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Autore: Padmini    22/02/2017    2 recensioni
Sono trascorsi diciannove anni dalla fine della guerra ... ma è davvero finita per tutti?
Dopo tutta la distruzione molti sono riusciti a rinascere dalle ceneri, altri sono rimasti ancorati al passato e, tra rabbia e risentimento, cercheranno di riportare le cose come un tempo, quando la paura regnava sovrana ed era legittimo odiare ...
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Una delle cose che la guerra aveva insegnato a Harry era che il pregiudizio era qualcosa di sbagliato, sempre, da qualsiasi parte provenisse.
Dopo la sconfitta definitiva di Tom Riddle tutti avevano reclamato un pezzetto dell'eroe, un po' della sua preziosa attenzione, un sorriso, un abbraccio, una pacca sulla spalla, anche solo uno sguardo, qualcosa che gli facesse sentire importanti e gli desse speranza per ripartire.
Lui aveva accolto tutti, non aveva potuto fare altrimenti, prigioniero di un ruolo che ormai gli stava stretto, perché nessuno sembrava aver capito che, prima di tutto, anche lui aveva bisogno di ricostruire la sua vita.
Tutti si avvicinavano a lui per chiedergli qualcosa … tutti tranne due persone.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grifone e Serpente'
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Qualcosa da offrire


 

 

 

Dieci anni prima

 

Non aspettava visite, dopo una dura giornata di lavoro, durante la quale aveva guadagnato un braccio rotto e parecchi lividi, l'unica cosa che voleva era tornare a casa dalla sua famiglie non interagire con nessuno se non con sua moglie e i suoi figli.

Dopo cena si era seduto sul divano, accanto a Ginny che cercava di far addormentare Albus e osservando James, di appena due anni, giocare a terra. Aveva preso un libro e tolto il segnalibro dalla pagina a cui era arrivato, quando fu interrotto dal campanello.

Sentendolo come un rumore fastidioso, Harry lanciò un'occhiata a Ginny, che la ricambiò con lo stesso disappunto, ma abbandonò il libro sul tavolino accanto al divano e, con un sospiro, si diresse verso la porta.
“Spero che non sia un'emergenza” disse, muovendo appena il braccio che l'infermiera gli aveva perfettamente aggiustato nel pomeriggio “Non ho la forza per andare in missione proprio ora ...”

Prese d'istinto la bacchetta, con la seria intenzione di mandare via qualunque minaccia o Auror si fosse presentato di fronte a lui, quando però vide Draco Malfoy in piedi e rosso in viso per il freddo e, immaginò, un certo imbarazzo, restò a bocca aperta per lo stupore, che crebbe quando si rese conto che il suo ex compagno di scuola non aveva iniziato a fare battute del tipo “Non mi fai entrare, stupido?” o “Ti sembra questo il modo di accogliere un ospite?”

Draco se ne stava lì, umile come mai lo aveva visto in vita sua. Non erano mai stati in buoni rapporti, ma quella sera il suo atteggiamento era sicuramente sospetto.

Cosa vuoi, Malfoy?” chiese, senza celare del tutto la sua ostilità.
“Niente. Davvero. Non voglio niente.”

Allora cosa ci fai davanti alla porta di casa mia?” chiese ancora Harry, che stava cominciando a perdere la pazienza, domandandosi dove l'ex Serpeverde volesse arrivare.

Non sono qui per chiederti nulla, Harry” iniziò, sorprendendolo ancor di più per il fatto di non chiamarlo con strani nomignoli “Se non di accettare qualcosa da me ...”

Qualcosa … cosa?” chiese Harry, sempre più sulla difensiva, stringendo la bacchetta pronto a lanciargli contro una fattura.

La mia amicizia.”

Il sorriso che Draco esibì era … strano. Non lo aveva mai visto sorridere così, sembrava … sincero.

Perché dovrei crederti?”

Sono cambiato, vorrei solo che mi concedessi la possibilità di dimostrartelo. La prima volta che ti ho offerto la mia amicizia l'hai rifiutata e, ripensandoci, l'avrei fatto anch'io. Ero un moccioso viziato e prepotente e ora capisco perché rifiutasti la mia mano … ma ora … ora sono diverso, tante cose sono cambiate e la guerra mi ha fatto capire cose che prima non vedevo.”

Harry restò in piedi a fissarlo per un minuto buono. Nella sua mente si affollarono vari pensieri, alcuni buoni, altri meno buoni, infine si voltò verso la sua famiglia e in particolare verso il piccolo Albus Severus. Aveva deciso di dargli il nome di Severus Piton, ex Serpeverde, ex Mangiamorte, ex spia … ex troppe cose, a suo parere, perché un uomo come lui avrebbe meritato una seconda opportunità. Si voltò verso Draco e nella sua mente tornarono vividi i ricordi di quando, molti anni prima, aveva deciso di essere troppo debole – ma lui pensò che in realtà era troppo forte – per uccidere Silente.

Non disse nulla, semplicemente si scostò dalla porta. Draco, che interpretò quel gesto come un invito ad entrare, non se lo fece ripetere due volte, ma una volta dentro restò in piedi, teso e visibilmente a disagio, soprattutto per l'occhiata che gli lanciò Ginny.
“Malfoy?” gridò, scandalizzata “Cosa ci fai qui?”

È nostro ospite” spiegò Harry.

Ma …” tentò di protestare Ginny.

Harry non parlò nemmeno in questa occasione. Si avvicinò a lei, le baciò la testa e accarezzò quella minuscola di Albus. Bastò questo per farle capire perché lo aveva invitato ad entrare. Rassicurata, sorrise rivolgendosi a Draco.

Benvenuto. Ti presento i nostri figli. Questo è Albus Severus ...”

“ … e questo monello è James Sirius.” concluse Harry, prendendo in braccio il figlio che non aveva smesso un istante di giocare “Avanti, Jame. Saluta lo zio Draco!”

Si pentì quasi subito di averlo chiamato così, ma la reazione del biondo gli fece capire che aveva fatto bene.

Albus … Severus?” chiese Draco avvicinandosi per guardarlo meglio “Be' … è molto bello … Ti somiglia tanto ...” mormorò, ripensando a quanto Harry avesse lottato perché il ritratto del loro ex professore di Pozioni ed ex Preside di Hogwarts fosse messo insieme a tutti gli altri. Era anche per quel motivo che aveva trovato il coraggio di andare da lui, sapeva che non lo avrebbe rifiutato, che gli avrebbe dato una seconda possibilità. Il suo sguardo fu poi attirato dal suo figlio maggiore “Hey … sei proprio un bel bambino James! Molto piacere!” disse, porgendogli la mano.

James, che non capì altro se non che quello strano signore era simpatico al papà e alla mamma, gli sorrise e si sporse verso di lui per essere preso in braccio. Adorava quando gli amici del papà o della mamma andavano a trovarli perché lo viziavano e lo riempivano di coccole. Non si faceva però prendere in braccio da tutti, era piuttosto selettivo e per fortuna Harry faceva entrare in casa solo persone più che fidate.

Draco, imbarazzato, lo prese in braccio.

Gli stai simpatico.” disse Harry, colpito da quell'immediata confidenza “James è il nostro radar. Se qualcuno non è degno di fiducia non lo calcola e piuttosto lo prende a morsi!”

Draco scoppiò a ridere, felice di tenere il piccolo tra le braccia.

Mi fa piacere” mormorò e, seguendo l'esempio di Harry, si accomodò sul divano “Anch'io ho un figlio” disse poi, sorridendo al pensiero.

Harry e Ginny gli sorrisero, piacevolmente colpiti dalla notizia.

Ho sposato Astoria Greengrass e nostro figlio ha da poco compiuto un anno ...”

Come Albus.” mormorò Ginny, intenerita al pensiero di Draco alle prese con un neonato.

L'abbiamo chiamato Scorpius. Scorpius Hyperion.”

I coniugi Potter scoppiarono a ridere, suscitando l'irritazione di Draco.

Cosa c'è da ridere?” chiese, offeso.
“Scusami, ma voi purosangue Serpeverde avete davvero un gusto strano in fatto di nomi!” si giustificò Ginny, calmando la risata.

Sì, ma devo ammettere che quello che hai scelto per tuo figlio non è poi così male.” commentò Harry “Se ha da poco compiuto un anno sarà nella stessa classe di Albus!”

Draco tornò a sorridere. Non lo stavano prendendo in giro con intenzioni malevole. Non era abituato a quel genere di interazioni con gli altri, ma capì che quelle risa erano segno di amicizia.

Chissà, tuo figlio potrebbe finire in Serpeverde!” lo prese in giro lui.

Chi lo sa … potrebbe essere.”

Non ti darebbe fastidio?” chiese Draco, incredulo.

No. Per niente. Ho imparato che non tutti i Grifondoro sono da apprezzare e non tutti i Serpeverde sono da evitare.”

Quella frase fece riflettere Draco, che restò in silenzio. La pace che regnava in casa Potter era quasi palpabile e il silenzio assoluto. Lo colpì perfino la voce di Harry. In passato si erano parlati, aveva sentito spesso la sua voce, ma era carica di astio, rabbia non tanto repressa. Adesso era pacata, addirittura piacevole da ascoltare. Non si era mai rivolto a lui con quella voce e fu grato di poterla sentire.

Quando si rese conto che mancava qualche suono abbassò lo sguardo e si rese conto che James si era addormentato tra le sue braccia. Ginny, che nel frattempo aveva fatto addormentare Albus, guardò Harry e ai due bastò uno sguardo per intendersi.

Ti chiedo scusa, Draco” sussurrò, prendendo il figlio dalle sue braccia “Sarà meglio portarli a dormire, oggi è stata una giornata lunga … Torniamo subito.”

Sorridendo sistemò James tra le sue braccia e seguì la moglie, che già si era avviata verso le scale.

Draco annuì e si sistemò meglio nel divano, iniziando a guardandosi attorno. Non aveva mai visto una casa così … casa. Non era lussuosa come il maniero nel quale era cresciuto, ma trasmetteva amore ovunque guardasse. I giochi di James erano sparsi sul pavimento e su un piccolo tavolino erano accumulati pastelli e numerosi fogli pieni di quelli che avrebbero dovuto essere disegni. Dalla cucina si poteva ancora sentire il profumo della cena che dovevano aver cucinato, una pietanza esotica ma non troppo speziata.

Vuoi qualcosa da bere?”

La voce di Harry lo fece voltare. Lo guardava sorridendo, stringendo a sé Ginny.

S-sì … molto volentieri ...” mormorò lui in risposta, ancora piacevolmente sorpreso per quell'accoglienza così totale.

Bevete pure tutto quello che volete” disse Ginny reprimendo uno sbadiglio “Io vado a dormire. Ti chiedo scusa Draco, ma è stata una giornata faticosa ...”

Harry la baciò sulla tempia, un bacio dolce e traboccante d'amore.

Buonanotte.”

Buonanotte Ginny” la salutò Draco, per poi tornare a guardare Harry.
“Allora cosa preferisci? Ho della burrobirra, della birra babbana ...”

Birra babbana.” rispose Draco, senza pensarci.

Davvero?” domandò, alzando un sopracciglio “Te l'ho proposta per scherzare, ma se davvero la vuoi assaggiare ...”

Sì, assolutamente. Sono stanco di bere sempre la solita roba, mi piacerebbe provare qualcosa di nuovo. Insomma … voglio cambiare. Sono stanco dei pregiudizi sui babbani e vorrei farmi una cultura in merito.”

Se a Draco fosse spuntata una seconda testa Harry non lo avrebbe guardato in modo diverso.

Chi sei tu?” chiese scherzando “Che ne hai fatto di Draco Malfoy?”

Se n'è andato. È sparito, inghiottito dalla guerra.”

Harry restò interdetto per qualche istante, poi comprese cosa voleva dire. Non erano necessarie altre parole.

Ottimo!” disse e andò in cucina. Tornò pochi minuti dopo con un vassoio su cui erano posati due bicchieri e una ciotola piena di patatine.

Questa è una Hoegaarden” spiegò Harry posando il vassoio sul tavolino accanto al divano “È una birra belga.”

Ognuno prese il suo bicchiere ed entrambi lo sollevarono per un brindisi.

A cosa vuoi brindare?” chiese Harry.

“ … alla nostra amicizia?” ipotizzò timidamente Draco.

Alla nostra amicizia!” confermò Harry e, facendogli l'occhiolino, fece tintinnare i loro bicchieri.

 

 

 

 

Harry ogni tanto ripensava a quella sera, a come si erano trattenuti fino a tardi sul divano per parlare, confrontarsi, scambiarsi idee. Durante gli anni di scuola non aveva mai pensato che la vita di quell'odioso Serpeverde avesse potuto in realtà essere difficile come la sua. Entrambi, anche se in modi diversi, erano vittime delle aspettative altrui. Se da una parte tutti pensavano che Harry avesse dovuto essere buono, eroico e generoso, anche per Draco le cose non erano così semplici. Tutta la sua famiglia si aspettava che lui odiasse i non purosangue e che seguisse la tradizione dei suoi parenti, diventando Mangiamorte. Certo, ripensandoci anche Sirius era stato in una situazione simile, ma aveva avuto il coraggio di distaccarsi dalle tradizioni della famiglia Black per diventare un Grifondoro. Draco non aveva avuto lo stesso coraggio e, in effetti, imposizioni familiari a parte, all'epoca era davvero uno stronzo, spocchioso, viziato e irritante, che aveva preferito godere dei privilegi che il suo rango gli aveva dato, fino a quando non si era reso conto che non sarebbe mai stato capace di affrontare il prezzo da pagare per quella vita.

Il Draco che quella sera aveva bevuto birra con lui e con il quale aveva parlato di cultura babbana fino a notte tarda però era diverso, era un uomo che aveva attraversato le fiamme dell'inferno e della paura, trovandosi faccia a faccia con compromessi con i quali non sarebbe mai riuscito a venire a patti. Draco aveva abbandonato quella via, ripudiando non solo suo padre ma tutto ciò che rappresentava e ad Harry non era minimamente passato per la mente che tutto quello potesse essere una commedia finalizzata a colpirlo subdolamente alle spalle, lo aveva sentito sincero fin dal primo istante. Come durante il primo anno aveva provato, a ragione, istantanea repulsione per lui, quella sera si era sentito di accoglierlo e dargli una seconda possibilità, quella che a tanti come lui era stata negata. Se Draco voleva riscattarsi dopo tutti quegli anni di odio, anche Harry sentiva che era giusto abbattere i pregiudizi che separavano il mondo magico da quelli come lui, che purtroppo continuava a vedere troppo spesso, perfino in casa sua.

Se qualcuno gli avesse chiesto perché non aveva accennato a Ron e Hermione che aveva cominciato a frequentare assiduamente Draco Malfoy … non avrebbe saputo rispondere qualcosa di preciso. Inizialmente avrebbe detto che non sarebbero stati affari suoi, che poteva frequentare chi voleva senza doversi giustificare, ma in realtà la motivazione era Ron stesso. Aveva portato pazienza quando gli aveva fatto quella scenata dopo la scelta del secondo nome di Albus e si era limitato a dargli un pugno sul naso quando Ron lo aveva aggredito sentendo che per lui sarebbe andato bene se suo figlio fosse finito in Serpeverde, ma non aveva osato immaginare come avrebbe reagito sapendo che era diventato amico di colui che da sempre avevano considerato un nemico, semplicemente non lo aveva ritenuto pronto, maturo al punto giusto per poter affrontare quella verità. Se la guerra aveva cambiato in meglio Draco, su Ron aveva avuto l'effetto opposto, facendolo chiudere in se stesso … e la scenata a King's Cross ne era stata la prova.

Lui, Ginny e Lily avevano trascorso una giornata piacevole a Londra con Draco e Astoria e si era perfino dimenticato dell'astio che aveva visto negli occhi di Ron, ma ci ripensò quella sera, una volta sotto le coperte. Sapeva quanto il suo amico poteva essere testardo quando si ficcava in testa un'idea, ma sperò che, come ai tempi di Hogwarts, bastasse aspettare per farlo ragionare.

“Qualcosa non va, Amore?” lo chiamò Ginny, distesa al suo fianco “Stai pensando a Ron, vero?”

Harry annuì e lei gli sorrise.

“Conosciamo bene quel testone, vedrai che gli passerà. Magari gli ci vorrà un po' e alle prossime riunioni di famiglia ci terrà il broncio, ma ci vuole troppo bene e si fida di te e del tuo giudizio e, chissà, magari capirò che Draco non è una minaccia.”

“Si fida di me ...” mormorò Harry, sentendosi leggermente in colpa, dal momento che lui non si era fidato di Ron.

“Harry, ascoltami bene.” disse lei, intuendo i pensieri del marito, dal momento che erano anche i suoi “Non ci siamo fidati di lui e a ragione. Ci ha dato fin troppe prove di non riuscire a reggere una notizia del genere, ma prima o poi doveva saperlo e sono contenta che sia successo. Sarà difficile, ma supereremo anche questa e saremo più legati di prima.”

Harry, rincuorato dalle sue parole, si sporse e la baciò dolcemente sulle labbra.

“Ti amo.” mormorò.

“Ti amo anch'io.”

Si sorrisero e, seppur stanchi per quella giornata intensa, lasciarono che i loro corpi si scaldassero a vicenda. Harry non si era del tutto rassicurato a proposito di Ron ma, in quel momento, mentre baciava con devozione sua moglie, pensò che non era importante.

   
 
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