Anime & Manga > Bungou Stray Dogs
Segui la storia  |       
Autore: melloficent    02/03/2017    1 recensioni
[Shin Soukoku Week, perchè amo quei due insieme più di quanto li ami singolarmente]
27/02 ; day one: moonlight "Atsushi era l’unica persona accanto alla quale si fosse mai addormentato, con la luce della luna che illuminava entrambi come un placido conforto."
28/02; day two: highschool "Atsushi era un grande punto interrogativo, un enigma che Akutagawa non riusciva a svelare."
1/03 ; day three: birthdays "Il suo compleanno non era mai stato un giorno particolarmente importante per Akutagawa."
2/03 ; day four: hogwarts "Nella lista delle cose che Akutagawa odiava c’erano, nell’ordine: i Grifondoro, chi non riusciva a non ficcare la propria appendice nasale in faccende che non gli riguardavano e le persone che non gli lasciavano la sua privacy."
3/03 ; day five: feline "L’unica nota dolente era il suono persistente e meccanico che sembrava sentire solo lui."
4/03 ; day six: the town where the wind blows "Non aveva idea di cosa provasse per lui, non sapeva nemmeno chi fosse, ma era diventato una presenza indispensabile nella sua vita."
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Nakajima, Ryuunosuke Akutagawa, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The various fragrances of tea
 
prompt: mandarin orange ; hogwarts
shin soukoku week, day 4
estabilished relationship ; slice of life, comico, generale
guest star: la soukoku che è sempre presente
(quanto sono banale?)
 
 
Nella lista delle cose che Akutagawa odiava c’erano, nell’ordine: i Grifondoro, chi non riusciva a non ficcare la propria appendice nasale in faccende che non gli riguardavano e le persone che non gli lasciavano la sua privacy.
Si dava il caso che il suo ragazzo fosse a Grifondoro, che Chuuya fosse più impiccione di una vecchia zia e che Dazai avesse la pessima, pessima abitudine di non bussare prima di entrare in una stanza.
O nel bagno dei prefetti.
O nello sgabuzzino di Gazza.
Se c’era una porta chiusa a chiave un motivo c’era, e ormai pensava che Dazai ci avesse preso gusto a sorprendere lui e Atsushi in ogni anfratto della scuola, sibilando allegro un ‘alohomora’ che avrebbe fatto venir voglia ad Akutagawa di fargli ingoiare la bacchetta.
E pensare che erano stati lui e Chuuya a puntare tanto sulla loro relazione.
Forse Dazai era più sadico di quanto pensava, o semplicemente era un rompicoglioni patentato.
Entrambe le ipotesi erano ugualmente possibili.
 
Akutagawa amava l’Aritmanzia. Era tutto così chiaro e certo, non c’era soggettività in quella materia.
Era tutto perfettamente logico e consequenziale, senza eccezioni che non potessero essere spiegate.
Akutagawa avrebbe potuto scrivere una poesia d’amore all’Aritmanzia, angelicarla come i poeti facevano con le donne amate.
In quel momento, avrebbe voluto seguire la lezione, invece di essere continuamente infastidito dalle gomitate di Chuuya, che aveva l’aria di dovergli dire qualcosa di estremamente importante.
O, più probabilmente, era solo annoiato.
Poteva benissimo andare a fare Divinazione come tutti i comuni mortali, allora.
-che vuoi?- sbottò guardandolo gelido. Detestava essere disturbato, soprattutto durante le lezioni.
-quindi? Come va con Atsushi?- chiese Chuuya con un sorrisetto bastardo.
Quindi l’aveva disturbato e gli stava impedendo di seguire la lezione della sua materia preferita solo per fare la vecchia zitella impicciona?
-non t’interessa. E ora lasciami ascoltare.- sibilò tornando a rivolgere lo sguardo al professore.
Kunikida Doppo era competente quanto irascibile, e considerando che era uno dei professori migliori del corpo docente si poteva immaginare quanto fosse irritabile.
E Akutagawa non aveva nessuna intenzione di essere rimproverato da lui.
-che palle, dovevi andare a Corvonero, non a Serpeverde.- borbottò Chuuya.
-e tu magari dovresti andare a fare Divinazione o Cura delle Creature Magiche o Babbanologia o qualsiasi cosa ti impedisca di disturbare me.- sbottò silenziosamente Akutagawa.
Cinque minuti dopo, si trovavano tutti e due fuori dall’aula, girovagando per i corridoi come delle anime in pena.
-non mi hai risposto comunque.- disse Chuuya evitando un chissà quale primino che si era perso –e la scuola era iniziata da un pezzo, non si poteva davvero essere così sbadati.
-perché non è qualcosa che ti dovrebbe interessare.- ribatté Akutagawa, che ormai aveva deciso di guardarlo in cagnesco per il resto dei suoi giorni.
-sono il tuo migliore amico!- esclamò il rosso guardandolo indignato.
-chiedilo al tuo ragazzo, come va. Visto che quell’idiota sembra averci preso gusto a togliermi ogni straccio di privacy che avevo.- disse il più alto con una certa violenza.
Chuuya concluse che era parecchio incazzato. E che avrebbe fatto qualcosa.
-bastava dirlo prima, ci penso io a mettere in riga il mio ragazzo.- esclamò allegro.
Akutagawa lo fulminò con lo sguardo per l’ennesima volta dall’inizio della giornata.
-ma chi ti ha chiesto nulla.- sbottò allontanandosi da lui.
Ah, cosa non si fa per gli amici.
 
Le labbra di Atsushi erano piene, ma non troppo. Erano soffici, morbide e avevano il vago sapore dello zucchero delle caramelle che aveva mangiato a cena.
I suoi capelli erano sottili tra le sue dita, come fili di seta pregiata, e ne aveva sviluppato una sorta di dipendenza.
Akutagawa cercava di imprimere ogni sensazione nella sua memoria, ogni volta, prolungando ogni attimo per dargli il giusto valore.
Era impaziente e impulsivo in tante cose, ma ogni momento passato con Atsushi era sacro, importante oltre l’inverosimile.
Ignorò il flebile gemito del più piccolo quando gli lasciò un segno violaceo alla base del collo, che insieme a qualche altro –alcuni più sbiaditi di altri- costellava la pelle candida del ragazzo.
I bottoni della camicia candida, con lo stemma di Grifondoro ricamato sul petto, erano fin troppo complicati, in quel momento. Se solo ne avesse avuto la possibilità li avrebbe strappati direttamente.
Erano in momenti come quelli che Akutagawa benediceva la sua camera singola da prefetto.
Poteva sentire il respiro caldo e leggermente accelerato di Atsushi sul suo collo, e si sorprese a provare la più pura felicità quando si rese conto che erano insieme, come ogni volta che ci pensava.
Amava poter restare solo con lui, perché tutto il resto del mondo scompariva.
Il vociare delle persone nella Sala Comune di Serpeverde, il rumore di una serratura che veniva bloccata…
Akutagawa trasalì quando Dazai irruppe nella stanza, mentre Atsushi, che aveva assunto un curioso color porpora, cercava di riabbottonarsi la camicia.
-ah, vi ho disturbato?- chiese il castano con un sorriso svagato.
Ciò che Akutagawa urlò, accompagnato da un tomo estremamente pesante di chissà quale materia, fu estremamente di cattivo gusto, ma altrettanto azzeccato per il momento.
 
Akutagawa era, di base, una persona facilmente irascibile e irritabile, e quello ormai lo sapevano tutti.
Tuttavia, c’erano delle situazioni e un limite che, se superato, voleva dire solo una cosa: Apocalisse, Giorno del Giudizio, Ragnarok.
Dazai, a quanto pareva, si divertiva a saltellare fuori e dentro da questo limite, pensando che le conseguenze non sarebbero mai state abbastanza gravi.
O più probabilmente perché non vedeva l’ora di morire.
In quel momento, con del ghiaccio sulla tempia colpita dal pesante tomo di Storia della Magia, seppe di aver sorpassato quel limite.
Infatti Akutagawa lo guardava con uno sguardo che avrebbe fatto scappare urlando chiunque altro, e in effetti a Chuuya faceva parecchia paura in quel momento.
Di certo non voleva aiutare il suo migliore amico a occultare il cadavere del suo ragazzo.
Si allentò il cravattino verde e argento e si avvicinò cautamente ad Akutagawa, ritraendo la mano che gli stava per mettere sulla spalla –era suscettibile al contatto fisico anche quando era calmo, figurarsi ora.
-che ne dici di risolvere il tutto in maniera pacifica?- propose con il migliore dei suoi sorrisi incoraggianti.
-sì, credo che tu gli abbia fatto abbastanza male con quel libro…- borbottò Atsushi, che si sentiva un po’ come una povera preda nella tana di delle serpi.
Cosa che era, a giudicare dagli sguardi incuriositi di tutti gli altri studenti di Serpeverde nel dormitorio.
Akutagawa rivolse loro uno sguardo che rendeva chiaro che l’unica cosa che volesse in quel momento era che il corpo di Dazai facesse da cibo alla Piovra Gigante.
-mettiamo le cose in chiaro, Dazai.- disse sbattendo la mano sul tavolino lì vicino e avvicinandosi al castano.
-se provi un’altra volta ad entrare nella mia stanza senza permesso con la scusa che devi controllare che sia tutto a posto ti faccio diventare del mangime per gufi. È chiaro?- chiese con tutta l’aria di una persona che non ammetteva risposte diverse da una affermativa.
Cosa che, effettivamente, era vera.
Dazai, in altre occasioni, l’avrebbe colpito fino a fargli capire chi comandava. Ma sospettava che se l’avesse fatto, ora come ora, sarebbe diventato sul serio del mangime per gufi, e non sapeva se per colpa di Akutagawa o di Chuuya, che sembrava averlo preso sotto la sua ala protettiva, nonostante fosse quindici centimetri abbondanti più basso di lui.
-cristallino.- disse con il suo solito sorriso strafottente.
Akutagawa avrebbe voluto cancellarglielo dalla faccia a pugni.
-spero che sia così.- sibilò allontanandosi e tornando in camera, facendo disperdere la nutrita folla venuta ad assistere al teatrino.
 
Le mani di Akutagawa erano sempre fredde, il che in sé era una cosa preoccupante.
Ora riuscivano solo a far correre dei brividi sulla schiena di Atsushi, strappandogli dei deboli ansiti per cui avvampò subito dopo.
Akutagawa fece un mezzo sorriso intenerito guardandolo. Erano cose che riservava solo a lui, non aveva permesso a molte persone di conoscere la sua parte buona e sicuramente Atsushi stava imparando a scoprire il meglio di lui.
Era probabilmente l’unica persona di cui si fidasse ciecamente, a cui era capace di abbandonarsi e mostrarsi per quello che era, non solo per una parte.
-dove eravamo rimasti?- chiese il maggiore prendendo la mano di Atsushi –calda, piccola e un po’ tremante- nella sua.
E l’albino trovò divertente come le mani di Akutagawa fossero sempre fredde, ma dentro di lui divampasse il fuoco, a volte placido e benevolo, altre caotico e distruttore.
Aveva imparato a non stupirsi per contraddizioni del genere, ormai lo lasciavano solo divertito.
-non lo so, dimmelo tu.- mormorò sulle sue labbra –sottili, screpolate ma sorprendentemente calde.
Ebbero la certezza che nessuno li avrebbe disturbati, e quel pensiero fece stare un po’ meglio entrambi.
Ora il mondo poteva sparire per davvero, ed esserci solo loro due.
 
 
 
 
melloficent says
Della serie: quando potresti scrivere una lemon ma ti vergogni come una ladra anche solo per questa roba.
Non so quanto possa essere accettabile, probabilmente è un po’ banale, ma era un’idea che mi ronzava da un po’ e vivo per le slice of life e le hogwarts!au.
E sono andata in crisi pensando a quale Casa andasse bene per Chuuya, ma alla fine l’ho messo a Serpeverde perché qualcosa nella mia testolina me lo diceva.
Stesso discorso per Atsushi e i Grifondoro, anche se lì c’è lo zampino di Olga-sensei che risolve sempre tutti i miei dubbi amletici.
Non ho molto altro da dire, a parte che ho sacrificato il mio pomeriggio libero per scrivere questa cosa.
Spero che ne valga la pena.
Al prossimo capitolo,
-Akemi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit.
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felice milioni di scrittori!
Chiunque voglia aderire a tale iniziativa, può copia-incollare questo messaggio dove meglio crede.
(© elyxyz)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bungou Stray Dogs / Vai alla pagina dell'autore: melloficent