Dita struggenti,ruvide,gravi ,percorrono tutti quei lembi di pelle amata.
Lingua rosea,umida,bollente,si fa largo sulle cavità più nascoste.
Occhi vispi,smeraldini,paiono esser iniettati di desiderio carnale.
Un tocco,una slinguata,uno sguardo,capaci di destabilizzare il loro destinatario.
E sovente si alternano,prima uno poi l’altro,or simultaneamente or distintamente,
un soffio di caldo respiro,una lacrima di mero piacere.
Harry,Harry!Il povero cherubino dalle iridi zaffirine invoca il nome del suo predatore,
quasi invano,ma con una nota di dolce bramosia.
E piano,forte,fortissimo,
così il linguaggio della musica
dentro,fuori,più veloce,più soffice,
così invece i loro corpi scoperti avvinghiati.
Quale sentimento!Quale amore!Platonicamente perpetuo!
E il corpo dell’uno nell’altro,
il cuore del demone dagli occhi verdi che palpita con quello dell’angelo dalle gemme celesti,
l’anima del primo che si unisce a quella del secondo,
passione pura e puerile.
Le bocche congiunte come simbolo del loro amore oltraggioso,
ma le mani incastrate per tormento focoso.