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Autore: OlicityAllTheWay    22/02/2017    1 recensioni
Una storia dal finale aperto perchè non so ancora se la continuerò :D
Ho preso spunto dalla nuova serie "Riverdale" che mi sta piacendo veramente un casino. Spero che la leggiate e che vi piaccia :D Fatemi sapere.
Un bacio :D
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SWEETWATER

 

Jughead era un tipo…diverso. Non era popolare e non gli piacevano le frivolezze. Amava stare solo, davanti al suo PC dove scriveva innumerevoli pagine di storie, sia inventate che realmente accadute. Avrebbe voluto diventare uno scrittore, e sicuramente un giorno ce l’avrebbe fatta.

Certo non era un misantropo, gli piaceva stare con le persone a patto che fossero quelle giuste, ovvero quello che lo accettavano per com’era senza mai giudicarlo. Una di queste persone, se non l’unica era Archie.

Ma c’era un’altra cosa che gli piaceva fare, una di cui nessuno era a conoscenza: osservare Betty. Non nel senso di spiarla o fare il “guardone”.

 

Lui la trovava bella, non in un senso solo estetico, la trovava bella dentro.

Sapeva che i genitori la pressassero affinché desse sempre il massimo e sapeva che lei fosse irrimediabilmente insicura. Ma sapeva anche che aveva un cuore buono, era bella, gentile, simpatica, ambiziosa ed intelligente. Era perfetta.

 

Ma non aveva mai fatto nulla per cercare di modificare la loro relazione. Beh se così si poteva chiamare. Erano semplicemente entrambi amici di Archie e questo faceva di loro due “conoscenti”.

In più un giorno Archie aveva notato che Jughead stava osservando Betty e appena lei si fu allontanata lo aveva subito guardato male e gli aveva detto “Non metterti strane idee in testa”.

Non capiva cosa ci fosse di sbagliato in quel ragazzo: lei voleva stare con lui e tutti lo sapevano. Lui non voleva stare con lei e tutti sapevano anche questo. Quello che nessuno capiva era perché non appena si intravedesse un ragazzo nella vita di Betty, Archie abbandonasse tutto quello che stava facendo per riottenere le attenzioni di lei. Distraendola dal nuovo ragazzo, illudendola e portandola in un circolo che non sembrava avere fine. La voleva tutta per sé senza mai volerla avere fino in fondo.

 

Quel giorno Archie non si presentò a scuola, in quanto aveva un provino con il coach per entrare in prima squadra. Jughead aveva notato che lui non aveva lasciato sola Betty nemmeno per un attimo e da buon osservatore quale era (gli sarebbe servito se avesse voluto scrivere storie che sembrassero reali) aveva sospettato che avesse a che fare con Chuck Clayton. Anche lui sapeva bene come si comportasse con le ragazze e quanto fosse lunatico e forse anche pericoloso, quindi aveva deciso di tenere d’occhio Betty.

Certo, senza farsi notare. Era seduto due tavoli dopo quello di lei e faceva finta di niente.

Lei era con Veronica Lodge, ecco quello era proprio il tipo di ragazza che a Jughead non piaceva e non capiva cosa ci facesse una come Betty con una come Veronica.

Ma aveva imparato a non giudicare e si morse la lingua appena quel pensiero sfiorò la sue mente.

Betty si alzò e saluto Veronica dicendo qualcosa di veloce per congedarsi.

Camminò a passo svelto verso il cancello che delimitava la scuola dal mondo esterno, ogni tanto si guardava intorno ma lo faceva cercando di non essere notata.

Jughead la seguì stando a debita distanza.

Quando varcò la soglia del cancello girò a destra convinto di trovarsi Betty davanti di qualche metro. Ma non fu così. Vide invece una Range Rover nera sfrecciare via.

La macchina di Chuck.

 

Jughead si guardò un attimo intorno cercando un modo per raggiungerli. Non aveva una macchina e Archie non avrebbe risposto. Tornò indietro e corse incontro a Veronica: << Hai la macchina? >> le chiese.

<< Ehm, ciao anche a te Jughead. Sì sono venuta in macchina, perché? >>

<< Betty è andata via con Chuck, o Chuck ha preso Betty. Non lo so >> iniziò ad agitare le mani. Ma che gli prendeva? Non credeva di tenere tanto a lei.

Veronica spalancò gli occhi e si alzò senza pensare al vassoio con il cibo che aveva davanti. Camminando veloci verso la macchina lei cercava le chiavi nella borsa griffata.

<< Hai idea di dove possano essere andati? >>

<< Credo di sì. All’incrocio ha svoltato a destra e c’è solo un luogo che puoi raggiungere prendendo quella strada: lo Sweetwater. >>

 

Veronica guidò come una furia e lei e Jughead si ritrovarono al fiume in pochissimi minuti.

Scesero dalla macchina cauti, guardandosi intorno.

<< Guarda lì >> disse Veronica indicando una macchina dietro un cespuglio. No, non una macchina. La sua macchina.

Iniziarono a correre verso quel punto. Ma Jughead sapeva che Chuck fosse un tipo imprevedibile e che era meglio non provocare. Infatti si fermò e fece segno a Veronica di fare silenzio.

Sbirciarono e videro che Chuck stava legando Betty ad un albero mentre questa piangeva e gli chiedeva di smetterla. Lei era in biancheria intima e completamente fradicia. Stava calando la sera e insieme a lei un freddo umico, certo quello non aiutava per niente Betty a smettere di tremare.

Non sapevano con esattezza cosa volesse fare, forse non lo sapeva nemmeno lui.

 

Il ragazzo si allontanò un attimo da Betty per andare a prendere qualcosa in macchina e fu in quel momento che Veronica si sporse per farsi vedere, giusto per tranquillizzarla e farle capire che sarebbero intervenuti.

Infatti, poco dopo, Jughead uscì dal cespuglio e si mise alle spalle di Chuck: << Ehi Clayton >>.

Lui si girò e si becco un gancio destro, dritto sulla mascella.

Crollò a terra.

Wow. Jughead era soddisfatto del proprio pugno, non era uno abituato a fare a botte.

Scosse la mano destra più volte, facendo una smorfia di dolore.

Nel frattempo Veronica aveva liberato Betty, che piangeva a dirotto e diceva frasi sconnesse e Jughead chiamò subito lo sceriffo Keller.

 

La volante, insieme ad un’ambulanza, arrivarono pochi minuti dopo: menomale che Riverdale era così piccola.

L’ambulanza portò via Betty mentre lo sceriffo Keller prese con sé Chuck. Jughead aveva dato la sua versione dei fatti non appena questi era arrivato al fiume.

Non sapeva quali fossero le ritorsioni su Chuck, ma sapeva che non sarebbero state leggere.

<< Vuoi un passaggio a casa? >> gli chiese Veronica.

<< No. In realtà vorrei andare all’ospedale per sapere cosa dicono a Betty. >>

Veronica accennò un sorriso malizioso: << Posso accompagnarti lì se vuoi. >>

<< Grazie >> rispose il ragazzo.

 

Il viaggio fu silenzioso e sembrò durare un’eternità. Jug non era sicuramente il tipo che intavolava una discussione, e in più rendeva difficile agli altri farlo perché si limitava a osservare il mondo esterno in silenzio.

Quando arrivarono Veronica disse: << Fammi sapere come sta. Io vado a casa a cambiarmi e torno dopo. Magari avviso Archie. >>

<< Sì ok. Grazie del passaggio >> disse lui scendendo dalla macchina e dirigendosi alla reception.

Entrò nella stanza dove era tenuta in osservazione. Era un po’ pallida e aveva le labbra di uno strano colore, violaceo. Come se fosse stata vicina all’ipotermia, ed era esattamente quello che era successo.

Si sedette nella poltrona posta sotto la finestra, di fianco al letto.

Lei stava riposando, in un sonno indotto dai numerosi farmaci che le avevano somministrato, e si concesse qualche momento per guardarla indisturbato.

Dio, era davvero bella.

 

Fu svegliato da una pacca forte, sulla spalla. Aprì gli occhi e vide il suo unico amico.

Cercò di ricomporsi, si sentiva quasi in colpa. Come se avesse fatto qualcosa con la ragazza di un suo amico e fosse stato colto il flagrante. Non era così e lo sapeva bene, ma era talmente abituato a considerare Betty off-limits che non ci pensò in quel momento.

Archie strinse gli occhi: << Che ci fai qui? >>

<< Sono venuto a vedere come stava e mi sono addormentato sulla poltrona. >>

<< Puoi andare ora, ci sono io con lei. >>

Sapete una cosa? Jughead era veramente stanco di questa cosa. Vederla e saperla in pericolo gli aveva dato una scarica di adrenalina mai provata prima. E aveva deciso che forse poteva rischiare di più con lei.

<< Senti amico. Qual è il tuo problema? >> chiese Jug senza troppi convenevoli.

Archie che stava osservando Betty si voltò verso lui con un sopracciglio alzato: << Scusami? >>

<< Sai benissimo di cosa sto parlando >> rispose l’altro allargando le braccia: << Facendo così la confondi, la illudi. E confondi tutti noi. >>

<< Così come? >>

<< Fai sempre il protettivo, il geloso e il possessivo. Ma quando lei oltrepassa una delle tue linee immaginarie allora la allontani e ti concentri su un’altra ragazza >>

<< Io faccio così per proteggerla. Tu non sai cosa ha passato e come è la sua famiglia nei suoi confronti. Lei ha bisogno di me >> disse il rosso enfatizzando l’ultima parola.

Jug ridacchiò: << No amico, lei ha bisogno di qualcuno che tenga a lei e che la protegga. Ma non per forza quel qualcuno sei tu. >>

Archie sbuffò una risata. Voleva bene a Jug ma in quel momento stava mettendo a dura prova la sua pazienza con tutte queste chiacchiere su Betty << E dimmi, potresti essere tu secondo te? Il ragazzo giusto per lei, eh? >>

Jughead decise di andare fino in fondo: << Perché no?! >>

Archie fece un passo avanti trovandosi faccia a faccia con l’amico.

Ma Jughead lo conosceva fin troppo bene e sapeva quali fossero le sue intenzioni: << Non c’è bisogno di fare a pugni per stare nella stessa stanza con lei. Bastava che me lo chiedessi anziché ordinarmelo come se fosse di tua proprietà. Accomodati pure >> disse spostandosi di lato e indicando la poltroncina.

 

Se ne andò guardando Archie che si era seduto sul bordo del letto, una mano che teneva quella di Betty, l’altra che le accarezzava il viso e i capelli.

 

   
 
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