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Autore: Danmel_Faust_Machieri    01/03/2017    2 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N.D.A. : Danmel_Faust_Machieri: Mi dispiace dovervi comunicare che le pubblicazioni dei prossimi capitoli non avranno più cadenza bisettimanale ma ogni nuovo capitolo verrà pubblicato il mercoledì sera dopo le 19:30. Non ho intenzione di mentirvi quindi vi comunico da subito che il mio collega Djianni non sta più scrivendo nulla e io mi trovo (tra le lezioni e gli impegni personali) in seria difficoltà a rispettare le scadenze che avevo prima indicate. Una volta ero solito indicare con "(N)" i capitoli che scrivevo da solo e che quindi si muovevano intorno a Nicolò escludendo Claudio; da qualche capitolo ho smesso comunque di indicare questa "esclusività" perché, purtroppo, questa è la direzione che ha preso la storia a causa dell'abbandono di uno dei due autori. Mi scuso ancora a suo nome ma era giusto che voi lo veniste a sapere.
Mi auguro che la storia possa continuare a piacervi.
Buona lettura.

Una distesa di bianco arrivava fino all'orizzonte; cumuli di neve fresca erano sparsi qua e là e non c'era solo che li illuminasse, solo un cielo nero che si contrapponeva a quel mare bianco. All'improvviso una voce iniziò a risuonare nel vento, una voce antica e cupa che si ostinava a ripetere "La neve e l'inverno sono come la morte no? E allora perché non diventare tutti uguali sotto l'egida della morte? Saremo un tutt'uno nella morte, nella notte eterna…" Il vento sferzava il volto di Camilla, l'unica persona al centro di quella scena; poi lei iniziò a vedere delle ombre che si facevano sempre più vicine a lei, vide cose confuse finché non riconobbe il volto sorridente di Linton, la ragazza allora si sentì sollevata finché il generale non cadde tingendo il bianco di rosso. La maga fece qualche passo indietro spaventata da quello che stava vedendo; un'altra ombra si fece più nitida rivelando Nicolò destinato anche lui a cadere a terra, con in volto la Maschera del Folle, e a formare una nuova pozza di sangue. Camilla cadde a terra. Una terza ombra si fece avanti, si trattava di Riccardo che tendeva la mano verso di la maga nell'intenzione di aiutarla. Lei scosse subito la testa e, tra le lacrime, iniziò a ripetere "Anche… Anche tu… Anche tu morirai…" In quel momento una chiazza rossa iniziò a farsi largo in mezzo al petto del ragazzo che ricadde a terra. Camilla allora iniziò a guardarsi intorno e vide, distesi a terra, i corpi di tutti coloro che aveva conosciuto all'interno di LSO e dei suoi amici di sempre; li vide distesi su un mare rosso, impregnato del loro stesso sangue e, in quel preciso istante, mentre le lacrime la laceravano il viso, iniziò a sentire la voce di prima che diceva "Questa dottrina è la via, questa via è la verità e la verità fa sempre paura".
Camilla si svegliò di colpo con un sudore freddo che le copriva la fronte; si guardò intorno e distinse le pareti della sua camera all'interno della sede dalle Vitriol, poi vide la porta aprirsi lentamente e da essa comparve Alessandro "Oh!" esclamò lui felice in volto "Finalmente ti sei svegliata"
Camilla allora guardò fuori dalla finestra e ipotizzò che fossero le prime ore dopo l'alba (le 7:00 circa quindi) "Quanto… Quanto ho dormito?" domandò lei mentre già dimenticava il sogno appena trascorso.
"È da ieri pomeriggio che sei a letto" rispose Alessandro mentre si sedeva lungo il bordo del letto "Hai avuto spasimi e incubi tutta la notte… Eravamo molto preoccupati…"
"Io non ricordo nulla…" disse la ragazza con un filo di voce "Solo… Del bianco, del rosso e…" provò a scavare di più nella memoria  finché non vide uni volto "Riccardo!" esclamò impaurita "Riccardo! Come sta riccardo?!"
"Non ti preoccupare" rispose lui stringendole la mano sinistra "È fuori pericolo; Antigone e Exodius l'hanno curato e dovrebbe riprendersi nel tempo di qualche giorno"
La maga allora tirò un sospiro di sollievo e continuò a chiedere all'amico "Gli altri invece dove sono?"
"In questo momento sono tutti alla sede del Sangue di Drago a parlare delle boss-fight e delle prossime intenzioni del nostro gruppo" si limitò a rispondere il barbaro.
La ragazza allora si alzò dal letto e fissando l'amico negli occhi disse "Molto bene! Voglio raggiungerli subito!" e così dicendo i due partirono pronti a raggiungere il terzo piano.

"Abbiamo tutto no?" domandò Teresa leggendo le pagine di un suo piccolo taccuino verde.
"Così sembrerebbe…" rispose Nicolò osservando a sua volta il suo taccuino nero.
I due ragazzi erano seduti lungo la grande scalinata che conduceva a San Miniato al Monte dalla quale si poteva vedere tutta Firenze. Teresa sfogliò per qualche secondo il taccuino e, dopo aver infilato una mano nella tasca della giacca verde smeraldo, ne estrasse un pacchetto di sigarette Black Devil.
"Ti ho già detto che dovresti smettere di fumare" sorrise Nicolò mentre la ragazza si poggiava sulle labbra una sigaretta accendendola con un fiammifero.
"Smetti di fumare toscanelli e ne riparliamo" rise la ragazza.
I due scoppiarono a ridere e allora il ragazzo prese dalla tasca una scatoletta metallica e ne estrasse un toscanello "Mi presteresti un fiammifero?" chiese alla fidanzata e lei, dopo averne acceso uno,  lo utilizzò per accendere il toscanello del fidanzato.
"Grazie mille" le sorrise lui prima di prendere una boccata dal sigaro e poi tornò a sfogliare le pagine del taccuino "Allora… Avevamo 4 frasi: 
1-"Oh sì! Un regno incastonato nello smeraldo che pende dall'abbraccio di una collana bianca come l'avorio… Oh lì deve nascondersi colui che fa fiorire i mondi"; 
2-"Il mondo che arde trascritto sui fogli con una lava incandescente che non conosce riposo… Oh lì deve nascondersi colui che più di tutti patì il tradimento"; 
3-"Quello invece è il mondo che riposa sommerso da una neve che si agita ad un tratto e poi riposa fino all'atto… Lì deve essere imprigionato il placido serpente…"; 
4-"Ed ecco l'altro mondo, racchiuso nell'opera di chi seppe dipingere con colori di cielo… Lì deve dormire colui che non si posa…"; 
Quattro frasi, quattro luci, quattro oggetti e quattro dungeon…"
"Allora" iniziò a dire la ragazza dopo aver soffiato una piccola nuvola di fumo "La luce verde l'abbiamo localizzata al piano 3, poi quella rossa al piano 41, al piano 36 quella azzurrina ed infine la blu al piano 22"
"Perfetto!" esclamò il ragazzo "E i quattro oggetti dovrebbero essere, secondo le descrizioni: una specie di collana, un libro, probabilmente un sfera con dentro la neve finta ed un quadro blu"
"Beh a questo punto credo che tu sia pronto a tornare indietro" disse la ragazza dopo essersi fatta seria in volto.
Nicolò alzò lo sguardo e si ritrovò seduto difronte alla ragazza all'interno di un caffè del centro dove una commessa gli stava servendo un cappuccino ed un caffè.
"No…." iniziò a balbettare lui "Non posso… Non posso tornare indietro…" afferrò la tazzina di caffè con la mano che gli tremava rischiando così di ribaltare il contenuto. Teresa gli afferrò le mani interrompendo il tremore. 
"Vuoi dirmi perché non puoi?" domandò lei preoccupata.
"Io… Io… Io sono un assassino…"disse lui lasciando cadere dalle mani la tazzina. Questa si infranse sul tavolo e, a quel suono, ogni persona all'interno del caffè sparì. Nicolò poggiò i gomiti sul tavolo e strinse la testa tremante con le mani.
"Nico…" sospirò la ragazza.
"Io… Io… Sono un assassino… Io ho ucciso Linton… Io sono un assassino" continuava a ripetere lui tenendosi la testa con le mani.
"Nico ascolta…" disse lei sfiorando la guancia destra del ragazzo. Lui allora alzò lo sguardo e si ritrovò in una biblioteca circondato dai libri e, davanti ai suoi occhi, la ragazza scorreva l'indice tra i libri degli scaffali "Tu hai ucciso Linton perché non c'era un'altra alternativa, l'hai fatto perché era l'unica cosa che tu potessi fare"
"Non è vero!" urlò lui mentre dei libri cadevano a terra "Io potevo lasciarmi uccidere! Chi sono io per decidere che un altro deve morire al mio posto?! Sono stato così superbo da ammettere che la mia vita potesse valere più di quella di Linton!"
"Nico" riprese la ragazza dopo aver estratto un libro "L'hai fatto perché se no qualcun altro l'avrebbe dovuto fare al tuo posto"
"E perché non l'ho lasciato fare a qualcun altro!? Perché non mi sono lasciato morire lì!?" il ragazzo continuava ad urlare ed i libri continuavano così a cadere sparpagliando al suolo fogli e pelli di rilegature.
"L'hai fatto appunto perché non lo facessero gli altri… L'hai fatto perché non potevi accettare che altri si potessero macchiare di quel crimine… L'hai fatto per amore degli altri, come Prometeo che ha rubato il fuoco agli dei per gli uomini, come ha fatto Dante che ha varcato i limiti terreni per riportare agli uomini la diritta via"
Nel cuore di Nicolò si fece largo un accenno di sollievo ma poi all'improvviso una nuova consapevolezza si fece largo nella mente di Nicolò. Lungo tutta la biblioteca iniziarono a formarsi delle crepe, simili a quelle che si formano su uno specchio.
"Tu… Tu…" iniziò a balbettare il ragazzo.
"Cosa c'è?" domandò Teresa.
"Tu… Tu non sei Teresa… Tu non esisti! Tu sei solo una proiezione della mia follia! Stai solo cercando di farmi sentire meglio con l'inganno! Queste cose me le sto dicendo da solo! Tutto questo in realtà non esiste! Nulla di questo è vero!" a quell'urlo fece eco un infrangersi di vetri, intorno a Nicolò tutto si ruppe in frammenti lasciandolo solo, sospeso in un'oscurità imperscrutabile. Teresa era svanita.

"Beh… Strano è strano…" osservò Lorenzo dopo aver ascoltato attentamente il discorso di Noah.
"Già… Le recenti reazioni di Mineritt, quella di Orpheus dopo l'assassinio di Linton, la lunga ripresa che serve a Symon e alcune reazioni che stanno avendo i giocatori da un po' di tempo a questa parte sono veramente strane…" rispose il bardo ripensando a tutti quegli svenimenti, a quelle reazioni forse eccessive rispetto ai vari accaduti che le provocavano: Nicolò era rimasto shoccato dopo aver ucciso una cara amica, la sua reazione poteva essere quasi plausibile, ma la reazione di Camilla a seguito della grave ferita di Riccardo era forse eccessiva e anche la convalescenza di quest'ultimo era troppo lunga per una ferita simile.
"Ti sei fatto un'idea riguardo alle cause?" domandò il monaco mentre i due stavano percorrendo i corridoi della gilda del Sangue di Drago.
"A dire il vero mi sono fatto una mezza idea… Cercherò di spiegartela con parole semplici: come ben saprai il Nerv-Gear che, ancora adesso, abbiamo in testa nel mondo reale funziona mediante gli impulsi celebrali: questi normalmente muoverebbero parti del nostro corpo reale ma, con il Nerv-Gear indosso, il corpo rimane come paralizzato e gli impulsi celebrali muovono il nostro alter-ego digitale. Fino a qui nulla di preoccupante ma ora arrivano i problemi: il Nerv-Gear può a sua volta stimolare il cervello con debolissime scariche elettriche; così, a seconda dello stimolo esterno che riceviamo in un qualsiasi gioco, ad esempio dolore o paura, il nostro cervello viene stimolato artificialmente dall'apparecchio; anche questo normalmente non è nulla di preoccupante però se uno stimolo diventa costante può minare seriamente la nostra salute. All'interno di questo gioco Mineritt ha subito gravi lutti in questo periodo, Symon è continuamente stimolato dalla preoccupazione per coloro che deve curare, però il più preoccupante è Orpheus che, anche ora, viene continuamente stimolato dalla follia derivante dalla Maschera del Folle" spiegò Noah serio in volto.
"Penso di aver capito…" sospirò Lorenzo preoccupato per gli amici "Ma… Come sei arrivato a queste conclusioni?"
"Vedi, mio padre è un neurologo e, quando ho comprato il Nerv-Gear, abbiamo fatto una discussione riguardo alla tecnologia utilizzata e lui si era molto raccomandato riguardo l'utilizzo prolungato dell'apparecchio" rispose lui.
"Ma… Questo vuol dire che noi che abbiamo indosso il Nerv-Gear da quasi due anni potremmo incappare in danni celebrali molto gravi?" si preoccupò nuovamente il monaco.
"Non credo… Gli stimoli che riceviamo dal Nerv-Gear non sono costanti come quelli che subiscono i tuoi tre amici… E poi il tutto viene anche mitigato dalle lunghe dormite che ci concediamo" lo rassicurò Noah.
"Beh… Lunghe dormite… Io 'sta notte avrò dormito sì e no 3 ore" disse Lorenzo per alleviare nuovamente la tensione che quel discorso stava formando.
I due nel mentre erano giunti difronte alla porta della grande sala circolare. Non appena varcarono la soglia la voce di Orias tuonò "Possibile che dobbiamo sempre aspettare voi due?"
"L'ultima volta, se non sbaglio, tu eri fra gli ultimi ad arrivare" rispose Lorenzo canzonandolo.
"Possiamo interrompere queste inutili discussioni?" sorrise Feril "Abbiamo cose più importanti di cui occuparci" 
"Possibile che l'unico con un po' di sale in zucca qui è un ex-player killer?" sbuffò Salazar che sedeva accanto al barbaro.
Lorenzo e Noah si misero a sedere tra Alessandro e Arcoas.
"Bene" iniziò a dire Salazar alzandosi "Allora… Dalla boss-fight abbiamo ricavato queste informazioni" e così dicendo estrasse dall'inventario un piccolo fascicoletto "Dunque: il nome del boss era "Eteocle, il primo paladino"… e già qui abbiamo molto da dire: innanzitutto sappiamo che accanto ad Eteocle doveva esserci un altro "primo paladino" perché la nascita dei paladini la si attribuisce a due fratelli che si discostarono dall'essere dei semplici guerrieri, così uno di loro fondò la Via della Spada Bianca e uno la Via della Spada Nera; Eteocle deve essere stato il fondatore della Via della Spada Bianca e spiegheremo dopo il perché, il fondatore della Via della Spada Nera abbiamo motivo di credere che sia un personaggio di nome Polinice, così ha interpretato le cose la nostra cara Antigone. Proseguiamo un attimo perché le cose si fanno interessanti; questa boss-fight non ci ha lasciato un solo drop, bensì due: quando consumammo interamente la prima barra di vita del boss questi scagliò lontano un oggetto che, in seguito, Exodius ha raccolto; si tratta di un materiale dal nome Elsa d'Oro e d'Avorio e la descrizione è quella che segue:
"Elsa che formava la spada prediletta di Eteocle.
La spada era un dono della moglie di quest'ultimo e imbrigliava al suo interno una magia antica e potente. Alla morte di Eteocle la spada venne divisa in Elsa e Lama e, ancora oggi, si racconta che la lama difenda il trono sul quale un tempo sedeva il primo paladino"
Da questa descrizione emergono nuove informazioni"
"Beh certo" si intromise Alessandro tirando un pugno sul tavolo "Non solo Eteocle è stato riportato in vita da qualcuno ma lui potrebbe essere stato il re di questo mondo in epoche remote!"
"È esattamente quello che abbiamo pensato noi" rispose Salazar "Ma non abbiamo capito per bene la frase "Si racconta che la lama difenda il trono"… Com'è possibile che una lama difenda un trono?"
"Beh… Probabilmente un guerriero ha ottenuto la lama della spada" propose Kralen.
"Difficile da credere" gli rispose Lorenzo "Se no perché lama ed elsa sarebbero separate?"
"Proprio qui risiede il nostro dubbio" proseguì Salazar "Comunque abbiamo anche il drop che ha ottenuto Tempesta per aver sferrato il colpo di gratia al boss: la "Spada di Lamel" "
"La "Spada di Lamel"!?" esclamò inaspettatamente la voce di Camilla. Tutti si voltarono verso la porta dalla quale era appena entrata la maga accompagnata da Alessandro.
"Mineritt!" esclamarono i ragazzi seduti intorno al tavolo "Ti sei ripresa?" domandò poi la singola voce di Lesen.
"Sì, sì, non preoccupatevi" tagliò corto lei per poi domandare "Avete appena nominato Lamel?"
"Sì… Perché?" domandò Salazar.
"Beh di Lamel abbiamo già sentito parlare più volte…" e così la maga raccontò a tutti le informazioni che la gilda Vitriol aveva raccolto intorno alla persona di Lamel: la vicenda che coinvolgeva lui e la figlia Antras, della sua armatura la quale era utilizzata da Nemonis e del fatto che Amon era legato a tutta la vicenda.
"Nemonis era il boss di un qualche piano vero?" domandò Kralen.
"Esatto!" esclamò Salazar "Ma non pensavo che fosse legato a Lamel… Comunque, Tempesta, potresti leggerci la descrizione dell'arma?"
"Certo" disse il guerriero schiarendosi la voce "Allora:
Spada di Lamel.
Spada incantata di Lamel. La spada è intrisa di un potere antico che la avvolge di fiamme nel corso degli attacchi consumando mana.
Lamel era uno dei quattro Sigillatori. La sua morte è ancora avvolta nel mistero ma, a causa del suo alto tradimento, il suo cadavere venne esposto sulla pubblica piazza come memento. La sua spada, recuperata in seguito dall'alto guerriero Amon, venne poi offerta al re di quell'epoca."
"Credo non ci siano dubbi riguardo al vecchio titolo di Eteocle a questo punto" sorrise Feril.
"Confermo" annuì Lorenzo "Però ora abbiamo altre tre info bizzarre: il titolo di Lamel come "Sigillatore", il sua "alto tradimento" e la sua morte "ancora avvolta nel mistero"…"
"Sì ma c'è un'altra cosa da osservare" aggiunse Antigone "Il racconto tratto dagli strumenti fanno di Lamel il "cattivo"…"
"Esatto!" esclamò Feril "È una cosa molto strana… Potremmo anche sbagliarci riguardo Lamel oppure sono i creatori del gioco ad aver creato uno specchio per le allodole, vogliono far passare Lamel per un antagonista"
"Dopo i discorsi che ci ha fatto Linton sono più proteso ad accettare la seconda ipotesi" disse Alessandro.
"Beh… E ora? Cosa vogliamo fare?" iniziò a domandare Lesen "È possibile che Zarathustra si accorga presto dei nostri progressi… Cosa dovremmo fare?"
"Continuare ad andare avanti" rispose Camilla determinata "Dobbiamo andare avanti, esploreremo il piano 49 e arriveremo a sostenere la prossima boss-fight; proseguiremo e riusciremo a salvare tutti!"
"Mineritt ha ragione" disse alzandosi in piedi Feril "Dobbiamo infischiarcene di Zarathustra, proseguiamo e vedrete che altri si uniranno alla nostra causa, saremo in grado di fare grandi cose"
"Perfetto allora organizziamo le squadre di esplorazione per il prossimo piano" e così dicendo Camilla si accordò insieme agli altri per programmare le prossime esplorazioni. Dopo una ventina di minuti ebbero preparato il tutto e, dopo aver elencato le squadre d'azione, Camilla domandò a gran voce "Siamo tutti d'accordo?"
Prima che qualcuno riuscì a dire una qualsiasi cosa, una voce echeggiò per la stanza facendo rimbombare un pacato "No". Tutti si guardarono intorno spaventati ed incuriositi riconoscendo all'interno di quella voce qualcosa di familiare. Poi la voce tornò a parlare e disse "Ho bisogno dei miei compagni da un'altra parte"
Tutti in quel momento si volsero all'indietro e videro uno specchio poggiato al muro che non rifletteva più immagini ma un nero informe dal quale comparirono dopo qualche secondo Riccardo, perfettamente guarito, e Nicolò, che non indossava più la Maschera del Folle.
"Buon giorno ragazzi" sorrise il bardo.

Era sospeso nel nulla… Oppure stava sprofondando nel nulla? Era anche plausibile che si stesse muovendo verso destra… Ma esiste la destra nel nulla? Lui c'era… O almeno, credeva di esserci… Troppo confuso capire il nulla… Ma il nulla rimane il nulla… Ciò che non è non è e non può in alcun modo essere… Eppure lui il nulla lo percepiva intorno a se… Ma con quali sensi può essere percepito il nulla? Con gli occhi puoi cogliere il buio… Ma il buio è un'assenza non è il nulla… Con l'olfatto puoi cogliere l'assenza  di odori di profumi… Eppure sempre di assenza si parla… Quando parliamo di nulla? Quando possiamo cogliere il nulla? Anche la sola parola nulla è troppo… Forse il nulla si può solo tacere… renderlo con uno spazio vuoto… Eppure esisterebbe lo spazio… Il Nulla è Nulla. Nel Nulla era Nicolò. Lì anche il suo pensiero era fatto Nulla. Ogni emozione, ogni sentimento, ogni ricordo spento… Nulla… Ma all'improvviso un rumore si fece largo. Uno sbattere d'ali impetuoso. Dal nero che Nicolò vedeva intorno a se si iniziarono a formare corvi e ragni. I ragni gli camminavano addosso mentre il ragazzo osservava i corvi vorticare sopra a sé. Nicolò chiuse gli occhi e li riaprì: ora si trovava in un'immensa radura coperta dalla neve dove qualche stella alpina si affacciava da quel mare bianco; un solo albero innevato si trovava a sinistra, poco lontano, dal ragazzo. I ragni si allontanavano dai piedi di lui e i corvi si alzavano in volo perdendosi all'orizzonte. Nicolò si guardò intorno e vide uno specchio difronte a sé, dentro al quale vide riflesso il suo alter-ego digitale con ancora indosso la Maschera del Folle; istintivamente il ragazzo tirò un pugno contro lo specchio mentre il suo riflesso lo imitava ma il vetro non si incrinò, non si spezzò e si conservò integro. Nicolò allora si allontanò e si sedette nella neve, chinò il capo e raccolse le gambe in grembo. Il riflesso nello specchio lo imitò.
"Ehi!" disse una voce alle spalle del ragazzo accompagnata da un bussare. Nicolò si volto e vide dietro a sé un altro specchio nel quale era riflessa Teresa intenta nel bussare contro la superficie trasparente. Non appena il ragazzo la vide sentì una stretta al cuore e indietreggiò.
"Nico cos'hai?" domandò la ragazza.
"T-tu… Tu non sei reale…" rispose lui continuando a indietreggiare.
"Certo che non sono reale" disse lei confusa "Siamo nella tua testa no? Certo che non sono la vera Teresa"
"N-no tu sei un nulla… Sei solo un'immagine che la mia mente a creato per cercare di farmi dimenticare ciò che sono realmente…" continuava a balbettare il ragazzo avvicinandosi sempre di più allo specchio nel quale era riflesso il suo alter-ego.
"E cosa sei realmente?" domandò la ragazza.
"Sono un assassino!" urlò il ragazzo a gran voce interrompendo il suo indietreggiare.
Teresa da dietro lo specchio lo guardò sorpresa poi disse "Hai ragione: sei un assassino"
Il ragazzo sentì una stretta al cuore… Quella non era Teresa… Lei era una proiezione della sua mente… Perché allora lo attaccava in quella maniera? Perché non lo aiutava come poco prima?
"Uff…" sbuffò la ragazza "Davvero credi che io sia una semplice proiezione della tua mente?"
Nicolò la guardò stupito.
"Fai una prova" continuò a dire la ragazza sorridente "Girati, guarda il tuo riflesso in quello specchio e prova a muoverti"
Lo sguardo del ragazzo rimase inalterato e, dopo qualche secondo, si voltò verso il primo specchio osservò attentamente il suo riflesso, alzò poi la mano destra chiusa a pugno e vide che il riflesso lo imitava. Dopo quel patetico giochetto il ragazzo si voltò a guardare Teresa e disse "Con questo dove vuoi arrivare?"
"Prova a muoverti ora" disse semplicemente la ragazza.
Nicolò ripeté la mossa precedente mentre il riflesso di Teresa si limitò ad appoggiare la mano sinistra contro la superficie dello specchio sorridendo. Il ragazzo la guardò stupito, abbassò il pugno e appoggiò la sua mano destra contro la mano della ragazza sullo specchio.
"Vedi?" iniziò a dire la ragazza "Io non sono una semplice proiezione che obbedisce alle regole della tua mente. Io sono il riflesso della vera Teresa che si è riflessa nella tua mente come in uno specchio… È una cosa che può capire solo chi ama veramente. Io non posso ripeterti le cose che vuoi sentirti dire da Teresa, io posso ripetere solo le cose che direbbe lei. Non puoi far dire a chi ami ciò che tu vuoi sbaglio?" e concluse il discorso con un sorriso dolce.
"Quindi… Quindi…" iniziò a dire piangendo Nicolò "Tutto quello che hai detto prima…"
"Sì" rispose lei prima che la domanda fosse posta "Non è un semplice tentativo della tua mente di farti riprendere ma è la realtà vista con gli occhi di Teresa, la persona che ti conosce meglio di chiunque altro"
Nicolò cadde in ginocchio e continuò a piangere. Il riflesso di Teresa si chinò verso di lui e sorridendo disse "Nico fatti forza. Devi essere forte se vuoi salvare tutti gli altri. Ora sai quello che devi fare"
il ragazzo alzò gli occhi verso il sorriso di lei e finalmente comprese quelle parole scritte da Dante tanti anni prima: "figurando il paradiso". Si asciugò le lacrime e si rimise in piedi, si avvicinò allo specchio in cui si trovava il riflesso di Teresa e lo baciò. Lei fece lo stesso. Il ragazzo poi si allontanò e disse semplicemente "Grazie", Nicolò andò verso il primo specchio e si mosse in modo che il riflesso del suo alter-ego si togliesse dal volto la Maschera del Folle. Quando Nicolò ripari gli occhi si ritrovò davanti allo Specchio dell'Occhio che aveva collocato nella sua stanza nella libreria/mausoleo. Il ragazzo si alzò piano dal letto su cui era seduto stringendo in mano la Maschera del Folle, la guardò e finalmente si decise a tornare dai suoi compagni.
   
 
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