Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Musubi    28/02/2017    6 recensioni
_Sono passati vent'anni.
La gilda di Fairy Tail è scomparsa.
Nessuno sa cosa le sia successo, dove siano i suoi membri, perché sono spariti tutti... ma c'è una ragazza, Ayaka, che decide di riformare Fairy Tail con lo scopo di ritrovarne i componenti e, tra loro, anche suo padre.
Comincia quindi la nuova storia di Fairy Tail, tra misteri e risate, combattimenti senza fine e storie di famiglia ma Ayaka ritroverà finalmente quello che stava cercando?_
Storia ad OC, ISCRIZIONI CHIUSE... per ora.
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Sono tornata, Yuppiee!! ^.^ Bene, spero che questo capitolo vi faccia ridere... dopo il capitolo ci saranno alcune “cosucce” interessanti, indispensabili per permettermi di continuare la storia! – Quindi fate attenzione!
Vabbè, basta: leggete!

 

 

 

 

LA FIGLIA DELLE FATE

 


Capitolo 06

Tra incontri, ricerche, ladri poco furbi e primi incidenti

 

< Entriamo in azione alle nove spaccate, sarà buio e nessuno farà caso a noi >
< Il segnale? >
< Un fuoco d’artificio. Ricordate il nostro motto? >
< Ruba tutto il rubabile! >

 

< Obbligo o verità? >
Il moro ci pensò un attimo < Verità >
Dopo un paio d’ore passate a cercare di ritrovare i soldi che Kasai aveva detto di avere nella tasca dei pantaloni per poi scoprire che era vuota, Ayaka aveva chiesto aiuto alla magia della fata Golden che permetteva di trasformare in oro tutto ciò che toccava ed era soltanto grazie a lei, quindi, che avevano rimediato un passaggio sulla caravella che fortuitamente doveva partire proprio quella notte.
La maga bionda si era trasformata con quel poco di magia che le era rimasta in corpo in una specie di dea, fasciata in quella che sembrava una strettissima tuta di pelle dorata che le lasciava le spalle e le braccia nude, mentre si allacciava attorno al collo.
< La cosa di cui hai più paura >
< COME?! >
Alexis trattenne una risata < Eddai, fratellone, dì quello che devi dire >
Successivamente si erano imbarcati, ovviamente non senza aver fatto capire a Kasai che era stato meglio se fosse stato zitto e non avesse borbottato su soldi che in realtà non erano più al loro posto, e tutti e cinque si erano riuniti in una cabina dopo aver fatto una doccia rinfrescante.
Al momento, stavano cercando di occupare il tempo < Alèk, dillo o ti gonfio di pugni! >
Sua sorella, che non aveva la benché minima voglia di aiutarlo a uscire da quella situazione imbarazzante, lo fissava con un sorrisetto e le braccia incrociate, spiaggiata sui cuscini accanto ad Ayaka che, intanto che osservava la scena, intrecciava i capelli di Marylin in tantissime piccole treccine.
Alèk, oramai disperato e al limite della sopportazione, si rivolse alla bionda < Ayaka! Ti prego, aiutami tu... > e la guardò con occhi da cucciolo.
Lei però gli sorrise senza accennare a nessun tipo di salvataggio, mentre Marylin era tragicamente combattuta: aiutare il suo amato o stare a guardare e scoprire qualcosa su di lui che non avrebbe mai più scoperto?
< E va bene! Dannazione! > sbottò alla fine il moro, facendo esultare il Devil Slayer < Ho il terrore dei gatti, contento?! >
Kasai lo fissò con gli occhi spalancati per poi rotolare all’indietro in preda alle risate, seguito dalla bionda maga mentre Alexis faceva di tutto per non perdere il suo onnipresente contegno, nonostante non servì praticamente a nulla – diventò più rossa di un pomodoro a furia di trattenersi!
< Così forte e bello eppure hai paura dei gatti... sei così tenero!!!! > trillò Marylin sgusciando via dalla sua postazione senza che Ayaka terminasse di sistemarle i capelli e lanciandosi a peso morto su di lui che non fece una piega < Mi piaci sempre di più!! >
Alèk, offeso a morte, mise il broncio sperando di attirare almeno l’attenzione di Ayaka che però non lo considerò nemmeno < Va bene, va bene! Tocca a me adesso! > poi indicò sua sorella < Obbligo o verità? >
< Verità >
< Chi era quel tizio alla stazione che un mese fa ti si è avvicinato? Cosa avete fatto? Cosa voleva?! Perché non l’hai allontanato subito?! > data la rapidità con la quale aveva parlato, Alexis dapprima non parve capire molto bene o almeno credeva di non aver capito bene < E ricordati: la verità >
La ragazza alzò un sopracciglio, sinceramente non si ricordava nemmeno che fosse successa una cosa del genere... ah, ma forse intendeva... < Un fan >
< Hai dei fans, Alexis? >
La mora annuì in risposta alla domanda di Ayaka < Voleva un autografo e, anche se con riluttanza, gliel’ho fatto. Non mi si scrollava più di dosso... ma com’è che ti sei ricordato di una cosa del genere? >
Alèk alzò le spalle < Non c’è nessunissima ragione, era giusto per sapere >
< Sei geloso? >
La sua espressione cambiò in un attimo… < Certo! Sei mia sorella! > …diventando quella di un maniaco ossessivo-compulsivo.
Marylin non poteva credere alle sue orecchie < Oh! Un amore incestuoso! > la stanza si fece silenziosa di botto, Kasai, Ayaka e i fratelli Black guardavano la ragazzina alquanto allucinati < Sarà egoistico da parte mia pensarlo ma sono felice che siate fratelli così Alèk non avrà dubbi e mi sposerà! >
Ma  fa sul serio...?” si ritrovò a pensare Alexis.
< Continuiamo il gioco! > esclamò Ayaka, riprendendosi subito dallo stato di shock < Kasai, obbligo o verità? >
< Obbligo! >
Ayaka pensò e pensò, alla fine le venne un’illuminazione. Si alzò e chiese di aspettarla lì, sarebbe tornata subito: non ci mise molto ad arrivare in cucina, ad aprire il deposito e a prendere quel che le serviva... quando tornò nella stanza alzò con fierezza le due bottiglie di liquore con un sorriso a trentadue denti, annunciò l’obbligo a cui il rosso avrebbe dovuto sottoporsi < Kasai! Devi bere tutte e due le bottiglie fino all’ultima goccia! Se non sarai in grado di reggerti in piedi, allora- >
< Mettile viaa!!! > il gridò di Kasai, che intanto si era lanciato praticamente contro la parete opposta a dove si trovava Ayaka, risuonò quasi per tutta la caravella < Via, via! >
< Che ti prende? > chiese Alèk, per poi lasciarsi andare a un sogghigno < Hai paura dell’alcol? >
Il rosso scosse la testa con rapidità < Non è questo > poi indicò Ayaka che intanto lo guardava con la testa piegata di lato < Metti a posto quelle bottiglie >
< Va bene > disse girandosi, fece per tornare nella cucina ma si fermò e in un nanosecondo gettò entrambe le bottiglie verso Kasai che chiuse gli occhi, ormai conscio di quel che sarebbe accaduto: infatti non percorsero nemmeno metà del percorso perché esplosero praticamente sulle teste dei fratelli Black.
L’esplosione coinvolse l’intera caravella si cui qualche istante dopo rimasero solo pezzi di legno e bauli galleggianti su cui i marinai si aggrapparono.
Ayaka riemerse dall’acqua e si guardò attorno, poco dopo venne raggiunta da Kasai che l’afferrò per la maglia < Che cavolo ti è saltato in mente?!! >
< Volevo vedere cosa sarebbe successo > spiegò allegra, per nulla intimorita dall’irruenza del ragazzo < Ma come hai fatto? >
< Io non ho fatto nulla, non è colpa mia! Succede tutte le volte che mia avvicino a dell’alcol quindi non farlo ma più! > gridò ancora mentre Alèk si avvicinava a loro con Marylin seduta sulle sue spalle.
Il moro sospirò < Come facciamo adesso ad arrivare al porto di Hargeon? >
< Ho un’idea! > la voce di Alexis proveniva dall’alto e quando alzarono la testa la videro sospesa in aria e con i capelli bianchi, segno che stava utilizzando l’elemento dell’aria < Però ho bisogno del tuo aiuto, Alèk >
Questo annuì e lasciò che Marylin su un pezzo di legno che galleggiava lì vicino < Dimmi cosa devo fare >
In un modo o nell’altro riuscirono a risolvere il problema, aiutando anche i poveri marinai che ci erano andati di mezzo sostanzialmente grazie ai fratelli Black, lei modellando l’acqua e lui solidificandola: così facendo crearono una barca grande abbastanza da poter trasportare una quarantina di persone.
La barca si mosse veloce per tutta la notte grazie alla spinta poderosa delle onde governate da Alexis. La temperatura non era delle migliori non potendo neanche accendere un fuoco, ma la mattina dopo avrebbero visto il porto di Hargeon all’orizzonte e finalmente avrebbero potuto godersi un po’ di riposo… ma anche no.
Al porto di Hargeon erano riusciti a noleggiare una macchina alla cui guida ci avevano messo Ayaka (tragedia)... e alla fine della gita avevano tutti quanti concordato di non permetterle mai più di guidare perché non era concepibile che per strada aveva quasi preso in pieno alcuni animali...!
Dunque, una volta arrivati a Magnolia (oltre al fatto che Alexis si era dovuta scusare con il proprietario di un negozio di erbe perché la bionda maga aveva avuto la brillante idea di parcheggiare sulle sue scorte che aveva sistemato temporaneamente sul retro) si erano dati appuntamento alle cinque del pomeriggio.
< Non ti lasceremo guidare ma più > sibilò la mora avvertendo un nodo all’altezza dello stomaco < Mai più >
Ayaka scoppiò a ridere e in effetti non ricordava una sola volta in cui aveva guidato qualunque mezzo di trasporto con un minimo di prudenza...!
Intanto che Kasai veniva visitato da chi di dovere (nonostante le due ragazze avevano dovuto trascinarcelo con la forza perché “lui stava bene”) Alèk avrebbe pensato a come riparare la villa, altrimenti poi i due fratelli non avrebbero più avuto un posto per dormire e Marylin l’aveva seguito a ruota senza dire nient’altro.
< Ripetimi un po’ cosa dobbiamo fare >
Ayaka si riprese piuttosto in fretta dall’attacco di ridarella e annuì < Dobbiamo andare in biblioteca a cercare qualche informazioni sulla magia di Nagashi, Shinsoo. Kasai ci ha spiegato un po’ come funziona ma è meglio sapere contro chi dovremo combattere, non credi? >
Alexis si ritrovò pienamente d’accordo.
< Ti devo ringraziare > disse la Signora degli Elementi all’improvviso seria < Vi devo ringraziare, te e Kasai... vi siete cacciati nei guai solo per causa nostra e avete messo in pericolo la vostra vita per degli sconosciuti >
< Dovere > Ayaka fece un’alzata di spalle < E poi non mi sono mai piaciuti i cattivi >
Alexis fece un mezzo sorriso mettendosi le mani nelle tasche della tuta che aveva sostituito la sua usuale tenuta da combattimento un certo episodio < Beh, comunque grazie. A nome mio e di Alèk >
< Prego. A nome mio e di Kasai, anche se non sono ancora perfettamente sicura di cosa passi per la testa a quello lì... >
La mora le lanciò un’occhiata scettica < Guarda che è già abbastanza difficile decifrare te, eh. Senza offesa >
< Nessunissima, tranquilla! >
La direzione della conversazione variò presto, arrivando a toccare diversi argomenti, tra cui il futuro... E lì, Ayaka capì di dover prendere una decisione importantissima...

 

La conosceva da qualche ora eppure già ammirava quella donna.
Era forte, decisa e sicura di sé, non dava per niente l’impressione di essere in cerca di protezione e/o aiuto... quella donna, Asuka, nonostante fosse incinta e non avesse nessun uomo al suo fianco bastava a se stessa: Alice non aveva niente di tutto ciò, anzi. Era una piagnucolona, timida e debole ragazzina... che sveniva o vomitava alla vista del sangue!
< Qualcosa non va? >
Alice si riscosse dai suoi pensieri troppo velocemente e per sbaglio si scottò  la lingua con il tè bollente alle more < N-Niente, tranquilla > disse arrossendo leggermente dall’imbarazzo < C-Cosa stavi dicendo? >
Asuka mostrò un radioso sorriso che andava da un orecchio all’altro < La statua che stava per caderti addosso raffigura l’ottavo master di Fairy Tail, la gilda scomparsa anni fa > spiegò sgranocchiando i cioccolatini che erano stati serviti insieme al tè < Il fatto che un’intera gilda sia scomparsa all’improvviso è un fatto davvero grave e il Consiglio non sa cosa pensare né come risolvere il problema... tutte le altre gilde li stanno ancora cercando ma di quei maghi neanche una traccia >
Alice aveva sentito la storia.
Chiunque conosceva la gilda di Fairy Tail, le sue imprese e il fatto che da un momento all’altro sembravano essere spariti nel nulla e la cosa era alquanto sinistra.
< Tutto quello che so è che tre membri della gilda non erano presenti quando l’intero edificio è scomparso > disse ancora la rossa < Ma non sono mai tornati a Magnolia quindi non so che fine abbiano fatto >
< È davvero triste >
Asuka annuì < Già > poi però inclinò la testa e le sorrise < Allora, dimmi qualcosa  di te. Avverto qualcosa di diverso nella tua magia, anche se è soltanto una flebile sensazione >
< I-Io sono in grado di aprire i portali dei G-Guardiani > affermò la bionda, insicura < E da parte di mia madre ho ereditato i poteri di guarigione e di saper comunicare con la natura > non aveva mai parlato così a lungo con una persona.
< I guardiani? Aspetta, intendi i Cinque Guardiani, vero? Wow, ma sei proprio forte, allora!! >
Alice fissò intensamente le proprie mani contorcersi sotto il tavolo < N-non esagerare, non s-sono così forte >
< Bisogna avere fiducia e stima di se stessi, piccola Alice! A proposito, quanti anni hai? >
< Ne ho sedici, ne compirò diciassette tra qualche mese... >
Asuka batté le mani felice < Beh, io ne ho trentadue. E intendi restare a Magnolia anche dopo la parata? >
La bionda non si aspettava tanta cordialità.
In realtà ci aveva pensato, avrebbe voluto trovare qualche informazione su quello che cercava ma non sapeva dove andare... quindi, perché non chiedere aiuto a quella donna tanto gentile? < In realtà sto viaggiando allo scopo di scoprire da dove ha avuto origine la magia... e sono venuta qui perché, beh, ecco... avrei tanto voluto unirmi alla gilda di Fairy Tail ma nonostante sapessi che non ci sia più sono venuta lo stesso >
Alice era stranamente decisa su questo, sentir parlare di Fairy Tail le metteva una certa allegria e avrebbe tanto voluto farne parte.
Ovviamente non poteva, la gilda non c’era più, e quella consapevolezza le fece inumidire gli occhi – di nuovo, sicuramente non era la prima volta che scoppiava a piangere, frignona com’era.
< Conosco un posto dove puoi trovare qualche informazione interessante > la voce di Asuka la fece quasi sobbalzare < Qui a Magnolia c’è una biblioteca fornitissima... puoi provare a cercare lì >
Alice la guardò con gli occhi sbrilluccicanti < D-Davvero? >
< Certo! Non è molto lontano da dove ci troviamo noi, se vuoi ti accompagno >
< Sarebbe fantastico >
In qualche modo, Asuka stava tirando fuori quel senso materno che la portava ad aiutare quella ragazzina tanto piccola e fragile – in realtà quegli occhioni viola avrebbero fatto sciogliere chiunque – e un po’ per volta si stava affezionando sempre di più ad Alice.
Uscirono dal bar dirette, dunque, verso la biblioteca.
Chi le vedeva non avrebbe certo pensato a una madre che passeggiava con sua figlia, innanzitutto perché lei due erano davvero troppo diverse sia esteticamente che caratterialmente: Asuka era rossa di capelli, gli occhi verdi come lo smeraldo ed era abbastanza alta; Alice era invece bionda e con due occhioni viola quasi coperti dalla frangetta sfilzata ed era bassa, così bassa da pensare che non ci fosse nessun’altro più basso di lei e che non fosse un bambino – inoltre l’abbigliamento gotico che indossava, e che di conseguenza attirava già di per sé l’attenzione dei più curiosi, contrastava parecchio con gli indumenti semplici e comodi di Asuka.
A un certo punto la rossa si fermò e cominciò a guardarsi intorno.
< C-Cosa c’è? >
Asuka aggrottò le sopracciglia cercando di capire se la sensazione fosse positiva oppure no: sentiva un potere simile al suo avvicinarsi sempre di più e la cosa non le piaceva.
Poi, la fonte di quella magia si arrestò i colpo e lei si rilassò < Niente di preoccupante. Andiamo? > e così facendo le due continuarono a camminare non sapendo che qualche centinai di metri più lontano vi era un giovane mago attaccabrighe nell’atto di annusare l’aria.

 

Nessuna delle due aveva mai visto una biblioteca così grande e con tutti quei libri, Ayaka soprattutto che in tutta la sua vita aveva vissuto in un unico posto con la sola compagnia di quelle che la gente considerava estinte.
< Da dove cominciamo? > chiese Alexis.
< Beh, direi di cercare la sezione sulla magia e poi... mettersi al lavoro >
La mora le lanciò un’occhiata sorpresa < Intendi leggere tutti i libri che parlano di magia? Ci metteremo tutto il giorno...! > “O anche di più...”, pensò.
Non avevano altra scelta, c’era la vita della sorella maggiore di Marylin in gioco e se volevano riprendersi lo specchio in cui la minore era stata costretta a rinchiuderla, con molta probabilità, avrebbero dovuto combattere contro Nagashi.
Avevano quasi raggiunte le scale quando le porte della biblioteca si aprirono rivelando due figure, una donna dai lunghi capelli rossi e una ragazza più bassa, una ragazza che Ayaka riconobbe quasi subito < Tu sei Alice Rabbit! La ragazza delle terme! > esclamò infatti, indicando la biondina che sgranò gli occhi.
< La conosci? > le chiese la donna.
Al che Alice annuì < S-Sì, sei A-Ayaka, giusto? >
< Esatto! Sono felice di rivederti, l’ultima volta sei scappata via come un razzo. Ah, lei è Alexis Black... la ragazza che stava incendiando tutto con l’altro mio amico, Kasai! >
La mora si limitò a un cenno di saluto.
< P-Piacere di conoscerti... lei è Asuka > disse Alice, indicando la rossa che sorrise ampiamente.
All’improvviso però l’evocatrice sentì qualcosa sfiorarle il sedere ma nel girarsi non vide nulla, ovviamente quel gesto attirò la preoccupazione delle altre < Che hai, Alice?> chiese infatti Asuka, che sussultò non appena sentì una leggera pressione sul fondoschiena e pensando che potesse trattarsi di un maniaco era già pronta a toglierlo di mezzo ma anche lei non vide nessuno quando si voltò < Ma che diamine...? >
Ayaka lanciò un gridolino saltando in avanti e mettendo entrambe le mani sul sedere < Alexis, non mi toccare il sedere! >
< Ma ti pare che io possa veramen- > anche lei si bloccò e cominciò a guardi attorno, parecchio incazzata < Chi diamine è stato? >
Asuka inspirò profondamente cercando di captare qualcosa e fu allora che comprese che l’intera biblioteca era piena zeppa di presenze magiche. Istintivamente le quattro maghe si avvicinarono, pronte a combattere in qualsiasi momento e contro chiunque ma nonostante si fossero posizionate in maniera tale da avere sempre la schiena coperta, ecco che Alice sentì nuovamente una mano che la fece saltare letteralmente < M-Ma chi è? >
< Chi c’è?! Fatti vedere!! > gridò Alexis.
Ci furono molti secondi in cui il silenzio divenne quasi assordante ma alla fine, dal secondo piano ecco che comparve una piccola figura che se ne stava seduta sul corrimano < Salve a tutte, mie giovani fanciulle!  Io sono Ghost Hand, come posso aiutarvi? >
Era un vecchietto alquanto basso e dall’aspetto gioviale, nonostante si teneva in piedi con un bastone. La donna però aveva capito tutto fin troppo bene < Senta, la vuole smettere?! >
Questo inclinò la testa < Smettere di fare cosa? >
Intanto Ayaka rimise le mani sul sedere dopo aver sentito nuovamente qualcosa sfiorarla e si guardava intorno circospetta, la vena sulla tempia di Asuka tremò impercettibilmente < Non faccia il finto tonto!! La smetta di comportarsi come un pervertito e ci dica chi è veramente!! >
< Io sono Ghost Hand, al momento il guardiano di questa biblioteca. Come posso rendermi utile? >
< Direi di iniziare a smettere di sbavare, eh, vecchio? > grugnì Asuka con la pazienza al limite; all’improvviso però le venne in mente che forse aveva già visto quel tizio.
Anzi, no, ora che lo guardava meglio era esattamente sicura di averlo già visto!
Non mi dire che è lo stesso vecchio dell’altra volta...?” si perse nei suoi pensieri forse un po’ troppo del dovuto, ma alla fine era riuscita anche a ricordarsi del moccioso di quella mattina… “Sì, non ci sono dubbi... dannazione, ma perché capitano sempre tutte a me?”
Ma a quanto pareva, anche il nonnetto doveva essersi ricordato qualcosa in quanto sobbalzò e le fece  ciao-ciao con la manina < Oh, ma tu sei la stessa donna che incontrai a Crocus qualche tempo fa... come va? >
Che esagerazione! È stato niente meno che una settimana fa... e, se non erro è stata in quell’occasione che persi il portafoglio a causa di tutto quel casino!” pensò la rossa con un sopracciglio alzato, alla fine si decise che era meglio iniziare a pensare alle cose serie < La mia amica Alice sta cercando informazioni sulla magia primordiale, se è così gentile da mostrarci il reparto sull’argomento te ne saremo grate >
Il vecchietto annuì felice < Oh certo, certo… terzo piano, settimo corridoio. Se volete vi accompagno moolto volentieri >
< No grazie, facciamo da sole. Vero, Alice? >
La bionda annuì velocemente e raggiunse la rossa che aveva già iniziato a camminare verso le scale, intanto Ghost si rivolse alle altre due ragazze chiedendo cosa stessero cercando.
< Volevamo sapere se ci fossero informazioni su un tipo di magia chiamata Shinsoo > fece Alexis, non smettendo di fissarlo con disapprovazione < Dovrebbe essere una magia usata solo nel continente di Alvarez >
< Mmh... non so se ci sono libri su questo... Non ho mai sentito nominare questa magia tipica del continente occidentale prima d’ora, a parte quella della tua famiglia, Alexis Black > affermò, facendo irrigidire la mora.
Questa sgranò gli occhi e deglutì a fatica, non riuscendo ad alleviare nemmeno con la sua magia il senso di disidratazione che le opprimeva la gola < Come fai a conoscere il mio nome e la mia famiglia?! > chiese alzando la voce, al secondo piano Asuka e Alice si fermarono a osservare la scena, incuriosite < Chi diavolo sei? >
< Te l’ho detto... sono Ghost Hand. E dovresti sapere che le voci girano abbastanza veloci qui. Così come tutto il Regno di Fiore ha saputo immediatamente della scomparsa di Fairy Tail dopo neanche un paio di giorni >
< Cosa centra adesso Fairy Tail? > chiese ancora Ayaka, ritrovando la compostezza e la serietà in un attimo, non appena aveva sentito il nome di quella gilda tanto famosa e importante per il riaffiorare dei suoi ricordi < Sa qualcosa che gli altri non sanno? >
Il vecchio rise gioviale davanti alle loro espressioni stupite < Ma no, io so esattamente quello che sanno tutti gli altri. Ovvero che la gilda è scomparsa dopo la guerra contro Alvarez e non se n’è saputo più niente a parte una persona >
< Quale persona? > chiese immediatamente dopo la bionda maga del Take Over, fremendo dall’impazienza di scoprire di più < Ti prego, dimmelo! >
< Io no lo so >
Se fosse stato possibile Ayaka sarebbe caduta a gambe all’aria per lo sconforto ma si limitò a sospirare tristemente e guardarsi la punta degli stivali.
C’era qualcosa in quella gilda che le trasmetteva calore, forza... quella stessa cosa che molto probabilmente avrebbe chiamato famiglia ma non ne poteva essere certa al cento per cento; l’unica cosa da fare era trovarli e questo l’avrebbe aiutata a ricordare ogni cosa.
Anche i suoi genitori.
< Per i libri che riguardano le magie del continente occidentale basta andare al secondo piano, vi accompagno? >
< No grazie > rispose freddamente Alexis iniziando a camminare.
Nella biblioteca vi era un silenzio assoluto se non fosse per il classico rumore delle pagine che si sfogliavano, delle voci di una che richiamavano l’attenzione dell’altra sperando di aver trovato qualcosa di interessante e decisivo ai fini della ricerca.
Fu in quell’atmosfera di concentrazione che Asuka, dal terzo piano, alzò la voce in modo da farsi sentire da Ayaka, inginocchiata sui libri < Sei molto legata a Fairy Tail > ed era sicura di averla fatta sussultare anche se non la stava guardando.
< Credo che lì ci fosse la mia famiglia > rispose semplicemente, accennando un sorriso, mentre Alexis distoglieva lo sguardo dalla pagina del libro per guardarla < Anche se non me la ricordo >
< Cosa intendi fare, quindi? >
Ayaka trattenne il respiro per un tempo indecifrabile, con lo sguardo perso dinanzi a sé tra i numerosi libri che aveva appoggiato a terra. Già, era vero...
Certo, aveva promesso a Marylin di aiutarla a salvare sua sorella maggiore ma poi?
Si guardò le mani, chiedendo intimamente aiuto a quelle creature che il mondo intero credeva estinte da secoli, sperando di trovare una risposta al suo futuro.
< “Ay-chan, non ti arrendere” > quella era Milly, la fata del vento primaverile che l’aveva aiutata a respingere la gilda oscura Bloody Rose da Magnolia.
Poi sentì distintamente la voce di Seraphina dire che se non si sarebbe data una mossa, l’avrebbe resa cieca, muta e sorda... che tradotto voleva dire che in realtà lei sapeva bene cosa fare, solo che le mancava il coraggio.
Rilassò le spalle e con un sospiro si liberò di tutto il peso accumulato in quei pochi secondi, poi si alzò come una molla facendo quasi venire un infarto alla mora che andò a sbattere contro lo scaffare da cui caddero un paio di libri che le finirono in testa, senza però che si distraesse dal fissare la figura di Ayaka che restava lì, immobile e con un sorriso che andava da un orecchio all’altro < Ricreerò la gilda! > esclamò entusiasta < Formerò una nuova Fairy Tail, riunirò maghi fortissimi e troverò i vecchi membri! Giuro che ci riuscirò! >
Alexis si coprì il viso con la mano e cominciò a ridere, divertita e colpita allo stesso tempo da tanta determinazione, Asuka annuiva con un sorriso stampato sulle labbra mentre Alice era contenta per lei che aveva trovato la strada da percorrere.
All’improvviso però il progetto cominciò a sembrare un tantino precipitoso, dato che Ayaka incominciò a elencare tutte le cose che c’erano da fare, dalle questioni burocratiche alla ricerca di nuovi membri e sembrò andare completamente nel pallone – anche perché non era abituata a questo genere di cose, fino a quel momento aveva vissuto praticamente isolata da tutto il resto del mondo...!
< Non fasciarti la testa prima di rompertela, Ayaka > disse Alexis rialzandosi e andandole vicino per poi darle un paio di pacche sulla spalla < Io e Alèk ti aiuteremo in tutto. Ciò che non sai fare, dì pure tutto a noi >
La bionda si fermò a guardarla come se fosse un alieno < C-Che significa? >
< Che hai già trovato i tuoi primi compagni, Ayaka! >
La maga non seppe come digerire la notizia, davvero, tanto che a un certo punto scoppiò in lacrime e quasi strozzò Alexis che divenne sempre più blu a causa della mancanza di ossigeno.
A quella vista Asuka scoppiò a ridere mantenendosi al corrimano per non cadere di sotto, mentre scendeva le scale fino a raggiungerle, insieme alla piccola Alice – che anagraficamente non era poi così tanto piccola e nemmeno nelle forme...! < Mi sa che non dovrai cercare tanto neanche per trovare il terzo, Ayaka. Non vedevo l’ora di un po’ di azione e finalmente qualcosa che fa al caso mio... spero non rifiuterai solo perché sono incinta! >
Ayaka, senza staccarsi da un’Alexis agonizzante, sgranò gli occhi lucidi e fece in modo di voltarsi (trascinandosi dietro la mora, giustamente) per poter guardare la donna che aveva parlato < Grazie! Grazie mille! >
La “Signora degli Elementi” afferrò il braccio della bionda con lo scopo di allontanarla ma senza alcun risultato < P-Perché non vai a-ad abbrac-ciare anche l-lei...? > gracchiò senza voce.
Solo allora Ayaka la lasciò e lei poté fare un enorme respiro per ritornare a vivere, tutto mentre la maga del Take Over sorrideva < Lei è incinta, non posso abbracciarla così forte... >
Alexis le lanciò un’occhiataccia, avente ancora il respiro affannato per la stretta.
< E-Ecco io... > la voce di Alice arrivò chiara alle orecchie di Ayaka e tutte si voltarono a guardarla, cosa che la fece arrossire giusto un po’ < S-Se per te non è un problema, anche io vorrei entrare a far parte della gilda > sussurrò torturandosi le dita con agitazione.
< Ma certo che va bene!! > esclamò Ayaka correndo ad abbracciarla ma prima che potesse lanciarsi addosso alla povera Alice, si fermò e si rivolse ad Alexis pensierosa < Ma sei sicura che anche tuo fratello sarà d’accordo? Non gli hai neanche chiesto se per lui andasse bene...? >
< Non preoccuparti. È stato grazie a Fairy Tail che l’imperatore Spriggan, alias Zeref, è stato sconfitto e avevamo già in mente di unirci a loro > affermò con sicurezza.
Ayaka le sorrise e in un attimo cambiò direzione e si lanciò nuovamente addosso alla mora stritolandola in un abbraccio, ringraziandola infinite volte, mentre Alexis si ripromise di starsene zitta la prossima volta così da non essere più soffocata.
< Avrai anche bisogno di un simbolo > fece all’improvviso Ghost comparendo quasi dal nulla in mezzo alle ragazze con la solita schiena curva retta dal bastone < Ti va bene il vecchio? >
< Sì! > esclamò lasciando Alexis cadere al suolo, ormai viola.
Andava tutto bene, benissimo, magari perfetto... se non fosse che tutte e quattro le ragazze sentirono una lieve pressione sul sedere e due di queste decisero di farla finita una volta per tutte. Non fu certamente un caso, infatti, che un i libri e gli scaffali della biblioteca vennero spazzati via da un vento fortissimo che costrinse Alice a tenersi al corrimano onde evitare voli improvvisi.
Non fu neanche un caso che un’ascia gigante fatta interamente di vetro piombò sulla testa del povero anziano distruggendo però parte dell’edificio e facendo crollare i ventordici piani che sorreggeva... alla fine di tutto Ayaka guardava ciò che restava della biblioteca con gli occhi letteralmente a palla (ancora più a palla dell’enorme buco che si era creato), incapace di dire nulla.
Quando Alexis e Asuka si calmarono e si resero conto di tutto il casino, Alice emise un verso disperato alla disperata ricerca di una soluzione. Che arrivò immediatamente dopo al sospiro di Ayaka < Bene > disse la bionda < Come primo incarico per voi vi affido la ricostruzione dell’edificio distrutto > sentenziò con professionalità < , oppure... io-non-ho-visto-nulla-e-nemmeno-voi-CORRETE!! >
< “Davvero professionale” >
Zitta, Seraphina!”

 

Correre per le strade di una città in festa non si era rivelata un’idea geniale, soprattutto perché nel correre aveva fatto cadere un paio di pali della luce con conseguente caduta di festoni e luci che sarebbero servite per la tanto famosa parata.
Ovviamente la cosa non era passata inosservata e gli abitanti di Magnolia si erano alquanto indispettiti di questi (tanti) sfortunati incidenti e a un certo punto avevano pure iniziato a inseguirlo con bastoni d’acciaio e altre armi casalinghe che avrebbero fatto rabbrividire chiunque... tutto ciò però non scalfì minimamente Kasai che continuava a fare ciò che stava facendo, ossia correre alla ricerca di quella persona che sembrava avere il suo stesso tipo di magia perché... in realtà non c’era un motivo ma doveva pur trovare qualcosa da fare, no?
Magari avrebbe incontrato Ayaka e gli altri per la strada e li avrebbe salutati con nonchalance mentre continuava a correre oppure si sarebbe fermato a chiacchierare, fatto sta che quella persona si era fermata in biblioteca (l’aveva vista mezza demolita e la popolazione che lo inseguiva aveva dato di matto) e poi aveva iniziato a correre dalla parte opposta alla sua.
La cosa strana era che insieme al suo odore percepiva anche quello di Ayaka, quello di Alexis e quello di un’altra persona – che anche aveva un odore tutto suo.
Talmente concentrato a continuare quella sua folle corsa che si accorse all’ultimo momento di stare per andare a sbattere contro qualcuno e saltando andò a finire dritto in mezzo agli scatoloni contenenti altri addobbi per la parata.
Quando ne uscì trovò due persone davanti a lui, due ragazze. La prima era facile capire di chi si trattasse: sempre troppo bionda per i suoi gusti, Ayaka lo salutò con entusiasmo. La seconda, invece, non l’aveva mai vista… la cosa che saltò più all’occhio era che se Kasai non si fosse spostato all’improvviso si sarebbero scontrati tutti e tre , invece adesso solo le ragazze erano state “tramortite” dal colpo, al che la nuova arrivata si riscosse dopo lunghi attimi di smarrimento < Mi dispiace tanto > disse e si inchinò leggermente per rendere meglio il concetto.
Ayaka avrebbe voluto dire qualcosa, qualunque cosa, ma le grida (che si facevano sempre più udibili man mano che la folla inferocita si avvicinava) misero in moto Kasai che, afferrate entrambe – quella povera ragazza, tra l’altro, non centrava assolutamente niente – e corse via come un fulmine sotto le inutili proteste della maga del Take Over.
Alla fine si rifugiarono in un vicolo, tra i cassettoni della spazzatura < Che hai combinato, Kasai? >
< Forse ho rotto qualcosa >
Non sei l’unico...” pensò sconsolata ma ridestandosi subito dopo indicando la ragazza che immobile e il più lontano possibile da loro li studiava con circospezione < Perché hai preso anche lei? >
Il rosso fece per rispondere ma evidentemente non c’era un perché, o forse... < Non lo so > ...ecco, appunto.
Ayaka sospirò per poi rivolgersi alla ragazza < Scusa il poco tatto e anche per averti messa in questa improbabile situazione... Io sono Ayaka, piacere >
La sconosciuta non era molto alta (a occhio e croce, avrebbe detto Ayaka, più o meno alta quanto Alice), aveva lunghi capelli castani lasciati scivolare dietro le spalle con due piccoli codini laterali e occhi verdi, più o meno della stessa tonalità della maglietta monospalla che indossava.
< Ryoko, piacere di fare la vostra conoscenza > disse, in un’impacciata tattica di presentazione, al che Kasai la guardò quasi come si guardava un pazzo per poi presentarsi in maniera parecchio più informale: un “Mi chiamo Kasai e tu non hai motivo di essere tanto formale quindi smettila”.
La ragazza sembrò andare letteralmente nel panico e i due si chiesero cosa diamine le passasse per la testa, anche perché subito dopo incominciò di nuovo a scrutarli da capo a piedi.
< Coooomunque... > iniziò il Devil Slayer senza togliere gli occhi di dosso alla strana-ragazza girando la testa < Che volevi? > disse infine guardando finalmente Ayaka.
< Io? In realtà mi è venuti in mente che tu mi stavi cercando alla locanda poco prima di incendiarla assieme a Alexis... dimmi tu, cosa volevi? E poi ho una richiesta da farti... >
Kasai la guardò serio come poche volte nella sua vita era stato < Io non ci esco con te, sei troppo bionda >
< Che c’entra adesso questo? >
< Hai ragione, nulla > poi ci ripensò < Ma parlo sul serio >
La maga del Take Over si diede una manata sulla fronte poi con un sospiro ritrovò quella che qualsiasi matto avrebbe chiamato “pace interiore” e continuò cercando di dare un senso a quella conversazione < Ho deciso di ricreare la gilda di Fairy Tail... vuoi unirti a me? >
Il rosso, dopo un attento (e insensato) mh durato parecchi minuti, annuì tutto contento facendo sì che si ripetesse la medesima reazione della maga che, presa dall’ennesima botta di euforia, si lanciò addosso a Kasai stritolandolo nella sua morsa mortale.
Tutto sarebbe andato liscio come l’olio se il Devil Slayer non avesse alzato le mani con il futile tentativo di evitare di farsi strozzare, mani che solo Ayaka si rese conto di dove fossero finite e pochi attimi dopo si liberò di tutta l’ansia accumulata durante il viaggi a Caracolle (andata e ritorno) con un bel pugno sulla zucca del ragazzo < E ora passiamo a noi > fece la bionda riprendendo finalmente il pieno controllo di sé e volgendo lo sguardo verso Ryoko < Per scusarmi di tutto il trambusto, vorrei fare qualcosa per te: dimmi tutto >
< No. Non ti preoccupare > le disse alzandosi e facendo per andarsene < Semmai io dovrei scusarmi... non guardavo dove andavo e... >
< Nah, tranquilla! > disse Ayaka con un sorriso < Piuttosto, sei anche tu qui per vedere la parata? Io e i miei amici vorremo guardarla tutti insieme, ti va di venire con noi? >
Ryoko parve, ancora una volta, confusa e disperata: da una parte poteva accettare, dall’altra poteva rifiutare ma non se la sentiva, cioè non sapeva cosa fare, non sapeva come comportarsi in situazioni del genere e le stava anche venendo il mal di testa!
< Va bene >
Ayaka esultò mentre Kasai diede un’occhiata alla strada per essere sicuro che la folla si fosse calmata e una volta sicuro di ciò fece segno di uscire fuori dal vicolo < A proposito, Ayaka... sei stata in biblioteca per caso? >
La bionda sobbalzò sgranando gli occhi < N-No, perché me lo chiedi?! > rispose/urlò senza nemmeno guardarlo in faccia come se temesse di essere scoperta... meno sapevano dell’incidente, meglio era per tutti.
< Eri con un altro Devil Slayer? >
Questa volta l’interesse della maga venne senz’alcun dubbio catturato dalla domanda... era stata in compagnia di un Devil Slayer e non lo sapeva? Asuka o Alice?
Mi rifiuto di credere che si tratti del nonnetto pervertito…” si disse.
< Non ne ho idea >
Ryoko, che assolutamente non voleva importunare nessuno né tantomeno voleva intrufolarsi in una conversazione che non la riguardava, avrebbe voluto dire qualcosa in merito a un fatto che era accaduto a Crocus dove proprio un Devil Slayer e un altro mago avrebbero fatto un po’ di casini alle terme che avevano appena costruito quando una voce maschile attirò l’attenzione dei tre:
< Ragazzi, ho trovato questo tizio che meditava un furto per questa notte > il povero ladruncolo, legato come un salame, venne lasciato cadere a terra < Sicuramente altri suoi complici stanno gironzolando per Magnolia in attesa che comincio la parata per introdursi in casa d’altri > poi Alèk incrociò gli occhi di Ryoko e le fece l’occhiolino.
< Nooooo! Mi tradisci!! Alèk, tesoro mio, perché??!! > strillò Marylin saltandogli al collo e Ayaka e Kasai si stupirono di cotanta stoicità da parte del ragazzo che rispose, al massimo, con un’alzata di spalle.
Kasai sghignazzò eppure Marylin non sembrava propriamente d’accordo che il suo Alèk venisse preso in giro e così continuò ad abbracciarlo e nel frattempo trucidando il Devil Slayer con lo sguardo.
< Quella mi odia > sussurrò poi il rosso ad Ayaka, che rise.
< Beh, non puoi piacerle tu e Alèk contemporaneamente... magari tra un po’ si ricrederà e comincerà a fare pensierini sconci anche su di te >
Kasai impallidì di botto < Non sia mai > poi però ripensò a cosa gli aveva detto e impallidì ancora di più < Marylin fa pensieri sconci su Alèk? >
< Non credo tu voglia saperli... > e il sorriso di Ayaka era tutto fuorché puro e casto.
Kasai si ritrovò a pensare di essersi scelto un master alquanto sadico e perverso.
Alèk sventolò le mani davanti a sé per attirare nuovamente l’attenzione < Che facciamo? >
< Direi di annientarli! > esclamò la bionda stringendo i biondi < Alèk! Kasai! Pronti? >
< E a me non mi conti? > Ayaka guardò Marylin che sghignazzò < Ovunque vada il mio tesorino vado anch’io... e poi > la turchina abbassò lievemente la testa ritrovandosi a sussurrare il resto < ,se devo salvare mia sorella avrò sicuramente bisogno di aiuto >
< Dividiamoci e ispezioniamo Magnolia! Kasai, tu vai a nord; Alèk, tu a est e Mary a nord-ovest. Io controllo il centro città assieme a Ryoko! > la presa in causa sobbalzò, credendo di essere stata quasi dimenticata lì < Manderò un messaggio alle altre per controllare il resto. Andiamo!! >
Il coro di “Sì” che ne susseguì le riempì il cuore.
Kasai fece un salto e cominciò a correre suoi tetti, mentre gli altri due si limitarono a seguire le strade in parte decorate per la parata.
Ayaka si voltò verso la castana con un sorriso gentile < Ti va di venire con me? >
Ryoko, dal canto suo, non sapeva mai cosa fare o cosa dire per vivere in mezzo alla società, non aveva mai giocato con gli altri bambini e si sentiva un’estranea ovunque... però come dubitare di un sorriso del genere?
< Certo >
Intanto il cielo si colorava di rosso fuoco, mancavano poche ore all’inizio della grande parata di Magnolia!

 

Con la magia di Seraphina era stato facile contattare le altre intente a chiacchierare, bastava che affinasse il loro udito rispetto alla sua voce e in pochi minuti si erano mosse. La minaccia?: dei ladri poco furbi che avevano deciso di mettersi contro i maghi sbagliati.
Due ore dopo l’inizio delle ricerche però...
< Furia del demone del fuoco!!! >
Contemporaneamente a un incendio, un edificio sembrava essere stato colpito dalla furia inarrestabile di un mostro quando invece di “Inarrestabile” c’era solo il soprannome e il mostro in questione era soltanto la forza sovrumana di Alèk che sembrava fare le bizze tanto che quasi distrusse anche un ponte su cui si era dato lo slancio per raggiungere il ladruncolo prima che scappasse.
Ovviamente il tutto condito da un’inondazione in piena regola non dovuta allo straripamento natura del fiume che attraversava la città ma perché Alexis aveva scoperto il punto debole del nemico: non sapendo nuotare era state semplice per lei fargli fare un bagno con tanto di tinta di capelli e d’occhi blu.
Non poteva certo mancare Marylin, che causò la gravi problemi psichici ai malviventi a causa delle illusioni dei suoi specchi ma neanche Asuka ci era andata leggera.
Finalmente Kasai aveva scoperto quale tipo di Devil Slayer girovagasse a Magnolia da tutto il giorno venendo a sapere che trattava niente meno che di Asuka, suo stesso colore di capelli, femmina (non che gli interessi o pregiudichi qualcosa), incinta, pericolosa.
Un Devil Slayer del vetro che aveva chiuso tutti i ladri in un enorme box fatto di vetro da cui era impossibile uscire.
Ayaka... beh, Ayaka e Ryoko non avevano fatto praticamente nulla perché la prima troppo occupata a perdersi in alcuni ricordi, la seconda osservava con attenzione la prima perché era nella sua natura farlo.
Gli abitanti di Magnolia, invece, non sembravano essere pienamente soddisfatti dell’operato della neo-gilda e lo fecero capire ad Ayaka che, una volta riemersa dalla piazza che antecedeva la Cattedrale di Cardia, aveva visto in che stato fossero le strade e gli edifici sopprimendo la voglia di piangere.
Alla fine però tutto andò per il meglio... perché Ayaka promise di dare una mano alla parata di Fantasia a cui si aggiunse, alquanto irritato e obbligato un certo Naoko che era venuto lì con il solo scopo di ridare il portafoglio perduto a un Asuka che appena l’aveva visto aveva gridato al “moccioso!” causando l’ira di quest’ultimo.

 

Papà, andiamo a vedere le stelle?

A poco a poco il volto di suo padre le comparse davanti, non era molto diverso in realtà da come se lo immaginava... forse era il suo sesto senso che le suggeriva quel tratto d’occhi, quella cicatrice, quei capelli e quegli occhi.
Era lui, non vi erano dubbi.

Secondo te la mamma resterà arrabbiata ancora a lungo?

La mamma non è in grado di restare arrabbiata con nessuno, Ayaka, ma sei stata una stupida ad andare in missione così lontano e a nostra insaputa

Suo padre le assomigliava in maniera incredibile, o era meglio dire che lei somigliava a suo padre? – a volte avrebbe voluto prendere gli occhi grandi della sua mamma o la sua grazia o la sua bellezza.
Suo padre era burbero, non riusciva a dimostrare al meglio i suoi sentimenti ma aveva imparato che l’amava, le amava entrambe, moglie e figlia.

Ma c’erano lo zio Freed e lo zio Bixlow! Non poteva succedermi nulla!

Vorrà dire che lo zio Freed e lo zio Bixlow passeranno un terribile e orrendo e traumatico brutto quarto d’ora per aver fatto preoccupare me e tuo padre in questa maniera, tu torna a mangiare il dolce che ti ho preparato, Aya-chan!

Anche se molto spesso le dicevano di assomigliare a sua madre nel carattere, soprattutto nel temperamento... era la verità?

 

Il cielo era diventato ormai buio, i suoi amici chissà dov’erano finiti, solo Ryoko se ne stava in disparte, lasciandola sola con i suoi pensieri. Con lui.
Perché Ayaka appena gli aveva posato gli occhi sopra aveva cominciato a sentire uno strano calore nel petto e poco alla volta tutti i tasselli tornarono al proprio posto o almeno quelli che riguardavano i suoi genitori: quello era suo padre!
Lei lo fissava e lui sembrava fissare lei, lo stesso taglio d’occhi, lo stesso colore grigio, i capelli in disordine, lei aveva ereditato i lineamenti dolci di sua madre ma tutto il resto era suo. Ayaka sapeva di assomigliare molto a suo padre, almeno fisicamente.
Poi c’erano quelle passioni che condividevano e a cui col tempo aveva imparato a non rinunciare mai, come la musica – lei amava la musica.
La piazza era quasi del tutto vuota, tutti occupati a vedere cosa stava succedendo e cosa fossero tutti quegli incendi e inondazioni, solo Ryoko era presente.
A un certo punto ricordò di quando aveva cucinato per la prima volta e si era ripromessa di non farlo mai più, non era per lei: il risotto era bruciato, la carne era sanguinolenta e le ciambelle erano salate. Aveva quasi rischiato di vomitare, mentre sua madre la incoraggiava a fare di meglio, a riprovare.
Lei ci aveva riprovato ma il risultato fu, se possibile, anche peggio di quello precedente e quello che col tempo aveva imparato a chiamare zio Freed si intossicò e ci volle l’aiuto di un’anziana signora per rimetterlo apposto.
Da quel momento la cucina era diventata una zona off limits per lei, non doveva entrarci neanche per sbaglio.
Ricordò ancora di quella volta in cui qualcuno l’aveva portata fino alle nuvole, poi però alla fine si ritrovarono a precipitare per chissà quale motivo (che invece non ricordava) e vennero salvati da una ragazza, una giovane ragazza fortissima che sua madre la prendeva (indirettamente) in giro non facendole capire il perché lo facesse.
Suo padre era diverso dalla mamma, lui era quello che andava in missione più spesso e tornava a casa con tanti souvenir, questo perché la mamma l’aveva obbligato – mica per altro! – e ricattato di non preparargli la cena se non ne avesse portato uno almeno ad Ayaka.
Non credeva ai suoi occhi: finalmente lo ricordava e ce l’aveva di fronte!
Certo, non era vivo, non era nemmeno fatto di ossa, carne, pelle e sangue... era una statua del cavolo eppure Ayaka non seppe trattenere le lacrime sentendo una gioia infinita.
< Papà... >

 

 

 

Special 01

Una giornata tra... ehm... pervertiti?

 

[Ancora prima che Ayaka, Alexis, Alèk e Kasai facciano tutto quel baccano a Caracolle, prima di tutto... vabbè, una settimana prima!]


Mancava da Crocus da almeno diciassette anni, aveva girato il Regno di Fiore in lungo e in largo e alla fine si era ritrovata in una cittadina abbastanza tranquilla, che non somigliava per niente all’immensa capitale.
Quindi, dopo diciassette anni di “isolamento” aveva deciso di ritornarci per qualche giorno e così aveva fatto. Certo, avrebbe voluto anche dare un’occhiata a quella gilda di Magnolia una volta tornata, ma avrebbe fatto tutto con calma... girava voce che una delle più potenti gilde di Fiore si fosse riformata dopo essersi sciolta. Doveva dare un’occhiata per forza, era curiosa.
Comunque Crocus rimaneva sempre Crocus, il suo luogo di nascita e mai se lo sarebbe dimenticata. Era una parte di lei, così come lo erano i suoi genitori ormai morti.
Passò davanti al palazzo reale e fece un saluto mentale alla regina che a quell’ora doveva essere sommersa dai documenti inerenti tutte le problematiche del Regno.
Il Mercurius era come sempre e come se l’aveva lasciato, imponente e magnifico.
Si fermò a prendere un caffè al Bar Sun e si preparò per passare l’ultimo giorno di vacanza nella capitale Crocus, la prossima fermata avrebbe dovuto rilassarla abbastanza da permetterle un viaggetto tranquillo di ritorno.
Eppure, attraversando una vicolo isolato e non troppo stretto... < Ehi, bambolina, che ne dici di darci tutti i soldi che ti porti dietro? >
Lei sbuffò scocciata e si voltò a fronteggiare i tre uomini (sicuri?, al massimo potrebbero avere, sì e no, vent’anni) con un sopracciglio alzato e la testa inclinata come per mostrare tutto il suo fastidio.
< Oh, ma guarda! Non ci avevo minimamente fatto caso! > esclamò lo stesso che aveva parlato pochi istanti prima con una faccia che le parve palese stesse mentendo < Sei in dolce attesa, ma che carina... > poi tornò serio e spietato (almeno cercava di sembrarlo) < Ora dacci tutti i soldi se non vuoi che non capitino cose spiacevoli a te e al nanerottolo che ti porti dietro >
La donna (che non aveva capito bene perché si rivolgessero al suo piccolo tesoro in quella maniera... al massimo “nanerottolo che ti porti dentro” ma non “dietro”, no?), armata di tanta, tantissima pazienza, sospirò e alzò le mani con i palmi rivolti verso di loro, pronta ad agire. Loro, che dovevano essere davvero stupidi, pensando che fosse un segno di resa si avvicinarono furtivamente ma a meno di un metro da lei, la trappola era pronta a scattare.
O almeno era l’intento della donna che, ad un certo punto, si ritrovò a dover annullare la sua magia perché un bambino dai capelli chiarissimi si era messo davanti a lei e in un batter d’occhio i tre spavaldi ladruncoli erano già KO.
La donna, rimasta intanto immobile, guardava la scena con gli occhi spalancati.
Il bambino si voltò verso di lei, mostrando occhi di un azzurro impressionante e un sorriso sghembo < Signora, dovrebbe fare più attenzione a percorrere questo genere di strade, Crocus è un covo di delinquenti ora >
Lei non avrebbe voluto che quel bambino intervenisse. Avrebbe potuto cavarsela benissimo da sola. E infatti... < Scusa un secondo, moccioso, chi ti ha dato l’autorizzazione di venirmi a salvare, eh?! >
L’altro che, al momento sembrava quasi allibito, abbassò le spalle in un chiaro senso di sconcerto < Ma scusi... la stavano minacciando! Cos’altro avrei potuto fare? Ignorarli? >
< Nessuno te l’ha chiesto, moccioso. Sono incinta e con questo? > esclamò imbestialita lei, irrigidendosi tutta e poco dopo si posò una mano sul ventre visibilmente gonfio e cercò di darsi una calmata con dei respiri profondi.
Avrebbe voluto tanto che tutti capissero che non per forza doveva essere debole se aspettava un figlio... mannaggia tutto!
Non fece in tempo però ad aggiungere altro che il biondino esplose, rosso di rabbia < Non mi chiamare “moccioso”, brutta racchia che non sei altro! >
Si sentì i capelli lunghi e rossi rizzarsi sulla testa, dal nervoso si ritrovò a stringere i pugni e le dita dei piedi, cosa che i sandali che indossava non le impedirono di fare. Ma... eravamo seri? < Certo che ti chiamo “moccioso”, sei un bambino ficcanaso, ecco cose sei! > gridò inviperita.
< Non sono un bambino! Ho diciotto anni, io!! >
Lei, scioccata come non lo era mai stata (nemmeno quando aveva scoperto di essere incinta aveva gli occhi a palla e che tra un po’ le fuoriuscivano dalle orbite e la bocca spalancata) lo indicò < Tu hai davvero diciotto anni? >
Il nanetto sembrò davvero imbestialito < Certo che sì! Sei stupida se non riesci nemmeno a capirlo? >
La rossa si mise le mani sui fianchi, infastidita < Ehi, vedi di darti una calmata. Modera le parole e comportati come si deve in presenza di una persona più grande di te! >
< Non sei mica mia madre, razza di deficient-! Ahia!! > il nanerottolo si mise entrambe le mani sulla nuca, strizzando gli occhi dal dolore mentre la rossa alzava un sopracciglio.
Lei non aveva fatto niente, eh < E adesso che ti prende? >
< Dannata, che mi hai fatto?! > gridò iracondo guardandola dal basso della sua altezza di 1.56... proprio basso, eh...
Scosse la testa, lei < Io non ho fatto proprio niente e SMETTILA DI ESSERE COSI’ MALEDUCATO! >
Il battibeccò andò avanti per altri minuti, dove il biondino gridava parole non proprio carine in direzione della donna che, a sua volta, lo minacciava di morte atroce se non si decideva a smetterla (Si voglia precisare che lei è un’adulta, ci si aspetta un minimo di maturità, ma non troppa, eh).
Finché alla fine il colpevole del colpo alla nuca del giovane non decise di mostrarsi per sedare il litigio e dare una lezione a quel monellaccio < Tu! > esclamò atterrando dall’alto, esattamente tra i due e indicò con lo sguardo il biondissimo ragazzo < Non ci si comporta così con una bellissima e dolce signorina! > e in quel momento sentì nuovamente un colpo alla nuca, forte come quello di prima, che lo fece sbilanciare in avanti.
Fortunatamente riuscì a rimanere in piedi.
"Dolce?, ma dove?! ..." pensò il ragazzo allibito... E da dove spunta questo tizio?!
Più o meno anche la donna si stava chiedendo le stesse cose, ovviamente sapeva già da sé di essere dolce (almeno con pochi eletti) ma si ritrovò a sbattere gli occhi quando vide un vecchietto poco più basso del maleducato biondino e le parve anche di percepire del potere magico provenire da lui.
Il vecchietto si voltò completamente verso di lei, ignorando gli insulti coloriti dell’altro marmocchio e si inchinò < Mi chiamo Ghost Hand. Sono felice di fare la sua conoscenza > e a un certo punto notò come una specie di luccichio nei suoi occhi.
Subito dopo qualcosa che le sfiorava il sedere e sussultò.
Ma no, non può essere stato lui... no?
< Ehi, vecchio rimbambito, mi stai ascoltando?! > esclamò più forte il giovane, venendo però colpito nuovamente alla nuca < LA SMETTI?!! >
Il (forse) simpatico anziano ignorò bellamente il ragazzo e guardò la donna con occhi sognanti, lei alzò un sopracciglio < Per lei è meglio evitare certa gente > e buttò un’occhiata al biondo alle sue spalle che sembrava stare facendo la lotta contro l’aria gridando “ma come cavolo fa a colpirmi?!, maledetto bastardo!” < ...per cui mi offro di riaccompagnarla a casa, signorina >
La rossa sospirò affranta e se ne andò < Non ce ne bisogno. Addio > fredda.
< A-Aspetti! Signorina! >
Lei si fermò rigida come un pezzo di marmo e nervosa come non lo era mai stata (nemmeno quando aveva scoperto di essere incinta aveva i capillari degli occhi così rossi e gonfi e sul punto di esplodere da un momento all’altro) e raggiunse i due con pochissime falcate < Ce. La. Faccio. Da. SOLA! > e mollò un pugno bel assestato prima al nonnetto e poi al biondino < E tu smettila di essere così scurrile, nanerottolo! > detto ciò se ne andò lasciando il biondissimo giovane con un enorme bernoccolo pulsante sulla fronte e... ah, no.
Il vecchio se l’era svignata subito dopo lasciando solo un bigliettino arrotolato e quindi era rimasto solo nel vicoletto.
Che palle!


Quando la donna (che precisiamo aveva abbattuto più ostacoli di chiunque altro seppur incinta di un bambino) si rese conto di avere un biglietto in una delle tasche del vestito rimase abbastanza sorpresa.
Non doveva essere suo, ma decise di aprirlo ugualmente.
Ciò che vi trovò scritto le fece stringere le dita rischiando di strapparlo e assottigliò gli occhi, furiosa. Era furiosa.
Aveva programmato di andare a farsi un giro alle terme e invece... sì, ci sarebbe andata comunque ma non come cliente. Alzò lo sguardo al cielo azzurro e pensò che forse, molto probabilmente, avrebbe dovuto smetterla di venire a Crocus perché sembrava portarle sfortuna...


Si era reso conto già da un paio di ore di non essere incappato proprio in una bella situazione ma, andiamo!, incontrare una persona così rompiscatole non gli era mai capitato. Chi diavolo era?, sua madre?
Sbuffò e a passo svelto si fece strada attraverso la folla per arrivare alla sua destinazione finale... perché il vecchietto non si era soltanto defilato, ma era stato rapito (Che palle!) e chi doveva andare a salvarlo?
Il mago che l’aveva preso doveva aver pensato che lo conoscesse perché li aveva visti insieme. Maledisse il destino e tutte quelle scemenze perché in tutti quegli anni che aveva viaggiato non si era mai trovato in quella situazione del cavolo.
Aveva passato un terzo di tutta la sua vita a girare per il Regno di Fiore con la speranza di ritrovare quella persona che l’aveva allevato come fosse un figlio.
Era giunto a Crocus e aveva girato tutta la città più volte, aveva chiesto e bussato alle porte di quasi tutti i cittadini eppure di lui neanche l’ombra.
Non era morto, di questo ne era sicuro.
Assorto nei suoi pensieri non si accorse nemmeno di essere arrivato a destinazione e andò a sbattere contro qualcosa di morbido, la testa almeno contro qualcosa di morbido... eppure qualcosa di “duro” lo colpì all’altezza del petto facendolo quasi cadere a terra.
Ritrovò l’equilibrio pochi istanti dopo < Vuoi stare più attento?! > esclamò per poi sgranare gli occhi < TU! >
La voce di donna che gli arrivò alle orecchie fu davvero devastante < Il maleducato! > e indicò più in basso, la sua testa.
Se questo è un sogno, svegliatemi!
< Che ci fai qui?! > esclamarono entrambi, scioccati < Io ho trovato questo biglietto che diceva che il vecchio di prima è stato rapito! >
E fu così che entrambi si resero conto di essere entrambi lì per lo stesso motivo, a causa di un tizio che li aveva scambiati per conoscenti di quello strano individuo e a causa di ciò lei aveva dovuto rinunciare a una giornata rilassante e lui a continuare il suo giro di ricerche.
Stavano per parlare ma una voce proveniente dall’alto li fece sobbalzare, infatti sul tetto delle terme vi era un individuo vestito in pelle nera che se ne stava seduto a guardarli soddisfatto < Vedo che non avete perso tempo, eh! Venite, venite... vi do il benvenuto alle terme di Crocus! >
Erano state costruite da poco, una specie di novità perché solitamente se qualcuno voleva farsi un bagno alle terme andava al villaggio Balsam, un po’ lontanuccio però.
< Chi diavolo sei?! > chiese il biondino aggrottando le sopracciglia.
L’individuo rise nascondendosi il viso nel cappuccio che spuntava dalla felpa sotto il giubbotto di pelle < Ve lo dirò soltanto se entrate a rilassarvi... davvero, non voglio combattere. Vorrei soltanto che entriate. Altrimenti non libererò vostro nonno >
Ma quale nonno e nonno?!
I due si guardarono dubbiosi. Doveva essere una trappola, senza ombra di dubbio ma se qualcuno era in pericolo non c’era niente da discutere anche se avevano cose più urgenti da fare.
< D’accordo > fece lei avanzando verso le terme, seguita a ruota dal ragazzo.
Questo annuì e lanciò un’ultima occhiata al tetto prima di entrare < Accettiamo >
Una volta dentro si divisero, dopotutto lei era una donna.
Si spogliò lentamente dei vestiti e in poco tempo raggiunse la grande vasca d’acqua calda che guardò con una certa malinconia... avrebbe voluto farsi un bagno rilassante, invece era in asciugamano (la pancia lo sollevava leggermente) e si guardava attentamente attorno senza scorgere nessun nemico.
Forse era il proprietario delle terme e voleva soltanto pubblicizzarle (non c’era nessuno in effetti lì dentro)... però che strano modo di indurre le persone a entrare...
Fece per sfiorare l’acqua con la punta dei piedi ma la sensazione di essere osservata la fece voltare verso l’entrata della piscina, c’era il tizio dal viso coperto dal cappuccio e ricoperto di pelle nera < Salve e benvenuta > esclamò forse con troppa teatralità < Ora, se mi permette, vorrei spiegarle il motivo per cui vi ho chiesto di entrare. Io sono il maestoso Trainor!  >
< Farai meglio a fare in fretta perché mi stai sempre meno simpatico, sappilo > affermò con la vena del collo gonfia... era in asciugamano!
Il tizio rabbrividì un attimo < Ecco... vi convocati qui perché... vorrei tanto un figlio!! >
Eh?!
La rossa mostrò tutta la sua indignazione con una semplice espressione < Che cosa hai detto? >
Quello si tolse il cappuccio e mostrò un orrendo naso storto (probabilmente causa di un pugno o anche più di uno), occhi stretti e lineamenti marcatissimi: un mostro. Orrendo.
Quasi le venne da vomitare...
< Ho chiesto a moltissime donne se volessero sposarmi ma mi hanno detto tutte di no! A questo punto mi accontenterò di avere un figlio, magari un maschietto maggiore e una femminuccia, per questo ti ho fatta venire qui usando il vecchio come esca! Ti prego! Ti scong- > ma non terminò mai la frase perché un pugno dietro la testa lo fece partire a razzo in avanti e la donna fu costretta a scansarsi all’ultimo per non essere colpita come un birillo.
Il matto sbatté contro il muro di pietra e cadde di pancia, senza neanche troppi complimenti, in acqua.
< Diamine! Se anche tu mi hai scambiato per un bambino giuro che ti uccido! > esclamò il biondino che aveva fatto irruzione... nella piscina femminile.
La rossa abbassò il capo, tremante di rabbia, per poi esplodere < Siete tutti matti!! Uscite tutti e due da qui! ADESSO!!! > Sono in asciugamano!... e pure incinta! < Vergognatevi brutti maleducati! VIA DI QUI!! Chi vi ha insegnato l’educazione?! >
Portò un mano in avanti e con gli occhi di chi non ammetteva repliche, attivò la sua magia < GLASS MAZE > e in un attimo accadde.
Due grandi box di vetro circondarono i due maniaci imprigionandoli.
Fu così che la donna scomparve oltre la porta, decisa a tornare alla normalità. Sbuffò maledicendo quei pazzi che non facevano altro che mettersi sulla sua strada ed erano una scocciatura. Sarebbe tornata a casa in un batter d’occhio e non ci sarebbe mai più tornata, col cavolo! Era la sua città natale?, non era un suo problema... lì erano tutti matti.
Col cavolo che ci torno!, pensò rivestendosi.
Aveva indossato la biancheria e stava per afferrare il vestito quando sentì una sensazione che aveva già provato, come di una mano che le sfiorava il sedere. Le si rizzarono i capelli sulla nuca e sobbalzò girandosi di scatto trovando nientepopodimeno che... < Vecchio! > ...e in qualche modo sentì la vena del collo scoppiare.
< GLASS MAZE! >
Prossima fermata: casa.
Magnolia almeno non aveva certi soggetti e poteva godere di una vita serena e tranquilla... anche se in realtà avrebbe voluto un po’ più di azione ma... c’è un limito a tutto, NO?!


Fortunatamente aveva utilizzato i suoi poteri e aveva mandato a “salvare” quella dispotica donna una sua copia mentre lui si rilassava nell’acqua calda!
Sospirò poi quando trovò un portafoglio a terra, davanti all’entrata delle terme.
Lo prese e quando vide il contenuto, quasi si strappò i capelli. Deglutì e riprese a camminare, lasciando che quel maniaco che l’aveva scambiato per un bambino rimanesse all’interno di quel vetro che quella dannata aveva creato dal nulla.
Si disse di essere davvero sfortunato.
La carta d’identità, poi, aveva chiarito ogni dubbio: Asuka. Trentadue anni. Magnolia.
"Guarda cosa mi tocca fare..." e grugnendo si incamminò.


< Torno presto, Naoko, tu aspettami e tieni d’occhio la bottega >
< Va bene! A presto! >

L’aveva promesso eppure... non tornò più.

 

 

 

 

 

 

 


ANGOLO DI AYAKA:
Okay, dopo interminabili settimane (mamma mia, sembrano anni!) sono tornata con un nuovo capitolo... vi avverto però che in questa settimana ho taaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaanto da fare quindi non mi sarà possibile nemmeno PENSARE a quello che potrebbe succedere ai nostri personaggi, quindi... abbiate paziente, vi prego!

Ma passando al capitolo: sono successe tante cose, spero di avervi fatto divertire almeno un po’ e che abbia saputo farvi riflettere su qualcosa... del tipo:
- chi è l’ottavo master? (il cui nome vi invito nuovamente a indovinare: solo uno di voi ci è andato un pochetto vicino...!) –e, spero abbiate capito che tra l’altro si tratta del padre di Ayaka!...
- chi sono i tre membri di Fairy Tail che non erano alla gilda quando questa è scomparsa e dove sono ora? (anche qui, datemi dei nomi... ma sappiate che a questa domanda non indovinerete maaaai ^.^)
- chi sarà la persona che sembra sapere qualcosa in più sulla scomparsa di Fairy Tail?
- Eccetera eccetera...!
Quindi cos’è successo?
Ovviamente ho voluto farlo più lungo possibile per vari motivi: 1) dato che vi faccio e vi farò sempre aspettare, almeno mi faccio perdonare così e 2) non vedo l’ora di scrivere su UNA CERTA COSA che avverrà poco dopo questi fatti, quindi... pazientate un altro pochino e poi vi farò morire dal ridere!

Okay, siamo seri.

Abbiamo quindi scoperto che Ayaka non dovrà più guidare e che i suoi abbracci sono letali, che Alèk ha paura dei gatti (anche se la maggior parte l’aveva già capito) e che è geloso della sua sorellina ^.^, che ovviamente la risposta di Kasai (che non vuole uscire con Ayaka) era stato pensato perché il fatto che non sopporti le bionde a me fa troppo ridere e ci stava (io ho riso da sola, per dirvi...), che Ayaka si sta avvicinando più a essere una pazza che altro (^.^), che rubare non porta mai a nulla di buono,... e tutto il resto.
Tra l’altro ho presentato un altro OC, Ryoko, di Giuly_san e ben presto ce ne saranno altri, non temete!
Spero di stare bene interpretando gli OC che mi avete mandato... ho sempre il terrore che non vadano bene! – Naoko, altro OC di Aki_and_Ami,  si farà valere nel prossimo capitolo dove parlerò nel dettaglio della parata... ho organizzato tutto in base ai loro poteri ma se avete altre idee fatemele sapere pure!
Spero abbiate gradito anche lo Special che scrissi l'anno scorso ma per vari motivi (l'avevo perso ma ora l'ho ripescato non so dove) non sono riuscita a pubblicarlo prima... vabbè!

E finalmente Ayaka si è decisa a riformare la gilda! Yuppieeeee!!! Aspettate però a festeggiare... lo faremo in un altro momento XP... – nel prossimo se tutto va bene!

Ma ora passiamo all’ “avviso” più importante (no, non voglio fermare la storia, non ci penso nemmeno!!) ma non vi preoccupate, non è niente che possa turbare la tranquillità delle vostre vite...
Il mio obbiettivo è riuscire a metter la parola FINE a questa storia dopo almeno una ventina di capitoli – se di più ANCORA MEGLIO!, ma per fare questo ho bisogno di voi... già dall’inizio non era mia intenzione limitarmi a chiedere di inviare OC e recensire, assolutamente no (recensite comunque XP) io voglio che voi facciate parte integrante della storia così come ne faccio parte io, perché è vero sono io che li faccio parlare, che li muovo, che creo le situazioni... ma è anche vero che i personaggi – tranne qualcuno – sono i vostri, quindi... se avete idee, situazioni future in cui vorreste che i vostri personaggi si muovano, DITEMI TUTTO e io farò in modo di mettere tutto insieme (tenterò e ci metterò tutta me stessa per riuscirci)...
- Un esempio è il fatto che io, nei primissimi capitoli, abbia già messo a dura prova i fratelli Black, inserendo il famoso nobile invidioso di cui mi ha parlato Mary_90 (che io ho chiamato Bunbury perché mi suonava stupido) e facendolo diventare un cattivo che poi i nostri eroi hanno combattuto...!
Vi chiedo solo una cosa, però: all’inizio parlatemi di questa vostra idea in maniera vaga (non siete due o tre, quindi devo poter avere del tempo per metabolizzare tutto) dicendomi cose del tipo “si ritrovano in un isola fatta interamente di dolci” per i dettagli ne discuteremo magai in seguito, con più calma (per messaggio privato)... anche perché per i prossimi capitoli ho già tutto pronto, devo solo scrivere.

Un bacione,
Ayaka

P.S. Se mi sono dimenticata qualcosa... scusatemi ^.^

   
 
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