Capitolo 8
Le mie zampe
affondavano nel morbido
terreno boschivo mentre
correvo, i rami
più fragili degli alberi non resistevano al mio passaggio e
si spezzavano
deboli, davanti alla mia forza. Avevo provato a mettermi in contatto
più volte
con Vic, tramite le capacità sensoriali dei licantropi, ma
niente. Non
avvertivo niente. Neanche richieste di aiuto.
Con
l’auto ci avevamo messo circa 8
ore ad arrivare al confine e non facendo troppo caso ai limiti
stradali, come
licantropo ci avrei messo circa la metà del tempo, anche di
meno se continuavo
a mantenere quest’ andatura.
Durante la mia
corsa sfrenata era
giunta ad una conclusione. L’assassino, lo psicopatico doveva
essere per forza
uno di noi, e non uno di noi qualunque ma un Alfa molto potente. I
tempi
infatti non tornavano. Da Bragg Creek al confine ci volevano almeno
otto ore di
auto e gli omicidi erano stati commessi la mattina del giorno prima, il
problema stava nel fatto che mio fratello aveva visto Simon quella
mattina e
quindi era impossibile che l’avesse ucciso quella stessa
mattina.
Aumentai il
passo, balzando sopra un
masso e poi ancora giù schiavando abilmente tutti gli alberi
e superando
tronchi caduti e ruscelli d’acqua. Ero una lupa molto agile
quindi non facevo
fatica a mantenere un ritmo veloce e a schivare contemporaneamente
tutti gli
ostacoli che mi si presentavano davanti.
Ad un certo
punto avvertii uno
spostamento piuttosto massiccio d’aria alla mia sinistra e
con la coda
dell’occhio vidi una sagoma scura correre. Da buona
cacciatrice qual ero cercai
di captare immediatamente qualcosa con il mio naso, ma prima che
potessi
seriamente riconoscere qualcosa me lo ritrovai davanti.
Non ero mai
stata una lupa gracile e
fragile, anzi ero forte e molto allentata. Ero veloce, difficilmente
qualcuno
riusciva a battermi, nei combattimenti ero la migliore, e ovviamente
essendo un
Freki ero anche un ottima cacciatrice.
Ma il lupo che
mi trovavo davanti era
tutta un'altra storia.
Era grande
quanto un Fenrir, ma
invece di avere il pelo candido come loro, il suo era totalmente nero.
Era una
cosa alquanto strana, i Fenrir si distinguevano per il colore del loro
pelo e
per la grandezza del loro corpo. Tutti i Fenrir avevano il pelo bianco
come la
neve ed erano più grossi di un lupo normale, in questo modo
mostravano la loro
potenza e la loro fierezza. Nessun altro lupo aveva le stesse fattezze
di un
Fenrir, né per il colore né per la grandezza.
Quindi il lupo davanti a me anche
se per grandezza poteva essere considerato un capo, per il colore del
suo manto
era impossibile.
Abbassai le
orecchie e ringhiai. Non
mi fidavo di un lupo che non conoscevo e lui a quanto pare non aveva
intenzioni
di farsi riconoscere. Non potevo riconoscerlo dall’odore
visto che era stato
abilmente mascherato dal fango. Astuto il tipo.
Lui in riposta
al mio ringhio
continuò a fissarmi senza distogliere mai lo sguardo e
impendendomi di entrare
nella sua mente e quindi di comunicare con lui.
Non avevo tempo
da perdere quindi
avanzai di alcuni passi ringhiando e mostrando ancora di più
i denti, un chiaro
segnale per spingerlo ad una mossa. Non mi importava se fisicamente era
più
grosso di me, sapevo di essere una brava combattente e quindi di
poterlo
battere.
Ma niente. Non
si muoveva.
All’improvviso,
urla, rami spezzati e
il rumore di un potente motore mi scoppiarono nella testa. Ero
così concentrata
sul mio avversario che avevo involontariamente concentrato tutti i miei
sensi
su di lui senza riuscire più a captare i rumori in
lontananza.
Subito un parola
mi invase la testa.
Cacciatori.
Non ci misi
tanto a fare due più due.
Quel punto del bosco era molto vicino alla strada principale e quindi
facilmente raggiungibile da tutte le persone. Tutto torna.
Il lupo deve
avermi fiutato e di conseguenza
è venuto a bloccarmi in modo che i suoi amici potessero
raggiungermi, l’aspetto
del lupo era anche identico a quello del lupo che aveva inseguito Simon
nella
sua provincia. Colui che avevo davanti era il traditore del branco.
Ero paralizzata.
Non riuscivo a
pensare, non ero mai stata così vicina alla morte. Avevo
già affrontato
situazioni del genere ma mai avevo affrontato i cacciatori e un mio
stesso
simile nello stesso momento. Ero in notevole svantaggio.
Feci
l’unica cosa possibile in quel
momento.
Attaccai.
Con uno scatto
fulmineo azzannai un
zampa del lupo, prendendolo di sorpresa. Strinsi forte fino a quando
non lo
sentii guarire e non vidi molto sangue uscire. L’effetto a
sorpresa aveva
giocato a mio vantaggio, quindi non mi aveva attaccato.
Dopo di che feci
l’unica cosa che era
in mio potere.
Corsi.
Se la zampa del
lupo era gravemente
ferita sarei riuscita a scappare. I cacciatori non avevano auto
abbastanza
veloci per raggiungermi. Inoltre avrei usato il mio potere da Ainegal
per
mimetizzare il mio odore, rendendo impossibile la mia localizzazione.
Per farlo dovevo
però accumulare un
po’ di energia, quindi prima dovevo mettere un po’
di distanza fra me e i
cacciatori.
Ero veloce e
riuscivo già a percepire
una certa lontananza con i cacciatori. Ce l’avrei fatta.
Davanti a me
iniziavo a vedere un
fiume incorniciato da grandi querce, che avrebbe messo un ulteriore
distanza.
Il paesaggio
cambiò in un attimo. La
testa mi girava e i miei occhi riuscirono a captare solo alcune
immagini: un
albero, un masso, una macchia nera e infine l’erba.
Qualcosa mi
aveva colpito e buttato a
terra.
Nella caduta mi
ero scontrata con un
masso ed ero rotolata malamente giù per una collina.
Ancora scossa,
cercai di mettermi in
piedi e di rimettermi a correre. Quando improvvisamente un immenso
dolore alla
zampa mi fece accasciare a terra. Fredde zanne si erano chiuse sulla
mia zampa,
quasi spezzandola e impedendomi di muovermi. Ero finita in una
tagliola.
Ero in trappola.
Avevo solo una
possibilità per scappare. Pregare che i cacciatori
impiegassero abbastanza
tempo nel trovarmi in modo da riuscire a ritrasformarmi in donna e
liberarmi
dalla trappola.
Cominciai a
concentrami sulla
trasformazione quando un ombra scura mi raggiunse.
Non era
possibile. Davanti a me si
erigeva in tutta la sua grandezza il lupo che avevo precedentemente
azzannato
ad una zampa e che quindi in quel momento avrebbe dovuto trovarsi
accasciato a
terra, proprio come me.
Non solo era in
piedi anche se la
zampa grondava di sangue, ma era riuscito a rincorrermi e a farmi
cadere.
In pochi secondi
fummo immersi nel
caos. Da tutte le parti arrivarono enormi jeep cariche di uomini armati
fino ai
denti. Da li, in particolare, scese un uomo grosso come un orso e con
una
vistosa cicatrice sul viso. Camminava verso di me con un grosso ghigno
e puntava
un coltello ricoperto di argento verso la mia gola.
Prima che
però potesse conficcarlo in
essa, il lupo nero si intramise tra di noi e dalla sua gola proruppe un
basso
ringhio feroce, che mi mise i brividi. Vidi i due squadrarsi per alcuni
minuti,
sicuramente intendi in una conversazione mentale.
Nel frattempo un
altro uomo munito di
fucile si avvicinava alla mia destra. Ringhiai ferocemente e cercai in
tutti i
modi di staccare la zampa da quella trappola di ferro, rischiando quasi
di
staccarmi l’arto. Il lupo si girò verso di me e
allo stesso tempo avverti una
puntura sulla mia coscia destra. Continuando a fissare gli occhi del
lupo,
stranamente familiari, persi velocemente conoscenza.
Allora che
dire…altro ritardo
spaventoso. Ma tra esami e blocco dello scrittore non so più
cosa fare. Per
fortuna sono arrivate le meritate vacanze e quindi ho avuto un
po’ di tempo per
buttare giù qualcosa…
Fatemi sapere
cosa ne pensate.
Spero di
riuscire a pubblicare il
prossimo capitolo in tempi brevi, lo pubblicherò sicuramente
entro il 15.03,
quindi se ne avete voglia venite a dare un occhiata quel giorno.
A presto