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Autore: LorasWeasley    27/02/2017    5 recensioni
AU [solangelo]
"-Nessun ragazzo etero e single rifiuterebbe mai una ragazza del genere, non in una discoteca. Quindi … Mi hai confermato di essere single, ma non mi sembri per niente etero, tu che dici Will?
Quanto poteva essere sexy il suo nome che usciva dalle sue labbra con quel sospiro roco?
Improvvisamente si sentì i jeans decisamente troppo stretti.
Fu alquanto imbarazzante. Lo divenne ancora di più quando se ne rese conto anche il ragazzo.
Una sua mano arrivò con delicatezza e prontezza all’altezza del suo cavallo dei pantaloni, Will sussultò e il ragazzo sghignazzò.
-Se vuoi posso darti una mano per questo tuo problemino, in effetti è un po’ colpa mia se adesso sei in questa condizione, no?
Non aspettò neanche una sua risposta che l’aveva già afferrato per un polso e trascinato in bagno.
-Ah, per quando urlerai il mio nome, mi chiamo Nico."
Genere: Fluff, Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parte4

-Perché ti comporti così!?
L’urlo di Will mentre lo inseguiva, dopo che Nico, tutto rosso per la rabbia, l’aveva mandato al diavolo.
-Perché tu ti comporti così!?- Fu la risposta di Nico mentre si girava a fronteggiarlo nuovamente.
Will aprì la bocca per rispondere, ma Nico non glielo permise battendolo sul tempo.
-Te l’avevo detto che non l’avrei mai fatto! E a te andava più che bene! Cosa è cambiato adesso? COSA? Hai fatto abbastanza ricerche da capire che è bello essere famosi? Vuoi diventare popolare? Bè sappi che non ha niente di bello! NIENTE!
Will boccheggiò incredulo –Non voglio la popolarità…- sussurrò.
-Davvero? Perché a me sembra tutto il contrario viste le pressioni che continui a farmi. Guarda che non è una novità per me, sai? Sono circondato dalle persone che mi vogliono solo usare.
L’ultima frase gli uscì con un tono così sprezzante che ferì Will nel profondo.
Ma il biondo non si fece intimidire e cercando di non far vedere quanto in realtà fosse deluso e triste, strinse le labbra e rispose gelido –Sai qual è la verità? La verità è che io ci tengo a te, mi sono legato più di quanto avrei dovuto. Fin dal primo giorno che ci siamo visti mi ero detto che questa storia, anche se non ho neanche capito se fosse una vera storia, non poteva andare avanti. Volevo chiudere la cosa quando sei venuto a casa mia, ma poi… Oh mie Dei, tu mi mandi in manicomio! Non hai idea di quello che riesci a farmi, sei così… così… indescrivibile. Mi piaci per quello che sei davvero e non per quello che vedono gli altri. Amo quando giochi a calcio non perché tu faccia vincere i Chicago Fire, ma per la luce nei tuoi occhi.
Si fermò per riprendere fiato, non aveva fatto neanche una pausa.
-E ti giuro potrei continuare all’infinito, ma ho già distrutto la mia dignità- sussurrò infine –Quindi bè, se vuoi continuare così fa pure, sappiamo entrambi che non sei felice ma non so più che fare. Ti auguro tutto il bene.
Si girò e fece per andarsene, ma si bloccò quando sentì la voce triste del moro affermare –Mi stai abbandonando.
Will tentennò un po’, poi riuscì a rispondere con voce neutra –Non sono masochista, non posso continuare questa cosa. Mi sono innamorato di te e tu… Tu mi vedi solo come una valvola di sfogo e una distrazione per avere anche solo un minimo di vita normale. Addio Nico.
Riprese la sua strada, quando fu fermato per la seconda volta da quella voce aveva già percorso qualche metro.
Nico semplicemente disse il suo nome.
Will si girò a fissarlo, per un attimo sperò che Nico corresse da lui, gli dicesse che lo amava e che non gli interessava nulla di quello che pensava il resto del mondo. E che il tutto si concludesse con un bacio, esattamente come uno dei più classici film d’amore.
Ma Nico aveva uno sguardo gelido, come se niente di tutto quello l’avesse anche solo scalfito. Con un tono ancora più freddo infine disse –Non osare dirlo a nessuno.
Ovviamente non ci fu bisogno di spiegare che si stava riferendo alla sua omosessualità.
-Non preoccuparti- Will fece un sorriso amaro –Io non sono così stronzo.
E calcando l”’io” ad entrambi fu chiaro che quella era decisamente una frecciatina.
 
Le giornate passarono e la primavera divenne sempre più calda.
Il campionato di calcio era ormai alla fine e Nico si allenava il doppio, certe volte anche il triplo.
Mentre Will era pieno di esami all’università e ormai le sue giornate erano fatte solo di studio.
Entrambi quindi tenevano sempre la mente occupata per non pensare a tutto quello che era successo.
Perché anche se poteva sembrare una storia passeggera quella che c’era stata tra i due ragazzi, aveva scosso entrambi e no, non si poteva definire una storia come tutte le altre.
 
Will e Cecil erano seduti a uno dei tavolini del bar, il primo stava bevendo il suo cappuccino, il secondo stava leggendo il giornale. Quando lo alzò Will notò l’enorme foto che spiccava in prima pagina.
Strinse la prese sulla tazza e distolse lo sguardo –Potresti riabbassare il giornale?- domandò velocemente e scorbutico –Per favore- aggiunse infine.
Cecil corrugò la fronte non capendo, ma quando girò il giornale e vide la foto di Nico che tirava un rigore li in prima pagina sospirò e chiuse il giornale.
-Sai?- Disse sporgendosi sul tavolo –Penso che tu ti sia comportato davvero male con lui.
Will strabuzzò gli occhi –Io!?
Cecil annuì –Non potevi pretendere che facesse coming out per te. Inoltre, aveva detto che gli piacevi perché ti eri interessato a lui come persona e non perché fosse un giocatore di fama mondiale. E adesso gli chiedi praticamente di farti diventare il centro dei pettegolezzi di tutti? Non è stato molto carino da parte tua.
Will bocheggiò incredulo –Ma… Non capisci. Io volevo che lo facesse perché non era felice. Ogni volta che doveva nascondersi davanti alle telecamere qualcosa dentro di lui si spezzava, lo vedevo. Volevo solo che fosse felice e libero di essere ciò che era.
Cecil fece una risata che sembrò molto uno sbuffo –E pensi che adesso sia felice?
Will aprì la bocca per dire qualcosa, una qualsiasi cosa, ma non riuscì ad articolare neanche una sillaba.
Cecil continuò, con voce ferma e con una serietà che Will non gli aveva mai visto.
-Sai cosa ha fatto in queste ultime settimane?
Il biondo scosse impercettibilmente la testa.
-Ha fatto vincere alla sua squadra tutte le partite del campionato, ormai nessuno riesce a batterli. Ha dato tutto se stesso per il calcio, si sta praticamente uccidendo negli allenamenti. Ha fatto solo questo e basta. Dimmi, ti sembra felice?
Will distolse lo sguardo –Da quando sei diventato così saggio, Cecil?
-Sto solo cercando di far capire al mio migliore amico che ha fatto il più grande sbaglio della sua vita, ma ti prego, aggiusta la cosa in fretta che mi sento davvero a disagio in questi panni.
Will riuscì ad abbozzare una risata –Quindi che mi consigli di fare adesso?
Cecil sorrise –Domani andremo insieme a vedere l’ultima partita del campionato. E dopo che vinceranno, perché vinceranno, troveremo un modo per fartelo incontrare, devi pur fargli i tuoi complimenti, no?- E fece un occhiolino.
Will si accasciò contro la sedia –Domani? Ultima partita del campionato? Non troveremo mai i biglietti.
Ma Cecil lo liquidò sventolando una mano in aria –Hai così poca fede nelle mie capacità!- e afferrando il cellulare iniziò subito a lavorare.
 
Nico e Jason si stavano riscaldando per l’allenamento. L’ultimo allenamento di quella stagione calcistica.
Stavano facendo stretching: corsa lenta intorno al campo.
Erano in silenzio per non sprecare energie inutili, quando Jason chiese di punto in bianco –Cosa ti sta succedendo Nico?
Nico corrugò la fronte –In che senso?
-Non lo so… sei strano da un paio di settimane. Ti comporti come quando avevi una cotta per Percy.
Dopo quell’ultima frase a Nico venne quasi un infarto, inciampò sui suoi stessi piedi e rotolò a terra.
Jason iniziò a ridere e si fermò al suo fianco –Tutto okay?
Ma Nico era ancora troppo shoccato per formulare una frase di senso compiuto –Tu… Tu sai… come…
-Della tua cotta per Percy? Bè era abbastanza evidente…
-Sai… che… a me… a me piacciono…
-Che ti piacciono i ragazzi?- Alzò le spalle –Bè si.
-E non… Non pensi che sia un problema?
Jason alzò nuovamente le spalle –Perché dovrebbe? Non hai mai tentato di stuprarmi in doccia.
Nico sbuffò e distolse lo sguardo mentre borbottava –Non lo farei mai.
-Appunto!- Jason sorrise –Guarda che sei nostro amico e non ci interessa con chi te la fai, se maschio o femmina. L’unica cosa importante è che vinciamo, no?
A quell’ultima frase aprì ancora di più il suo sorriso e gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Ripresero a correre mentre Jason chiedeva di nuovo spiegazioni –Allora? Che è successo?
Nico sospirò, ma alla fine gli raccontò tutto, perché era pur sempre il suo migliore amico e aveva bisogno di un commento esterno.
-C’è questo ragazzo che… ho conosciuto un paio di settimane fa.
Fece una pausa e Jason non disse nulla, rispettava i suoi tempi e voleva sentire tutto prima di commentare.
-Si chiama Will e bè, quando l’ho avvicinato pensavo che sarebbe stata una delle mie tante scopate. Ma poi… lui mi guardava come non mi aveva mai guardato nessuno e continuava a cercarmi nonostante non avesse la più pallida idea di chi fossi.
Jason corrugò la fronte e decise di dimenticare quello che si era detto e interrompere comunque l’amico per fare una domanda –Come faceva a non sapere chi fossi? Tutti ti conoscono!
Nico abbozzò un sorriso –Si lo so, è un tipo… particolare. Dovevi vedere la sua faccia quando l’ha scoperto. E’ stato esilarante.- E allargò ancora di più il suo sorriso.
Jason lo fissò quasi incredulo –Insomma ti piace.
-Diciamo che me ne sono completamente innamorato.
Quella frase gli uscì come un borbottio imbarazzato, mentre le guancie gli diventavano rossissime e distogliendo lo sguardo rischiò nuovamente di inciampare e cadere.
-E poi che è successo?- Domandò Jason sempre più curioso.
Nico gli lanciò uno sguardo tagliente –La compagnia di Piper non ti fa bene. Comunque… Continuava a dirmi che dovevo essere libero di esprimere ciò che ero, senza aver paura del giudizio altrui. Insomma voleva che facessi coming out e un giorno gli ho urlato contro cose che so bene non essere vere, ma che nella foga del momento… Bè, sai come si diventa quando si è arrabbiati, no? E lui, alla fine, mi ha detto di essere innamorato di me e che non poteva più sopportare che lo usassi solo come… una valvola d sfogo.- L’ultima parte fu meno di un sussurro.
-E l’hai lasciato andare!?- Domandò Jason con un urlo sconvolto che avrebbe reso fiera Piper… Forse.
-Che avrei dovuto fare??- Rispose a tono Nico con un cipiglio severo.
Jason fece per rispondere ma il moro non scoprì mai cosa avrebbe voluto dirgli perché il loro allenatore li richiamò al centro del campo per iniziare il vero e ultimo allenamento della stagione.
 
-Non ci credo che sei riuscito a prendere questi posti!- Esclamò Will davvero ammirato guardandosi intorno.
Erano praticamente i posti migliore della tribuna, al centro, dove potevi vedere tutto senza problemi.
-E’ la tua prima partita e dovevi avere obbligatoriamente i posti migliori.
Will iniziò a preoccuparsi –Ma come hai fatto? Non è che sei entrato in un brutto giro vero?
Cecil rise come se avesse detto la miglior battuta del mondo, rise con le lacrime.
Quando si calmò riuscì ad articolare –Ma cosa vai a pensare!- Altra risata –Li ho semplicemente scambiati con la maglietta che Nico mi aveva autografato.
Will sbarrò gli occhi –Ma ci tenevi così tanto.
Cecil alzò le spalle –Conto sul fatto che tornerete insieme e me ne farai avere un’altra.
Will scosse la testa e borbottò un semplice –Idiota.
Alla fine il biondo dovette ammettere che non era stata poi così brutta come partita. Certo, forse il fatto che in campo fosse presente una determinata persona aveva un po’ influenzato le cose.
Aveva passato tutto il suo tempo cercando di capire come si giocava e da che parte dovevano segnare, anche se gli esulti e le imprecazioni del suo migliore amico erano abbastanza chiare, l’altra metà del tempo l’aveva passata senza staccare gli occhi dal moretto dark che continuava a sfrecciare per il campo velocissimo, pensando a come avrebbe potuto iniziare un minimo di discorso e facendosi mille complessi mentali.
Mancavano solo pochissimi minuti dal fischio finale, era la partita che avrebbe deciso tutto e stavano 2-2, i due goal dei Chicago Fire li avevano segnati Jason e Percy.
Erano tutti in piedi negli spalti, soffrendo per l’ansia mentre i minuti scorrevano.
Cecil lanciò un’imprecazione e commentò –Sono dei bastardi, hanno capito tutto e lo marcano da ogni lato, non riesce neanche a muoversi.
Will non era certo di cosa volesse dire “lo marcano da ogni lato”, ma andando a intuito chiese –Nico?
-Esatto- rispose l’amico sempre concentrato sulla partita –Invece di guardare solo lui guarda in quanti lo accerchiano ogni volta che tenta anche solo di avvicinarsi alla palla. Sanno che è il migliore e lo vogliono tenere lontano. E quel cazzo di arbitro non gli ha fischiato neanche un fallo!
E iniziò a bestemmiare contro quella povera persona che cercava solo di fare il suo lavoro.
Anche Nico aveva ormai capito che non gli permettevano più di giocare. Ma avrebbe vinto lui, era la sua ultima partita del campionato ed era abbastanza orgoglioso, non si sarebbe fatto mettere nell’angolo da nessuno di loro.
Più risoluto che mai, quando ormai mancavano pochissimi secondi del recupero, riuscì a fare una perfetta finta e si liberò momentaneamente dei ragazzi che lo avevano accerchiato.
Jason gli passò subito la palla, erano in prossimità della porta.
Nico prese potenza e calciò con tutta la sua forza.
Tutto lo stadio rimase con il fiato sospeso per mezzo secondo, attimo che sembrò durare un’eternità.
Ogni singola persona di la dentro stava seguendo con lo sguardo la palla che volava in aria in una traiettoria perfetta.
Tutti tranne Will, lui non aveva staccato gli occhi dal ragazzo che aveva calciato e il suo urlo disperato si perse in mezzo a tutte le altre esaltazioni delle persone che lo circondavano.
Nico aveva segnato e i tre fischi finali avevano decretato la conclusione della partita con la loro vittoria e la vincita del campionato.
Tutti stavano esultando negli spalti, la gente urlava e cantava, Cecil era finito in piedi sopra il suo posto sventolando la sciarpa con il logo della squadra.
Mentre Will… Lui si era sporto oltre la ringhiera, una mano sulla bocca e lo sguardo terrorizzato a fissare un punto preciso del campo.
Pian piano poi se ne accorsero tutti, per i primi i giocatori del Chicago Fire, i ragazzi avevano esultato e iniziato a correre per il campo quando avevano visto la palla centrare la rete, poi fecero per correre tutti verso Nico, magari per abbracciarlo e farlo volare in aria e per fargli tenere in mano la coppa del campionato. Perché era lui il primo che avrebbe dovuta tenerla.
Ma la scena che gli si presentò davanti era abbastanza diversa.
Poi iniziarono ad accorgersene anche gli spettatori, pian piano le urla e le ovazioni si spensero lasciando solo un leggero brusio.
-Che è successo?- Domandò Cecil non capendo scendendo dal suo posto a sedere, vedeva solo una grande folla radunata in un impreciso punto del campo, se non sbagliava a terra erano inginocchiati Jason e Percy, ma non capiva cosa stessero guardando.
Will sembrava sotto shock, senza staccare gli occhi da quella scena si limitò a rilasciare l’aria che ancora tratteneva e dire semplicemente –Gli ha spezzato il piede.
E, prima che Cecil potesse chiedere nuovi chiarimenti, nel mega schermo spuntarono le immagini in diretta, anche se non riuscivano a sentire le voci.
C’era Nico steso a terra, immobile, le mani in faccia per coprirsi mentre con le dita stringeva forte i capelli, si vedeva benissimo che stava respirando velocemente e che si mordeva le labbra quasi a sangue.
Jason stava cercando di confortarlo in qualche modo e Percy continuava a urlare contro qualcuno di non ben identificato, non sentendo cosa stessero dicendo non fu mai ben chiaro se stava urlando per chiedere aiuto e far arrivare i medici il più in fretta possibile o stesse urlando imprecazioni contro chiunque avesse fatto quello.
In ogni caso i medici arrivarono abbastanza velocemente, tutti i ragazzi della squadra si fecero da parte, la telecamera li inquadrò per un secondo, erano tutti molto preoccupati e il ricordo della vittoria e della coppa appena vinta ormai lontana.
E poi tornarono a inquadrare Nico.
Will vide benissimo come quando i medici lo alzarono da terra per poggiarlo sulla barella questo urlò di dolore. Le mani gli erano cadute oltre i bordi, come se fosse totalmente stremato. Ma non poté non notare il luccichio agli angoli degli occhi.
E se stava addirittura piangendo in diretta mondiale voleva dire che la situazione era più grave di quello che pensavano.
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Lo so, lo so, al solito volete uccidermi.
Direi che ci siamo già passati molte volte nelle altre mie storie...
Ma dovevate aspettarvelo, non solo perchè sono io, ma perché dopo la bomba di fluff quale lo scorso capitolo andava poi scritto uno del genere!
Nel prossimo capitolo (che sarà anche l'ultimo) spiegherò nel dettaglio cosa è successo a Nico.
Direi che a questo punto siamo tutti #teamCecil, vero? Ahahaha
Alla prossima, Deh
  
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