo l’ultima disavventura che li ha visti ‘uno contro l’altro’. Ben sembra aver anche trovato il vero amore, ma qualcosa di drammatico ed inaspettato sconvolgerà nuovamente le vite dei nostri due protagonisti. E ancora una volta Semir sarà chiamato a salvare il suo giovane socio da un pericoloso individuo che tenterà in ogni modo di eliminarlo.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Una mano lava l’altra…

Semir, seppur controvoglia, entrò nel parcheggio della polizia criminale parcheggiando l’auto vicino ad un posto occupato da un’Audi nera.
“Collaborare con Bohm, al solo pensiero mi viene il voltastomaco” pensò tra se, ma subito nella sua testa riecheggiò l’appunto del commissario Kruger:
‘Jager lo ha già fatto, si ricorda?’
“Certe cose non si dimenticano, ancora adesso mi domando come entrambi ne siano usciti vivi” gli rispose col pensiero Semir “In ogni caso come Ben ha risolto il caso al posto di Bohm, così dovrò fare lo stesso io collaborazione o no”
Scendendo dall’auto fece un paio di respiri profondi “Diplomazia Gerkhan” si disse, il tono però era quello calmo, ma allo stesso tempo autoritario del suo commissario “Diplomazia, calma…fluuuuommm…” Stava per ripetere a voce alta l’ultima parola inspirando profondamente quando davanti a lui apparve l’odiosa sagoma del commissario Bohm.
Come sempre era impeccabile, nessun capello fuori posto, vestito come se fosse appena uscito da un atelier di alta moda, di chiaro stampo italiano, perfino le scarpe erano tirate a lucido.
“Solo con quello che avrà speso per le scarpe ci pago il mutuo della casa per tre mesi” malignò tra sé il piccolo ispettore.

“Gerkhan” esordì con tono quasi schifato Bohm azionando il telecomando a distanza della sua auto “A cosa devo la sua presenza qui?” poi facendo finta di cercare una risposta continuò “Aspetti forse lo so, si tratta del suo amichetto” concluse schioccando le dita.
“Potrebbe anche essere, senta commissario Bohm le va di fare quattro chiacchere?” Semir sfoderò l’arma della diplomazia, accompagnandola con un sorriso decisamente forzato.
“Mi dispiace, ma come vede sto salendo in macchina, devo andare ad interrogare i parenti della morta" delucidò Bohm con tono decisamente poco educato.
A quelle parole a Semir salì il sangue alla testa, quell’idiota faceva di tutto per rendersi antipatico, ma decise comunque di soprassedere per quanto gli fosse possibile.
“Quella che lei chiama ‘la morta’ aveva un nome” replicò serio Semir “Scusi l’appunto, ma le faccio notare la sua mancanza di tatto, almeno che non sia voluta…” Semir una volta iniziato il discorso non riuscì a tenere a bada la lingua, sapendo benissimo che quella risposta da parte sua avrebbe potuto mettere la parola fine al suo colloquio con il commissario.
Bohm, infastidito da quell’appunto alzò gli occhi al cielo “Via Gerkhan, entrambi sappiamo benissimo di chi stiamo parlando, la moglie di Jager”
“Esatto, comunque sono venuto qui per darle una mano” si propose Semir stampandosi nuovamente un sorriso in faccia.
“Suvvia Gerkhan non faccia il ruffiano, lei non vuole darmi una mano, lei vuole sapere a che punto sono le indagini, il caso è di competenza della omicidi, voi siete stati estromessi, su esplicita mia richiesta” lo ragguagliò serio Bohm.
Semir per un attimo cercò le parole giuste per convincere Bohm a collaborare, decise quindi di essere il più schietto possibile “Senta commissario, mi è giunta voce che il suo dipartimento è sottorganico, voglio partecipare attivamente alle indagini, scoprire chi ha ucciso Elise Kladden. Le propongo quindi di fare squadra”
Bohm esplose in una sonora risata “Questa è bella” e sfilando dal taschino della giacca un paio di occhiali da sole salì sulla sua Audi.
“Ci si vede Gerkhan” salutò ironico.

Semir non si diede per vinto, avrebbe ottenuto ciò che voleva, a tutti i costi.
Velocemente aprì la portiera, prendendo posto sul lato passeggero.
“Di solito guido io, ma viste le circostanze” iniziò a parlare Semir  “Senta commissario Bohm, sotterriamo l’ascia di guerra, sarò onesto con lei. Io voglio catturare l’assassino di Elise Kladden, le lascio la gloria se è quello che vuole, mi limiterò ad aiutarla”
“E Jager è d’accordo?” chiede sospettoso Bohm.
“Certo, noi ci fidiamo ciecamente del suo intuito” rispose stampandosi l’ennesimo sorriso sornione in volto.
“Lo sapevo, Jager non sa niente” replicò Bohm “Comunque lo devo interrogare in quanto persona informata dei fatti e …” ma fu bruscamente interrotto da Semir.
“A Ben penserò io, come pure ai parenti, gli invitati al matrimonio, tutte le persone che desidera interrogare. Mi dica cosa sa lei e io le dirò quello che so io” suggerì l’ispettore dell’autostradale.
“Che poi è uguale a zero, lei non sa niente Gerkhan” rispose tronfio e purtroppo in questo caso Bohm aveva ragione da vendere.
Nell’abitacolo calò il silenzio.
Il commissario guardò l’orologio che aveva al polso, poi ritornò a guardare negli occhi Semir, in fondo un aiutante in quel momento gli avrebbe fatto comodo.
Risolvere il caso lo avrebbe certamente messo per un bel po’ sotto i riflettori considerato che ‘la morta’ come l’aveva apostrofata lui era stata sì la moglie di quel bamboccio insolente dell’autostradale, ma anche la nuora di Konrad Jager uno degli uomini più influenti della Vestfalia e il modo in cui era deceduta aveva avuto molto risalto sulla stampa locale e nazionale.
“Okay Gerkhan, ma sia chiaro che in questa indagine comando io, lei andrà da Jager, dai parenti, li interrogherà e mi farà rapporto, mentre io andrò alla scientifica”
“E come mai?” chiese con fare curioso Semir.
“Porto questo” sciolinò il commissario estraendo dalla tasca della giacca una bustina con un proiettile all’interno.
“E’ il…” Semir non ebbe nemmeno il coraggio di formulare la domanda.
“Sì è quello, la dottoressa Brenner, la patologa che ha eseguito l’esame autoptico me lo ha appena consegnato, lo prenda e mi dica cosa nota”

Semir si rigirò la bustina tra le mani, aveva visto il proiettile solo in foto, ed ora averlo tra le dita gli faceva quasi impressione.
Quel pezzo di metallo lungo qualche centimetro aveva ucciso la moglie del suo migliore amico.
“C’è incisa la parola ‘Jager’, quindi l’assassino voleva proprio…” Semir fece finta di non sapere nulla.
“Stecchire il suo socio” rispose secco Bohm.
“Commissario” disse stizzito questa volta Semir “Senta posso capire che tra lei, Ben e me non corra buon sangue, ma le sarei grato se usasse un linguaggio un po’ più consono”
Bohm sbuffò alzando nuovamente gli occhi al cielo “Va bene, cercherò di limitarmi, comunque in ogni caso ho richiesto attraverso il commissario Kruger la collaborazione della vostra scientifica. E’ risaputo che è più all’avanguardia della nostra e quel tecnico dai capelli rossi potrebbe darmi risposte in tempi brevi. Il fatto che questo proiettile abbia reso vedovo Jager per i vostri collaboratori è un ottimo incentivo per muovere più velocemente mani e neuroni”
“Neuroni” pensò tra sé Semir “Quelli che lei non ha!”
“Avviserò personalmente il dottor Hartmut Freund che sta arrivando, ma prima mi dica cosa avete in mano” propose Semir.
“Ho fatto setacciare la zona attorno alla villa, con un esperto di balistica siamo risaliti al punto da dove è partito il colpo”
“Bene” asserì Semir “Poi?”
“Sul terreno abbiamo trovato dei segni di pneumatici, ma sono abbastanza comuni, risalire all’auto è impossibile, poi delle impronte di scarpe”
“Di che tipo” incalzò Semir.
“La scientifica pensa che possano appartenere a degli stivaletti, oppure scarpe tipo anfibi, calzature con una suola spessa comunque”
Semir era sempre più interessato, pendeva letteralmente dalle labbra di Bohm.
“Però c’è una cosa strana, le impronte lasciate sul terreno una risulta più profonda dell’altra”
“Magari siamo in presenza di un uomo che zoppica” ragionò Semir.
“Gerkhan da lei una assurdità così non me la sarei aspettata” replicò illuminandosi il commissario.
“Scusi, non vedo cosa…” tergiversò Semir.
“Ha una vaga idea di quanto possa pesare un fucile di precisione? La valigetta che lo contiene?” replicò acido Bohm.
“Effettivamente potrebbe anche essere” rispose Semir che ritenne di dare una piccola soddisfazione alle conclusioni del commissario “Sono state trovate altre tracce? Non so…”
“Ci sono dei segni sul terreno che potrebbero appartenere ad un treppiede usato dal killer per appoggiarvi il fucile” sciolinò ancora Bohm.
“Scusi non mi ha ancora detto a che distanza avete trovato queste tracce” chiese Semir.
“Stiamo parlando di una distanza di 300 metri, ritengo dunque che dopo aver sparato il nostro killer abbia avuto tutto il tempo per smontare l’artiglieria e svignarsela senza essere notato da alcuno ”
“Quindi possiamo ipotizzare che il nostro uomo possa essere un esperto tiratore, un cecchino, questo restringe la lista dei sospetti” ragionò Semir.
“Lista dei sospetti?” il commissario aggrottò la fronte.
“Beh immagino che lei abbia già dato incarico a qualcuno di stilare una lista di tutti quelli che Ben ha messo in prigione”
“Sì, sì certo…” mentì spudoratamente Bohm, lui a questo non aveva ancora pensato.
“Inoltre” continuò serafico Semir “Fossi in lei chiederei al nostro comando e in particolare alla nostra efficientissima segretaria, la signorina Susanne Konig, di stilare anche una lista di coloro che ho sbattuto in galera io, non sarebbe la prima volta che qualche squilibrato volendo vendicarsi di uno di noi due voglia uccidere l’altro, ma se vuole chiedo io alla signorina Konig di redigere la lista”
“Il lavoro sporco a lei e io? Se fa tutto lei…” sbottò Bohm.
“Le lascio la gloria, lei vada alla scientifica io penso alla lista, poi la richiamo” e velocemente Semir scese dall’auto, ma prima di chiudere la portiera disse  “E’ chiaro che se ci sono novità, mi fa sapere….”
“Senz’altro” e sgommando il commissario partì alla volta della sede del KTU.

Due giorni dopo Semir era alla sede della scientifica in compagnia di Hartmut. Assieme al lui stava cercando di ricavare qualcosa dai pochi elementi che erano in loro possesso, ovvero il proiettile estratto dal corpo di Elise Kladden e le tracce di scarpe e pneumatici lasciate sul terreno dal probabile assassino.
“Secondo le mie stime siamo in presenza di una persona che porta un 44 come numero di scarpe, ma l’altezza è impossibile stabilirla” sciolinò lezioso come al solito Hartmut “Come pure l’auto…insomma sono tracce di pneumatici comuni”
“Sì questo lo sapevo già” replicò sconsolato Semir “Quindi non riusciamo a restringere la cerchia dei sospettati, dico bene?”
“Purtroppo è così, ammesso che la persona che cerchiamo sia un ex galeotto, se non fosse così tutti i nostri sforzi al momento sarebbero vani” replicò il tecnico.
“Già, diamo per scontato che sia un uomo che io e Ben abbiamo arrestato, ma se non fosse così…purtroppo per ora in mano non abbiamo abbastanza elementi”
“E con il commissario Bohm come va?” chiese Hartmut.
“A dire il vero è due giorni che non lo sento, conoscendolo aspetterà che scopriamo qualcosa per lui, come sempre” Semir fece appena in tempo a finire la frase che il suo cellulare suonò.
“Dimmi Susanne” rispose stropicciandosi gli occhi il piccolo ispettore, dopo aver visto il numero sul display.
“Il commissario Bohm vuole parlare con te…ti inoltro la chiamata?”
“Certo passamelo” rispose stancamente il piccolo ispettore.
“Commissario Bohm” esordì gioviale Semir, ma alzando gli occhi al cielo.
“La smetta di fare il ruffiano Gerkhan, mi dà il voltastomaco. Piuttosto mi dica dove sta il suo collega! E poi ha interrogato i parenti? Dove sono i rapporti? Senza contare che mi è pervenuta la lista tra l’altro chilometrica di tutti i criminali che avete sbattuto in galera lei e Jager…”
“Sì sono molti, sa io e il mio collega siamo molto bravi nel nostro lavoro” ma Semir venne bruscamente interrotto.
“Gerkhan!” Bohm era decisamente alterato “Non faccia lo spiritoso con me…mi manca la deposizione di Jager la voglio subito, anzi la esigo immediatamente!!!” quasi sbraitò il commissario che in quel momento si sentiva estromesso dal caso se non un burattino nelle mani di Semir.
“Tornerà domani o dopodomani, comunque la sua testimonianza è irrilevante ero presente …” tergiversò l’ispettore.
“Me ne frego io voglio parlare con Jager, mi dica dov’è” sbottò ancora più infuriato Bohm.
“Ascolti andrò io a parlare con lui, ma adesso se permette ho da fare” replicò secco Semir.
“Allora non mi ha capito…” tentò di parlare il commissario, ma fu interrotto da Semir.
“Aspetti ho una chiamata in linea…la richiamo”
“Gerkhan! Maledizione!” imprecò Bohm quando gli fu letteralmente sbattuto il telefono in faccia.

Semir guardò nuovamente il display del cellulare: era la dottoressa Brenner.
“Ciao Milly” salutò cordiale l’ispettore “A cosa debbo il piacere di sentirti”
“Semir sai benissimo che le mie telefonate in orario di lavoro purtroppo non sono quasi mai di piacere” ribatté seria la donna.
“Si tratta di qualcosa attinente al caso che sto seguendo? Qualcosa che riguarda l’omicidio di Elise Kladden?” chiese l’ispettore con tono serio.
“Beh questo dovrai scoprirlo tu. Oggi ho effettuato l’autopsia su un certo Herbert Mayer, la causa del decesso è un colpo di fucile, ma la cosa più interessante se vogliamo metterla così è che sul proiettile che ho estratto dal cadavere era inciso il suo cognome”
“Porca miseria Milly, mi stai dicendo che potremmo essere in presenza di un serial killer?” Semir si portò una mano sulla fronte.
“Questo non sarò io a dirtelo Semir, sta di fatto che potrei azzardare che questo assassino sceglie le sue vittime con molta cura, visto che incide il nome sui proiettili ”
“Milly per favore potresti mandare alla scientifica il proiettile? Hartmut effettuerà tutti i rilievi… io devo andare…”
“Sì certamente, ti mando anche i suoi effetti personali, aveva con se il portafoglio, sono risalita al nome attraverso la patente, ma tu che farai?” rispose curiosa la dottoressa.
“Devo andare da Ben, subito, se fa parte di una lista prima o poi il killer potrebbe riprovarci, ma prima devo sapere più cose possibili su questo Mayer”
“Ti inoltro tutti i dati che ho raccolto, li mando a Susanne, poi ci penserà lei a inoltrarti il tutto, ti sta bene?” propose la Brenner.
 “Perfetto” ribadì Semir “Grazie Milly, sei stata di grande aiuto, come sempre”
“Sì lo so e tu sei il solito ruffiano. Ti saluto e vedi di trovare presto questo individuo, non vorrei dover effettuare l’autopsia su qualcuno di nostra conoscenza” sentenziò seria e decisamente preoccupata la dottoressa.
“Non ti preoccupare, al ragazzo penso io” la rassicurò Semir.
“La stessa cosa vale anche per te, state attenti” ribadì la donna.
“Lo saremo” e con questo chiuse la telefonata.

Subito Semir richiamò Susanne.
“Dimmi Semir” rispose la segretaria.
“Fra un po’ ti arriverà una mail dalla dottoressa Brenner. Temo che il cecchino che ha ucciso Elise abbia fatto un’altra vittima. Il nome è Mayer, Herbert Mayer…devi passarmi al setaccio tutta la sua vita…”
“Ricevuto” lo anticipò la segretaria “E vedere se riesco a trovare dei legami con Ben, giusto?”
“Sempre efficientissima, come sempre, cosa faremmo se non ci fossi tu…”
“Metti giù il telefono che ho da fare” scherzò la ragazza “Appena so qualcosa ti mando tutto via mail, così puoi leggere con calma sul cellulare”
“Grazie, e se qualcuno mi cerca…digli che sono andato via per qualche ora”
“Vai da…” Susanne lasciò in sospeso la frase, ormai anche lei aveva imparato a conoscere i suoi colleghi ispettori.
“Sì anche se non so chi troverò…non so se mi sono spiegato”
“Ti sei spiegato benissimo, in bocca al lupo Semir”
E con questo chiuse la telefonata.

Angolino musicale: un altro capitolo senza Ben... Vi prometto però che nel prossimo ci sarà, Semir sta andando da lui…chissà come andrà a finire…Intanto Semir ha avuto il ‘piacere’ di incontrare ‘Mr. LKA’ e sono già scintille, ma vedrete ci saranno sorprese, molte…intanto…
Coldplay ‘the hardest part’ (la parte più difficile)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=0wjRtnPHfzI
E la parte più difficile è stata lasciare andare tutto, non essere coinvolti è stata la parte più difficile e la cosa più strana è stata aspettare che suonasse la campana è stato l'inizio più strano io riuscivo a sentire quanto la cosa stava cadendo in basso è dolce, potevo gustarlo in bocca l'argento bordeggia le nuvole  ed io, io spero di poterci riuscire e la parte più difficile è stata lasciare andare tutto, non essere coinvolti hai davvero spezzato il mio cuore…ma non potevo pensare a niente solo alla parte più difficile…mi chiedo se è tutto qui…


 
  
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