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Autore: sonia1977    27/02/2017    0 recensioni
Piton ancora vivo, Harry e Luna teneri amanti ma non del tutto felici e piccole pazzie che sono frutto di eventi e di un destino crudele quanto bizzarro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood, Severus Piton | Coppie: Harry/Luna
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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La giornata si presentava limpida, il cielo era terso e punteggiato da nuvolette bianche che sembravano ciuffi di panna, Luna osservava dalla finestra il giardino pieno di piante colorare, molti dicevano che era semplicemente un’accozzaglia di fiori, ma secondo lei era un angolo felice e colorato
“Lovegood…Lovegood?” una voce maschile la richiamò indietro dai suoi pensieri
“Severus, dovresti smetterla di chiamarmi Lovegood. Mi chiamo Luna, quante volte te lo devo dire?” domandò inutilmente la ragazza spostandosi dallo stipite della porta finestra, stringendo sempre tra le mani la mug con il tè dentro
“Bevi troppo tè, anche per un’inglese” affermò l’ex docente indicando la tazza con il bastone da passeggio
“Vero, ma quando penso ho bisogno di tè. Tu usi il Whisky incendiario, che è, forse, peggio” replicò sedendosi in poltrona, lanciando un’occhiata all’esterno della grande finestra
“Tornerà, non angustiarti. Potter ha la spiacevole abitudine di sopravvivere” affermò il mago, appoggiando il bastone da passeggio sull’angolo del cammino, e versandosi un dito di alcool ambrato
“Io la trovo un’ottima abitudine, Severus” replicò la voce di Harry divertita, entrambi si girarono verso la fonte delle parole e la figura di Harry, era lì questa volta, non come un ricordo, evanescente, era lì, era tornato
“Harry!” Luna si alzò in piedi e corse verso il ragazzo abbracciandolo
“Mi fa piacere, che sei vivo, ma non aspettarti che salto in piedi per abbracciarti” lo salutò freddamente l’ex professore, Harry rise allegro, scuotendo la testa, solo lui poteva darti il suo bentornato, insultandoti o quasi
“Com’è andata la missione? A tal proposito mi auguro che anche gli ultimi siano finiti sotto terra”. Luna si staccò di mala voglia e si sedette sul divano, Harry si andò a sedere in poltrona
“Sì, si sono fatti uccidere, pur di dimostrare fedeltà a Riddle” rispose Harry
“Ma sono riusciti comunque a colpirti, quello è sangue Potter” replicò indicando il fianco della divisa da Auror
“Sì mi hanno colpito, ma di striscio e niente di mortale o profondo” replicò prontamente il mago, rassicurando Luna che si era già spaventata
“Tu sei l’ultimo Mangiamorte rimasto, e l’unico libero di girare ovviamente”
“Festeggiamo allora” replicò con ironia l’uomo alzandosi e dichiarando che si andrà a fare una passeggiata per contenere la gioia.
Rimasti soli Harry e Luna si baciarono subito, il loro amore segreto e ironico era motivo di felicità per entrambi, Harry dopo la guerra si era sposato con Ginny, ma aveva capito subito che aveva sbagliato, che lo aveva fatto per Ron, per Molly, ma non per se stesso.
Voleva bene a Ginny, ma odiava il suo modo di comportarsi con superiorità nei confronti di chi si era schierato con i Serpeverde o era Serpeverde, Draco era diventato “quello schifoso Mangiarmorte” quando il suo collega era tutto fuorché un Mangiamorte. Intesi non che fosse un ragazzo dolce, comprensivo e premuroso, anzi potendo schiantarti lo faceva tranquillamente, ma in missione era il migliore, secondo solo a lui, e la cosa era riconosciuta anche da Malfoy tanto che una volta gli disse “Potter a Quidditch sono sempre il migliore, ma quando duelli hai tutt’altra grinta e si vede, sei il miglior Auror del corso! Ovviamente guardati alle spalle sfregiato, il secondo sono io!”. Harry sorrise ripensandoci.
“A che pensi?” la voce di Luna lo riportò fra le di lei braccia
“A Draco. E’ un bravo ragazzo dopotutto, certo se non pensi a quel suo caratteraccio e alla evidente puzza sotto il naso è ok!” affermò togliendosi la giacca e gettandola da parte
“Harry, cos’hai? Non credere che sia cieca! È Ginny vero? Che è successo stavolta?” domandò Luna acciambellandosi sul divano. Harry si sedette accanto a lei, e Bastet la loro gatta, si piazzò in mezzo sbucata dal nulla
“Vuole fare una gita sui Pirenei per una settimana: non possiamo vederci. Ha cominciato a sbraitare che non facciamo mai niente insieme, che da quando è nata Lily Luna, si annoia, che vuole giocare a Quidditch, ma ormai è troppo vecchia, nessuna squadra la vuole più schierare, gliel’ho fatto notare con tatto, ma è esplosa come una teiera! Ha detto che penso che sia vecchia e da buttare, che non l’amo più (come se l’avessi mai amata realmente) e via dicendo”. Harry ora la osservava; Luna era brava a nascondere l’emozioni, ma oramai lui aveva imparato a leggere dentro a quel mondo costellato di stravaganze
“So che non vuoi, non voglio nemmeno io! Ti immagini che noia, passeremo la settimana a litigare pure per dove andare a mangiare, poiché ha già detto che vuole andare a mangiare nei migliori ristoranti babbani perché nelle betole come il Paiolo Magico, ci ha mangiato a sufficienza. Ci credi? E il Paiolo fa ma miglior zuppa di pesce di tutto il mondo magico, dopo la tua ovviamente. Ora per Ginny se non ci sono cristalli e argenteria ad attenderla nemmeno si siede a tavola” la voce del ragazzo era diventata un basso ringhio
Luna ascoltò in rigoroso silenzio… sospirò, e gli sorrise
“Va bene! Dai non la puoi lasciare perché farebbe un casino troppo grande e Molly poi non si merita, un trattamento del genere, quella povera donna ti vuole come fosse tua madre, e non direbbe niente se lasciassi Ginevra, ma poi se la ritroverebbe in casa inacidita e rancorosa, ti immagini come potrebbe diventare? Però fammi una promessa Harry, portami qualcosa di carino, una calamita ad esempio, ma soprattutto cerca di divertirti, fallo per i tuoi figli!”
Harry sapeva che non le era andata giù la notizia ma che come sempre la sua dolce pazzerella stava cercando di non farsi vedere da lui né delusa né triste.
Luna si alzò tirandosi dietro Bastet, oltrepassò l’arcata che conduceva dal salotto alla cucina, e arrivata alle scale si bloccò dicendogli “potresti portare un collare parigino a Bastet sarebbe stupenda, non credi con qualcosa di très chic!” sul viso di Harry si accese un sorriso, mentre Luna dava la pappa alla gatta ridendo.
L’idea di far arroventare i pomelli della porta finestra era stata una delle sue migliori idee, l’unica pecca era che in qualsiasi stagione si trovassero gli toccava sempre tornare in giardino per almeno un’ora, ma almeno non si sorbiva quello che succedeva al piano di sopra. Nessuno l’avrebbe disturbato. Severus si sedette sopra ad una panchina tra il sole e l’ombra creata dal salice e si mise a leggere il nuovo trattato sulla radice di valeriana miscelata alla polvere di bezoar. Pensò che secondo lui quei due elementi avrebbero dovuto stare a metri di distanza l’uno dall’altra. Certamente si sarebbe alquanto divertito ad insultare il povero idiota, prese una matita dalla tasca e iniziò a leggere, la matita iniziò a correre da sola sul blocco li vicino, scrivendo tutto quello che il mago diceva o voleva annotare, improperi compresi.
Un mese dopo, quando l’agosto torrido si trasformò nel mite settembre, vide Harry arrivare tramite cammino, cosa insolita per lui, perché egli odiava viaggiare con la metropolvere.
Luna vide la vampata verde e si diresse in salotto, con la sua solita allegria, ma guardando il volto scuro di Harry la sua gioia svanì, con la stessa velocità con cui apparve il di lui sguardo “spiegati subito Potter o tolgo 20 punti a Grifondoro” esclamò ironico e beffardo l’ex docente
“Il ministro vuole che parta in missione: domani mattina! Saremo solo io e Draco” ringhiò, era fuori di sé, si era dannato per il mese passato a fare turni ad ogni ora, per avere 4 giorni da passare con Luna e Severus e ora il Ministero e il Ministro in persona non solo gli negava le ferie ma lo mandava in missione
“Sono i dissidenti Mangiamorte?” gli chiesero entrambi i maghi quasi in coro
“No, sono solo fanatici, Severus. Magari fossero i Mangiamorte, da quelli so che aspettarmi, ma da questa gente, non lo sappiamo, per questo andiamo solo io e Malfoy”
“Quelli vogliono la tua morte!” esclamò convinta Luna, Harry annuì
“Sì, infatti. È per questo che Malfoy sta ancora urlando contro il Ministro, perché è un’idiota senza cervello, che non capisce che se mi spedisce lì avremmo l’eroe del mondo magico rinchiuso in una tabacchiera se va bene! Insomma un modo carino di Malfoy per dirmi che lui tornerebbe malconcio ma io sicuramente incenerito”
“Draco, ha ragione. Potter… prima o poi ti ammazzeranno se continuano a spedirti ovunque in missione nel mondo babbano e non. Ci parlo io non Shacklebolt, questa volta mi sente” si alzò per andare al Ministero
“No, Severus, lascia perdere, lo sai che quando Shacklebolt si mette in testa qualcosa non c’è nessuno che possa fargli cambiare idea. Andrò e me la caverò come al solito”
“Abbiamo solo stasera. Che vogliamo fare? E prima di dirmi di andare a casa, vi ricordo che i miei figli se ne stanno beatamente a fare casini ad Hogwarts. So che James ha fatto esplodere una ventina di caccabombe nella sala comune dei Serpeverde, mentre Albus usciva, lui entrava”. Harry sembrava orgoglioso di questa bravata dei propri pargoli; Severus strinse gli occhi, la bocca contratta come per togliere mentalmente punti, Harry rise
“Ti riesce semplice decurtare punti ai Grifondoro, anche se lontano dal castello vero?!?” Severus sorrise e annuì
“La cosa più semplice del mondo Potter… lo hanno preso?” chiese
“No. Ma lo ha raccontato a me e a Ron, speriamo solo che Hermione e Ginny non lo scoprano. George, ha detto che è orgoglioso dei nipoti! E comunque anche l’erede Malfoy è come James, sappilo!”
Luna sorrise.
“Voi due non cambierete mai, e questo è un bene” e scivolò in cucina, lasciando ondeggiare quei suoi capelli biondi, graziosamente inanellati
“Luna che prepari?” chiese Harry affacciandosi alla cucina mentre la giovane donna metteva sul fuoco il bollitore per il tè e un pentola piena di qualcosa a lui sconosciuta.
“Vedrai ti piacerà!” mormorò, mentre Potter tornava in salotto
“Severus ti devo chiedere un favore, è solo un favore, non è un ordine o altro sei libero di fare quello che vuoi” il mago alzò lo sguardo dal libro e corrugò la fronte, è vero era libero di fare le sue scelte, poteva addirittura lasciare la casa della Lovegood. Stava bene con Luna e lui sapeva che ella apprezzava la sua compagnia e poi la sua casa a Spinner’s End non esisteva più. Ad Hogwarts non poteva tornare e quella che un tempo era una timida e stralunata ragazzina di Corvonero, si era trasformata in una strega piena di risolse capace di capirlo e comprenderlo e già questo bastava per lasciarlo perplesso
“Dimmi Potter, che dovrei fare?” chiese per aggiugnere subito dopo “ah non serve sottolineare che non mi stai dando degli ordini…non sono ritardato, solo parzialmente zoppo”, Harry sorrise
“Ti devi occupare di Luna. Se non dovessi tornare uno di questi giorni, non questa volta nello specifico, magari la prossima, devi rimanere con lei, ed essere certo che non faccia stupidaggini”. Severus guardò il ragazzo che aveva di fronte e rivide nei suoi occhi la stessa luce che animava e infervorava di passione i suoi quando egli pensava a Lily. Harry amava chiaramente e profondamente Luna
“Lo farò ben volentieri, la signorina Lovegood è una ragazza forte e generosa, mi ha aiutato molto lo sai e se dovessi morire, Merlino e Salazar non lo vogliano, mi accerterò che non le succeda nulla”. Harry gli sorrise, grato, era più di quello che si aspettava
Severus aveva passato la vita ad eseguire ordini, ma questo lo prese veramente solo per un favore, una richiesta di un amico, perché per quanto ancora litigavano come a scuola, si insultano e si facevano dispetti tra di loro, erano diventati ottimi amici e si rispettavano…tranne durante le partite di Quidditch o quando si tratta di discutere di pozioni; li entrambi davano il meglio di loro e nessuno dei due retrocedeva nemmeno di un passo sulle proprie convinzioni e in fin dei conti, la cosa divertiva da matti entrambi ed andava decisamente bene così.
Pranzarono insieme, Luna aveva preparato uno stufato di selvaggina ottimo, da leccare il piatto e da richiedere numerosi bis. Severus aveva preso del vino rosso e appena dopo pranzo il mago andò ad Hogwarts, di nascosto, per prendere un libro in prestito e bere il tè con la Preside.
Harry e Luna rimasero soli e passarono il tempo insieme.
Alle nove di sera dopo aver cenato, davanti al cammino con la sua divisa da Auror nera, Harry lì guardò entrambi
“Luna, ti prometto che se torno vivo mi trasferisco a vivere qui, per sempre!” la ragazza gli sorrise, fino a quando il mago al suo fianco con le diede una botta con il bastone e allora lo baciò
“Severus, grazie, grazie di tutto” si strinsero la mano, l’aria era stranamente gelida quella sera, forse perché tutti aveva paura di qualcosa di indefinito, Harry entrò nel cammino e scomparve tra le verdi fiamme.
Dopo due mesi dalla scomparsa di Harry, Severus era riuscito a far tornare in sé Luna, non aveva mai tentato di uccidersi, ma si era scagliata contro Ginevra, che faceva la vittima della situazione, la povera vedova inconsolabile dell’eroe del Mondo Magico.
C’era voluta tutta la sua pazienza e quella di Molly per non schiantare Ginny e l’unica volta che si erano incontrati, aveva dovuto trattenere anche Draco, che era tornato senza una parte del fianco ma era tornato, nessuno era riuscito a trattenere la di lui collera solo Ronald Weasley, chiamato d’urgenza, ci riuscì poiché era l’unico a sapere tutto quello che agli altri era stato celato, volutamente occultato.
“Severus posso parlarti?” la voce di Luna in quel freddo fine novembre lo riscosse dai suoi pensieri
“Certamente cara” si sistemò meglio, cercando di non gravare sulla gamba che gli faceva sempre male, ancor di più quando il clima si faceva così rigido
“Sono incinta”. La prima cosa che pensò fu allegria però invece disse
“Lo so. La tua aura magica è cambiata una settimana fa. Cosa vuoi fare?” domandò seraficamente
“Mi sposeresti?” chiese guardandolo con quegli occhi azzurri limpidi e sinceri non lo stava prendendo in giro
“Sei impazzita? Non sono Potter!”
“Lo so che non sei lui. Però visto che terrò questo bambino qualsiasi cosa succeda, volevo sapere se potevi stare al mio fianco; mi fido di te e potresti essere un ottimo padre. Non sottovalutarti, Severus, ma se ti disgusto o più semplicemente non ti piaccio lo accetto. Lo faccio per il bimbo e per evitare che mi venga tolto” affermò
“Sei la madre, non possono togliertelo” ringhiò l’uomo che poteva essere tranquillamente il nonno del nascituro altro che il padre, uno zio tuttalpiù; però soppesò le parole della giovane donna e la sola idea che potessero toglierle il figlio lo fece imbestialire; sul fatto che lui potesse essere un ottimo padre, beh era un’affermazione discutibile e tutta da verificarsi.
“Per assurdo, la legge magica potrebbe essere dalla parte di Ginevra. Fidati con la scusa della vedovanza, dei fratelli e sicuramente della miglior stabilità economica e della parentela di sangue potrebbe portarmi via l’unico legame che ho con Harry” replicò
Il mago socchiuse gli occhi; dopotutto era la verità. Le leggi magiche erano più conservatrici e vetuste di quelle babbane e visto che Ginevra conosceva la relazione nata fra Luna e Harry, non potendola osteggiare pubblicamente visto il ruolo di eroe del marito, si sarebbe vendicata ora, con gli interessi, facendo soffrire Luna… portandole via quella creatura che stava crescendo nel suo grembo.
“Ti rendi conto del casino in cui ti vai a cacciare?” chiese osservandola con fare torvo e preoccupato
“Quale casino? Sono tre anni che vivi qui e non puoi dire che in qualche modo non ci piacciamo. Ci rispettiamo, cosa possiamo chiedere di più, io sono una svitata che vive nel peccato e tu un reietto; l’unica cosa che possiamo fare per il figlio di Harry e cercare di farlo crescere nel miglior modo possibile. Sarà lui a scrollarsi di dosso la nomea di figlio di due disgraziati” lo affermò con la stessa semplicità con cui rispondeva in classe alle sue domande da ragazzina, con quell’aria tranquilla e serena come se nulla la toccasse, ma lui la vedeva la ferita che le straziava ora il cuore e la mente. Certo Luna diceva che si era chiusa, ma era sempre viva e presente e dannatamente dolorosa, come quella che lui sentiva ancora ardere nel petto per la sua Lily.
“Quando Harry mi chiese di occuparmi di te, nel caso fosse morto sul campo, non pensavo saremmo arrivati a questo” mormorò in direzione della unica figlia di Xenophilius Lovegood
“Non sei obbligato, è un favore che ti chiedo, forse è troppo, ma è un favore, e non è un ordine” replicò Luna prendendogli le mani come a voler imprimere meglio il concetto
“Lo so, che non è un ordine, dovreste piantarla di dirmelo, so riconoscere un ordine che viene impartito” replicò con stizza l’uomo “in questo sei come lui, puntiglioso e testardo”
“Va bene, Luna. Facciamo un’altra pazzia. La mia vita è stata piena di pazzie, magari sposare una mia ex studentessa non sarà la peggiore. Ma infilati in testa che l’infuso di radigorda continuerà a farmi schifo, qualsiasi cosa tu dica o faccia” Luna scoppiò a ridere e la sua risata risuonava nella stanza allegramente, come non sentiva più da troppi mesi
“Va bene, vorrà dire che non ti farò il mio infuso preferito”, si avvicinò al viso del mago e depositò un bacio sulla di lui matura guancia
“Grazie Severus, per tutto quello che stai decidendo di fare e che farai” e sparì volteggiando verso la cucina canticchiando, per riapparire all’ora di cena trattenendo fra le mani un paiolo di zuppa di pimpli d’acqua dolce, comunemente conosciuta come zuppa di calamari.
Il 2 maggio nacque una bambina e la chiamarono Elisabeth Snape, la sfortuna volle che fosse lampante di chi era figlia, un paio di occhi color giada, erano un regalo cromosomico che Severus non poteva di certo averle fatto. Nessuno mai provò a portar via loro Elisabeth e di questo dovettero ringraziare il sano terrore che il cognome Snape incuteva ancora a chi che sia, e in parte anche a Draco che utilizzò tutta l’influenza dei Malfoy, riabilitati come casata grazie al suo alacre impegno sul lavoro che impedì a Ginninevra Weasley fu Potter, di vendicarsi. Il quasi albino Auror le disse che qualsiasi tentativo avesse fatto per prendersi Liz sarebbe finito con la certa reclusione nel reparto per malattie mentali del San Mungo e la conseguente crescita dei suoi tre figli da parte di un Mangiarmorte.
Di Ginevra non sentirono mai più parlare, ma guai e malefatte dei figli di Harry furono ampliamente documentate da Minerva in lunghe e divertenti lettere, delle volte autografate dagli stessi ragazzi, poiché conoscevano per fama, grazie ai racconti di Harry, l’austero professore di Pozioni e quella zia stravagante e in qualche modo fatata.
Nella villa costruita su una collina nei pressi di Ottery St Catchpole Luna e Severus vissero un vita tranquilla ed allegra, grazie alla semplicità della donna e all’ottimismo che sprizzava da ogni poro della pelle della piccola Elisabeth. Severus Snape anche lui si dimostrò una persona semplice ed amorevole, un buon padre, ma questo non mi è dato raccontarlo.
  
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