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Autore: Brit    22/02/2017    5 recensioni
Katie McGrath è un’attrice a tempo pieno che viene colta da una sfortuna dietro l’altra. Ha appena perso il fratello e la cognata in un terribile incidente e deve farsi carico di Nathan e Maddie, i suoi due nipoti. Incapace di prendersi cura di loro da sola cerca un’aiutante, però i due si rivelano dei combina guai capaci di far scappare tutte le tate. Ma la sua fortuna da irlandese non l’abbandona del tutto, per fortuna c’è Melissa Benoist.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MELISSA BENOIST POV

 
I fogli che avevo tra le mani tremavano.
Inspirai forte; sentivo sullo stomaco tutta l’ansia accumulata. Avevo riletto quelle righe almeno cinquanta volte, cercando di dare l’intonazione giusta, l’espressione giusta, cercando di trasmettere i sentimenti giusti.
Ma ora ero soltanto ansiosa e non mi sentivo per niente all’altezza. Cercavo di farmi forza, d'altronde quella era una parte del mio lavoro. Di sicuro era la parte peggiore.
Ero preparata abbastanza? Pensavo di sì.
Forse ero così terrorizzata perché non sapevo bene come funzionasse il tutto o forse perché stavo per fare un provino per un telefilm a cui tenevo particolarmente.
Inspirai ed espirai di nuovo. Un’altra volta, alla ricerca di aria non contaminata dall’ansia.
Tra poco sarebbe stato il mio turno. La porta della stanza dei provini era spalancata, perciò guardai la ragazza che mi precedeva, era molto brava. I giudici, però, non sembravano molto soddisfatti. Tutto ciò mi mise ancora più angoscia. Rilessi per l’ultima volta le mie battute e pensai a Katie. Forse così mi sarei tranquillizzata. Invece, mi agitai ancora di più.
Non glielo avevo neppure detto.
Perché non glielo avevo almeno accennato? Avrei tanto avuto bisogno di un suo messaggio di incoraggiamento.
Poi ricordai: Katie era già abbastanza agitata, anche se cercava di nasconderlo. Nel primo pomeriggio saremmo partiti tutti e quattro, con l’aereo, verso l’aeroporto di Denver, dove sarebbe arrivato mio padre a prenderci in auto e saremmo arrivate a casa in una ventina di minuti.
Katie era terrorizzata all’idea di conoscere i miei genitori. Avevo cercato di prepararla psicologicamente, raccontandole il più possibile su di loro.
Ma potevo capirla: si trattava, nonostante tutto, dei suoi pseudo suoceri.
Mi passai le mani tra i capelli. Sperai che mia madre non le avrebbe messo (esageratamente) i bastoni tra le ruote.
“Benoist Melissa...?” chiamò qualcuno all’interno della stanza.
La ragazza di prima mi sorpassò, abbastanza provata.
Entrai e studiai l’ambiente attorno velocemente. Mi trovai al centro di una stanza non molto grande, con pareti chiare e un tavolo di fronte a me. Dietro, due uomini e una donna, mi squadrarono.
Mi avvicinai e strinsi la mano a tutti e tre, sorridendo e cercando di essere il più naturale possibile. Avevo anche cercato di stringere abbastanza nella stretta, per dare l’impressione di una tosta e con carattere.
“Bene Melissa, puoi per favore ripeterci il pezzo dell’incontro?” mi chiese l’uomo pelato, facendo avvicinare un attore già scelto.
Lui si avvicinò a me. Lo guardai e ripetei le mie battute. “Sei qui! Le altre ragazze mi avevano detto che ero pazza a pensare che saresti venuto.” gli dissi sorpresa.
“Pensi che abbiano ragione?” mi chiese, cercando di capirmi.
Sospirai, guardandolo avvicinarsi. “Penso che tu sia un ragazzo ferito.”
Il collega alzò il sopracciglio. “E penso che i capelli, la chitarra, la giacca di pelle siano solo per proteggerti, per far credere alla gente ciò che in realtà non sei.”
“Tu pensi troppo.” scosse la testa, infastidito.
“Nelle altre scuole, ho provato così tanto ad essere come volevano gli altri. Ma qui, per la prima volta, mi sento come se potessi solo… essere.” gli confessai, alzando lo sguardo verso il soffitto.
“Okay, Melissa!” mi fermò la donna. La guardai un po’ stranita. C’era ancora molto da dire. Perché mi aveva già fermata?
“Abbiamo i tuoi recapiti, grazie della performance. Ti faremo sapere al più presto.” mi sorrise falsamente.
Annuii, un po’ sconvolta. Non avevano altro da dirmi. Avevo aspettato due ore, per cosa? Per non sentirmi neanche un po’ giudicata?
Salutai di nuovo tutti porgendo la mano ed uscii.
Mi sentivo malissimo. Ero terribilmente delusa, non da me stessa, so che avevo dato il massimo. Ero delusa da quelle persone così tremendamente insensibili.
 
Passai da casa a recuperare la valigia già pronta e, cercando di dimenticare tutto, mi diressi verso casa McGrath.
Non potevo rimanerci così male ancor prima di sapere i risultati. Dovevo calmarmi. Di sicuro si comportavano così con tutti.
Entrai in casa, Maddie e Nathan erano già pronti con i trolley che avevano condiviso; d'altronde si trattava solo di un paio di giorni. Li salutai, loro erano decisamente felici della loro piccola gita!
Chiesi di Katie. Era in camera a terminare gli ultimi preparativi. Aspettai con loro.
Maddie continuava a canticchiare le canzoncine dei suoi cartoni animati preferiti, mentre Nathan faceva scorrere le dita sul cellulare, mantenendo un sorrisino dolce.
“È la persona che ti piace?” gli chiesi, dandogli una gomitata.
Diventò tutto rosso. “NO!”
Mi sporsi mentre cercai di leggere il nome del contatto. Si portò il cellulare al petto e lo spense.
Sbuffai, divertita.
Proprio mentre stavo decidendo di andare da lei, Katie arrivò. Mi sorrise subito e mi sentii molto più sollevata. Le andai in contro dandole un piccolo bacio sulle labbra, mentre Nathan si copriva gli occhi schifato e Maddie rideva.
La presi per mano ed entrammo tutti in macchina. I ragazzi dietro ed io sul sedile del passeggero. La musica ad alto volume, i finestrini abbassati e gli occhiali da sole: sembrava un sogno.
Mi voltai verso Katie che non sembrava più così agitata. Le presi la mano e gliela baciai.
Arrivammo dopo poco, lasciammo la macchina e ci incamminammo dentro l’aeroporto. Attraversammo il metal detector e raggiungemmo il nostro gate, fermandoci un paio di volte per dei fan che volevano delle foto con Katie. Ero così orgogliosa di lei, di essere la ragazza di una donna così talentuosa e bella e intelligente. Mi prese la mano aspettando di imbarcarci.
“Come ti senti?” le chiesi avvicinandomi un po’ a lei, ma non troppo. Non volevo creare già scandali.
“Per ora bene, ma ti avverto che gli aerei su di me hanno un effetto soporifero, quindi non preoccuparti se mi addormenterò quasi subito.” mi sorrise.
Ridacchiai e finalmente ci imbarcammo.
Sull’aereo mi posizionai nella fila di sinistra, sul seggiolino al centro tra i ragazzi mentre Katie si mise nella fila di destra, vicino al corridoio.
Le hostess illustrarono le solite procedure di emergenza e partimmo. Mi sporsi per guardare Katie ma scoppiai a ridere vedendo come si fosse già addormentata. Furono le tre ore di viaggio più veloci della mia vita. Colorai con Maddie, giocai con Nathan e con il suo cellulare, lessi qualche rivista, sonnecchiai. Svegliai Katie, che aveva l’espressione più persa che avessi mai visto. Recuperammo le valigie e scendemmo. Presi per mano Katie e Maddie, raggiungendo gli arrivi. La mano di Katie stava sudando.
E poi lo vidi. Vidi mio padre. Gli corsi incontro, lasciando le loro mani e gettandomi su di lui.
“Jim!” lo abbracciai forte forte.
“La mia piccola Mel!” mi fece girare, per poi lasciarmi e avvicinarsi calorosamente a Katie.
Katie gli porse la mano, che però mio padre non ricambiò. La prese per il polso per tirarla a sé ad abbracciarla. Scoppiai a ridere mentre vedevo Katie ricambiare l’abbraccio imbarazzata.
“Tu sei Katie! Quando Melissa mi ha detto che portava la sua ragazza e i suoi nipoti, non puoi immaginare come fossi felice! E poi, scopro che questa donna misteriosa è bellissima! Noi Benoist abbiamo proprio buon gusto!” rise.
“Papà!” lo ammonii imbarazzata. Si girò a sorridermi e salutò i ragazzini spettinando i capelli a Nathan ed accarezzando la testa di Maddie. “Che bambini meravigliosi!”
Aveva praticamente gli occhi a cuoricino per la famiglia McGrath. Sperai davvero sarebbe andata bene anche con mia madre Julie. Ci dirigemmo verso la macchina e Nathan si avvicinò a me: “Mel, io adoro tuo padre! Sembra troppo forte!”
Scoppiai a ridere e gli ammiccai: “Oh, lo è!”
Entrammo in macchina, lasciando i McGrath sui sedili posteriori. I venti minuti di viaggio passarono velocemente mentre mio padre discretamente faceva domande sui bambini e sull’incidente. Mi ero già preoccupata di accennare qualcosa al telefono, giusto per evitare situazioni spiacevoli.
“Non preoccuparti, Katie. Stai facendo decisamente un buon lavoro con i ragazzi.” La guardò dallo specchietto. Lei abbassò il viso, colpita. “Signor Benoist, mi creda, è anche merito di Melissa.”
Mi voltai a guardarla dolcemente.
“Siamo arrivati!” annunciò mio padre, felice.
Scendemmo dall’auto e presi per mano Katie, che sembrava molto più rilassata anche se sapeva che era Julie il vero osso duro della famiglia. Ci incamminammo verso il vialetto, mentre mio padre portava le valigie con Nathan.
Misi una mano in tasca, incrociando le dita e sperando che la fortuna da irlandese di Katie non ci avrebbe abbandonate.
 
KATHERINE MCGRATH POV
 
Osservai la casa di Melissa, era decisamente come mi aspettavo: una casa graziosa, con un piccolo giardino, non troppo lontano dal centro. Attraversammo il vialetto e la porta della casa si aprì. Quella era di sicuro Julie Benoist. Una donna alta poco meno di sua figlia, capelli castani chiari e occhi azzurri. Era una versione vecchia e seria di Melissa.
Sussultai quando il suo sguardo si appoggiò su di me. Capii subito che non avrei avuto vita facile.
“Melissa! Com’è andato il viaggio?” la abbracciò e Melissa le rispose. Ero chiusa in una bolla di preoccupazioni. Mi riscossi quando sentii il mio nome.
“Lei è Katie!” mi incoraggiò mettendomi una mano sulla spalla presentando prima me e poi i miei ragazzi. Mi tolsi gli occhiali e le porsi la mano sorridendo cordialmente. Ricambiò la stretta.
“Julie, piacere.” Mi sorrise appena. “Prego entrate, vi ho preparato le camere.”
Ringraziai e come una piccola crew salimmo al piano di sopra con le nostre valigie. I ragazzini sarebbero stati nella camera accanto alla nostra, dove un tempo stavano le sorelle di Melissa.
“Nathan, mi raccomando.” Lo guardai negli occhi. “Non fare casini e tieni d’occhio Maddie.”
Annuì obbediente. Mentre stavo per andare in camera di Melissa, Nathan mi prese per il braccio. “Zia, non sono sicuro che le piacciamo.” mi guardò spaventato. “Sembra abbastanza severa.”
Lo rassicurai: “Non preoccuparti, siamo McGrath. Piacciamo sempre a tutti.” gli sorrisi compiaciuta e lui tornò nella sua camera.
Entrai, ammirando la camera di Melissa. Era di colore azzurro, con un letto matrimoniale vicino alla finestra e sulla parete tantissime foto scattate con la Polaroid. Dall’altra parte della stanza una scrivania chiara, con un grosso schermo e una vecchia Play Station. Più in alto stava una lunga mensola piena di libri e videogiochi ed accanto si ergeva un grosso armadio.
Melissa mi abbracciò da dietro.
“È proprio come me la aspettavo.” le dissi, girandomi. “È TREMENDAMENTE NERD!” scoppiai a ridere e lei con me.
“Le mie sorelle mi hanno sempre odiata per aver avuto la camera da sola ma con tutta la roba nerd che avevo, non potevo di certo condividere la stanza con qualcuna!”
Le diedi ragione, e mi stesi sul letto. Melissa sistemò le valigie e mi sollevò dal letto, dandomi un dolce bacio sulle labbra.
Mi prese per mano e andammo ad aiutare i ragazzini con le loro valigie, per poi scendere tutti insieme per la cena.
 
 
“Ci siamo conosciute così, tutto merito di Nathan e Maddie.” Terminò Melissa, dopo aver spiegato per filo e per segno la nostra storia.
“Che meraviglia il destino!” disse Jim, bevendo il suo vino rosso e guardandoci sorridente. In lui rivedevo tantissimo le espressioni di Melissa.
“Tesoro, che dici?! Quale destino?” disse seria Julie. Da sotto il tavolo presi per mano Melissa, seduta alla mia sinistra. Quella donna mi irritava, ma era la madre della mia ragazza e dovevo rimanere serena.
“Katie cercava una tata e Melissa cercava un lavoro! E’ stato destino!” ribatté tranquillo, confermando la sua teoria.
Julie sbuffò mettendo in bocca un altro pezzo di carne. “Katie, sei irlandese, giusto?”
Annuii, spiegando la mia provenienza.
“Si sente a volte, dal tuo accento.” criticò.
Storsi il naso, lasciando comunque correre. Melissa mi guardò dispiaciuta.
“Che rapporti hai con la tua famiglia?” chiese, ficcando di nuovo il naso.
“Nessuno, non c’è più nessuno, se non lontani parenti. La mia famiglia sono Nathan, Maddie e Melissa.” le risposi, marcando il nome di sua figlia.
“Ti prendi cura tu di loro, a causa dell’incidente di tuo fratello.” disse seria e alquanto provocatoria.
“Mamma!” la riprese velocemente Melissa. Si stava arrabbiando, Dio, non avevo mai visto Melissa arrabbiata.
Le presi la mano, ora sul tavolo, in bella vista anche per sua madre. “È tutto okay, Mel.”
“Alla tua età lavoravo e mi prendevo cura da sola di tre figlie.”
Mi stava criticando di nuovo? Stava criticando il fatto che io avessi una tata, che non riuscissi a prendermi cura di loro da sola. Stetti un attimo in silenzio ed inspirai.
“È a causa del mio lavoro. Mi tiene impegnata dalla mattina alla sera tardi. Loro non sono ancora autosufficienti per stare completamente da soli.” spiegai con calma.
Julie annuii mentre Jim la fissava come per dirle di smetterla. Sul volto di Melissa c’era la stessa identica espressione.
“Oh, proprio settimana scorsa hanno rimesso in onda Jurassic World e ti ho vista! Ero con degli amici e ho urlato: quella è la ragazza di mia figlia!” scoppiò a ridere Jim.
Ridemmo tutti, mentre la tensione si allentava.
 
 
 
“Come diavolo si è permessa?” Melissa sbottò, una volta giunte in camera. Si spogliò per mettersi il pigiama. Era talmente nervosa che non si era accorta di farlo davanti a me. Ammirai le sue lunghe gambe ed i suoi addominali, mentre iniziavo a sentire un fastidioso calore nella parte bassa della pancia.
Le presi la mano, cercando di tranquillizzarla. “Mel, è tutto okay. Ci sono abituata, non preoccuparti.”
“Non è tutto okay! È stata molto maleducata! Dio, sei una persona così matura, al tuo posto l’avrei praticamente uccisa!” si mise la maglia e mi abbracciò.
“Conosco un modo molto appagante per rilassarci da tutte queste tensioni.” le misi le mani sui fianchi spingendola sul letto.
“Un massaggio?” mi sussurrò baciandomi il collo.
“Se così si può chiamare…” mi misi sopra di lei, e ci baciammo. Andai a sfilarmi la maglia, decisamente molto impaziente e le sue mani furono subito sulla mia schiena nuda, a cercare il gancio del reggiseno.
Infilai una mano sotto la sua maglia, mordendole il collo. I suoi gemiti mi stavano facendo impazzire.
La mia mano scese, e si fermò sull’elastico del pantalone.
Quando stavo per infilare la mano dentro, Melissa scoppiò a ridere.
Mi fermai, mettendomi seduta su di lei, sulle sue gambe. La guardai perplessa, mentre continuava a ridere imperterrita.
“Mel, stai bene?”
Si tirò su, dandomi un leggero bacio sulle labbra.
“Sì, scusa. Sai, credo sia meglio non scioccare Nathan e Maddie prima del tempo.” mi disse, ridacchiando.
“Che intendi?” le chiesi, continuando a non capire.
“Al mio diciassettesimo compleanno ho portato a casa la mia ragazza. Siamo state insieme la notte, qui, nel letto.” confessò, alludendo a certe cose.
“Oh Dio, spero non fosse quella tappa biondina con cui giocavi a tennis!”
“No, non era Becca, gelosona.” mi baciò di nuovo mentre alzavo gli occhi al cielo.
“Il mattino dopo una delle mie sorelle venne da me, sconvolta, dicendo di far piano la prossima volta perché aveva sentito praticamente tutto.” scoppiò di nuovo a ridere.
“Hai appena raccontato della tua prima volta alla tua attuale ragazza! Non so se apprezzare la sincerità o mollarti qui con tua madre!” la scherzai.
Rise di nuovo, scuotendo la testa. “Tutto questo era per dirti che le pareti sono molto sottili e non credo che con una come te riuscirei a trattenermi molto.” ammise, diventando rossa e nascondendo il viso nel mio collo. “Quindi, non voglio scioccare i ragazzini prima del tempo.”
Risi e l’abbracciai forte. Ovunque ci trovassimo, Melissa era sempre la solita, dolce Melissa.
 
 
MELISSA BENOIST POV
 
Il mattino dopo ci alzammo non troppo tardi. Avevo in mente di far fare ai McGrath un giro della city. Avevo dormito decisamente da dio, tra le braccia di Katie.
La svegliai baciandola e poco dopo le portai la colazione a letto. Si alzò, bevendo il suo caffè ristretto e ci sistemammo.
Presi la macchina di mio padre e li portai a visitare il Littleton Museum, che fece sbadigliare Nathan per tutto il tempo, e poi gli Hudson Gardens, giardini botanici con migliaia di specie di piante. Passammo pure davanti al mio collage, e raccontai qualche bravata da adolescente.
Quando tornammo per pranzo, ci sedemmo a tavola, ma qualcosa non quadrava.
Perché c’era un posto in più?
“Papà, credo che mamma abbia sbagliato a preparare.” gli dissi, mentre stava seduto a leggere ‘The New York Times’. Alzò lo sguardo velocemente. “È stata un’idea di tua madre.”
“Cosa?” gli chiesi agitata.
“Invitarlo.”
“Chi?” Non capii.
“Melissa! Da quanto tempo!!” mi voltai per vedere Blake, un vecchio amico di infanzia con cui avevo condiviso gli anni delle scuole elementari e medie.
Forzai un sorriso, salutandolo. Mi voltai verso Katie, che aveva già capito il gioco di mia madre.
Stava cercando di rimanere calma ma era nervosa, lo vedevo.
Presentai Blake a Katie, mettendo subito in chiaro, con un orgoglio non indifferente, che lei fosse la mia ragazza. Katie lo apprezzò decisamente.
Mia madre fece il suo ingresso e ci sedemmo tutti a tavola.
“Allora Blake, com’è stato rivedere Melissa?” chiese mia madre, guardando con la coda dell’occhio Katie. Che diamine stava combinando? Osservai Katie che non aveva fatto il minimo cenno, se ne stava tranquilla a mangiare il suo piatto.
“Meraviglioso! Melissa è bella come sempre!” disse cercando i miei occhi, ma io non lo guardai.
“Melissa, ti ricordi quando tu e Blake eravate piccoli e giocando a palla avevate rotto quel vaso?” Rise, continuando a raccontare. Accennai un sorriso, tornando a mangiare la mia carne. Guardai ancora Katie che si fingeva interessata agli scambi di battute tra mia madre e Blake. Era decisamente una brava attrice.
“Hai combinato un sacco di disastri da bambina, amore.” Avvampai, mentre Katie, dopo aver pronunciato queste parole, mi prese la mano ed incrociò le sue dita con le mie.
Amore? Mi aveva chiamata così? Sapevo che lo aveva fatto come torto a mia madre, ma mi aveva decisamente destabilizzato.
Sussurrai un sì, mentre sprofondavo nel mio imbarazzo.
Il mio cuore batteva a mille solo con un ‘amore’…
Appoggiai la testa alla sua spalla e lei mi baciò sui capelli. Vidi sul volto di Nathan un sorriso soddisfatto e guardai mia madre. Era abbastanza sorpresa.
Per fortuna il pranzo finì presto, non vedevo l’ora di darmela a gambe. Blake se ne andò, a causa di un impegno, e il mio cuore si fece più leggero.
Salimmo in camera a richiudere le nostre valigie e quelle dei ragazzi.
Scendemmo per caricarle in macchina. Mio padre era già pronto in auto. Vidi Katie, sulla soglia di casa, salutare con un sorriso e una stretta di mano mia madre.
Mi venne incontro, verso la macchina ed io andai a salutare Julie. Katie mi fermò a metà strada: “Tua madre mi ha fatto un sorriso strano. Credo sia felice che me ne vado.”
Raggiunse l’auto, infilandosi dentro con i ragazzini.
Raggiunsi mia madre, che mi abbracciò. Stavo per rimproverarla, quando mi anticipò.
“Melissa, tesoro di mamma. Mi dispiace per come mi sono comportata, ma…ho dovuto testarla.”
“Cosa?!” la guardai, confusa.
“Era tutto un test, tesoro. Tienitela stretta perché è una persona davvero in gamba, matura e una donna bellissima!” mi face l’occhiolino.
Ero sconvolta. Mi abbracciò di nuovo e mi prese per le spalle, spingendomi verso il vialetto.
“A presto!!” urlò, mentre eravamo già in macchina.
Mi voltai verso Katie, che aveva un’espressione accigliata.
“Non sai cosa mi ha detto.” la guardai sconvolta.
Le raccontai tutto, mentre mio padre rideva a crepapelle e Katie rimaneva sempre più scioccata, ma felice.
 
 
 
Per le cinque di sera eravamo a casa McGrath. Decisi di rimanere con loro, per poi tornare nel mio appartamento a dormire.
Aprimmo la porta e notai una busta sul pavimento. La presi.
Era per me.
La aprii e lessi.
I miei occhi si puntarono direttamente sulla scritta in grassetto, più evidente di tutte le altre.
 
Ci dispiace informarla che…”
 
I miei occhi si riempirono di lacrime. Non riuscivo a crederci.
 
 
 
NOTE:
 
Halo! Questo capitolo è più lungo del solito ed è iniziato con il POV di Melissa, volevo assolutamente anteporre il suo punto di vista e raccontarvi la sua ansia da provino. Il padre di Melissa è assolutamente un tenerone, invece la madre è come tutte le suocere. Ha dovuto addirittura testare Katie, quella poverinaaaaaaaaaaaaa!
Ditemi un po’ cosa ne pensate della famiglia Benoist. Anche voi si sareste comportate come Katie o avreste dato di matto?
PS. Non so se riuscirò a pubblicare domani, perdonatemi! E scusate il ritardo per questo capitolo! :(
 
  
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