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Autore: I will be your Harry Lou    26/02/2017    0 recensioni
Occhi violacei. Menti plasmate.
Ritoni al passato, decisioni per il futuro.
Non c'è niente di facile, ma la direzione da prendere, è estremamente semplice.
L'amore, può salvare tutto. L'odio, lo può distruggere.
Se si è uniti, se c'è un noi, c'è sempre un modo per superare gli ostacoli. Ma da soli, c'è solo oblio.
E' l'ultimo anno per il Branco di Scott McCall, o per i pochi che ne sono rimasti a farne parte, e nonostante là fuori ci siano pericoli molto più grandi, sanno che questo, sarà l'ultimo anno prima di doversi separare.
E' l'ultimo anno per il Branco di Scott MacCall, ma sarà davvero un anno come gli altri?
Scott non lo sa. Lydia e Stiles, nemmeno. Derek, ci è abituato. Malia, per niente.
C'è chi sarà sempre disposto a combattere per gli amici, c'è chi non potrà evitare di scappare.
Occhi violacei, menti plasmate.
Nuovi esseri, nuove avversità. Il pericolo c'è, ma ne varrà sempre la pena.
Ritorni dal passato per ricostruire il proprio futuro.
[Storia What If ambientata fine 4 serie, nuovi e vecchi personaggi, trama e coppie totalmente nuovi, insomma, se vi può interessare qualcosa di diverso, iniziate a leggere♥]
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Il branco, Nuovo personaggio, Scott McCall, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Just one moment pt 2, please :3
​In questo capitolo c'è un nuovo personaggio, e io vi do il prestavolto da qui ho preso ispirazione, che non è altro che Lei
Adieu ♥


Scott odiava doverlo fare. Odiava davvero, doverlo fare.
Ma per qualche trana e assurda ragione, lui era l’unico lupo mannaro a non saper dire di no e a non infrangere le promesse.
Con tutto quello che stava succedendo, l’ultimo suo pensiero era accompagnare Liam e Mason all’inaugurazione del locale di Hayden, il Sinema. Ma l’aveva promesso e, anche se non ne aveva minimamente voglia, si convinse ad accompagnarli alla festa.
 
Il che gli piacque ancora meno, quando si ritrovò da solo in mezzo ad una mandria di ragazzi di tutte le età dai più ubriachi, ai più strafatti di chissà cosa.
Stiles se ne era uscito che doveva studiare con Lydia e che ne avrebbero approfittato per capirci qualcosa della situazione in generale. Malia aveva usato la scusa che aveva ancora troppo male alla spalla per muoversi, mentre Derek… aveva semplicemente detto di no.
Liam tornò poco dopo non capendo più niente. Continuava a ridere e a barcollare da una parte all’altra a suon di musica, al che, Scott lo guardò alquanto stranito.
“Ma ch.. Sei ubriaco Liam? Come diamine hai fatto?”
Liam ridacchiò e si appoggiò alla spalla di Scott per reggersi. “OOH.. Quel lupo è Davvero un Genio.” “DAVVEEEEEERO Un. GENIO.” Fini staccandosi e ricominciando a barcollare da una parte all’altra, andando verso Hayden e Mason , che non sembravano essere messi meglio.
Il lupo si mise una mano fra i capelli, sconsolato. Liam aveva trovato un modo per infrangere pure quella regola.
Ma di quale lupo geniale stava parlando?
Ci mise un po’ a trovarlo, dovette usare gli occhi da lupo e stare attento che nessuno lo notasse, ma poi individuo un ragazzo del gruppo di Satomi, che continuava a versare una specie di Punch nei bicchieri dei ragazzi, ovviamente a pagamento.
Scott si avvicinò, solo per capire che diavolo stai facendo.
“Vuoi sballarti un POO’?”
Si girò e vide un altro del branco della lupa. “Come?” Chiese.
Il ragazzo indicò il punch. “Quell’affare che sta vendendo il mio amico. È FOTONICO. Fidati di un lupo E Beeevi BEEVi BEEevi anche tu” Canticchiò questo andando a ballare con i primi che capitavano.
Scott lo guardò confuso, ma si avvicino al punch e al lupo. “Che roba è?” Chiese.
Questo lo guardò e sorrise. “Oh wow, c’è ancora un lupo sano in questa stanza allora!” Disse ridacchiando, versando del punch ad un ragazzo vicino a lui.
“Questo che vedi qui è frutto del mix dei lupi del mio branco, dopo troppo tempo passato a fare i ragazzi sani della festa” Ne versò un altro bicchiere, e Scott notò che dietro di lui ne aveva altre sei taniche. “Con questo che sei umano, lupo o qualsiasi altro essere sovrannaturale esistente, fidati che ti farà effetto comunque” E versò un altro bicchiere ad un ragazzo.
“Allora ne vuoi un po’?”
Scott era molto, molto esitante. Diciamo che non era proprio il periodo più adatto per prendersi una ciucca, ma poi, pensandoci… c’era mai stato un periodo adatto?
“Allora? Guarda che non è infinito!”  E detto ciò Scott mando al diavolo tutti i suoi pensieri negativi e si fece fare un bel bicchiere.
“Ehi no caro, aspetta un attimo. Prima mi devi 5 dollari!” Ah, beh, ovviamente pensò Scott.
Diede i 5 dollari al ragazzo e prese il suo bicchierone.
“E ricorda che ogni tre consumazioni, la terza è gratis!” Urlò questo prima che Scott sparisse.
 
 
Ed effettivamente, il ragazzo non aveva torto per niente. Non ci volle molto che anche il vero Alfa si prese una sbronza di quelle che non aveva da ormai secoli.
Iniziò a ballare, la musica a palla e tutte le luci della stanza iniziavano a sfocare. Era fantastico. Ballava con Liam, Hayden, anche con Mason.. ballava con persone che non aveva mai visto in vita sua ma si stava divertendo e non gli importava assolutamente niente.
Stava bevendo un altro bicchiere quando una ragazza gli finì addosso. Il bicchiere cadde e terra e si ruppe i mille pezzettini, spargendo il contenuto in tutto il pavimento.
La ragazza si spostò e guardò Scott con sguardo fra il dispiaciuto e lo spaventato. “Oddio scusa, non l’ho fatto a posta te lo assicuro.” Disse, e Scott rise nel vederla così agitata.
“Non ti preoccupare, era solo un bicchiere, non mi hai ucciso” Disse, sciogliendo la tensione della ragazza che sospirò.  “E comunque” Aggiunse Scott “Era anche la consumazione gratuita” Finì, ridendo insieme alla ragazza.
“..Vuoi ballar-?”
 “..Vuoi ballar-?” Finirono per dire contemporaneamente, ed i ragazzi scoppiarono in una risata assurda, prima di iniziare a ballare a ritmo di una canzone a loro sconosciuta, ma l’alcool parlava per entrambi, e qualsiasi canzone sarebbe andata bene per quei due.
Scott guardava la ragazza negli occhi e, come detto, ormai era l’alcool a parlare per lui.
“Hai degli occhi fantastici” Se ne uscì avvicinandosi alla ragazza.
Lei sorrise. ”E tu..” Disse sorridendo. “Le tue labbra…”
La musica era ormai un rumore secondario, quasi come se fosse un rimbombo nella testa, le immagini e le luci erano sfocati, la sala era piena di persone impegnate a divertirsi e a non pensare a nient’altro... E Scott aveva appoggiato le labbra su quelle della ragazza, dimenticandosi di tutte le cose elencate.
Era una sensazione strana, come di pace e di quiete. Riusciva a sentire, nonostante tutto il caos intorno a loro, solo il contatto con quella ragazza fantastica, di cui non sapeva nemmeno il nome.
Quando riaprì gli occhi, stavano sorridendo entrambi.
“Sono Scott, comunque” Aveva detto questo.
“Alya. Alya Jones”
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Quando Kira si svegliò, quella mattina, non ci fece subito caso, ma poco dopo notò che le sue mani, seppure ancora intorpidite, erano libere, slegate.
Non si chiese perché, anche perché non poteva più sopportare quella recita della ragazzina impaurita davanti a quel ragazzo che continuava a salire in quella soffitta solo per prendersi gioco di lei.
Ma, non appena iniziò a cercare di liberarsi dalle catene che le immobilizzavano busto e piedi, risentì i soliti passi salire, ormai aveva imparato a memoria il suono di quei passi e, quindi, non aveva molta scelta se non rimandare il piano di fuga per dopo.
DI fatti, poco dopo apparse lui, che con un sorrisetto si avvicinava con la solita non calanche.
“Buongiorno, volpina” Kira lo guardò storto, non ricambiò il saluto.
“Perché mi avete slegato le mani, per tenermi piedi e corpo ancora legati?” Se ne uscì poco dopo.
“Tutto a suo tempo.” Disse, prima di avvicinarsi e prendere il suo volto fra due dita.
“Immagino, quanto sarai affamata… devi proprio scusarmi ma, ieri, ero molto impegnato con il mio ragazzo che mi sono proprio dimenticato di portarti il tuo solito pezzo di pane.” Questo sorrise, quando Kira si scostò dalla sua presa.
“Ad ogni modo, fra poco temo che dovrò andare, sai, di sotto c’è una tavola apparecchiata piena di cibo caldo e… beh, non vorrei mai che si raffreddasse..” Disse questo alzandosi e notando finalmente gli occhi della Kitsune che cambiano poco a poco colore.
“Lurido figlio di-”
“E’ esattamente questa, la Kira che volevamo.” Le disse poi, alzandosi e guardandola.
“O meglio, è questa la Kitsune che volevamo vedere”
Kira non capiva. Non capiva veramente cosa potessero volere da lei. In fin dei conti era convinta che l’avrebbero uccisa per farle mantenere il silenzio su quello che aveva visto, quindi non riusciva veramente a capire per quale assurdo motivo la tenessero chiusa lì in quella soffitta, dandole cibo e acqua, oltretutto. A quantità misere, certo, ma sempre qualcosa era.
“Ma si può sapere chi diavolo sei, e che diamine vuoi da me?! Se ti aspetti che mi convinciate a non parlare io-”
“No tesoro, vogliamo tutto il contrario. E, davvero non ti ricordi di me? Mi ferisce alquanto questa cosa” Le disse, con tono decisamente finto , mentre si avvicinava di nuovo a lei.
“Ora stai zitta e fatti slegare. Giù ci stanno aspettando.”
 
Una volta scesa, Kira ebbe un piccolo giramento di testa per la troppa luce della stanza. Essendo abituata al buio della soffitta da ormai troppi giorni, ci avrebbe messo un po’ a riabituarsi, sempre che non avessero intenzione di risbatterla in quel posto squallido. No, decisamente no. In quel caso, un modo per scappare l’avrebbe trovato sicuramente.
Il ragazzo aprì l’ultima porta, e quando vi entrò, Kira non poté fare altro che spalancare gli occhi. Almeno, sapeva che quel ragazzo, per quanto odioso e fastidioso, non era affatto un bugiardo.
Di fatti, in quella stanza, c’era un enorme tavolata piena di cose da mangiare. Dalla zuppa, al pollo, al purè , a piatti enormi di insalate.. insomma, se l’avevano portata giù per farla stare ancora più male, a malincuore, ci stavano decisamente riuscendo.
“Oh Kira, quale onore”
Kira distolse subito l’attenzione dalla tavola, portandola subito sulla figura dell’uomo che aveva appena parlato.
Nonostante fosse sicura di aver già visto quel ragazzo da qualche parte, era altrettanto sicura di non aver mai visto quell’uomo in vita sua.
Un uomo che, all’apparenza, sembrava discreto, di bell’aspetto e anche professionale. Più o meno, pensò Kira, avrà fra i trenta ed i quarant’anni. Di certo, non sembrava uno che rapiva ragazzine chiudendole in una soffitta, ecco.
Fu di nuovo l’uomo, a  parlare per primo.
“Immagino quante domande tu possa avere e quanto tu possa essere confusa. Ti prego di accomodarti.” Disse indicando un posto della tavola accanto al suo.
“E ti prego di non prendermi a male, ma per iniziare il pranzo dobbiamo decisamente aspettare tutti gli altri”
Kira non capiva nemmeno perché l’avessero fatta sedere, dopo una settimana andata avanti solamente di pane ed acqua.
“Perché tutta questa gentilezza, adesso?” chiese, senza troppi peli sulla lingua.
La recita della ragazzina indifesa ed impaurita non serviva più a niente. Se era la Kitsune che volevano, allora la Kitsune sarebbe stata.
“Spero che non ti abbia trattato troppo male” Disse l’uomo guardando il ragazzo.
“ oh no, assolutamente” Disse Kira ridacchiando sarcasticamente. “Mi avete solamente chiusa in una soffitta polverosa, buia, dandomi solo pane ed acqua ed un ragazzo terribilmente fastidioso che mi venisse a controllare” Sbottò questa, guardando l’uomo che aggrottava le sopracciglia e il ragazzo che lanciava uno dei suoi soliti falsi sorrisi che, al prossimo, Kira era sicura che l’avrebbe ucciso con le sue mani.
“Non ti avevo per caso detto, di trattarla bene? Ti devo ricordare chi fa le regole, qui dentro?” stranamente, l’uomo sembrava veramente alterato, ma ormai Kira aveva capito che nemmeno l’espressione poteva essere una garanzia.
“Vedi di renderti utile, e vai a vedere se gli altri sono tornati, o alla tua prossima bravata ti ci chiudo a te in cantina solo con pane ed acqua”Il ragazzo emise un ringhio, e Kira per un attimo fu sicura di vedere i suoi occhi diventare di un azzurro color ghiaccio, prima che lasciasse la stanza, abbastanza alterato.
E, a quel punto, fu Kira a parlare per prima.
“Senta, un gioco è bello quando dura poco. Cosa diamine volete da me?” Iniziò, fissando gli occhi color smeraldo dell’uomo, facendogli capire che non aveva paura di nessuno di loro, ne tantomeno di quello che le avrebbero potuto fare.
“Se il vostro intento è convincermi a non parlare, sappiate che qualsiasi cosa mi direte sarà inutile” E dovevano solo ringraziare che non avesse abbastanza forze da prenderli a calci entrambi, avrebbe voluto aggiungere, ma l’uomo incominciò a parlare.
“Vedi Kira, io ti voglio. Noi, ti vogliamo” E nel frattempo che l’uomo pronunciava queste parole, la sala iniziò a riempirsi di persone, e, nel vederle, Kira spalancò gli occhi, pietrificata.
“E la cosa divertente è che Kira, Guardami” La ragazza si girò a guardare gli occhi dell’uomo, e non riuscì a guardare nient’altro.
Gli occhi erano diventati di un colore viola, forte e con sfumature rosee, così forte che sembrò irradiare tutta la stanza.
In un momento, Kira ne fu prigioniera, tutto il centro della stanza sembrava essersi concentrato negli occhi dell’uomo.
Il tutto, ormai era il niente. E di niente, restava il tutto.
“La cosa migliore è che, tu, da adesso, fai parte di noi. Perché tu vuoi fare, parte di noi, Kira.”
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Stiles odiava Scott, quando non rispondeva al cellulare. Andiamo, Dai! Che razza di motivo potrebbe mai avere per non cagare il cellulare alle 8.30 del mattino, quando già dovrebbe trovarsi a scuola con lui!
Esasperato, chiuse la chiamata e ripose il telefono nella tasca della giacca. Appena l’avesse avuto fra le mai… Niente, non avrebbe fatto proprio un bel niente perché il lupo era lui ed era lui ad avere gli artigli. Oh, al diavolo tutti. Quel giorno, si sarebbe fatto la sua giornata da normale adolescente americano e stop…. Sicuramente non sarebbe durato il tutto più di una mezz’ora ma, ehi! Sognare non costava nulla.
Mentre si trovava, ovviamente sempre fra i piedi, nella fine delle scalinate che potavano al piano superiore, notò una ragazza con in mano un’infinità di libri e, giusto nel momento in cui le stava per chiedere se volesse una mano, questa saltò uno scalinò e cadde.
Cadde esattamente addosso a Stiles, e c’era solo da ringraziare che nessun libro gli fosse caduto in testa.
Ora la faccia della ragazza era a due palmi da quella di Stiles.
Entrambi, non poterono evitare di arrossire, quando si accorsero della situazione in cui erano finiti… e soprattutto nel bel mezzo del corridoio.
Entrambi si alzarono di scatto ed iniziarono a raccogliere i libri imbarazzati.
“E’ tutto okay?” Gli chiese Stiles, mentre, nel porgergli i libri, gli toccò la mano.
Al che, più che imbarazzo, fu una sensazione strana. Quasi pacifica, di tranquillità. Stiles non poté fare a meno di osservala, mentre si spostava una ciocca dei capelli castani dal viso, e al suono della sua voce, si riprese di scattò.
“E’.. tutto apposto.. mamma mia, mi dispiace veramente tanto. Non ti avevo proprio visto.. Ti sei fatto male?” Chiese cercando il suo sguardo, cercando di capire come stesse il ragazzo, al che, lui, nel vederla preoccupata per nulla, non poté fare a meno di sorridere.
“ E’ tutto okay, non ti preoccupare.” Entrambi i ragazzi si alzarono, e quando vide che la ragazza cercava nuovamente di riprendere tutti i libri non poté non farsi avanti, da gentile cavaliere qual era. “Dove devi andare? posso aiutarti a portare i libri, se ti va”
La ragazza gli sorrise, d’istinto. “Devo andare dal mio armadietto, che è il… 176, se non mi sbaglio.” Stiles, rimase un attimo fermo, prima di realizzare.
“Oh beh, ma è esattamente accanto al mio” Disse, un po’ perplesso all’inizio, ma sorridendo alla fine.
La ragazza diede metà dei libri a Stiles, mentre si avviavano verso l’armadietto della ragazza.
“immagino tu sia nuova, dato che quell’armadietto da quanto ne so è vuoto dal mio secondo anno”
La ragazza annuì, mentre metteva la combinazione per aprirlo.
“Si, mi sono appena trasferita e sono riuscita ad iscrivermi per un pelo, altrimenti un altro giorno di ritardo e mi sarei persa il mio ultimo anno.”  Posizionò tutti libri nell’armadietto, poi appena lo chiuse guardò il ragazzo.
“Ti ringrazio, se non mi avessi aiutato a trovare l’armadietto e a portare i libri.. sarei già caduta altre cinque volte come minimo mentre cercavo l’armadietto giusto” Gli disse ridendo.
“Non ti preoccupare, è stato un piacere per la mia nuova compagna di armadietto! E.. che lezioni hai adesso..?”Gli chiese Stiles quasi tutto d’un fiato. Forse, per una volta, la giornata da normale adolescente lontano dal mondo di lupi mannari e Co sarebbe potuta durare un poco più di una mezzora.
“Oh, io ho… Chimica alle prime due ore, alla terza storia” Disse lei leggendo gli orari sul foglietto datole dal preside.
“oh beh, allora ci terremo compagnia per tre ore, dato che li seguo entrambi” E anche perché oggi pare che nessuno dei miei amici si faccia vivo, facendomi sembrare un ragazzino solo e sfigatello agli occhi di… Di?
“A proposito, io sono Stiles, piacere di conoscerti.”
“Io sono Alya, piacere mio.”


                    
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