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Autore: truelovealways96    23/02/2017    1 recensioni
Storia nata da un attimo di follia. SPOILER ALERT!
Tutto inizia 3 anni dopo il risveglio di Elena e 1 anno e mezzo dalla scomparsa di...
Volete scoprirlo? Allora date un'occhiata alla storia, sono ben accette critiche e suggerimenti vari, sono alle prime armi e non sono una scrittrice ma solo una fangirl con un pò di immaginazione.
La storia tiene conto della sesta stagione e di molti avvenimenti della settima.
Ho preferito non tenere conto del salto temporale che percorre la settima stagione e inserirlo successivamente, quindi gli avvenimenti della settima di cui ho tenuto conto e che scoprirete nel corso della storia avvengono in tempi ridotti rispetto alla serie.
Vi auguro una buona lettura.
Baci, Stefania.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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aggiunta

Un libro accompagnava l'attesa di Elena, nelle ultime ore erano successe così tante cose che lei stessa stentava a crederci. Alzò lo sguardo dalle pagine biancastre per rivolgerle alla figura di Damon che dormiva profondamente nel letto. Coperto fino a metà busto dal lenzuolo, Damon riposava beatamente o almeno questa era l'impressione che la sua donna aveva guardandolo, ci aveva messo davvero tanto ad addormentarsi, era piuttosto sconvolto e quelle poche ore di sonno erano state scosse spesso da lamenti da parte del ragazzo.
Le sembrava tutto così surreale. Non era nemmeno passata mezza giornata dal suo ritorno, non faceva altro che pensare a ciò che il moro aveva raccontato e alla sua volontà di tornare lì per cercare vendetta e distruggere il virus. Temeva la reazione del ragazzo, tutto ciò che lei voleva in quel momento era stare tra le sue braccia e dimenticarsi di tutto.
Pensava che l'incubo della Augustine fosse lontano e irraggiungibile, non credeva ancora alle sue orecchie. Una lacrima si affacciò sul suo viso e la scacciò via velocemente come era abituata a fare. Lasciò il libro sulla poltrona e uscì dalla stanza, per poco non le venne un infarto scorgendo la figura di Stefan appoggiata al muro proprio fuori la stanza.
"Oddio, Stefan, che ci fai qui fuori?" Mormorò la ragazza poggiando una mano sul petto ancora agitata.
"Scusa, non volevo..dorme ancora?" Disse il ragazzo scuotendo la testa e poggiando le mani sui fianchi.
Elena annuì e piegò appena la testa di lato scrutandolo, strano che glielo chiedesse in fondo poteva scoprirlo da solo. "Che hai?" Arrivò subito al dunque poggiando la mano sul suo braccio.
Gli occhi verdi del vampiro la guardarono intensamente, Stefan tirò un sospiro e appoggiò la testa al muro.
"Non posso credere che sia tornato." Si limitò a dire mordendosi il labbro superiore. Elena lo conosceva bene ormai e sapeva che c'era altro sotto.
"Già, sono così sollevata, non posso nemmeno immaginare tutto ciò che ha dovuto subire in questi mesi. Ho passato la mattinata ad osservarlo dormire, era piuttosto agitato.."
"Immagino, sarà distrutto mentalmente. Se solo non avessi smesso di cercarlo.."
Elena corrugò la fronte. "Stefan, non..non dirlo. Non è colpa tua, non è colpa di nessuno. Per favore, l'importante è che ora stia bene e sia qui con noi.."Scosse la testa e si avviò verso le scale per scendere al piano di sotto, le risultava difficile dire quelle parole perchè lei stessa si sentiva in colpa.
"Come fai a dirlo? Non ho mai visto Damon in quel modo, era distrutto, non era lui, non l'ho mai visto così." Riprese il ragazzo seguendola lentamente per le scale.
"Non voglio pensarci ora, voglio aspettare che si svegli..e da lì inizieremo ad affrontare tutto."
"Non avrei mai dovuto smettere di cercarlo. Mi sono arreso, di nuovo e lui non si è mai arreso con me, anche quando il nostro rapporto era spezzato, non ha mai rinunciato a me. Se solo avessi cercato più a fondo, se solo avessi preso in considerazione più piste e invece no, non ho fatto altro che piangermi addosso."
"Basta Stefan!" La voce della donna si alzò oltre il normale, fulminò il suo ex con lo sguardo.
"Avrei dovuto darti ascolto, mi dicevi di continuare, mi proponevi piani e idee nuove, abbiamo girato quasi tutti gli Stati Uniti, abbiamo cercato aiuto eppure non abbiamo pensato che potevamo trovarci davanti ad una situazione del genere. Mi dispiace.." continuò il ragazzo. Il senso di colpa lo divorava.
"E io ti ho odiato così tanto per aver rinunciato, per avermi fermata, per avermi fatto scontrare con la realtà. Ti ho odiato perchè avevi rinunciato a lui. Vuoi sentirti dire questo? Perchè si, Stefan, se solo avessimo cercato più a fondo l'avremmo trovato. Siamo riusciti a spezzare il legame tra me e Bonnie e non siamo riusciti a scoprire cosa succedeva in quel dannato laboratorio? E odio me stessa perchè forse ero troppo impegnata a piangere, a lasciarmi andare al dolore. E odio tutto questo, ho odiato vederlo in quel modo, vedere come nei suoi occhi non ci fosse nient'altro che dolore, disperazione e vendetta. Ho odiato il modo in cui ha affermato con fermezza che sarebbe tornato lì per distruggere tutto e odio qualsiasi conseguenza tutto questo avrà, perchè Dio o qualsiasi altra entità sia sopra di noi non ha intenzione di lasciarci in pace e io vorrei solo quello e a volte mi pento quasi di essermi fatta trascinare in tutto questo perchè.."
Elena si fermò, stava buttando fuori tutto d'un fiato tutto quello che la sua mente aveva elaborato in quelle ore, non si accorse nemmeno che il suo viso era rigato dalle lacrime e che lo sguardo di Stefan si fece più intenso e cupo.
"Perchè se non fossimo mai entrati nella tua vita, ora sarebbe diverso.." continuò Stefan, annuendo amaramente.
La ragazza si passò nervosamente le mani tra i capelli.
"Io..io, non intendevo quello."
Elena cercò di rimediare ma ormai aveva tirato fuori la patata bollente, in realtà non pensava davvero quelle cose perchè aveva vissuto delle esperienze indimenticabili e quei due vampiri avevano lottato per lei più di qualunque altro. La ragazza non ebbe il tempo di replicare, furono sorpresi da Bonnie e Caroline che entrarono in quel momento in salotto.
"Vi sentite da fuori, e non l'ho sentito solo io!" Sbottò Caroline indicando poi anche Bonnie che continuò il discorso della bionda."Cosa è successo?"
"Opinioni contrastanti, niente di che." Stefan rispose scrollando le spalle e si avviò verso il piano di sopra.
"Stefan!" Esclamò Caroline, ma il vampiro ormai già aveva raggiunto il piano superiore.
A volte non sapeva come gestirlo, in questi anni avevano costruito un rapporto molto forte ed erano stati fondamentali l'uno per l'altra ma per quanto Caroline cercasse di assecondarlo e capirlo spesso era difficile trovare un punto d'incontro.
Elena sbuffò e si fiondò sul divano stringendo la testa tra le mani, fu subito raggiunta dalle sue amiche che le si sedettero accanto.
"Credevo che la situazione tra voi si fosse calmata, negli ultimi mesi avevate ritrovato la vostra amicizia.." Disse Bonnie poggiando la borsa sul tavolino e guardando Elena in cerca di spiegazioni.
"Lo credevo anche io, ma appena si parla di Damon non riusciamo a trovare nessun punto di accordo. Lo vedo, sta male perchè si incolpa di non aver fatto abbastanza e vedendolo in questo stato la cosa si è amplificata, aggiungici che i pericoli sono tornati a farci visita e poi mettiamoci anche che quando devo non sto zitta ed ecco la litigata perfetta. Damon è il nostro punto debole."
Caroline si morse appena il labbro e poggiò una mano su quella della ragazza.
"Ora, Damon è tornato, dovreste fare fronte comune per aiutarlo a superare tutto, non certo rivangare il passato."
"Caroline...forse eravamo troppo occupati a star male che a cercarlo."
"Elena, Caroline ha ragione, ormai pensare a cosa avremmo potuto fare non ci aiuta per niente. Prendiamo oggi come un nuovo inizio."
Bonnie poggiò la mano su quella di Caroline ed Elena ancora strette. "Ormai siamo pronte a tutto" continuò con una piccola risata per smorzare la tensione.

***

Damon si era svegliato da pochi minuti, quei pochi minuti che gli erano bastati per captare qualche brandello di conversazione. Stefan ed Elena stavano discutendo e lui era l'argomento principale. Si passò una mano sul viso, rendendosi subito conto di quale fosse l'argomento della conversazione, sospirò appena cercando di prendere contatto con la realtà. Si sentiva confuso, aveva dormito più del previso, ormai doveva essere primo pomeriggio. Il suo sguardo cadde sulla poltrona accanto al letto e sul libro posato lì, Elena era rimasta tutto il tempo lì accanto a lui. Gli si dipinse un sorriso lieve, si tirò su appoggiando poi la schiena sul cuscino. Si sentiva sicuramente meglio anche se la sua mente gli giocava brutti scherzi, come se certe immagini gli piombassero davanti agli occhi e non riuscisse a rimuoverle.
Stefan era salito al piano superiore intento a raggiungere la sua camera ma passò davanti quella di Damon, si fermò e lanciò appena uno sguardo, Damon si era svegliato e stava seduto sul letto. Il più giovane dei fratelli lo osservò attentamente, sembrava quasi che il suo sguardo fosse perso, decise comunque di disturbarlo, magari lo distraeva un pò.
"Ehi, sei sveglio."
Damon venne riportato alla realtà con quelle parole e si voltò verso il fratello.
"Si, da pochi minuti. Credo che ne avessi davvero bisogno..di una bella dormita, intendo." Sorrise, per poi invitarlo ad entrare con un movimento della mano. "Che fai lì impalato, entra."
Stefan annuì e varcò la soglia della camera. "Come ti senti? Ieri eri abbastanza, ehm..sconvolto..e debole" Disse per poi sedersi sul bordo del letto.
"Ora, molto meglio, credo che ormai ci voglia solo un pò di tempo no?"
Stefan annuì poggiando una mano sulla sua gamba e dandogli qualche pacca. "Di tempo ne hai quanto ne vuoi, e non sei solo."
"Lo so, senti..potrei aver ascoltato qualche pezzo della discussione tra te ed Elena.." Mormorò il vampiro dagli occhi di ghiaccio per poi fissarlo. "Non ho mai pensato che tu avessi rinunciato a me, o che Elena lo avesse fatto.." Cercò lui di mettere in chiaro prima che la situazione potesse degenerare tra loro due.
"Damon, non è il caso di parlarne ora, devi ancora riprenderti..poi ne parliamo." Stefan fece per alzarsi, ma Damon riuscì a fermarlo per un braccio.
"Ehi, bro, non trattarmi come un malato, sono un vampiro e dopo quelle sacche di sangue di ieri e una dormita sono come nuovo. Mi dispiace che tu ed Elena litighiate.."
"Noi, non litighiamo, è solo che non la pensiamo sempre allo stesso modo. Ogni tanto la tensione di questi mesi riemerge, ma non è niente che non si possa risolvere."
"E ovviamente sono io il centro della questione, mi sento quasi lusingato." Ridacchiò il moro cercando di sollevare l'umore del fratello, che sembrava più distrutto di lui. "Voglio solo che tu sappia che voi siete stati il motivo per cui non ho smesso di lottare."
Stefan sorrise a quelle parole, era davvero stupito, Damon non era il tipo che lasciava trasparire i suoi sentimenti così. "Sai, se tu volessi parlare con qualcuno di quello che è successo, da solo, se volessi sfogarti, io sono qui."
"Non ce n'è bisogno, va tutto bene." Damon gli fece un occhiolino. "Ora scendiamo dagli altri" si alzò per sistemarsi la maglia stropicciata e i capelli davanti allo specchio e lo invitò a seguirlo
Stefan accennò un sorriso e lo seguì, in realtà si aspettava qualche parola in più ma conosceva Damon, la cosa non lo sconvolse più di tanto.

***

La prima giornata di libertà di Damon stava volgendo al termine, era quasi ora di cena, sedeva col suo bicchiere di bourbon nel grande soggiorno della villa. Osservava ogni angolo dell'abitazione, gli erano mancati anche gli alcolici, assurdo.
"Finalmente, riesco a beccarti un momento da solo, sei più richiesto di Brad Pitt e George Clooney messi insieme." Bonnie piombò improvvisamente buttandosi sul divano dove sedeva Damon.
Il ragazzo scoppiò in una risata genuina. "Stai insinuando che sono meglio loro di me? Potrei legarmela al dito questa!" disse divertito sorseggiando la sua bevanda.
"Bhè, forse più affascinanti di te."
"EHI" Damon le diede un leggero colpo sul braccio, facendo ridere la ragazza.
"Sempre più permaloso Salvatore. Mi sei mancato sai?" Mormorò la ragazza tornando seria.
Il ragazzo sorrise e la attirò tra le sue braccia lasciandole un bacio tra i capelli. "Anche tu streghetta, anche tu, soprattutto il tuo scarso senso dell'umorismo. Noto con piacere che siete rimasti tutti uniti, durante la mia assenza, infatti è troppo popolata questa casa!" Ridacchia nuovamente il vampiro, cercando di spostare il discorso su altro.
"Era l'unico modo per affrontare il tutto. Ma, basta con i ricordi tristi! Dobbiamo recuperare tutto il tempo perduto." Sorrise lei fregandosi il bicchiere e bevendone un sorso, strizzò gli occhi, quella roba era davvero forte.
Poco dopo anche Elena li raggiunse. "Non posso lasciarti solo due secondi che già ti trovi un'altra ragazza?"
"Sono irresistibile, lo so" Alzò le spalle con un ghigno mentre Bonnie si alzò per fare spazio ad Elena.
"E chi lo sopporterebbe tutti i giorni?! E' ora che torni dal mio ragazzo, quello vero. Buonanotte piccioncini." Simulò con le labbra dei baci mentre raccoglieva le sue cose e si avviava verso la porta, le sembrava davvero che le cose potessero prendere il verso giusto, li salutò con un cenno e abbandonò la villa.
I ragazzi salutarono la strega e il moro avvolse in un abbraccio la sua ragazza che ridacchiando chiese: "Siamo davvero soli? Quasi non ci credo.."
"Questa casa è sempre stata un porto di mare, comunque si siamo soli, in teoria sopra ci sono Caroline e Stefan, impegnati a fare non so cosa.."
"Oddio, non farmi pensare a cosa stanno facendo! Risparmiami quella visione!"
Entrambi scoppiarono a ridere e la ragazza colse occasione per stringersi ancora al ragazzo.
"Non voglio lasciarti più andare."
"Non vado da nessuna parte Elena, non ti lascio più, te l'ho promesso. Non riuscirei a sopravvivere nemmeno io questa volta." Damon finì il suo bourbon e poggiò il bicchiere sul tavolino accanto al divano.
"Io non oso nemmeno immaginare quello che hai subito..."
"Non c'è niente da immaginare, ora..voglio solo dimenticare tutto e..dovremmo iniziare a pensare a qualcosa per quel virus, un piano, qualsiasi cosa, ogni ora che passa è decisiva. Anche se, credo che quella stronza si stia riprendendo ancora dalla nostra fuga, non era nemmeno presente, ora che ci penso. La cosa buona è che non ho trovato nessuna notizia di sparizioni o eventi strani in rete o nei notiziari, quindi.." Il tono del ragazzo si fece immediatamente più duro, iniziò a parlare senza sosta, non era mai stato uno di tante parole, quello sorprese molto la ragazza.
Elena aveva quasi dimenticato di quel particolare, effettivamente dovevano cercare di uscirsene con un piano al più presto, non era per niente da sottovalutare la furia omicida di quella donna, anche dal momento in cui ne sapevano così poco dei suoi passi successivi.
"Certo..ora stringimi forte." Damon non se lo fece ripetere più volte, la attirò nuovamente tra le sue braccia e la strinse dolcemente, le lasciò vari baci sui capelli e sul collo. Lui aveva bisogno di lei e allo stesso tempo lei aveva un disperato bisogno di sentirlo vicino e non lasciarlo più andare.

***

"Rilassati su.." Mormorò Caroline al suo ragazzo mentre si accingeva a massaggiargli la schiena. Stefan ruotava appena il collo godendosi quel tocco angelico.
"Cosa farei senza di te?" Disse voltandosi appena verso la bionda.
"Avresti i nervi ancora più tesi!" Rispose lei schietta, lasciandogli dei baci sul collo. "Va un pò meglio?" Domandò lei posando le sue labbra tra i capelli del vampiro.
"Si, molto meglio.." Il ragazzo si voltò verso di lei prendendo le mani della bionda tra le sue e vi posò dei dolci baci.
"Siamo romantici, Signor Salvatore?"
"Sta mettendo in dubbio le mie doti, Signorina Forbes?"
"Oh, certo che no, solo che mi mancavano certe cose, ti vedo più sereno e sono davvero contenta."
Stefan annuì e attirò la ragazza tra le sue braccia. "Diciamo che mi sento più positivo..anche se forse la salita è appena iniziata."
"Ora che Damon è tornato le cose possono solo migliorare.." Sospirò la ragazza, il suo pensiero si portò su ciò che aveva raccontato Damon, l'idea di quel virus non le si toglieva dalla mente. Da un lato sapeva che stava succedendo tutto troppo in fretta e c'era bisogno di metabolizzare il tutto ma dall'altro odiava stare con le mani in mano.


Smith Labs - Fuori Mystic Falls.

Adelaide Smith, 45 anni, capelli corti biondo platino, occhi verdi, eleganza da far invidia, era una normale biologa, proprietaria di un grosso laboratorio di analisi fuori Mystic Falls, verso Richmond per l'esattezza.
La sua vita era cambiata vent'anni prima quando sua sorella di pochi anni più piccola di lei, Margaret, gli aveva confessato di essersi innamorata di uno stregone e di aspettare non uno ma ben due figli da lui. Sua sorella si trasferì con suo marito e i suoi due gemelli a New York voleva farli crescere lontani da quella cittadina, ma non si liberò mai completamente di quel mondo.
Quando i ragazzi finirono il liceo e scoprirono i loro poteri decisero di abbracciare il proprio destino e di tornare a casa per riscoprire le loro origini.
Adelaide era cambiata da quando aveva appreso dell'esistenza di un mondo soprannaturale che credeva esistesse solo nelle favole, vampiri, streghe, lupi mannari, erano solo l'inizio di tutto.
Adelaide aveva provato a trarre qualcosa di buono da quella verità e aveva deciso di fare delle ricerche sui vampiri, scoprendo più dettagli di quanto pensasse, iniziò a pensare di sacrificare quegli esseri per un bene superiore. Voleva scoprire il segreto dell'immortalità, voleva trovare una cura per tutto, per questo aveva fatto rapire dei vampiri da tutto lo stato della Virginia e aveva chiesto aiuto ad una congrega di streghe, soprattutto a due persone in particolare: i suoi nipoti.
I suoi nipoti avevano ereditato i poteri dal padre e avevano accettato di aiutare la zia, nonostante l'opinione contraria dei propri genitori.
Ma...
Un giorno accadde qualcosa difficile da rimuovere dai ricordi.
Era appena tornata a casa insieme ai nipoti dal laboratorio. trovarono la porta d'ingresso spalancata e lo scenario che si aprì ai loro occhi fu raccapricciante.
La donna trovò i suoi genitori, sua sorella e suo cognato in una pozza di sangue.
Ricordava ancora le sue urla soffocate e i pianti isterici dei suoi due nipoti, a volte le sembrava di non riuscire a rimuoverli dalla testa.
In casa vi erano delle telecamere nascoste, quelle avrebbero forse aiutato la polizia a risolvere il caso, ma la bionda decise di far sparire tutto e prendere i filmati, voleva scoprire lei l'assassino.
Il caso fu archiviato come irrisolto ma lei che studiava i vampiri da sempre ormai sapeva riconoscere i segni di uno e aveva un punto di partenza, i filmati. Passò ore a guardare quei filmati cercando di scorgere qualcosa. I nastri riprendevano una figura e alcuni tratti del viso dell'assassino, purtroppo l'unica telecamera del salotto lo aveva ripreso di spalle e pochi erano i momenti in cui si voltava. Aveva pochi elementi a disposizione ma voleva vendicarsi al più presto.
Il suo piano così cambiò totalmente, quello che voleva essere un modo per aiutare gli altri scoprendo il segreto dell'immortalità divenne una vendetta personale e iniziò a sperimentare sui "suoi" vampiri per riuscire a creare un virus.
Aveva ben in mente le proprietà di quell'arma, doveva portare ad una morte lenta, causare dolori lancinanti e soprattutto il virus doveva diffondersi tra quelle criature anche con il solo respiro, nel giro di poche ore il malcapitato sarebbe diventato una bomba ad orologeria, pronta a scoppiare.

La donna pensava a tutto quello seduta alla scrivania del suo grande studio al terzo piano della grande struttura. Pensava agli ultimi anni, pensava ai cambiamenti. La scrivania era piena di fogli strappati e matite spezzate, la rabbia stava prendendo il sopravvento. Quel piano così perfetto le stava scivolando tra le mani.
Ancora non riusciva a spiegarsi come quel gruppo di vampiri fosse riuscito a scappare, sapeva che quella ragazzina Katie aveva un debole per uno dei vampiri ma non credeva che questo potesse creare guai, aveva messo bene in guardia la ragazza e sembrava aver accettato i patti. I sotterranei non apparivano in nessuna cartina e la struttura era completamente isolata con la magia, era a prova di bomba quel posto. Se solo fosse stata lì non sarebbe successo nulla, il giorno prima avrebbero dovuto somministrare il virus ai vampiri per testarlo e lei invece stava giocando a fare la cacciatrice.
Il virus era pronto, doveva solo essere somministrato e testato.
Improvvisamente entrarono due ragazzi nel suo studio, distogliendo la dottoressa dai suoi pensieri. Uno dei due bussò lentamente alla porta attirando l'attenzione di Miss Smith.
"Lucas, Katherine, che ci fate qui?"
I ragazzi trasalirono, non era un buon segno quando la loro zia li chiamava con il nome completo.
"Ehm, volevamo sapere se potevamo esserti d'aiuto, dovremmo organizzarci per catturare altri vampiri?" Disse la ragazza, avanzando lentamente. Era più piccola di qualche secondo eppure era la più intraprendente, Luke, era più timido, ma anche più potente e spietato della sorella. Avevano fatto squadra insieme ad altri "agenti" per catturare i vampiri destinati agli esperimenti.
"No, avete fatto abbastanza. Dovevate tenere tutto sotto controllo fino al mio arrivo e invece, torno e niente più vampiri. Metà delle guardie morte, il sistema di sorveglianza danneggiato e voi che non sapete darmi uno straccio di spiegazione. La ditta di sorveglianza stamattina ha risolto tutto, ho parlato con le altre streghe e hanno potenziato gli incantesimi. Voi non mi servite a nulla."
La donna alzò notevolmente il tono della voce e gli indicò la porta.
"Zia..per favore..sai quanto tutto questo sia difficile anche per noi.."Provò Lucas a controbbattere ma lo sguardo inferocito della donna lo bloccò. Lei, continuava ad indicare la porta.
"FUORI" pronunciò quell'ordine con fare violento e i nipoti subito eseguirono l'ordine.
Li lasciò andare e poco dopo scese nei sotterranei ma non nella zona dove vi erano le celle che per mesi avevano ospitato quei vampiri, bensì una zona più nascosta, vi era una sola cella, e vi era una doppia porta: una più grande di metallo e poi una con le sbarre.
Aprì la prima porta e poi si avvicinò alle sbarre cingendole con le mani. Nella cella vi era un uomo, legato ad una sedia, ai suoi lati vi erano degli spiragli di luce proveniente da un paio di finestre poste sulla parte alta del muro.
"Pensavo ti fossi dimenticata di me." La figura aprì la bocca, era leggermente in ombra, la stanza era illuminata solo da quelle due finestre ma ormai il sole stava calando. Aveva delle catene per tutto il corpo, anche questa cella trasudava verbena da ogni pietra.
"Non ti ho dato il permesso di parlare" Disse duramente la donna stringendo le labbra.
"Che paura! Pensi che con un pò di verbena e qualche catena mi fermerai?" Ringhiò l'uomo.
La donna si avvicinò al muro e spinse un bottone accendendo la luce in quella piccola cella, così da avere una visuale sull'uomo. Era sulla quarantina, capelli chiari e occhi castani. Aveva dei tagli sui polsi da cui sgorgava sangue, era palesemente un vampiro.
"Credo di averti già fermato. Ci ho messo più di un anno, ma ti ho trovato e ti ho fermato." Ribattè lei sarcastica poggiandosi al muro.
"Sai, non credevo che un'umana potesse avere così tanto spirito di iniziativa e di forza, mi hai preso in giro per bene. Sai, nei miei 207 anni di vita non ho mai incontrato qualcuna come te, mi interessavi e invece mi hai preso in giro." L'uomo simulò una faccia triste per poi scoppiare in una fragorosa risata che si strozzò in un colpo di tosse, le forze lo stavano abbandonando.
"E' stata una passeggiata, sai, una volta che ho capito chi fossi, fingermi la povera donzella in difficoltà non è stato difficile.." Fece spallucce lei sedendosi su una sedia e accavallando le gambe.
"Quindi mi hai avvicinato così che potessi conoscermi meglio, hai finto anche quando ti ho soggiogato vero?" Le chiese assumendo un tono più serio.
"Intendi, quando hai detto che stavi iniziando a provare qualcosa per me e poi me lo hai fatto dimenticare? Oh Ryan Willis, ti sono dietro da mesi, faceva tutto parte del mio piano. Sai inizialmente volevo solo ucciderti, poi mi è stato fatto notare che la sofferenza sarebbe stata una morte più dolorosa. E così ti ho avvicinato, ho cercato di capire i tuoi punti deboli.."
"E poi mi hai fatto innamorare di te, tre mesi cambiano la vita di tutti, perfino la mia, mi hai ingannato, hai aspettato che abbassassi la guardia e mi hai sparato una dose di verbena nel collo mentre mi baciavi. Se questo non è tradimento, non so cos'è? Sai la cosa che mi ha sorpreso è stato l'esercito che ti portavi dietro e...sono stato così stupido a non sospettare di nulla."
"Non potevo rischiare che tu uccidessi anche me per completare l'opera." Aggiunse sarcastica lei, passando una mano tra i capelli.
"Mi dispiace per quello che ho fatto, io, ero fuori controllo in quel periodo." Ryan provò a giustificarsi ma fu tutto inutile. Quella donna era piombata nella sua vita stravolgendola completamente, sentiva qualcosa per lei ma era tutto una bugia.
"Voglio che tu stia zitto, li hai lasciati a morire e ad affogare nel loro stesso sangue, non meriti voce in capitolo. Ogni volta che ti guardo negli occhi rivedo quella scena. E meriti altrettanta sofferenza. Sai, avevo a disposizione solo uno stupido filmato e un'immagine sgranata ma in quel periodo hai ucciso più di una singola persona, hai devastato più di una singola famiglia. Sei stato poco furbo a lasciarti così tante tracce dietro. Ho solo messo insieme i pezzi, utilizzato un pò di magia e forse infranto qualche legge, ma ora sei dietro le sbarre pronto a soffrire."
"E sentiamo come vorresti farmi soffrire? Vuoi lasciarmi qui? Non puoi trattenermi qui a lungo, sono su questa terra da più di duecento anni e tu sei solo una povera umana." Ringhiò verso di lei, ma era troppo debole per effettuare un vero movimento.
"Credimi, quando inizierò a fare ciò che ho in mente desidererai davvero di essere morto prima." Concluse lei per poi alzarsi e andar via da lì.
Aveva perso le sue cavie e probabilmente ora il suo segreto era stato divulgato ma aveva ancora un asso nella manica e poteva attuare la sua vendetta più grande, uccidere l'assassino della sua famiglia con l'arma da lei creata.


HELLOOOO GUYS!!
Eccoci alla fine del capitolo! Ho voluto dare un pò di spazio al trio magico ma soprattutto ad una storyline parallela, cioè quella della dottoressa Smith. Inizialmente volevo usarla solo come villain di passaggio, ma come ogni villain e personaggio che si rispetti c'è bisogno di un background e così la mia testolina ha partorito(?) questo. Spero si sia capita la storia della Smith e i suoi piani futuri.
Veniamo alla new entry, Ryan Willis, questo vampiro è frutto della mia immaginazione, pensavo di usare qualche personaggio già esistente ma volevo aggiungere un tocco personale al tutto. Abbiamo anche scoperto chi sono quei Luke e Katie ( del primo capitolo che avevano rapito Damon e fatto dimenticare il tutto a Stefan, ne vedremo delle belle in futuro, potrebbero trovarsi faccia a faccia...(OPS SPOILEEEER!!!), sono i nipoti della Smith e sono degli stregoni.
Questi saranno capitoli di passaggio e saranno molto ricchi di tensione anche se vedremo un lato dei nostri personaggi che non sempre traspare nella serie tv.
Spero di non aver combinato un casino e che il capitolo vi sia piaciuto!
A prestoooo!
-Stefania.



   
 
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