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Autore: chitta97    02/03/2017    6 recensioni
Raccolta di one-shot, rigorosamente Judy x Nick
Sprazzi di pensieri, situazioni, gesti che portano tutti ad una conclusione: forse l'amore rende tutti un po' meno acuti e un po' più ottusi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il colore delle carote

 

Judy sospirò per l’ennesima volta in quel giorno. O forse era meglio dire in quella settimana. Già, perché ormai era passata una settimana, una lunga lunghissima settimana da che era ritornata a Bunnyburrow. D’altronde aveva accumulato un po’ di giorni di ferie e i suoi genitori si erano fatti parecchio insistenti affinché lei tornasse un po’ a casa a passare del tempo con loro. Non che avessero tutti i torti, era davvero tanto che non li vedeva e anche a lei talvolta sopraggiungeva quella leggera e naturale nostalgia. Eppure, da un po’ di tempo a quella parte, la lontananza le pesava sempre meno. Complice l’accettamento complessivo del suo ruolo da poliziotta, sicuramente un fattore tutt’altro che irrilevante e che le permetteva di svolgere il suo lavoro con tutto l’amore e la passione che provava. Però… però non era quello il motivo principale per cui così poco sentiva la mancanza della sua vita alla Tana dei Conigli. Il fatto era che la sua mente veniva quotidianamente, notte e giorno, sommersa da altri pensieri che lasciavano davvero poco spazio ad altro.
Diede uno sguardo fuori dalla finestra. Suo padre stava raccogliendo le carote, ormai pronte per passare dal terreno alla tavola o alla bancarella da cui sarebbero passate alla tavola di qualche altro coniglio. Ma c’era un qualcosa che stava rapendo il suo sguardo ben più del dovuto in quelle carote e non si trattava di fame. Un lembo della felpa che portava indosso si interpose nel suo campo visivo. Arancione.
La felpa era arancione, le carote erano arancioni. E qualcun altro era arancione.
No, non era possibile che quella volpe riuscisse ad intrufolarsi nei suoi pensieri anche per vie traverse come quello stupido colore.
Era così impegnata ad autorimproverarsi per quei pensieri senza senso che sempre più spesso minacciavano la sua sanità mentale, che quasi saltò al suono improvviso del suo cellulare. E ovviamente chi poteva essere se non proprio Nick? L’apparizione del nome della volpe sullo schermo -e di una sua foto con quell’inestinguibile sorriso sornione- non poterono non strapparle un sorriso. Ma in fondo non c’era niente di male se sentiva la mancanza di un suo amico, giusto?
“Ehi Carotina, come va la vita senza la tua volpe preferita?”
Decisamente peggio di quel che immaginavo.
“Non darti troppa importanza, volpe ottusa. E poi chi ti dice che tu sia la mia volpe preferita?” Lo provocò un poco lei. Sapeva che con lui l’arma del sarcasmo funzionava sempre. In fondo i loro dialoghi erano inframmezzati da battute ironiche e frecciatine sottese ed era bello così.
“Forse perché sono l’unica volpe nella tua vita, coniglietta ottusa.” Disse, marcando su quell’aggettivo.
“Questo non è vero. Conosco anche un’altra volpe oltre a te.”
Non poteva negare che provava un certo divertimento nel vedere il sorriso strafottente di Nick svanire per lasciare posto ad un’aria decisamente più perplessa. Cosa più unica che rara, ma che qualche volta riusciva ad ottenere: stupire Nick Wilde.
“Come sarebbe a dire un’altra volpe?” Aveva cercato di trattenere quello che poteva a tutti gli effetti definirsi un ringhio, ma le ultime due parole erano risultate comunque qualcosa di più simile ad un rantolo che ad altro. Certo Nick non si aspettava che lei lo contraddicesse. La verità era che dava per scontato, almeno in quello, di avere la priorità nella vita di Judy. E invece ora scopriva che non era così. Sentì dentro di sé un qualcosa che assomigliava molto al suono di un muro che crollava.
“Oh, non fare quella faccia. Qua a Bunnyburrow ci sono anche predatori seppur in numero minore rispetto a Zootropolis. E Gideon Grey è uno di quei pochi ed è una volpe.”
“Va bene, e perché tu lo conosci?”
“Perché era un mio compagno di classe.”
“E perché non me ne hai mai parlato?”
“È un interrogatorio Agente Wilde?”
“E la tua è resistenza ad un pubblico ufficiale? Avanti Carotina, rispondi.”
Cercava di non farlo trapelare troppo, ma in realtà sentiva una certa quanto inspiegabile urgenza di sapere tutto su quel fantomatico Gideon Grey.
Judy sospirò. “Perché non avevo esattamente dei bei ricordi legati a lui.”
“Cos’è, era il tuo ex fidanzato?” Cercò di ironizzare la volpe mentre, al contempo, poneva domande che gli stavano più a cuore del dovuto.
“Cosa…? No!” Si affrettò ad esclamare, per poi spiegarsi meglio. “Gideon era un bulletto che faceva sempre il prepotente con tutti. Una volta sono intervenuta per difendere una mia amica a cui aveva rubato dei biglietti e lui mi ha graffiato.” Notando come l’espressione di Nick si stesse rapidamente trasformando in un qualcosa tra lo sconcertato e il furioso decise che farlo stare ulteriormente sulle spine sarebbe stato deleterio. “Ma ora è tutto a posto, Gideon era solo molto insicuro e cercava di mascherare questo suo lato con l’aggressività. Ora ha capito quanto male si comportasse. Pensa che è diventato un eccellente pasticcere, lavora persino con la mia famiglia!”
Per qualche strano motivo quella notizia non lo sollevava poi molto. Se all’inizio era arrabbiato con quel Gideon per aver ferito la sua Carotina -seppur ormai fosse successo parecchi anni fa-, ora sentiva dentro di sé una certa inquietudine al sapere che quella volpe fosse così vicina alla famiglia della sua Carotina.
Ad interrompere quella conversazione -e quell’implicita tensione che stava creando con una mescolanza di non detti ed emozioni represse- fu una voce squillante.
“Ehilà Wilde!”
Judy lo riconobbe subito, non poteva che essere Clawhauser. Ecco perché Nick non era ancora in divisa. Probabilmente l’aveva chiamata mentre era sulla strada per andare al lavoro ed ora era arrivato a destinazione.
“Sei al telefono con Hopps? Fammela salutare!” Incalzò il ghepardo con enfasi, dando totalmente per scontato che Nick non poteva che star parlando con lei.
Vedendo che la volpe era decisamente restia a condividere la videochiamata con quel ghepardo sovrappeso, Judy intervenne. “Dai, Nick, fai il bravo, sarà un saluto veloce te lo prometto.” Nel dire ciò aveva adottato un tono molto simile a quello utilizzato da una mamma con un cucciolo particolarmente cocciuto. Al tempo stesso, aveva implicato quanto neanche lei fosse entusiasta di interrompere la chiacchierata con Nick, concedendo al ghepardo solo pochi minuti.
Nick, come era prevedibile, accondiscese alla sue richieste. D’altronde non sarebbe riuscito a resistere a quegli occhi viola che lo supplicavano per molto. Quindi girò il cellulare in direzione di Clawhauser.
“Salve Hopps! Allora come va? Ti stai rilassando? Tra quanto torni? Alla centrale sentiamo tutti la tua mancanza!” Dopo quella valanga di domande ed esclamazioni, abbassò il tono fino ad un sussurro -ma non abbastanza sussurrato da non essere sentito dalla volpe-. “Soprattutto Wilde...”
“Ehi!” Reagì Nick, punto sul vivo.
“Beh sì, sembra un cucciolo smarrito senza di te Hopps.”
“Un cucciolo smarrito...” Ripeté Judy con un certo piacere velato dal tono sarcastico.
“Dammi quel coso Clawhauser!” Quasi gridò Nick, mentre già metteva un braccio davanti al ghepardo nel tentativo di riprendere possesso del suo cellulare.
Ci riuscì, anche perché Benjamin sembrò notare un particolare nel momento in cui la manica grigiastra della felpa di Nick era entrata nel suo campo visivo, interposta alla coniglietta ancora visibile sullo schermo.
“Aww, ma guarda che teneri!”
Sia la volpe che la sua partner -nonostante questa non fosse più visibile al ghepardo- fecero degli sguardi interrogativi. Esattamente cosa c’era di tenero in tutto quello?
“Avete le felpe del colore del pelo dell’altro!”
Istintivamente guardarono le rispettive felpe e… quel ghepardo aveva ragione. Nick indossava una felpa grigia e Judy la fantomatica felpa arancione. Nessuno dei due ci aveva fatto realmente caso. Eppure, in modo del tutto inconscio, avevano indossato quegli indumenti di quel colore. Forse la nostalgia veniva fuori anche così, col subconscio che suscitava le associazioni più imprevedibili. O forse era solo una maledettissima e stranissima coincidenza.
Entrambi decisero che sicuramente doveva essere quello il motivo e lo esclamarono all’unisono.
“È solo una coincidenza!”
“Che carini, parlate anche all’unisono!”
Clawhauser aveva assunto una di quelle sue solite espressioni che non si capiva se erano più di entusiasmo, tenerezza o complicità.
“È meglio che mi vada a cambiare.”
Concluse Nick, capendo quanto fosse inutile cercare di convincere il ghepardo che rimaneva incrollabilmente ancorato alle proprie assolutamente assurde convinzioni.
“Ci sentiamo dopo Carotina.”
“A dopo, Nick.”
Chiuse la chiamata. E di nuovo quel magone la colse, quel senso di vuoto, di qualcosa che se ne andava e veniva abbandonato da qualche parte lontano da lei. Abbassò il musetto per trovarsi a fissare la stoffa arancione. Sorrise appena mentre si accoccolava di più in quella felpa. Nessuno lo avrebbe mai saputo, ma aveva incominciato ad adorare davvero tanto quell’indumento del colore delle carote.


Intanto una volpe esitava appena a riporre quel capo grigiastro nell’armadietto apposito. Si era cambiato in fretta e furia, quasi per rimarcare il suo non attaccamento o comunque un qualsiasi sentimentalismo con quella felpa. Ma ora che la guardava, che si perdeva in quel colore così familiare, non poté non trattenere un sorriso. Eppure lui era quello delle camice dai colori sgargianti, com’era finito con una felpa di un colore opaco? Nello stesso modo in cui era finito a fare il poliziotto.
Trascinato, guidato, seguendo una certa coniglietta.
“Vedi di tornare presto, Carotina.” Mormorò tra sé mentre chiudeva l’armadietto.



Note dell'autrice: Eccomi qua con un altro capitolo! Sono riuscita a scriverlo piuttosto velocemente e non so se questo sia un bene o un male. Cioè, ho paura di aver scritto una cavolata, non capisco neanche se sia una cosa banale e insignificante e quindi boh, mi direte voi se le mie paure sono fondate o meno. Spero vivamente di sbagliarmi, anche perché ci tengo a pubblicare qualcosa che non vi deluda, considerando il tempo che spendete per leggere e lasciarmi una recensione <3 E a tal proposito grazie davvero di cuore, per i vostri complimenti e il vostro sostegno.
Alla prossima!
chitta97

  
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