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Autore: Lola1991    25/02/2017    1 recensioni
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« Tornerai da me stanotte? » chiese raggiante, guardandolo negli occhi.
« E tu mi aspetterai? » disse lui, perdendosi nel mare verde dei suoi.
« Io ti aspetterò sempre. »
« E io tornerò sempre da te. »
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gli anni passavano veloci, e gli abitanti del regno di Erebor prosperavano grazie alle grandi ricchezze della montagna. Re Thrór governava il popolo in modo giusto, e l’agiatezza del regno dei nani era rinomata in tutta la Terra di Mezzo.
 
« Aspettami, Thorin! Vai troppo veloce! » urlò la bambina esasperata, cercando di salire velocemente le scale, nonostante le gambe, ancora troppo corte, glielo impedissero.
Thorin roteò gli occhi verso l’alto, sbuffando vistosamente. Nell’ultimo periodo, ovunque andasse e per qualunque motivo, si era ritrovato Laswynn alle spalle, che lo seguiva.
 
Nonostante Thorin fosse oramai troppo grande per quel genere di cose, la piccola Laswynn aveva fatto di lui un modello da seguire, specialmente in seguito alla morte del padre, l’unica figura maschile che avesse mai conosciuto e rispettato.
Thorin accelerò il passo, sperando di essere riuscito finalmente a distanziare di buona misura la bambina, quando improvvisamente avvertì un tonfo, e poco dopo, il lamento della piccola, che iniziò a singhiozzare disperata.
 
Maledicendosi e pensando all’imbarazzo e alle espressioni di scherno che gli avrebbero riservato i compagni se l’avessero visto in quella situazione, tornò indietro e si avvicinò a Laswynn, che cadendo sull’ultimo gradino aveva battuto il mento. Si abbassò e mise in piedi la bambina, constatando che si trattava di un graffio leggero, nonostante stesse già sanguinando.
« Non ti sei fatta niente, non piangere » tentò di consolarla, asciugando in modo un po’ rude le lacrime della bambina con le maniche della casacca.
Laswynn tirò su con il naso e smise di piangere, cercando di trattenere gli ultimi singhiozzi. Thorin la prese per mano e la portò in fondo al corridoio, nel salotto dove sua madre era solita passare i momenti liberi della giornata in compagnia di altre nane.
 
« Cos’è successo alla piccola? » scattò irosa la madre, non appena vide entrare il figlio che per mano trascinava la bambina ancora tremante.
« E’ caduta sulle scale. » rispose scocciato lui, evitando di guardare la madre negli occhi, che aveva preso in braccio la bambina e la stava cullando dolcemente; il suo solito sguardo indagatore seguiva il figlio, sospettoso.
« E’ piccola, lo sai che in questo periodo preferisce stare con te, per quello ti insegue ovunque! » sentenziò fredda, andando a risedersi con la bambina comodamente appoggiata alla spalla.
 
Thorin ne ebbe abbastanza. Aveva cose ben più importanti che dover rincorrere una bambina minuscola in giro per Erebor. Senza degnare di uno sguardo la madre, girò i tacchi furibondo ed uscì dalla stanza. Sarebbe andato dritto dritto all’armeria e avrebbe scelto le armi migliori, le avrebbe lucidate e avrebbe passato lì tutto il pomeriggio, da solo e senza stupide interruzioni.
Sperò, in cuor suo, che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui sarebbe finito nei guai per colpa di quel mostriciattolo, ma si sbagliava di grosso.
   
 
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