Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: TanatosWyrda    28/02/2017    0 recensioni
"Si ricordava anche che, ad ogni battuta per cui si era rivolto con un sorriso all’amico, si era chiesto se sarebbe stato ancora felice come sotto quel cielo stellato olandese."
slash,slice of life
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le fronde del salice ondeggiavano mosse dalla leggera brezza serale.
Alessandro si allentò il nodo della cravatta, e rivolse lo sguardo verde alla distesa cristallina alle sue spalle che pareva in fiamme, mentre il sole declinava.
Il colori del tramonto si riflettevano nei suoi occhi.
Alessandro pensò che preferiva il lago d’inverno, ghiacciato, in cui l’unica cosa che su rifletteva era il candore della neve.
Invece quella sera il lago era rosso e bruciava, come lo scorso inverno, il Keizersgracht.
Aveva fatto freddo quella sera, sul ponticello del grachten.
Michele lo aveva avvolto nella sua sciarpa, ridendo: “stai tremando come un cretino”.
Alessandro aveva sollevato lo sguardo verso gli occhi ambrati dell’altro, nei quali fiammeggiavano le ultime luci del giorno.
Se uno si beava degli occhi dell’altro, l’altro si rallegrava del sorriso del primo.
Il sole scomparve dietro i comignoli.
 
I due uomini percorrevano i vicoli di Amsterdam che brillavano illuminati dalle luci natalizie e, lasciate le braccia molli lungo i fianchi, continuavano sfiorarsi timidamente la punta delle dita, senza però osare indugiare più di istante.
Di quella notte ricordava la voce dell’amico, che con la solita insolenza lo stuzzicava per poi infrangersi in una sonora risata.
Si ricordava anche che ad ogni battuta per cui si era rivolto con un sorriso all’amico si era chiesto se sarebbe stato ancora felice come sotto quel cielo stellato olandese.
Essere felice sembrava così semplice con Michele.
La porta della camera si aprì con uno scatto.
Avevano scelto un albergo abbastanza anonimo, in periferia.
La carta da parati celeste era sbiadita, ma sul colore erano ancora riconoscibili delle violette spennellate con trascuratezza.
 
Mentre Alessandro si stava lavando i denti Michele era comparso alle sue spalle e lo aveva immobilizzato, cospargendogli la faccia con la schiuma da barba.
Alessandro lo aveva rincorso per tutta la camera.
A pensarci, rideva ancora – che idiota-.
 
Poi, fra una cuscinata e l’altra, si erano trovati a rotolare sul letto, mentre  ognuno cercava di avere la meglio sull’altro.
Finché esausti non si erano sdraiati, l’uno accanto all’altro sotto l’ingombrante piumone.
Alessandro si era voltato verso l’amico.
Poté notare che le lentiggini dell’amico si addensavano sul naso di Michele, naso che era così vicino, da poter toccare il suo.
Non sembrava passato un anno, Alessandro pensò con tenerezza alla sensazione di disagio che provò nella vicinanza così inusuale col viso dell’amico .
Ma ancora più chiaramente ricordò lo sguardo di Michele appena prima di sentire le labbra dell’amico, posarsi sulle sue.
Non si era nemmeno accorto di aver chiuso gli occhi quella sera, quando, nel silenzio, aveva assaporato il sapore dell’amico.
Quando li riaprì negli occhi di Michele erano animati da un desiderio che pareva farli fiammeggiare.
Quella sera l’arancione di quegli occhi avrebbe fatto invidia a qualsiasi tramonto.
Alla dolcezza del primo tocco seguì la prepotenza dei successivi, mentre i due amici ricercavano, l’uno nella pelle dell’altro, la soddisfazione a quella necessità che li faceva ardere.
I vestiti erano ormai abbandonati sul pavimento della stanza, in cui, illuminati dalle luci di Amsterdam che filtravano dalli vetri ,  i due amici giacevano, persi nei loro abbracci.
 
 
 
-Ale? Ma dove eri finito? -Alessandro si voltò verso la moglie, come destato da un sogno.
La donna lo guardava indispettita, costretta nel suo maestoso vestito bianco.
Giratasi continuò – Sbrigati, ci sono tutti i parenti che aspettano. Ti sembra il caso di sparire così, nel mezzo del banchetto? E meno male che è il nostro matrimonio. -
 
-Arrivo, Tesoro- rispose Alessandro, voltando le spalle al lago dove il sole era ormai tramontato da un pezzo.
 
Quando Alessandro prese posto al tavolo alzò lo sguardo verso le persone che gremivano la sala, vestite a festa.
Vide Michele che, dall’altra parte della pista stava danzando con una graziosa rossa.
L’uomo si accorse dello sguardo dell’amico e ricambiò con uno mesto sorriso.
Alessandro distolse lo sguardo e lo posò sulla moglie.
 
I suoi occhi erano nocciola, caldi, ma di un calore che non sapeva niente del fiammeggiare dei tramonti.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: TanatosWyrda