Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    28/02/2017    2 recensioni
Semir e Ben sono tornati ad essere colleghi, dopo l’ultima disavventura che li ha visti ‘uno contro l’altro’. Ben sembra aver anche trovato il vero amore, ma qualcosa di drammatico ed inaspettato sconvolgerà nuovamente le vite dei nostri due protagonisti. E ancora una volta Semir sarà chiamato a salvare il suo giovane socio da un pericoloso individuo che tenterà in ogni modo di eliminarlo.
Questa storia fa parte della serie ‘Legami speciali ed indissolubili’.
Consigliata, ma non indispensabile, la lettura delle storie precedenti.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Il disgelo

Semir a bordo della sua BMW si stava dirigendo verso la casa sul lago del signor Heineken, impaziente di poter rivedere il suo migliore amico.
Aveva fatto una breve sosta durante il tragitto per dare un’occhiata veloce alla mail che gli aveva mandato Susanne sul cellulare.
L’efficiente segretaria aveva trovato qualche notizia su Herbert Mayer, non trovando però nessun legame con Ben.
Già...Ben, si chiedeva in continuazione Semir, chissà se sarebbe stato felice di rivederlo, o se gli avrebbe chiesto di andarsene, di lasciarlo solo con il suo dolore, di smetterla di continuare a preoccuparsi come la classica ‘mamma-chioccia’, nomignolo affibbiatogli dal giovane ispettore che lo faceva andare su tutte le furie.
Dopo qualche chilometro Semir accese la radio, arrovellarsi il cervello e l’anima con pensieri su come l’avrebbe accolto Ben non serviva a niente. Lo avrebbe saputo una volta arrivato, quando se lo sarebbe trovato davanti.
Il ragazzo ultimamente era imprevedibile, non si sapeva mai in anticipo quale sarebbe stata la sua reazione.
Ma anche con la radio a volume decisamente alto Semir non riusciva a pensare ad altro se non a Ben.
Arrivò addirittura a domandarsi se il destino avverso e il socio avessero una guerra in corso.
Sembrava che la vita continuasse a metterlo alla prova, che si divertisse ad accanirsi su di lui e ogni volta che il ragazzo si rialzava quel destino lo faceva precipitare in un nuovo incubo.
Si chiese se il fato lo avrebbe mai lasciato un po’ in pace, o se avrebbe smesso di infierire su di lui solo quando fosse riuscito a ‘distruggerlo’ definitivamente.
Finalmente dopo un’ora di viaggio Semir arrivò a destinazione, e quando vide in lontananza Ben, scendendo dall’auto, ebbe un tuffo al cuore.
Il socio gli era mancato questo era innegabile, ma vederlo in quelle condizioni gli fece quasi male, il piccolo ispettore si stava avvicinando all’esatto contrario del ragazzo che aveva conosciuto.
Ben se ne stava sdraiato sull’amaca, con l’inseparabile chitarra, suonava qualcosa, una melodia che alle orecchie di Semir suonò decisamente triste.
Dirigendosi verso il ragazzo, Semir passò accanto alla finestra della cucina dando una furtiva occhiata all’interno; il signor Isaac e Livyana erano impegnati a preparare dei biscotti.
Il medico era molto bravo ai fornelli e la piccola era desiderosa d’imparare.
Una volta Livyana gli aveva confidato che quando sarebbe diventata grande sarebbe stata indecisa se diventare una poliziotta come lui e Ben, una musicista come Tom Beck o una grande chef stellata come Gordon Ramsay.

“L’ultima volta che sono venuto qui qualcuno mi hai rubato l’auto…”
Semir non sapeva come presentarsi all’amico, quindi optò per una battuta che potesse in qualche modo dar vita ad una specie di conversazione.  
“Quella volta non ero io, forse non lo sono nemmeno adesso” rispose Ben scendendo dall’amaca, poggiando lo strumento contro uno dei due alberi che la sorreggevano.
Piegandosi dallo scollo della maglietta uscì una catenina d’oro; appesa la fede nunziale che per poche ore aveva portato al dito Elise. Immediatamente Ben la rimise sotto la maglia.
Poi avvicinandosi al collega “Felice di vederti amico mio” lo salutò Ben, ma tra i due non ci fu nessun abbraccio, nessuna stretta di mano, tanto meno il classico ‘cinque’.
Semir notò ancora una volta che Ben lo aveva chiamato amico, non socio, ma almeno gli sembrava che fosse contento di vederlo.
“Chissà perché, ma ho come il presentimento che la tua non sia una visita di piacere” continuò Ben senza tanti giri di parole.
“Vedo che non hai perso il tuo acume” fu la laconica risposta di Semir.
Nessuno dei due sorrideva, uno davanti all’altro, guardandosi negli occhi con sguardo fin troppo serio.
Alla fine il primo che decise in qualche maniera di cedere fu proprio Ben.
“Andiamo Semir” cominciò a parlare alzando le mani verso il cielo come per spronare l’amico “Sono al corrente che ti senti spesso con Livyana, sei informato sulla mia salute fisica e soprattutto mentale. Se sei qui sicuramente devono esserci delle novità” il ragazzo non dovette specificare altro e Semir decise di arrivare subito al motivo della sua visita.
“Il nome Herbert Mayer ti dice qualcosa?”
Ben ci pensò un po’ su.
“No…non mi rammenta niente…dovrebbe?”
Il tono usato da entrambi era a dir poco gelido.
Semir ebbe un attimo di titubanza, da una parte era felice di poter riavere il suo socio in modalità ‘attiva’, ma dall’altra non voleva fargli rivivere quei terribili momenti che lo avevano portato ad essere vedovo.
Ma Ben conosceva molto bene il suo socio, quindi chiese a bruciapelo.
“Questo Mayer conosceva Elise?”
“Non lo so, ma non penso che sia rilevante” rispose sincero Semir.
“Allora?” e vedendo che Semir era restio a rispondere sbottò “Semir per la miseria adesso piantala!” gli occhi del ragazzo divennero lucidi dalla frustrazione, dal quasi gelo che si era creato tra i due dopo la morte della moglie “Senti lo so che sei, anzi che siete tutti preoccupati per me. Vuoi sapere come sto? Ti accontento subito. Sto male, anzi malissimo, sto da cani, come se non bastasse sono triste, disperato, incazzato col mondo intero ed ora anche vedovo, ma ti prego, anzi ti supplico non trattarmi come uno stupido, Semir questo me lo devi…”
“Questo Mayer è stato ucciso come Elise…” replicò in apnea Semir interrompendo lo sfogo dell’amico.
“Scusa??? Come sarebbe a dire ucciso come Elise?” Ben lo guardò torvo.

In quel momento uscirono Livyana ed Isaac richiamati dalla voce decisamente alterata di Ben.
“Zio Semir” salutò felice Livyana andandogli incontro.
“Ispettore Gerkhan, si ferma a pranzo?” propose il signor Heineken come per smorzare i toni.
“Se fa piacere a voi…” rispose felice il piccolo ispettore e allo stesso tempo guardando Ben, forse al ragazzo non sarebbe piaciuto quell’invito da parte del medico, ma quasi inaspettatamente Ben diede parere favorevole con un piccolo cenno del capo.
Isaac però notò comunque lo sguardo decisamente serio di Ben quindi prendendo sottobraccio Livyana le disse “Rientriamo in casa, i ‘grandi’ devono parlare e noi dobbiamo preparare un coperto in più”

“Forte il vecchietto” constatò Semir, vedendoli rincasare cercando di riprendere la conversazione con il socio.
“Ti ricordo che se non fosse stato per lui, sarei morto e tu avresti un altro partner” lo ragguagliò Ben.
Semir fu contento di quell’appunto, ma non osò dire niente non era ancora sicuro che Ben volesse rientrare in servizio.
“Comunque ritornando a noi cosa lega questo Mayer ad Elise?” Semir stava per rispondergli facendo spallucce, ma Ben lo anticipò “Sono sicuro che non è solo il ‘modus operandi’, altrimenti non saresti qui”
“Ecco penso invece che sia solo il modo di agire, sono quasi sicuro che siamo in presenza di un serial killer, o per lo meno di qualcuno che abbia, come dire una lista di persone da…” Semir non voleva dire uccidere, né eliminare e per fortuna Ben capì al volo.
“Grazie per il tatto Semir, comunque vorresti trovare un legame tra Mayer ed Elise giusto? Per prevenire, nel limite del possibile altre vittime, non è così?”
“Non proprio tra Mayer ed Elise, ma tra Mayer e te”

Dopo aver pronunciato quella frase Semir trattenne quasi il fiato.
Era quasi certo che da lì a poco avrebbe assistito ad un altro rabbioso sfogo di Ben.
Sicuramente il ragazzo se ne sarebbe uscito con la solita storia nel considerarsi maledetto, ma a questo punto come dargli torto?
Mentalmente e la cosa gli suonò decisamente fuori luogo e quasi ridicola in quel momento, ricordò una famosa frase di un film:
al mio segnale scatenate l’inferno’
urlava il ‘Gladiatore’, solo che al posto dell’inferno ci sarebbe stato la rabbiosa reazione di Ben nel sentire quell’ultima frase di Semir.
Il piccolo ispettore si mise in attesa “Ecco fra poco esploderà in tutta la sua ira, meglio che mi prepari al peggio…” pensò tra sé aspettando che il suo socio urlasse al cielo la sua disperazione, ma lo sfogo non arrivò, lasciando ancora una volta Semir interdetto.

Ben a passi lenti si avvicinò alla sponda del lago raccolse un sasso scagliandolo dentro.
La pietra saltellò sul pelo dell’acqua diverse volte per poi inabissarsi e sparire per sempre.
“Sai lo sapevo, qualcosa dentro di me lo sapeva” disse triste “Quel proiettile era per me. Luogo sbagliato momento sbagliato. Povera Elise, avevo giurato a suo padre di proteggerla per sempre anche a costo della mia stessa vita, invece è stata lei a salvare la mia”
Semir restò un po’ indietro rispetto a Ben.
Per qualche secondo il ragazzo si mise come a giocherellare con la catenina che portava al collo.
Dal canto suo Semir era sicuro che contemporaneamente il ragazzo stesse piangendo, la conferma la ebbe quando lo vide asciugarsi velocemente una lacrima col dorso della mano.
“Comunque non conosco nessun Mayer, ma sembra che tu sia abbastanza sicuro sul fatto che fossi proprio io la vittima predestinata. Come sei giunto a questa conclusione? E chi è questo Mayer?” chiese ancora Ben.
“I proiettili che questo criminale usa per colpire le sue vittime sono incisi, hanno scritto sopra il cognome dei suoi bersagli, se mi è permessa l’orribile espressione, segno che le persone non sono scelte a caso, Elise è stata uccisa con un proiettile con inciso il tuo cognome, questo purtroppo è la conferma che l’obiettivo eri tu” nuovamente Semir si mise in attesa della reazione di Ben.
“Sai un giorno Elise mi disse che ero una persona con una forza d’animo incredibile, mi confidò che spesso si chiedeva dove trovavo la forza per andare avanti”
“Beh in questo Elise aveva ragione” continuò per lui Semir “Ultimamente te ne sono capitate di tutti i colori, ti sei sempre rialzato, questo fa di te una persona davvero eccezionale da questo punto di vista”
Ben abbozzò un leggero sorriso, poi continuò il discorso “Quello che però non sapeva Elise, che non ho mai avuto il coraggio di dirle, è che eravate tu, lei, Livy, le persone in cui trovavo la forza e il coraggio di andare avanti, siete la mia famiglia…non volevo deludervi…”
“Ben tu non ci hai mai deluso, ti ripeto ultimamente ti succedono …” e non volle continuare quel discorso, tenuto conto che entrambi sapevano a cosa si stesse riferendo “Se vuoi mollare per un po’, prenderti una pausa, tutti…soprattutto io…lo capirei…” le ultime parole furono quasi un sussurro.
“Ma?” Ben guardò dritto negli occhi il suo amico, era sicuro che c’era un ‘ma’ la frase lasciata quasi in sospeso da Semir suggeriva questa ipotesi.
“Beh in tutta sincerità voglio che tu sappia che il Ben che ho imparato a conoscere in questi anni non avrebbe mai mollato”
Ben non distolse lo sguardo da Semir.
Il volto del piccolo ispettore era triste, sapeva che per lui era altrettanto dura, ormai loro formavano una coppia non solo affiatata in campo lavorativo.
Tra loro c’era un legame speciale e indissolubile.
Ben trasse un profondo respiro alzando gli occhi al cielo, poi guardò serio il suo socio.
“Ho paura che il Ben che conoscevi sia morto con Elise” la frase quasi un sussurro.

Semir a quelle parole si sentì morire, molto probabilmente il ragazzo stava cercando di trovare le parole più appropriate per dirgli che la loro collaborazione in campo lavorativo era arrivata alla fine.
Ma Semir non era disposto a lasciarlo andare così facilmente.
“Sicuramente una parte di te è morta con Elise, ma il poliziotto…” Semir non riuscì a terminare la frase conscio che il suo temperamento gli stava suggerendo frasi e sentimenti egoistici, ma era innegabile: il socio gli mancava davvero molto.
Ben alzò nuovamente gli occhi al cielo, mordicchiandosi un po’ il labbro inferiore.
In quel momento non sapeva davvero cosa fare.
Era quasi ad un passo dal lasciare definitivamente il mestiere di poliziotto, dire addio al suo sodalizio con Semir quando tra le nuvole gli parve di vedere il viso sorridente della moglie.
Ben fece alcuni respiri profondi poi tornò a guardare l’amico.
“Sai Semir penso che il poliziotto che è in me non voglia che l’assassino di Elise rimanga impunito, quindi ti aiuterò…lo prenderemo e lo consegneremo alla giustizia. Poi deciderò cosa fare, anche se so già che se riprenderò in mano la pistola e il tesserino…insomma ci siamo capiti no?” e un piccolo sorriso apparve sul volto di Ben.
Semir non osò replicare si limitò ad annuire, sicuramente nell’animo di Ben era in corso una battaglia di sentimenti decisamente opposti.
“Chiederò ad Isaac se può tenere con sé Livyana per un po’. Lei qui starà bene, inoltre se lei è al sicuro starò bene anche io” concluse Ben.
“Sei sicuro?” chiese quasi sottovoce Semir “Se vuoi tornare fra qualche giorno, magari scopro qualcos’altro, forse è ancora presto…”
“Le persone che mi vogliono bene hanno detto che devo cercare di andare avanti, di tornare ad essere quello che ero…forse hanno ragione. E’ arrivato il momento di reagire” sentenziò Ben.
“Bentornato…socio?” Semir accompagnò la domanda alzando la mano in attesa del classico ‘cinque’.
“Bentornato socio!” rispose Ben rispondendo al saluto abbozzando anche un mezzo sorriso.
Poi nell’aria risuonò il classico schiocco.

“Evvai!!!” urlò Livyana assistendo alla scena sbirciando dalla finestrella della cucina “Zio Semir sei grande! Isaac” la ragazzina richiamò l’attenzione del vecchio medico “Ben e Semir…si sono scambiati il 'cinque'…è un buon inizio”
“Avevi dubbi?” sciolinò Isaac continuando a preparare il pranzo.
“In tutta sincerità…sì”
“Donna di poca fede…eppure  Ben lo conosci da più tempo di me…”
“Forse proprio per quello…” ribadì con fare saccente la ragazzina, ma poi andò da Isaac abbracciandolo forte “Grazie anche a te…ormai anche tu fai parte della famiglia di Ben, e quindi anche della mia”

I quattro pranzarono assieme, a tavola si parlò di molte cose, ma vennero evitati discorsi che potessero in qualche modo turbare l’animo già disastrato di Ben.
Alla fine l’ispettore più giovane prese in parte Livyana dicendole che sarebbe ritornato a Colonia con Semir.
“Questo è il Ben che conosco, Elise sarà fiera di te, e da lassù ti proteggerà” Livyana era felice di aver davanti il ‘vecchio’ Ben che tanto adorava.
Il ragazzo non osò replicare altro scompigliandole affettuosamente i capelli.
“Bene io vado” Ben si rivolse ad Isaac, mentre si apprestava a salire sulla BMW di Semir “Lascio qui l’auto, tornerò a prenderla fra qualche giorno, se non le crea disturbo”
“Tranquillo Ben, e mi raccomando abbi cura di te”
“Senz’altro” replicò il giovane ispettore.
Isaac e Livyana stettero a guardare per qualche secondo l’auto che si allontanava.
“Tornerà ad essere il Ben che ho conosciuto, lo so” disse la ragazzina rivolgendosi ad Isaac.
“Magari non uguale a prima, ma sicuramente tornare al suo lavoro gli farà bene” e detto questo i due rientrarono in casa.
 
Durante il tragitto Semir ragguagliò Ben sulle indagini in corso.
“Il commissario Bohm???”
Ben aveva gli occhi quasi stralunati dopo quella rivelazione “Maledizione Semir, se l’avessi saputo prima sarei…” imprecò Ben “Anche se pensandoci bene il caso è ovviamente competenza della omicidi. Anche tu sarai stato ‘calorosamente’ invitato dalla Kruger a non immischiarti… troppo coinvolto…comunque quel pallone gonfiato è arrivato a capo di qualcosa che tu sappia?” chiese il ragazzo dopo essersi sbollito dopo quella rivelazione.
“Veramente è attualmente il mio superiore, anzi se ci darai una mano nostro” Semir non osò distogliere gli occhi dalla strada, era sicuro che Ben lo stesse guardando in modo decisamente accigliato.
“Di male in peggio…sono stato via qualche giorno da Colonia e si è scatenata l’Apocalisse? Che fine ha fatto la Kruger? Perché il capo…insomma è ancora il nostro capo vero???” Ben era impaziente e preoccupato e un leggero sorriso apparve su volto del piccolo ispettore, forse il Ben che conosceva stava pian piano ritornando, con annessi e connessi.
“Il commissario Bohm attualmente è da solo…” cominciò a parlare Semir.
“Con quel carattere di…che si ritrova” poi rendendosi conto del linguaggio poco fine che stava usando “Scusami Semir…mi sono lasciato prendere la mano, ma quando è troppo è troppo, tutti avranno chiesto il trasferimento…” sorrise Ben.
“Esatto, ma purtroppo l’omicidio di Elise è stato affidato a lui”
“E scommetto che tu ti sei offerto di aiutarlo, sei un amico Semir” replicò mettendogli affettuosamente una mano sulla spalla.
“A dire la verità è stata un’idea della Kruger, sa benissimo che avremmo indagato anche senza ufficialità quindi l’unica soluzione era collaborare”
“Collaborare…come quella volta io” ricordò Ben “Comunque mi stavi dicendo che i proiettili sono, come dire personalizzati, quindi direi che non siamo in presenza di un vero serial killer… se fosse così…mirerebbe a chiunque, qui invece…”
“Esatto è per questo che dobbiamo trovare un legame tra te e questo Mayer”
“Che sappiamo di lui?” chiese Ben.
“Era un militare ha partecipato a varie missioni all’estero. Era un ottimo cecchino. Susanne sta esaminando la sua vita, ma forse avremo più fortuna con l’esame balistico che sta facendo Hartmut”
“Sta visionando ed equiparando i due proiettili?” domandò Ben.
“Sì magari risaliamo a qualcosa, impronte anche se ne dubito”
Ben si mise a mordicchiarsi un dito, lo sguardo pensieroso, ma Semir era certo che in quel momento il ragazzo non stesse pensando alla moglie, ma a come risolvere il caso.
“Secondo te quanti negozi di armi ci sono a Colonia? In fin dei conti mica siamo in America, quindi potremmo chiedere ai vari esercenti se hanno venduto proiettili di recente di quel calibro, un fucile di precisione richiede particolari munizioni se ci va male estenderemo le ricerche ad altri rivenditori delle città vicine”
Semir che ascoltava fino a quel momento con gli occhi incollati alla strada si voltò per un attimo verso il suo migliore amico.
“Bentornato socio, davvero bentornato” e gli porse la mano per farsi dare un altro ‘cinque’.
“A te” e nell’abitacolo schioccò un rumore familiare ad entrambi.
 
Angolino musicale: non vedevo l’ora di pubblicare la ‘rimpatriata’ tra Semir e Ben. E se vi state già chiedendo se ci sarà un incontro/scontro con Mr. LKA…sì ci sarà, e resterete sorpresi…sono pronta a scommetterci dieci punti di sutura per Ben!
Chris Daughtry ‘What about now’(e adesso?)
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=0tcAMRYuYiM
Le ombre colmano un cuore vuoto Mentre l’amore svanisce Da tutto ciò che siamo Ma che non diciamo Possiamo vedere oltre le cicatrici Ed arrivare al tramonto? Cambia I colori del cielo E prepariamolo I modi in cui mi hai fatto sentire vivo I modi in cui ti ho amata Per tutte le cose che non sono morte Per trascorrere la notte L’amore ti troverà E adesso? E oggi?...Questo cuore spezzato può ancora sopravvivere Con un tocco di tenerezza Le ombre svaniscono nella luce Sono con te Dove l’amore ti troverà
  
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