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Autore: NyaSmazi    03/06/2009    2 recensioni
"Era passato del tempo, ma per Hermione Granger il tempo si era fermato quella notte." Per il compleanno di Santa *_*
Genere: Triste, Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia sorellina gemellina mancata.
Con la speranza che questo piccolo regalo possa in un qualche modo ricompensare quello mancato dell’anno scorso.
Anche se quest’anno le occasioni per parlarci si sono notevolmente ridotte, sappi che ti voglio bene (L).

 

 

Cortili di Marzo

 

 

 Due storie che si incontrano
Due cortili lontani
Due bimbi che correvano
Ignari del domani
Due corpi che si stringono
E anestetizzano il male
Distanze che si annullano
Due solitudini uguali
(STADIO-Cortili lontani)

 

 

 

Sin da bambini, ci insegnano che l’amicizia, vera o falsa che sia, è necessaria, indispensabile per chiunque.
Tutti hanno un amico, ognuno di noi lo trova. Qualcuno lo perde, magari dopo poco tempo i rapporti si riallacciano e la vita prosegue il suo tranquillo corso.
A volte basta poco per iniziare un’amicizia. Ci si scambia un saluto, qualche parola, un sorriso. Si arriva poi a confidarsi le paure, i dubbi, i segreti. Insomma, non si è più solo conoscenti, ma qualcosa in più, che però non diviene mai amore.

 E fu proprio quel mai, che mi tradì.

 

 

 

 

 

Some time before
Erano passati esattamente due anni, eppure per Hermione Granger quei due silenziosi anni erano volati.
Erano passati settecentotrenta giorni, eppure, a volte, sentiva ancora la necessità di urlare. Lo desiderava con tutta se stessa. Sapeva, però, che tale desiderio avrebbe dovuto seppellirlo, poiché tanto più lo bramava, tanto più inesorabilmente non poteva esaudirlo.
Erano passati diciassettemilacinquecentoventi minuti, eppure ricordava, silenziosamente, la sua ultima parola, il suono da lei articolato, prima che il buio la divorasse.

 

Era passato del tempo, ma per Hermione Granger
il tempo si era fermato quella notte.

14 Novembra 2002

 

-          Ci ritroviamo faccia a faccia, a quanto vedo.- l’aspro suono della sua voce ebbe

                                                                        su di lei uno strano effetto: nessun timore, né paura alcuna

                                                                               sembravano scuoterla; era tranquilla, sicura che gli   

eventi si sarebbero risolti a suo favore.

Sorrise placidamente, ricercando le parole adatte per concludere quella spiacevole situazione.

Prima  però che potesse articolare un solo suono, vide la donna sorridere beffardamente, probabilmente per lo stato pietoso in cui l’aveva ridotta.

- Io non sarei così sicura di me, Sporca Mezzosangue.

Mai sottovalutare il nemico. Faresti bene a tenerlo a mente, d’ora in avanti.- una risata isterica, maniacale, uscì dalle violacee labbra di Bellatrix Lestrange.

E Hermione rabbrividì, comprendendo che la sua fine era vicina, più di quanto avesse mai creduto.

Ciò nonostante, realizzò che fosse  meglio giocarsi il tutto e per tutto, piuttosto che

restare lì, immobile, ad aspettare un destino irrefrenabile.

-  E’ qui che ti sbagli, Bellatrix. Io non ho mai sottovalutato nessuno in vita mia, ma forse,

                                                       e dico forse, sei tu che non hai mai voluto vedere l’altro lato della medaglia.- detto questo, si scostò una ciocca intrisa di sangue dagli occhi e sorrise amaramente.

 

Vocius Sonorus!

 

 

Il destino si era compiuto, ma le cose erano andate diversamente da come aveva creduto [sperato].

 

 

 

 

Today, 14 Novembre 2004

 - Signorina Granger? Abbiamo una visita per lei.- in due anni, racchiusa tra quelle quattro mura color giunchiglia, Hermione Granger aveva oramai imparato che vi erano solo due occasioni in cui l’infermeria le informava di una visita: il giorno del suo compleanno, e quello era ormai passato da un pezzo; “l’anniversario” della tragedia accaduta quella notte, che ricordava con novizia di particolari, ma priva di qualsiasi sentimento.
La ragazza annuì, conscia del fatto che, probabilmente, si trattava di Harry, e forse anche di Ronald. Loro, però, sembrava facessero ormai parte del tim ospedaliero, viste le tante giornate passate insieme all’amica, più che altro per tirarla su di morale e raccontarle gli eventi al di là di quel tetro e angusto luogo.
Si pose comodamente sul letto, aspettando l’arrivo del suo visitatore. Cercò, inutilmente, di sistemare i suoi lunghi e crespi capelli, ma l’ansia era palpabile persino tra le dita delle sue mani, così decise di abbandonare ogni proposito e attendere pazientemente.
Passarono alcuni secondi, finché l’opaca porta della stanza si aprì, rivelando una figura conosciuta tempo addietro.
- Granger, è un piacere rivederti.- per lei non si poteva di certo dire la stessa cosa, e difatti assunse un’aria scettica, cercando di intuire il motivo della sua visita.
- So che non ti capaciti che io sia qui, però, prima di cacciarmi fuori a pedate, sappi che non sono venuto di mia spontanea volontà.- Hermione volse il capo verso il comò, agguantò carta e penna e cominciò a scrivere.

 
Cosa diavolo vuoi, Zabini? Non ci siamo mai rivolti la parola in sei anni di scuola, e ora vieni addirittura a farmi una visita di cortesia?

 

-          E’ qui che ti sbagli, Granger. Nessuna visita di cortesia, solo un favore ad un mio caro amico . Ecco, tieni, questa è una lettera che risale al duemiladue, ma non posso dirti chi è il mittente, potresti desiderare di non aprirla nemmeno.-

 

 Una lettera? Di due anni fa?

 

-          Esattamente. Ora, se non ti dispiace, avrei da fare. Ho portato a termine il mio dovere, ora sta a te decidere se ne è valsa la pena.- detto ciò, uscì dalla stanca, lasciando nell’aria un profumo di dopobarba.

 

Di tutte le cose più imprevedibile che Hermione Jane Granger aveva visto e sopportato nella sua vita, questa era di sicuro la più ambigua.

 

 

 

 "

27 Aprile 2002
London

Cara Hermione,
è passato del tempo, ne sono consapevole.
Avrei voluto parlarti di persona, spiegarti ogni cosa. Avrei voluto, davvero. Solo che il destino mi si è messo contro.
Mi dispiace.
E’ poco da dire, sembra quasi che io mi stia scusando. In effetti l’unica cosa che ti devo solo delle scuse. Sincere.
E’ passato del tempo e ancor più ne passerà finchè Blaise ti porterà questa lettera.
Ma ho dovuto scriverla. Era necessario per poter salvare la mia anima da una colpa indelebile.
Mia zia è stata furba, lo ammetto. Ma non avrei mai creduto che potesse essere meschina e crudele fino a tal punto. Mi ha mostrato il rimedio per la tua maledizione, mi ha fatto credere che potessi in un qualche modo salvarti. Poi, però, la sua anima nera si è riaccesa, ancora una volta. Mi ha proibito, e spero tu capisca cosa intenda per “proibire”, di riferire ad anima via, men che mai a te, il rimedio, fino allo scadere dei due anni. Dopo, avresti potuto conoscere la verità, ma sarebbe stato troppo tardi.
La maledizione agisce nell’immediato allo scadere dei due anni, risucchiando via via ogni parte del tuo corpo. La perdita totale della voce, probabilmente, è nulla in conformità al dolore che d’ora in avanti sarai costretta a subire. E desidererai morire, lo so. Ti conosco.
Avrei voluto dirti tutto questo quando vi era ancora il tempo per poter tornare indietro.
Ora è troppo tardi.
 Blaise mi ha avvisato che il mio gesto è stato a dir poco inutile e inconcludente.
Ma dovevo farlo, mi capisci vero?
Ho taciuto mesi e mesi, osservandoti da lontano, combattendo la repellente forza che mi teneva lontano da te.
Ho pensato, a noi, alla nostra ambigua amicizia.
Mi sono anche convinto di essere  innamorato di te.
Ma non ti amo come dovrei amarti, ma come avrei voluto amare me stesso per poterti amare appieno.
E’ un pensiero confuso, ne sono consapevole. Ma la mia mente è troppo piena di pensieri, è difficile metterli in ordine.
Ti chiedo solo una cosa.
Un favore.

Perdonami.
Fallo, ti supplico.
Perché solo allora, io avrò la forza di perdonare me stesso
.

 

Draco Lucius Malfoy

 

 
Vi erano state moltissime occasioni per Hermione Granger in cui poter sfogare il proprio dolore. Mai, però, come in quel giorno, sentì il necessario bisogno di piangere.

 

 

E lui, rinchiuso tra le anguste celle di Azkaban, intanto aspettava.
Aspettava di morire,
aspettava di vivere.
Aspettava un perdono, che, probabilmente, non sarebbe mai arrivato.

 

 

 

 

 

Alcuni chiarimenti necessari:
Innanzitutto, vorrei ribadire che tale one-shot è assolutamente, interamente e indubbiamente dedicata a Santa, ovvero aqa, la mia unica sorellina gemellina mancata che oggi compie gli anni e finalmente mi ha raggiunta =).
Grazie tesoro per la pazienza e per le mille risate xD . Come ho già detto sopra, quest’ anno ci siamo sentite poco e nulla (maledetta scuola è__é), ma ci rifaremo, promesso *_*.
Poooi, piccolo chiarimento: la maledizione di Hermione è una mia invenzione, non è riportata sui libri. Stessa cosa per gli effetti che tale maledizione comporta sull’organismo umano.
Inoltre, al termine della guerra Draco è stato arrestato (infatti si ritrova ad Azkaban) e Hermione, prima della lettura della lettera, lo riteneva colpevole. Infine, l’ultima frase potrebbe sembrare ambigua. Però, per evitare malintesi, vorrei spiegare che tale frase è un pensiero di Draco, il quale non potrà mai sapere se gli è stato accordato il perdono o meno da Hermione e vivrà, perciò, nel dubbio.

 Grazie anticipatamente a tutti coloro che avranno voglia di leggere e, perché no, anche commentare xD.

 A presto…

Nicla

PS La canzone iniziale è degli Stadio, e il titolo va in netta contraddizione con la condizione in cui si ritrovano a vivere Hermione e Draco: l'una in un ospedale, l'altro in una cella.

  
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