21)
Stelle che pensano ai dinosauri.
Yukari p.o.v.
Il vialetto si snoda in un giardino giapponese con aceri
rossi e statue tipiche.
Finalmente arrivo alla porta, salgo la piccola scala di
legno e busso, Jaime mi apre sorridendo.
“Come mai sei qui?”
“Vorrei parlare con Tamao, se possibile.”
“Certo, è sul portico sul retro.”
Io sorrido, è uno dei miei ambienti preferiti.
Nelle case tradizionali spesso c’è un una
terrazza-portico
che dà sul giardino e questa è davvero speciale.
Si affaccia direttamente in un
laghetto.
E infatti trovo Tamao che beve una lattina di the con i
piedi che sfiorano la superficie dell’acqua.
“Ciao, Yukari!”
Si volta sorridendo.
“Come mai sei qui?”
Io scuoto le spalle.
“Volevo solo parlare con te.”
Cerco di usare il tono più tranquillo che ho, ma qualcosa
nella mi voce deve
tradirmi perché Tamao corruga le sopracciglia e si alza.
“Tutto bene?”
“Non esattamente.”
“Lo sapevo.”
“Chiacchiere tra signore, me ne devo andare?”
“Come preferisci, Jaime.”
“Allora facciamo che porto tre birre.”
Sparisce dentro la casa e io emetto un sospiro pesante, emotivamente
stanca e
distrutta da quello che sarebbe dovuto essere il primo giorno di
vacanza.
Jaime poco dopo torna con le birre e si siede sul portico
insieme a noi, apriamo le lattine e il primo sorso di birra gelata
raggiunge la
gola. Bellissimo.
“Allora? Cosa succede?
Tu e Lee sembravate molto affiatati oggi.”
“Hai usato la parola giusta, Tamao.
Sembravamo.”
Dico amara.
“Cosa è successo?”
Mi chiede Jaime.
“Beh, avete presente che prima di andare a mangiare Matt
Nicholls mi ha chiesto di fumare una sigaretta con lui?”
Annuiscono tutti.
“L’ha fatto per dirmi che Jennie June era a
Brighton.”
“Chi è Jennie June?”
“L’ex storica di Lee, una vera stronza.
L’ha tradito un sacco di volte e voleva
che lasciasse la band.”
Spiega velocemente Jaime a Tamao.
“Abbiamo deciso tacitamente di non dirgli nulla per
evitare che stesse male, dopotutto c’era la
possibilità che non la incontrassimo
mai, invece è successo.
Oggi eravamo al supermercato l’abbiamo incontrata e lei
ha subito cominciato a fare la smorfiosa con lui che è stato
freddo con lei. Il
problema è arrivato dopo, Lee si è arrabbiato
perché gli abbiamo mentito e ha
iniziato a trattarmi piuttosto freddamente.
Ho deciso di farmi una passeggiata e ho incontrato Jennie
che mi ha detto… Mi ha detto che Lee è innamorato
di lei, è sempre stato
innamorato di lei, anche adesso, e che se mi ha detto che pensava a me
mentre
stava con lei è una bugia.
Mi ha anche detto che io sono … sono solo una scopata,
fatta perché non ha il coraggio di andare a puttane.
Io ho paura che abbia ragione, da quando l’ha incontrata
ha cambiato atteggiamento verso di me, è come se qualcosa lo
turbasse. E se
Jennie avesse ragione?
E se amasse ancora lei?
Il fatto è che lei mi ha detto quella cosa di Lee che
pensava a me quando stava con lei ed è la stessa cosa che mi
ha detto lui.
Può essere un caso e se non lo fosse?”
“Yukari, conosco abbastanza Jennie June per sapere che
è
un serpente dalla lingua biforcuta che si inventa bugie per far
soffrire le
persone colpendole nel loro punto debole.
Ha capito che il tuo è Lee e di conseguenza si inventa
palle per farti stare male, non le credere, lo dice solo per
riprendersi Lee.”
“Ma perché lui ha cambiato atteggiamento da quando
l’ha
vista?
Non è che si è accorto che la ama?”
Jaime scuote la testa.
“Jennie è il punto debole di Lee, è la
persona che l’ha
fatto soffrire di più, è ovvio che stia male
vedendola. Gli saranno venuti in
mente i ricordi di quando stavano insieme e di come lei
l’abbia fatto stare
male, non credo sia ancora innamorato di lei.”
“Ok, Jaime. Tu cosa dici, Tamao?”
“Io penso che Jaime abbia ragione. Basta notare come ti
guarda e ti ha sempre guardato per notare che gli piaci e che ti ama e
poi i
ragazzi non confessano tanto facilmente i loro sentimenti. Se
l’ha fatto
significa che è vero.”
Il mio cellulare si mette a suonare all’improvviso, io
guardo il mittente ed è Lee.
“Pronto?”
“Ciao, Yukari. Dove sei?
È quasi ora di cena.”
Io do un’occhiata al cellulare di Tamao e noto che sono quasi
le sette.
“Scusa, ero da Tamao e Jaime. Arrivo subito.”
“Hai incontrato qualcuno?”
“Cosa vuoi dire?”
Sento un sospiro dall’altra parte.
“Lo sai. Mi riferisco a Jennie.”
“Sì, l’ho incontrata e mi ha
parlato.”
“Lo immaginavo. Potresti venire a casa per favore?
Ho ordinato dal cinese.”
“Ok, arrivo.”
Chiudo la chiamata e guardo i miei amici.
“Devo andare, ci vediamo in giro.”
“Va bene. Ciao, Yukari.”
Tamao mi abbraccia.
“Yukari non pensare a quello che ti ha detto Jennie, mi
raccomando.”
Mi dice Jaime.
“Va bene.”
Con il cuore stretto dall’angoscia lascio la mia casa
delle vacanze e mi dirigo verso quella di Lee. Mi hanno detto di non
fidarmi di
Jennie e in buona misura hanno ragione, ma la mia paura di perdere Lee
non è
svanita, temo che quella zoccola finirà per avere quello che
vuole.
Arrivo alla casa che conosco bene, apro il cancello e poi
la porta e subito un piacevole profumo di cibo raggiunge il mio naso,
Lee ha
effettivamente preso qualcosa al cinese.
Mi metto le ciabatte e poi vado verso la sala da pranzo,
il tavolo è apparecchiato, ma Lee non
c’è.
“Lee?”
Chiamo piano.
“Sono qui.”
Dice una voce dietro di me che mi fa spaventare, Lee ha in mano due
lattine di
birra e il viso in ombra.
“Ah, sei qui.
Mi hai fatto spaventare.”
“Scusa, non volevo.
Adesso è tutto pronto, vieni.”
“Ok.”
Lo seguo e ci sediamo entrambi al tavolo, io prendo un paio di ravioli
e un po’
di riso alla cantonese, si parte dal primo a mangiare, no?
“Come mai eri da Tamao e Jaime?”
“Sono miei amici, ho fatto quattro chiacchiere, è
la loro luna di miele ed ero
anche un po’ curiosa.”
“Capisco. Avete parlato anche di Jennie?”
Io mi irrigidisco.
“Preferirei non parlare di questo argomento.”
“Io invece sono del parere contrario, l’hai
incontrata, vero?”
“Sì.”
“Cosa ti ha detto?”
“Lee, è proprio necessario?”
Lui sospira.
“Lo so che non è piacevole, ma ho bisogno di
sapere cosa
ti ha detto per provare a rimediare ai danni.”
“Preferirei non parlarne, davvero.”
“Yukari…”
“Va bene, va bene. Se proprio ci tieni a rendere questa cena
spiacevole te lo
dirò.
Dice che sei suo e che ti riprenderà. Che credi di amarmi
perché sono sempre stata l’unica ragazza nel tuo
piccolo gruppo di amici e che
magari credevi di amarmi quando stavi con lei, ma che sono tutte
stronzate.
Tu hai sempre amato solo lei e che adesso mi dici queste
cose solo perché hai bisogno di scopare e non hai le palle
per andare a
puttane.
Ecco, adesso sei felice?
Mi è passata la fame, vado a fumare.”
Mollo a metà il mio piatto ed esco per andare al mio solito
angolo vicino alla
piscina, è un lago dorato dagli ultimi raggi del sole. Mi
accendo una sigaretta
e aspiro la prima graffiante boccata, ricacciando indietro le lacrime.
Poco dopo la portafinestra si apre di nuovo ed esce anche
Lee che si siede sulla sdraio vicino alla mia.
“Yukari, devi ascoltarmi.
Non devi credere a nulla di quello che dice Jennie. A
nulla, mi hai capito?
È sempre stata gelosa di te, non ti ha mai sopportato e
non vede l’ora di farti del male.
Non è vero che penso ancora a lei, non è vero che
mi sono
dichiarato per avere qualcuno con cui scopare e non è vero
che voglio stare con
te perché non ho il coraggio di andare a puttane.
Queste sono stronzate, tutto quello che dice lei sono stronzate
e non le devi credere.
Non voglio tornare con lei, mi fa schifo.
Lei non mi ama, ama solo il Lee chitarrista famoso, non
il ragazzo che sta dietro all’immagine della rockstar, ok?
Lei vuole distruggere il mio mondo, lei voleva che
mollassi la band per stare con lei, lei è una stronza
egoista e non va
ascoltata, per favore, mi devi credere.”
Io rimango in silenzio continuando a fumare.
“Davvero preferisci credere a una ex piena di odio
piuttosto che a me?”
“Il problema, Lee, è che non so più a
chi credere.
È questo il problema, perché lei sarà
anche un serpente a
sonagli, ma non puoi negare di essere stato malissimo per lei e sono
certa che
sentimenti del genere non si possano dimenticare facilmente.”
“Yukari.”
“Lasciami fumare in pace.”
“Yukari, non permetterle di distruggere quello che si
è
creato tra di noi, ti prego.”
Detto questo lui rientra in casa lasciandomi piena di dubbi.
A chi devo credere?
La sera è scesa su Brighton con naturalezza.
Il sole si è fatto il suo bagnetto nel mare colorandolo
di rosso, arancio e oro, poi nel cielo è rimasta solo una
striscia verde acqua
a commemorare il giorno e se ne è andata infine –
vedova giornaliera – per
lasciare spazio al manto scuro della notte trapuntato di stelle.
Lee è seduto sul divano a guardare la tv e io sto
disegnando sul tavolo qualcosa che non riesce a prendere forma,
continuo a
cancellare e a mettere nuove righe sul foglio.
Alla fine il cellulare di Lee suona per l’arrivo di un
messaggio che lui legge.
“È Nicholls. Chiede se ci va di uscire, a quanto
pare
hanno riaperto quel posto sul lungomare dove andavamo quando eravamo
pischelli.”
“Il Jamaica? Quello con le specialità tropicali,
la musica reggae e le casse
usate come sedie?”
“Ah ah.”
Dentro di me si scatena una guerra, da una parte voglio andare,
dall’altra
l’idea di poter vedere Jennie di nuovo mi terrorizza.
Rimango in silenzio mordicchiando la matita e pensando a
che fare.
“Allora? Che gli dico?”
“Io non esco, non me la sento.
Magari ci vado domani da sola, ma stasera no.”
“Che? Ma se eri quella a cui quel posto piaceva di
più!”
“Lo so! Ma ho paura.”
“Di che? Di bere troppo rhum?”
Io sospiro e abbasso gli occhi.
“Di incontrare Jennie di nuovo, due volte in un giorno
sarebbero troppo.”
Lui batte un pugno sul tavolo e impreca sottovoce contro la sua ex.
“Va bene. Adesso scrivo a Matt.”
Digita il messaggio e gli arriva subito la risposta.
“Ci si vede là alle dieci e mezza, vado a
prepararmi.”
Sale in camera sua e immediatamente il mio cellulare inizia a suonare e
manco a
dirlo è Nicholls anche sul mio, io esco e rispondo mentre mi
siedo su una delle
solite sdraio.
“Qual è il problema, Yidashi?
Ho scelto quel posto perché sapevo che ti piaceva e
perché speravo tu
potessi tubare un pochino con Lee.”
“È successo un casino dubito che avremmo
tubato.”
Rispondo con l’ennesimo sospiro di questa serata storta.
“Che casino è successo?”
“Sai che dovevano andare a fare la spesa?”
“Ah ah.”
“Abbiamo incontrato Jennie e lei ha fatto la gatta
morta.”
“Merda.”
“Da lì ha capito che tu mi avevi detto che Jennie
era in circolazione e si è
arrabbiato perché gli abbiamo mentito. Dopo sono andata a
farmi un giro e ho
incontrato la vacca che mi ha sputato addosso veleno dicendo che Lee
stava con
me solo perché aveva bisogno di scopare e che amava lei.
Lee mi ha costretto a dirglielo e mi ha rassicurato
dicendo di non credere a nulla di quello che dice lei.”
“Ma…”
Mi dice Matt.
“Sono confusa e ho paura che lei possa avere ragione. Lee
ha reagito davvero male quando gli ho detto di Jennie.”
“Ma ti ha anche rassicurato.”
“Ed è esattamente perché sono confusa,
mi sembra che tutto quello mi abbia
detto possa non essere vero.”
“Il che è sbagliato, stai facendo il gioco di
Jennie
comportandoti così.”
“Forse hai ragione.”
“Allora vieni stasera.”
“No, non me la sento. Scusa, Matt.”
Lui sospira.
“Ok, Yukari. Promettimi almeno che non passerai la serata
a piangere.”
“Va bene, divertitevi.”
“Sì, ciao.”
Chiudo la chiamata e mi sdraio sul divano, abbracciando
il cuscino che Lee teneva in mano fino a poco tempo fa.
“Chi era al telefono?”
Mi domanda .
Io decido di dirgli la verità, mentire non è una
buona
politica, me lo ha insegnato la storia di Jennie.
“Matt Nicholls.”
“E cosa ti ha detto?”
“Di crederti e di venire stasera.”
“Ma tu non farai nessuna delle due cose, vero?”
“Non verrò stasera, ma può darsi che ti
creda.”
“Venire a Brighton non è stata una buona
idea.”
Commenta prima di andarsene.
No, non è stata affatto una buona idea, tutto sta cadendo
a rotoli.
Doveva essere una vacanza rilassante, un modo per
dimenticare del tutto Vic, e un’occasione per rinsaldare la
nostra amicizia
facendo qualcosa che facevamo in passato, ma non è stato
così.
Era partita bene, potevo davvero tubare con Lee e dirgli
che lo amo a un certo punto, invece si è messa in mezzo
Jennie e tutte le carte
sono state scompigliate.
Lee forse non la ama, ma lei non gli è indifferente,
un’ombra è caduta su di lui da quando
l’ha vista e non so a cosa sia dovuta.
Rabbia?
Nostalgia?
Capire che la ama ancora?
“No, non la ama. Non mi avrebbe detto quello che mi ha
detto se la amasse ancora, ci tiene alla nostra amicizia.”
Dico ad alta voce nel silenzio della casa.
“Ti ha persino detto che mentre stava con me pensava a te:
tutte stronzate.
Ha sempre amato me e continua a farlo tuttora, se ti ha
detto quelle cose è perché ha bisogno di qualcuno
con cui scopare e non ha il
coraggio di andare a puttane”
Replica la voce dell’ex di Lee.
“Vattene, demone.
Vattene via, non ti renderò le cose facili.”
Mi alzo dal divano, vado al piano superiore e mi metto un costume da
bagno.
È sera e c’è già buio, ma la
piscina della casa è
illuminata da dei faretti e ci sono delle luci esterne che aspettano
solo di
essere accese. Le accendo e poi mi tuffo nell’acqua, sembra
di entrare in un
iceberg sciolto, ma io faccio finta di nulla.
Riemergo e faccio un po’ il morto per abituarmi alla
temperatura, intanto guardo le stelle, scintillano così
lontane, così belle e
così indifferenti ai problemi umani.
Alcune di loro sono già morte e forse negli ultimi
istanti della loro vita pensavano ai problemi dei dinosauri, chi
può saperlo.
Lee mi ama?
“Sì.”
Sembrano sussurrare lentamente loro.
È solo quel po’ di pioggia che serve per
raggiungere
l’arcobaleno, solo quello, presto andrà tutto bene
di nuovo e Jennie sarà
ancora solo un ricordo lontano.
Torno sott’acqua con la testa piena di pensieri
contradditori e cerco conferma in questo blu illuminato a tratti dai
faretti,
che gli dona pozze azzurre.
Muovo lentamente le braccia aspettando di raggiungere
quella calma che provo sempre quando nuoto ma stasera sembra essersene
andata lontano.
Scoraggiata riemergo e guardo ancora un po’ le stelle,
poi esco dalla piscina, mi avvolgo in un asciugamano e vado a farmi una
doccia
calda. Fatta quella e asciugati i capelli esco di nuovo a fumarmi una
sigaretta,
cosa posso fare adesso?
Forse la cosa migliore sarebbe uscire a fare una
passeggiata, ma sono sicura che se dovessi farlo non resisterei alla
tentazione
di fare un salto al Jamaica e non so se mi piacerebbe vedere Jennie che
ci
prova con Lee. Senza contare che quella voce che mi dice che lui
potrebbe
accettare le sue avances diventerebbe più forte e io non
voglio.
Sospirando torno dentro e do un’occhiata ai dvd di Lee e
alla fine trovo quello de “Il mio vicino Totoro”,
mi riporta alla mente la
volta che l’ho visto con i Pierce The Veil e Tamao, ma non mi
importa. È
abbastanza poetico da distrarmi e Dio solo sa quando abbia bisogno di
poesia e
magia nella mia vita.
Inserisco il dvd e mi immergo nelle avventure di Satsuki
e Mei, nei loro incontri con il misterioso fantasma Totoro e mi sento
meglio.
Mi sento così bene
che mi addormento durante la visione, che stupida.
Mi sveglio la mattina dopo, ma non sono sul divano, ma
sul letto matrimoniale che divido con Lee, in pigiama e coperta
amorevolmente.
Chi mi ha portato qui?
Deve essere stato lui,
non posso esserci arrivata da sola!
Tasto l’altra metà del letto, ma è
vuota e fredda, come
se non ci avesse dormito nessuno, mi volto e noto che in effetti
è intatta. Lee
mi ha portata a letto, ma non ha dormito qui, il cuore mi si stringe.
Perché?
E dove è adesso?
Mi metto le ciabatte e controllo la camera degli ospiti:
completamente intatta, nemmeno qui ha dormito qualcuno.
Il mio cuore inizia a battere più veloce, sempre
più
preoccupato, dov’è Lee?
Scendo al piano inferiore e scorgo una figura informe sul
divano, mi avvicino senza fare rumore e vedo lui che dorme avvolto in
una
coperta, il berretto grigio che porta sempre appoggiato sul basso
tavolinetto
che c’è lì vicino.
Mi perdo interi minuti a guardarlo, sembra un bambino,
così indifeso e fragile.
Non voglio assolutamente perderlo né cederlo a Jennie, ma
ho paura che dovrò farlo, perché stanotte pur
avendomi portato a letto non è
rimasto a dormire con me?
Perché ha scelto di dormire sul divano?
Forse ha la coscienza sporca?
Forse ha fatto qualcosa che non doveva stanotte?
Mi allontano silenziosa dal divano ed esco fuori con una
sigaretta in mano e le lacrime che minacciano di uscire dagli occhi, un
piccolo
singhiozzo finisce per sfuggirmi, ma lui non lo sente per fortuna.
Fuori mi accendo la sigaretta e lascio che le lacrime
scorrano sulle mie guance, ho una paura fottuta, paura di avere perso
la mia
occasione in questo mese in cui abbiamo vissuto insieme, ma –
cavolo! – chi
pensava che Jennie sarebbe tornata alla carica?
Penso nessuno, dopo Deni sembrava archiviata del tutto,
il che purtroppo non è vero, il fattore ex si è
ripresentato.
Cosa devo fare?
C’è una parte di me che mi suggerisce di scappare
ora che
Lee dorme, che il mio appartamento a Londra ora è libero e
che non è il caso di
farsi del male assistendo al ritorno di fiamma tra lui e la vacca;
un’altra mi
dice che così facendo gli spezzerei il cuore.
Ma il suo cuore è mai stato mio?
Si potrebbe davvero spezzare a causa mia?
Sono talmente presa nei miei pensieri che non mi accorgo
che la mia sigaretta è ormai spenta fino a quando qualcuno
non me la toglie di
mano: Lee.
Io sobbalzo.
“Cosa ci fai qui?”
“Mi sono svegliato e sono salito a vedere se fossi sveglia
anche tu, ma non
c’eri e ti ho trovata qui.
Come mai quell’aria imbambolata?”
“Pensieri miei, entriamo a fare colazione?”
Lui annuisce perplesso.
Cammino come un’acrobata sul filo della normalità
per
evitare il disastro, spero di farcela.
Spero che Jennie non vinca, ormai sono certa di amarlo.