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Autore: StormyPhoenix    23/02/2017    3 recensioni
Los Angeles, primi anni del nuovo secolo. Quasi per caso si incrociano le strade di una ragazza sola e in fuga dal suo passato spiacevole e di una delle band più famose del posto; un sentimento combattuto che diventa prepotente salderà il legame.
(Prima storia sui SOAD, so che è un po' cliché ma vabbè.)
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daron Malakian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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E rieccomi ad aggiornare! Non so esattamente quando potrò aggiornare di nuovo visto che ho di nuovo le giornate un poco più piene, ma non credo ci sarà molto da attendere :3 
Mi "scuso" in anticipo per il capitolo che è forse un po' ridondante ma in fondo utile all'economia della storia v.v
Come sempre ringrazio lettori e recensori per il feedback positivo che mi dà tantissima gioia <3
Buona lettura!



 

«Sai che adesso ti sottoporrò ad un interrogatorio, vero?» fa lei, con un finto sorriso perfido.
«Chissà perché immaginavo già che lo avresti fatto» rispondo, ridacchiando.
«Ebbene, cominciamo proprio ora, preparati» fa una pausa, preparando la prima domanda. «Per iniziare, raccontami com'è successo che tu sia stata pestata e trovata da Serj.»
Mi schiarisco la voce e poi inizio. «Come già detto, circa due settimane fa sono stata picchiata, probabilmente a quei ragazzi non piacevano il mio colore di capelli, i miei tatuaggi e il mio piercing. Ho chiamato aiuto per un po', e proprio mentre stavo perdendo le speranze e la voce qualcuno è venuto e mi ha preso in braccio e in quel momento sono svenuta. Sono rinvenuta per un attimo dopo un lasso di tempo indefinito, in un luogo che sicuramente non era casa mia, e ho intravisto due persone, di cui una mi stava tastando sulle zone doloranti, e da lì ho capito che era un dottore e stava cercando di capire se avevo delle fratture e aveva bisogno che fossi almeno parzialmente cosciente. Mi hanno poi lasciato dormire, e la mattina dopo Serj è venuto a vedere come stavo e mi ha lavato la faccia e mi ha poi detto il suo nome.»
«Mi dispiace molto che ti sia successa una cosa del genere» mormora Georgia, poggiandomi una mano sulla spalla. «Come al solito queste cose succedono quando sono lontana e impegnata al lavoro, e proprio due settimane fa ero tagliata fuori dal mondo grazie al cellulare balengo che non funzionava... non ci siamo ancora scambiati gli indirizzi, ricordamelo poi.»
«Certo.»
«Ora passiamo all'argomento più scottante!» esclama, ridendo quando vede la mia espressione cambiare da seria a imbarazzata. «Com'è avvenuto l'incontro con Daron, e com'è stato?»
«Uhm...» tentenno un poco, poi tossisco appena. «Diciamo che è successo in circostanze abbastanza imbarazzanti... nello stesso giorno dopo essere stata trovata, dopo ore passate a letto a dormire, ho deciso di alzarmi anche per fare un salto al bagno e mi sono incamminata, con attenzione, reggendomi al muro occasionalmente visto che le gambe erano ancora un poco malferme... e l'ho incontrato faccia a faccia... ed era appena uscito dalla doccia.»
«Merda!» strepita Georgia, poi si zittisce e si chiude la bocca con le mani per qualche secondo, per riprendersi. «Dunque era...?»
«No, non era nudo, almeno aveva un asciugamano in vita... ma è stato comunque terribilmente imbarazzante.»
«Mi immagino la tua faccia paonazza e sconvolta... e lui ha detto qualcosa?»
«Beh, vedendo i suoi occhi strabuzzati ho pensato di averlo spaventato e ho fatto per tornare indietro dopo essermi scusata, ma lui mi ha fermata, poi mi ha presa in giro per il mio imbarazzo e infine se n'è andato, raccomandandosi che non venissi risucchiata da qualcosa nel bagno. Ah, e poi in bagno avevano lasciato una pila di asciugamani per potermi lavare e lui ci ha lasciato sopra un bigliettino in cui si raccomandava ancora che non facessi danni.»
«Molto fiducioso, il ragazzo, eh?»
«Già...»
«Poi?»
«Poi, quando sono scesa al piano terra della casa accompagnata da Serj e mi ha vista, ha coniato ben due soprannomi per me, "cosina" e "bestiolina", giusto per dirmi che ero messa abbastanza male da far paura e che nonostante ciò non gli dispiacevano le cose che mi rendono "strana", cioè tinta, ferraglia e inchiostro sotto pelle.»
«Però, carini questi nomignoli!»
«Hey!! Mi sfotti?»
«Ma no, è una tua impressione!»
«Tu vuoi le botte...»
«Forse, chi lo sa? Ahahah, com'è divertente vederti reagire così! Comunque, torniamo serie... dopo il giorno dell'incontro quante altre volte vi siete visti?»
«Il giorno dopo averlo conosciuto è venuto nel negozio in cui lavoravo... non ricordo se te l'avevo detto, ma fino a prima di Natale ho lavorato in un negozio di informatica ed elettronica, ora ovviamente sono licenziata visto che ho un altro lavoro temporaneo in tour con i ragazzi.»
«Sì, credo me lo avessi detto... dunque è venuto giusto nel negozio dove lavoravi? Wow!»
«Sì, e il tutto è stato nuovamente molto imbarazzante. Ho anche fatto la consulente per il suo acquisto e si è fidato di me. E mi ha chiamata di nuovo bestiolina.»
«Ma allora è un'abitudine chiamarti così!»
«Ormai penso di sì...»
«E basta? Non vi siete più visti?»
«Certo che ci siamo visti di nuovo! Una sera, tornando a casa dopo essere stata a bere qualcosa con Hilary, ho rischiato di essere stuprata e lui mi ha salvata.»
«Merda, Nikki, ma hai la calamita attira-guai?! Dimmi dov'è che te la tolgo!»
«Spiritosa! L'importante è che sia intervenuto e la cosa si sia risolta. Comunque poi siamo andati a bere qualcosa insieme e ci siamo rintanati in un vicolo a chiacchierare e, visto che era curioso di sapere il significato dei miei tatuaggi, ho finito per raccontargli un po' del mio passato... e ho avuto un momento di debolezza in cui stavo per piangere ma non volevo, e...»
«Ti ha baciata?»
«...più o meno.»
«Oh cazzo!»
«Sì! Ho pensato proprio questo! Poi mi ha riaccompagnata a casa, ma non c'è stato un altro bacio.»
«Uff, ci speravo...»
«Qualche sera dopo, però, ho incontrato Serj e Shavo che mi hanno fatto la famosa proposta di lavoro, cioè sostituire il loro tecnico che si occupa di problemi e assistenza che è gravemente infortunato... e hanno esplicitamente ammesso che è stato Daron a proporre questa sostituzione.»
«Woah, bella questa cosa! E quindi non vi siete più visti fino a Natale?»
«Esatto.»
«Ed è successo qualcosa in questi giorni?»
«Mh...»
Esito per un attimo; non ho ancora elaborato appieno i fatti più recenti.
«Ti si legge in faccia che qualcosa è accaduto, e non è una cosa da poco.»
«Considera che la sera della vigilia è iniziata con lui che cercava di sabotare la mia disponibilità a dare una mano e l'ho rincorso per poi inciampare nel tappeto del salotto e cadergli addosso a peso morto, e per qualche secondo mi ha fissata...»
«...oh...»
«...poi, giocando ad obbligo o verità per passare il tempo fino alla mezzanotte, lo hanno obbligato ai "cinque minuti in paradiso" e il caso ha voluto che fossi io la persona che doveva rimanere rinchiusa per cinque minuti, sola con lui, in una stanza, precisamente la sua.»
«Oh porca merda... ed è... è successo ciò che penso io?»
«Dipende da cosa tu pensi.»
«Ti ha baciata di nuovo?»
«...sì.»
«Quanto è durato?»
«Poco, è accaduto poco prima della fine del tempo concesso.»
«E...?»
«Stranamente mi ha chiesto se poteva e all'inizio è stato delicato, ma appena ha captato la mia risposta ha intensificato il bacio, con un braccio mi ha avvicinata a sé e con una mano mi ha preso il mento...»
«Come ti sei sentita?»
«Come se stessi annegando nel mare delle mie sensazioni.»
«Oh.»
«Già...»
Abbasso lo sguardo e taccio per qualche secondo.
«E nient'altro?»
«Ieri mattina era sveglio prima delle otto e, visto che ero sveglia anche io e stava rischiando di prenderle dai colleghi che volevano dormire, l'ho fatto venire da me così da poter fare due chiacchiere, e per via di una battaglia di cuscini ci siamo trovati di nuovo in una situazione imbarazzante, ma il bacio me l'ha dato sulla guancia. Ieri sera invece sono venuti dei loro amici, dopo aver mangiato tutti schifezze varie ci siamo cimentati in un qualche gioco a base di alcol, più che altro Daron e i due nuovi ospiti, e per pura casualità io e lui ci siamo ritrovati sotto a dei rami di vischio e tutti facevano il tifo perché mi baciasse... e quindi un altro bacio, al sapore di vodka alla fragola. Mi sono poi chiusa in bagno per qualche momento per riprendermi, giusto quando mi hai scritto per accordarci per oggi.»
«Ti sei sentita di nuovo come l'altro giorno, vero?»
«Esatto.»
«Beh, mi sembra chiaro ed evidente che tu provi qualcosa per lui.»
«Lo so. L'ho ammesso con Serj, ieri sera, in una breve conversazione privata.»
«Come ha reagito?»
«Ha avuto una reazione come di tenerezza e poi ha voluto dirmi un paio di cose a proposito di Daron, forse per capire meglio che persona è e, magari, gestirmi meglio nei suoi confronti.»
«Carino un gesto del genere da parte sua.»
«Sì. Ha solo undici anni più di me ma a volte è un po' come un padre, sia per i ragazzi che per me. Avrei voluto un padre così.»
«Potresti considerarlo comunque come un padre, anche se sei cresciuta» dice Georgia, posando di nuovo una mano su una mia spalla. «Comunque, prova a lasciare il passato alle spalle se non vuoi che ti renda invivibile il presente.»
«Che filosofa che sei, amica mia...»
Una volta finita la lunga conversazione, con aggiunta di altri dettagli, guardo l'orario e mi rendo conto che è quasi passata un'ora, quindi lo faccio notare a Georgia e ci incamminiamo di nuovo verso Starbucks.

  
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