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Autore: Mardy Paranoica    27/02/2017    4 recensioni
Dopo la Civil War il Capitano Rogers ha preso la sua decisione ed è andato via, lasciando il suo inseparabile scudo in quella che era ormai solito chiamare casa.
Tony Stark è deluso, amareggiato, si sente incredibilmente abbandonato e non riesce a capacitarsi che quello che credeva un essere puro come Steve gli avesse inflitto tutto quel male.
Non riesce più a dormire, non mangia più, fa fatica anche a respirare.
Dall'altra parte del mondo per Cap è impossibile togliersi dalla testa il modo in cui Tony gli parlava, il suo portamento affascinante, l'espressione serena che aveva mentre dormiva.
Pensava di poterlo capire, di riuscirlo a comprendere ma in realtà aveva fallito ed era scappato, come un codardo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il blu oltremare dei tuoi occhi e la mia anima assiderata

 

Da quando Steve era andato via le cose erano irrimediabilmente cambiate. 
Tony continuava a non capacitarsi di quanto fosse stato stupido a credere nei valori di Capitan America quando in realtà si era rivelato solamente un ragazzino egoista.  
Aveva messo davanti a tutto, alla sicurezza dei civili e all'integrità di quella che non era solo una squadra ma era una famiglia, l'amore per un nostalgico ricordo. 
Un uomo che era stato il suo migliore amico e ora non ricordava nemmeno come si chiamasse. Un uomo che probabilmente Steve aveva sempre considerato più di un semplice amico e diverso da un fratello a cui probabilmente aveva pensato per tutto il tempo in cui stava con lui. 
Sì, perché si era fatto stregare da quegli occhi azzurri tanto ingenui anche lui, il restio Tony Stark.  
L'uomo che non amava legarsi a nessuno che non fosse se stesso aveva provato per il capitano un sentimento che gli aveva lacerato le interiora. 
Il fuoco che gli bruciava dentro aveva fiamme troppo alte per essere ignorate e non poteva essere spento da niente. L'alcol che aveva ricominciato a mandare giù a fiumi non faceva altro che corrodergli la gola e alimentare quell'incendio che gli bruciava l'anima. 
Era perso e sentiva di esserlo per sempre. 
Il pensiero costante che quelle braccia possenti che l'avevano stretto così tante volte ora stringevano qualcun altro, che quelle labbra così morbide ora si posavano su altre labbra, che quei respiri affannosi e quei gemiti sommessi ora fossero intimi di qualcun altro lo uccideva. 
Gli toglieva il sonno, gli toglieva la fame, gli toglieva anche il respiro. 
Per quanto tutti facessero finta di niente nessuno ignorava quello che stava passando Tony Stark: vedevano le sue occhiaie violastre, vedevano i cocci di bicchieri spaccati, vedevano la disperazione nelle sue iridi che non erano mai state tanto scure. 
E il rancore, la rabbia, la delusione. 
Steve gli aveva preso il cuore e lo aveva disintegrato con le sue stesse mani. Tony arrivò al punto che avrebbe desiderato morire piuttosto che continuare a vivere così o semplicemente, più egoisticamente, aveva desiderato che Cap – quello che era stato il "suo" Cap – non fosse mai stato ritrovato e non fosse mai entrato nella sua maledettissima vita. 
Tony continuava a non capacitarsi di quanto fosse stato stupido a credere che Steve Rogers e i suoi assiderati occhi azzurri non fossero in grado di mentire. 
Pensava che non sarebbe stato in grado di nascondere niente dietro quegli specchi d'acqua e invece l'ingenuo era stato lui. Era stato ingannato, derubato, abbandonato. 
Fissava l'ultima cosa che gli restava di Steve Rogers, il suo scudo in vibranio, ma non lo stava davvero guardando. Le pupille strette nella penombra di quella stanza erano scollegate dal cervello che annegava nell'ennesimo bicchiere amaro di whisky , non riportano nessuna informazione, guardavano il vuoto senza che ci fosse bisogno di una reale spiegazione. 
E' che ormai Tony Stark vedeva il vuoto ovunque guardasse, era circondato da una voragine di oscurità e non stava nemmeno provando a scalare per risalire a vedere la luce. Voleva staccarsi da ciò che ancora lo reggeva al bordo dell'oblio e precipitarci dentro così da porre fine a quell'inutile turbinio malato di pensieri sconnessi che si agitavano nella testa che vorticava. 

 

 


 
Da quando Steve era andato via le cose erano irrimediabilmente cambiate. 
Gli accordi di Sokovia erano stati un drammatico pretesto per capire cosa volesse dalla sua vita o perlomeno da quello che gli era rimasto. 
Aveva scelto il Soldato d'Inverno perché era troppo ossessionato dal passato. 
Tutto quello che faceva aveva un rimando al suo tempo, quello dal quale era stato brutalmente strappato via e ogni notte, quando chiudeva gli occhi, non aveva mai smesso di vedere il suo più intimo amico scivolare tra i ghiacci urlando il suo nome. 
Straziante, logorante, impossibile da sopportare per un solo uomo. 
Steve non si sarebbe mai abituato al futuro, non voleva nemmeno farlo. Odiava quel tempo e se solo ne fosse stato capace avrebbe voluto porre fine alle sue inutili giornate. 
Il mondo non aveva più bisogno di lui, c'erano così tante persone che avrebbero potuto sostituirlo.  
Come Iron Man, per esempio. 
Già, Iron Man, nonché Tony Stark. La persona più egocentrica, prepotente, saccente, egoista che avesse mai conosciuto. 
L'unica persona in grado di riuscire a farlo innervosire per qualsiasi cosa, l'unico uomo con l'eccezionale potere di istigarlo all'omicidio e probabilmente anche una delle uniche persone che aveva amato. 
Si ricordava a prima volta che l'aveva visto come se fosse stato solamente qualche ora prima: era fastidioso e irriverentemente elegante. Non aveva idea di coome si sarebbe dovuto comportare con lui per il suo essere sempre sfacciatamente invadente e flirtare costantemente con lui. 
Pensava lo facesse per scherno, per divertimento ma non ci mise molto a capire che fosse reale più di quanto avesse mai creduto. 
Era reale cosi come lo erano entrambi e per qualche strana legge dell'universo sembravano fatti l'uno per l'altro. 
Finché  James era riapparso, allora le cose erano cambiate e qualcosa si era irrimediabilmente spezzato. 
Tony ci aveva provato a convincerlo a restare, a sistemare le cose ma Steve era stato impulsivo, non aveva riflettuto, si era abbandonato al vento contrario. 
Pensava a Tony, al suo carisma, al magnetismo dei suoi occhi che lo tenevano incollato a lui, era elettrico, era una colonna portante della sua vita e tutti lo sapevano. 
Era saperlo addormentato al suo fianco che scacciava i demoni dai suoi incubi, era la sua postura scomposta, il suo braccio caldo che gli cingeva la vita.  
Il respiro irregolare e il letto illuminato dalla fioca luce azzurra che proveniva dal reattore incastonato nel suo petto. 
Era di un fascino disarmante, ogni volta che camminava dentro una stanza tutte le donne si giravano ad ammirarlo, tutti gli uomini volevano parlare con lui. 
Era una sorta di ibrido tra l'uomo e l'ego che non riusciva a contenere e forse nemmeno ci provava. 
Steve era sempre stato combattuto nel pensare che fosse dilaniato dalla scelta di essere una brava persona o cogliere tutte le occasioni che la vita aveva da offrire ad un uomo brillante come lui. Qualsiasi tipo di occasione. 
E in quache modo, nonostante spesso non riusciva a sopportarlo, Steve lo capiva. 
Aveva provato a capirlo ma non ci era riuscito, si era arreso troppo in fretta. 
Era andato via, l'aveva abbandonato a se stesso e sapeva quanto quello fosse pericoloso. Immaginava già le sue occhiaie, le rughe appena accentuate sul suo volto stanco e si sentiva male, terribilmente colpevole di quello che aveva fatto. Non era stato sensato, era stato uno stupido capriccio che veniva da tempi passati, non era stato in grado di sistemare le cose nel presente. 
Come poteva pretendere di sistemare le cose nel passato? 
Conosceva gli Stark troppo bene, gli avrebbe portato rancore per sempre e lui non avrebbe mai avuto il coraggio di tornare indietro. Tutti sono obbligati a pagare i propri sbagli. 
Eppure l'aveva amato, nemmeno per un giorno aveva finto niente, nemmeno per un secondo aveva dubitato di quel sentimento. L'aveva amato con tutto se stesso. 
Eppure non avrebbe mai smesso. 

   
 
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